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Passione gitana
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E-book263 pagine3 ore

Passione gitana

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Info su questo ebook

Inghilterra, 1815.
Quando la sua impulsiva sorellastra scompare nel nulla, Faye Shawcross non sa a chi chiedere aiuto. L'ultima persona su cui si aspetta di poter contare è Ryan Kavanagh, l'uomo più chiacchierato del villaggio, ma è proprio lui che si ritrova davanti. L'affascinante visconte è noto per essere un libertino dai facili costumi e dal passato burrascoso, e Faye non è sicura di potersi fidare.
Tuttavia, quando lui riesce a ritrovare la ragazza e a strapparla dalle grinfie di un clan di zingari, salvando così la famiglia dallo scandalo, Faye è decisa a sdebitarsi. Il conto che l'uomo le presenta è però molto salato: per rendere giustizia alla propria fama, infatti, Ryan desidera che lei diventi la sua amante.
Peccato che Faye abbia già un fidanzato, con cui presto convolerà a nozze.
LinguaItaliano
Data di uscita19 giu 2018
ISBN9788858983409
Passione gitana
Autore

Mary Brendan

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Passione gitana - Mary Brendan

    successivo.

    1

    «I nostri affari sono conclusi, signore. Ho preso la mia decisione.»

    Faye Shawcross si alzò di scatto. La sfacciataggine di quell'uomo! Non soltanto le aveva consigliato di investire in un piano finanziario che era fallito miseramente, ma adesso voleva convincerla a dilapidare il denaro restante in un altro dei suoi progetti.

    Quando aveva ricevuto il suo messaggio, aveva creduto che intendesse scusarsi per averla così mal consigliata. Si era perfino cullata nella speranza che potesse parlarle di un risarcimento. Niente di tutto questo! L'uomo non si era ancora seduto che già le stava mostrando dei nuovi documenti da firmare, come se lei fosse una stupida credulona.

    «Non voglio sembrarvi insistente, Miss Shawcross, ma vi prego di riconsiderare la mia proposta. Sono sicuro che se il vostro fidanzato fosse qui vi incoraggerebbe ad ascoltarmi.»

    «Ma non c'è, né la sua presenza è necessaria. Io non ho bisogno di altro tempo, tantomeno di consigli, signore. Vi ho espresso chiaramente la mia decisione e questo mette fine al mio rapporto con voi. Addio.»

    Un istante prima aveva suonato la campanella d'ottone poggiata sul tavolo al suo fianco. La governante era apparsa prontamente ed era in attesa di istruzioni.

    «Mr. Westwood sta uscendo, Mrs. Gideon.»

    Un colpo di tosse rammentò all'uomo che la domestica era pronta ad accompagnarlo all'uscita. Le sue guance erano roventi per il brusco commiato, tuttavia riuscì ad accennare un inchino. «Come volete. Ma io non mi scuso per aver cercato di farvi recuperare i vostri capitali.»

    «Forse dovreste scusarvi per averli dilapidati» replicò gelida Faye, mentre la collera si manifestava in scintille di fuoco verde nei suoi occhi.

    «Vi avevo accennato che c'erano dei rischi» replicò Westwood.

    «Ma non in maniera tanto esplicita da attirare la mia attenzione. Se avessi avuto sentore che il mio denaro sarebbe scomparso così in fretta sotto la vostra gestione, signore, non vi avrei mai ascoltato.»

    Gli occhi di Westwood mandarono lampi, ma lei non si fece intimidire dalla sua furia. Con un cenno, gli indicò di uscire.

    La porta del salotto si era appena richiusa dietro la sua schiena irrigidita, che subito tornò ad aprirsi e un ragazzo sfrecciò oltre la soglia. «Siamo poveri?»

    «Certo che no, mio caro.» Faye tese le braccia al fratellastro, stringendolo in un abbraccio. «Semplicemente non siamo più facoltosi come prima.»

    «Posso ancora andare a scuola a Warwick?»

    «Ma naturale! E quanto tornerai, in autunno, spero di ricevere un rapporto migliore da parte del tuo direttore, giovanotto.»

    Michael parve mortificato. «So che non avrei dovuto immischiarmi in quella rissa.»

    «No, non avresti dovuto. Tuttavia non avresti neppure dovuto permettere che quei ragazzi facessero i prepotenti con te.»

    Faye arruffò i capelli biondi del fratellastro. Si sentiva in colpa perché, quando era circolata la notizia che le tasse scolastiche di Michael non erano state pagate, gli altri scolari lo avevano preso in giro. La lettera del direttore era stata uno dei primi indizi che le cose non stavano andando bene. Lei aveva accettato la spiegazione di Mr. Westwood che si fosse trattato solo di una svista. Come si pentiva della propria ingenuità!

