L amante del milionario: Harmony Collezione
Di Julia James
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Info su questo ebook
Markos Makarios, ricchissimo magnate di origine greca, pensa di aver trovato la donna perfetta nella splendida Vanessa Ovington, incontrata, come per destino, nella capitale mondiale dell'amore: Parigi. Insuperabile compagna sotto le lenzuola, passionale e innamorata, Vanessa sembra vivere solo per compiacerlo. Insomma: l'amante che ha sempre cercato e ciò che Markos desidera da una relazione. O forse non è proprio così?
Julia James
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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L amante del milionario - Julia James
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1
Markos Makarios attraversò a passo veloce il sagrato di Notre Dame. Aveva seguito l'impulso di scendere dalla limousine per mescolarsi alla folla. Taki e Stelios, le sue guardie del corpo, lo tenevano d'occhio con discrezione.
Aveva un appuntamento d'affari per pranzo con il presidente di una compagnia francese, e la prospettiva non gli sorrideva affatto. Non riusciva neppure ad apprezzare il fascino di Parigi. Provava un sottile disagio, un'irrequietezza che negli ultimi tempi gli era divenuta familiare.
Markos Makarios non aveva motivo di lamentarsi. A trentatré anni era un uomo alto e affascinante, con uno stile di vita invidiabile. Il suo patrimonio comprendeva dimore sparse per il mondo, uno yacht ancorato nel Mediterraneo e uno ai Caraibi, un jet a disposizione, che pilotava di persona, un parco auto, e tutte le belle donne che desiderava.
Eppure... era come se gli mancasse qualcosa. Si era mescolato alla folla in visita a Parigi, come un turista qualsiasi, proprio per scacciare quel malessere. Si fermò e alzò lo sguardo sulla magnifica cattedrale gotica, con le sue due torri, il rosone centrale e il portone d'entrata ad arco acuto. Intorno a lui, si intrecciavano conversazioni in varie lingue.
«Insomma... volete lasciarmi in pace?»
Colpito dalla voce femminile che aveva protestato, Markos si voltò. Dapprima notò i capelli della giovane, una cascata di riccioli ramati che le arrivava a metà schiena. Poi la guardò in viso, e rimase folgorato dall'ovale perfetto, la sua carnagione chiara, gli occhi luminosi e la bocca piccola e sensuale. In quel momento lei era furibonda con i due uomini che le avevano bloccato il passo e la corteggiavano con insistenza per convincerla a bere qualcosa con loro.
«No!» si ribellò di nuovo la ragazza. «Lasciatemi in pace!»
Incurante delle sue proteste, il più giovane dei due l'afferrò per un polso e lei tentò invano di liberarsi. Gli uomini sghignazzarono.
Markos intervenne senza pensarci due volte. Bastarono poche frasi minacciose in francese e un ghigno che non aveva niente di amichevole. L'uomo mollò la presa di scatto, e i due batterono in ritirata.
«Grazie, signore.» La voce della giovane era ancora turbata.
«Di niente» rispose lui, con un cenno del capo.
«Non riesco a crederci!» esclamò lei, scuotendo i magnifici capelli. «Mi infastidiscono in mezzo alla folla!»
Markos annuì. «Temo che accadrà ancora» commentò. «Qui siamo a Parigi. Gli uomini si sentono in diritto di corteggiare le belle ragazze.»
«Non capiscono quando non sono desiderati?» ribatté lei con un lampo negli occhi color ambra.
«Ha bisogno di una guardia del corpo, tutto qui» mormorò Markos in tono invitante.
Per un attimo lei parve riflettere sul suggerimento, poi strinse le labbra.
«Buona giornata, signore. La ringrazio del suo gesto. È stato davvero gentile.» E si allontanò con passo lieve.
Lui la seguì con lo sguardo. La donna non aveva fatto venti passi, che venne fermata da un turista alto e magro, con un impermeabile chiaro. Lui le chiese un'informazione, lei rispose scuotendo la testa. Poi fu la volta di un nordafricano, che le si parò davanti, incurante dei suoi tentativi per respingerlo.
