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Montaigne: La scelta consapevole del dubbio
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E-book62 pagine48 minuti

Montaigne: La scelta consapevole del dubbio

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Info su questo ebook

“Non c’è altra certezza se non che niente è certo, e niente è più miserabile e più orgoglioso dell’uomo.”
(Plinio: Naturalis Historia II, VII)

Allo scadere del XV secolo la scoperta, al di là dell’oceano, dell’esistenza di nuove terre abitate da esseri umani, aveva sconvolto l’immagine del mondo e delle cose, posto a repentaglio le antiche certezze, provocato la loro rimessa in discussione.
Tutto ciò ebbe come esito la consapevolezza dell’impossibilità di decidere della verità o falsità assoluta di una proposizione qualsiasi; e si arrivò a concludere che ad ogni ragione avrebbe potuto opporsi una ragione contraria, di eguale valore.
L’esito di questa presa d’atto fu un diffuso scetticismo…
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2020
ISBN9788869632440
Montaigne: La scelta consapevole del dubbio

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    Anteprima del libro

    Montaigne - Alba Robbiati Gastaldi

    Alba Robbiati Gastaldi

    M O N T A I G N E

    La scelta consapevole del dubbio

    Elison Publishing

    Proprietà letteraria riservata

    © 2020 Elison Publishing

    www.elisonpublishing.com

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Elison Publishing

    elisonpublishing@hotmail.com

    ISBN 9788869632440

    Indice

    Epeko – non più questo di quello

    Il dubbio

    Lo scetticismo

    Montaigne, lettore di Sesto Empirico

    È davvero l’uomo la misura di tutte le cose?

    Uomini e animali

    Uomini tra di loro

    Epeko – non più questo di quello

    Non c’è altra certezza se non che niente è certo, e niente è più miserabile e più orgoglioso dell’uomo.

    (Plinio: Naturalis Historia II, VII)

    Allo scadere del XV secolo la scoperta, al di là dell’oceano, dell’esistenza di nuove terre abitate da esseri umani, aveva sconvolto l’immagine del mondo e delle cose, posto a repentaglio le antiche certezze, provocato la loro rimessa in discussione.

    Tutto ciò ebbe come esito la consapevolezza dell’impossibilità di decidere della verità o falsità assoluta di una proposizione qualsiasi; e si arrivò a concludere che ad ogni ragione avrebbe potuto opporsi una ragione contraria, di eguale valore.

    L’esito di questa presa d’atto fu un diffuso scetticismo…

    Scrive Montaigne:

    "Chiunque cerca qualcosa arriva a questo punto: o dice che l’ha trovata o che non si può trovare, o che ne è ancora in cerca. Tutta la filosofia è divisa in queste tre sezioni. Il suo proposito è cercare la verità, la scienza e la certezza. I peripatetici, gli epicurei, gli stoici e altri hanno creduto di averla trovata. Essi hanno costruito le scienze che abbiamo, e le hanno trattate come conoscenze sicure.

    Di contro, Clitomaco, Carneade e gli accademici hanno disperato degli esiti sicuri della loro ricerca, e giudicato che la verità non possa essere concepita con i nostri mezzi.

    La conclusione di costoro è stato il riconoscimento della debolezza e ignoranza umana.

    Questo partito ha avuto il maggior seguito e i seguaci più nobili.

    Pirrone ed altri scettici dicono di essere ancora in cerca della verità. Ritengono che coloro che pensano di averla trovata siano in errore."

    (II/12)

    Il dubbio

    "Nasce per quello a guisa di rampollo

    a piè del vero il dubbio.

    Ed è natura

    Che al sommo spinge noi

    Di collo in collo."

    (Dante – Paradiso versi 130-132)

    Salutare e fecondo, il dubbio nasce come un pollone dalle radici stesse del vero.

    La storia della filosofia gli ha accordato largo spazio; è stato infatti ammesso da tutte le dottrine che, in essa, vedono la ricerca e l’acquisizione, sia pure graduale della verità, il suo più accessibile, benché parziale, possesso.

    Massimi propugnatori del valore del dubbio furono gli scettici che ne stabilirono le categorie, distinguendo tra Dubbio assoluto: niente è bello né brutto, niente giusto né ingiusto… poiché nulla esiste in verità, e tutto ciò che gli uomini fanno accade per convenzione, per abitudine; e che ogni cosa non è più questo di quello.

    (Diogene Laerzio IX-61)

    Dubbio fenomenico: "riferendoci ai fenomeni, viviamo senza dogmi osservando le forme della vita comune, poiché non possiamo vivere senza fare assolutamente nulla, L’osservanza delle norme della vita comune consiste in parte nella guida della natura, in parte nell’impulso necessario delle affezioni, in parte nella tradizione delle leggi e delle consuetudini, in parte nell’insegnamento delle arti." (ib.)

    Dubbio metodico: lo stesso che ispirerà Cartesio, quale premessa per la ricerca della verità: vale a dire la dottrina del cogito.

    È erroneo pensare che il dubbio produca inattività. Al contrario sono le credenze assolute, accettate acriticamente, quelle che inducono al ristagno. In esse si rifugia la ragione pigra che, rifiutando l’indagine e il rischio, finisce con l’irrigidirsi in una condizione sterile e persino nociva.

    Innaturale ci sembra il dubbio poiché, a noi connaturato, è il desiderio di certezza. Senza certezze pensiamo

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