    Rimpiangeva amaramente di aver assunto Westwood, ma le era stato raccomandato dall'uomo che stava per sposare e perciò si era fidata. Adesso sospettava che l'avvocato fosse un incompetente, però non aveva prove che avesse commesso qualcosa di illecito. Lei aveva firmato i documenti di sua spontanea volontà, delegandogli il controllo su metà dell'eredità di suo padre. Portare Westwood in tribunale e perdere la battaglia l'avrebbe di sicuro precipitata nell'indigenza. Con i suoi fratelli più giovani che dipendevano da lei non poteva permettersi nulla di simile... e senza dubbio Mr. Westwood ne era consapevole.

    Michael aveva dodici anni e ne doveva ancora trascorrere molti a scuola. Per garantire che continuasse a frequentare Warwick, era necessario che lei affrontasse ulteriori economie. Tuttavia doveva essere imparziale. C'era anche il futuro della sua sorellastra da considerare.

    Quasi consapevole delle sue considerazioni, Claire entrò nella stanza. «Possiamo uscire questo pomeriggio?» chiese ansiosamente. «Dalla mia finestra ho visto passare la carovana. La gente sta già affollando il campo.»

    «L'ho vista anch'io. Possiamo andare?» Michael si unì alla richiesta di visitare la fiera di mezza estate.

    Come ogni anno, gli zingari erano arrivati e per alcuni giorni avrebbero intrattenuto gli abitanti del luogo, prima di spostarsi in un'altra città.

    «Sì, certo, andremo a divertirci. Ci sono pochi penny da spendere, però» li avvertì. Una tregua dall'ansia che li opprimeva sarebbe stata la benvenuta.

    Solo pochi giorni prima, a colazione, lei aveva aperto senza alcun sospetto la lettera in cui Westwood ammetteva finalmente la verità. Dal suo sussulto di angoscia i ragazzi avevano compreso che c'era qualcosa che non andava. Faye era stata tentata di proteggerli dalle terribili novità, ma a cosa sarebbe servito procrastinare quando avrebbero saputo anche troppo presto che bisognava fare delle rinunce?

    «Andrò a prendere il mio cappellino nuovo e ci metterò sopra qualche nastro.» Claire corse verso la porta.

    «Bill Perkins non ci andrà, perciò perdi il tuo tempo facendoti bella per lui» la prese in giro il fratello.

    «Non m'importa niente di lui, comunque...» replicò lei.

    «Non bisticciate, per favore» li riprese Faye seccamente. «Claire, stavo pensando a quel viaggio in città di cui abbiamo parlato.»

    «Dobbiamo proprio andare a Londra per il mio debutto?» chiese la sorella con evidente mancanza di entusiasmo. «Sarà un viaggio costoso e io non sono sicura di averne voglia.» Un piccolo sorriso le curvò le labbra. «Potrei trovare un marito nei dintorni.»

    «La tua dote è ancora al sicuro e tu sei così graziosa che non avrai bisogno di sfarzosi abbellimenti, come certe signorine insignificanti.»

    Claire era davvero una bellezza e attirava l'attenzione di tutti i giovanotti di Wilverton, la cittadina distante circa mezzo miglio. Qualcuno riteneva che la sorellastra le somigliasse, ma Faye credeva che nell'aspetto avesse preso da sua madre, Deborah.

    Parlavano di rado della seconda moglie del loro defunto padre. Anche prima che fuggisse in Irlanda per raggiungere il suo amante, era stata un motivo di imbarazzo per la famiglia.

    «Dovresti avere la tua Stagione a Londra. Sono sicura che ti divertirai immensamente, incontrerai un uomo meraviglioso e ti innamorerai.» Il suo tono deciso non dissipò il cipiglio sul viso di Claire, ma divertì Michael, che finse di nascondere uno sbadiglio.

    «La zia Agatha ci ha invitate a stare con lei» continuò Faye. «Le scriverò e le farò sapere che in primavera saremo felici di accettare la sua ospitalità.»

    «Io posso andare da Stanley Scott?» chiese Michael.

    «Non penso» rispose in tono di scuse. «Il costo del biglietto per la Scozia è piuttosto caro.» Suo fratello aveva ricevuto un invito da parte dei genitori del suo compagno di scuola, per passare le vacanze a Edimburgo con loro.

    «Posso chiedergli di venire qui?» chiese lui, senza troppe speranze.

    «Sai bene che non abbiamo una vera stanza per gli ospiti.»