Markos partì di nuovo in soccorso.
La noia di vivere era scomparsa.
Vanessa era infuriata. Il suo primo giorno a Parigi si stava trasformando in un incubo. Aveva aspettato tanto quel viaggio! E ora non riusciva neppure a camminare senza essere continuamente infastidita.
«Se ne vada!» gridò all'ennesimo seccatore.
«Sei inglese?» domandò l'uomo. «Ti faccio divertire io...»
In quel momento alle sue spalle risuonò una voce stranamente familiare. Vanessa si voltò.
Era ancora lui, l'uomo che l'aveva salvata poco prima dalle attenzioni dei due francesi. Quello che le aveva consigliato di prendere una guardia del corpo. Era uno degli uomini più affascinanti che avesse mai visto.
Lo osservò di nuovo. Non sembrava francese, con quei capelli scuri e la carnagione olivastra. Era alto e sicuro di sé, con un'eleganza noncurante che accresceva il suo fascino. Il suo inglese era senza inflessioni, anche se il suo aspetto lo rendeva più mediterraneo...
Di qualunque nazionalità fosse, lo sconosciuto era bello da levare il fiato. Lui ricambiò il suo sguardo. Sembrava divertito.
Ha gli occhi grigi. Mi sembravano neri, invece sono grigio scuro...
«Non dica che non l'avevo avvertita...» mormorò lui dolcemente.
Vanessa si limitò a studiarlo in silenzio. Quante volte i nonni le avevano raccomandato di non fidarsi degli sconosciuti?
Lui sembrò leggerle nel pensiero.
«Non c'è bisogno di essere così sospettosa. Sono un uomo rispettabile» spiegò con garbo. «Se me lo permette, la accompagno volentieri a visitare la cattedrale, se era questa la sua intenzione. Così non correrà il rischio di venire importunata.»
Vanessa si morse il labbro. La proposta era invitante e lo sconosciuto aveva un'aria irreprensibile. Si distingueva dai tanti turisti per l'eleganza e la sicurezza. Doveva essere un uomo d'affari.
Rifletté ancora per qualche attimo, poi respirò a fondo e alzò il mento.
«Grazie» rispose, con voce ancora un po' cauta. «Accetto volentieri.»
Markos si godette lo spettacolo della strepitosa capigliatura rossa mentre Vanessa prestava attenzione alle parole dell'audio-guida di Notre Dame.
Non si sarebbe mai stancato di ammirarla, pensò, mentre la scortava fra le navate della cattedrale. Tutto in lei era uno spettacolo, dalla fiamma dei capelli al profilo delicato della gola, dalla curva della guancia alla lucentezza della pelle. Il corpo slanciato e ben modellato, con gambe snelle e mani affusolate, possedeva una grazia fulgida e inconsapevole.
Markos era incantato dalla sua innocenza. Non era sua abitudine fermare le donne per strada, neppure per sfuggire alla noia. Per lei aveva fatto volentieri un'eccezione.
Aveva voglia di corteggiarla con le armi che conosceva bene.
Immaginò di portarla in una boutique d'alta moda per farle scegliere un modello semplice, ma di grande effetto. E di regalarle un gioiello adatto alla sua bellezza. A Parigi le gioiellerie non mancavano, ma lui voleva qualcosa di speciale. Suo cugino Leo Makarios, in affari con lui, lo aveva informato proprio quel mattino che erano diventati proprietari di una buona quota della Tsaris Gioielli, un'azienda dell'ex Unione Sovietica.
Avrebbe cercato un pezzo unico per quella rossa spettacolare. Zaffiri o smeraldi? Markos lasciò via libera all'immaginazione. Pregustava il piacere di una nuova conquista.
Di colpo, grazie a una ragazza appena conosciuta, la vita gli sembrava molto più interessante.
Vanessa piegò il collo per ammirare le schegge d'arcobaleno che facevano brillare le vetrate alte e strette della cattedrale più famosa di Parigi. La sua audio-guida elencava bellezze architettoniche e antiche vicende di monarchi, ma lei faceva sempre più fatica a concentrarsi sulla visita. La attirava molto di più l'uomo che aveva accanto. Che sciocchezza! Si impose di resistere. Era lì per vedere Parigi, niente distrazioni.
Quello era il suo primo viaggio all'estero. Aveva deciso di realizzare quel desiderio la primavera precedente, dopo la morte del nonno, a due anni di distanza da quella della nonna. Erano stati loro a crescerla, dopo la scomparsa dei suoi genitori in un incidente d'auto, quando Vanessa era troppo piccola per ricordare.
I nonni l'avevano sommersa di affetto e di attenzioni, ma si erano anche dimostrati ansiosi e protettivi. Per loro, Vanessa aveva tenuto a freno l'irrequietezza e le curiosità dell'adolescenza. Per non abbandonarli, dopo aver studiato scienze bibliotecarie al college, aveva continuato a vivere con loro, nella confortevole dimora vittoriana in una cittadina del sud dell'Inghilterra.
Invece di viaggiare per il mondo durante le vacanze, aveva lavorato nella biblioteca della scuola, limitandosi a leggere sui libri la descrizione di paesi esotici. E invece di frequentare i suoi coetanei, si era dedicata ai nonni, che accompagnava a teatro o ai concerti.
Tutto sommato, erano stati anni piacevoli. E ora che i nonni se n'erano andati entrambi, aveva molto tempo per se stessa. Tuttavia la sua libertà era venata di malinconia, perché era rimasta sola al mondo e a casa non c'era nessuno ad aspettarla.
L'arrivo a Parigi era stato esaltante. Era ancora meglio che al cinema! Tutto le sembrava meraviglioso, persino la pioggerella che l'aveva accolta appena scesa dall'aereo la sera prima.
La cattedrale di Notre Dame era stata la sua prima tappa turistica della giornata. Quella basilica era imponente, bellissima. Ma la presenza del suo accompagnatore continuava a distrarla...
In quel momento lui le voltava le spalle. Per fortuna non aveva colto i suoi sguardi furtivi, si rallegrò Vanessa. Si interrogò di nuovo sulla sua nazionalità, poi liquidò il pensiero con un'alzata di spalle. Quell'uomo era entrato per caso nella sua vita. Tra poco la visita alla cattedrale si sarebbe conclusa, lei lo avrebbe ringraziato, e le loro strade si sarebbero separate.
Non l'avrebbe più rivisto.
«Non è il posto più bello del mondo?» commentò alla fine, togliendosi le cuffie dell'audio-guida. «Ne avevo tanto sentito parlare, ma non credevo che fosse così sontuosa» aggiunse. «Il rosone centrale è indescrivibile! Tutti quei colori... E poi ci sono le pitture sui soffitti della cappella... nel Medioevo avevano questa abitudine di dipingere direttamente sulla muratura in pietra. Per i nostri tempi è un po' insolito.» Si interruppe di colpo. «Ma io sto qui ad annoiarla con le mie chiacchiere! Mi scusi. Chissà quante volte l'avrà visitata!»
«Non più di un paio, a essere sincero. Sulle torri non sono mai salito, per esempio» dichiarò Markos, senza scomporsi. «Mi sono sempre ripromesso di farlo» si affrettò ad aggiungere. «Lei le voleva vedere, immagino...»
Vanessa strinse le labbra, colta alla sprovvista.
«Sì, ma...»
«Vogliamo andare adesso?»
Lei tentennò. Non era nei piani restare con lui...
«L'ingresso della torre sud è all'esterno, credo» incalzò Markos. «Andiamo» la invitò, scortandola verso il portone.
Fuori, al sole, Vanessa si guardò intorno cercando una scusa per andarsene, ma Markos non le diede la possibilità di farlo.
«Da questa parte» la incoraggiò, avviandosi sul lato occidentale di Notre