    Mulberry House era piccola, niente a che vedere con il castello dove vivevano gli Scott, ma a parte questo un'altra bocca da sfamare sarebbe stata un ulteriore peso economico.

    «Ora, se vogliamo passare un paio d'ore alla fiera devo sbrigarmi.» Faye batté rapidamente le mani. «Devo andare a Wilverton per spedire la lettera alla zia e per pagare i negozianti. Mr. Gideon ha detto che stasera pioverà e voglio essere a casa prima che accada.»

    Il marito della loro governante era assolutamente affidabile nelle sue previsioni del tempo.

    Un viaggio nel calesse di Mr. Gideon costituiva sempre un'esperienza peculiare. Mentre si muovevano a passo regolare, l'anziano uomo tenne una conversazione unilaterale, stringendo tra i denti la pipa d'argilla. Bertram Gideon lavorava presso diversi vicini ed era al corrente di tutto quello che succedeva nei villaggi che circondavano Mulberry House, la residenza degli Shawcross da oltre un centinaio d'anni.

    Quando la vecchia giumenta si fermò a Wilverton Green, Faye aveva appreso che c'era stato un brutto caso di scarlattina a Moreton – fino a quel momento aveva causato un morto – e che a Fairley erano nati dei gemelli. Dopo aver espresso il suo compiacimento per l'ottima salute della madre e dei bambini, balzò agilmente sul terreno polveroso.

    «Devo aspettare che abbiate finito le vostre faccende e riportarvi indietro, Miss Shawcross? Non sarebbe un problema» chiese Bert Gideon, rimuovendo la pipa dalla bocca.

    «È gentile da parte vostra, ma tornerò a casa a piedi, grazie.» Faye scosse la gonna di cotone leggero e rifece il nodo ai lacci del cappellino.

    «Non dimenticate che sta per arrivare la pioggia.» Bert schioccò la lingua per spronare la giumenta.

    «Non prima che noi siamo tornati dalla fiera, spero» disse lei, quasi tra sé.

    Mr. Gideon sollevò una mano per salutarla e il veicolo si allontanò cigolando.

    «Un buongiorno a voi, Miss Shawcross.»

    «E a voi, signore. Sono venuta a saldare e a consegnarvi il mio ordine per la prossima settimana, Mr. Bullman.»

    Aveva solo immaginato quello sguardo di sollievo negli occhi del macellaio, mentre prendeva il denaro dalla sua mano?

    «Ho del montone da stufare che potrebbe piacervi, tanto per cambiare.» Mr. Bullman si strofinò le mani sporche di sangue sul grembiule, prima di infilare il denaro in tasca.

    C'era stata della commiserazione nel suo tono? Faye esaminò la sua espressione e le parve che lui evitasse di guardarla direttamente. «No, grazie. Prenderò il mio solito ordine e in più due braciole di maiale» replicò seccamente.

    «Così Mr. Collins è tornato, vero?» chiese allegro il macellaio. «Ricordo che mi avete detto che il vostro fidanzato ha una preferenza per le braciole.»

    «Lui non verrà prima della prossima settimana. Prenderò anche del rognone, grazie. Starà benissimo con i fagioli freschi del giardino e le patate arrosto.»

    «Certo, Miss Shawcross. Giovedì vi manderò il ragazzo con il vostro solito ordine e in più due braciole.»

    Uscita dal negozio Faye si fermò, rimproverandosi. Mr. Bullman era un brav'uomo e lei era troppo suscettibile. Si voltò indietro e vide il macellaio immerso in una conversazione con la moglie. Non c'era niente di insolito in questo, ma il modo in cui la coppia lanciava sguardi furtivi nella sua direzione le fece sprofondare il cuore. Così la notizia delle sue perdite si era diffusa. Lei però non intendeva rispondere a domande in merito.

    Pochi minuti più tardi aveva già cambiato idea. La sua amica Anne Holly la salutò, raggiungendola frettolosamente sulla strada dissestata.

    «Oh, mia cara, come stai?» La donna l'abbracciò. «È vero che hai subito una perdita di denaro?»

    «Come l'hai scoperto, Anne?» Faye emise una risatina rassegnata. «Le lingue si stanno già agitando, vero?»

    «Non con malizia, te lo assicuro. Le persone sono comprensive e Mr. Westwood si è meritato delle critiche molto severe» disse Anne gentilmente.

    «Preferirei che le persone non discutessero dell'argomento. Chi ha sparso la notizia?»

    «Immagino che sia venuta dall'ufficio di Westwood. So che il sagrestano e diversi altri vanno spesso a Londra e usano quello stesso studio legale.»

    Faye esibì un sorriso un po' acido. «Non immaginavo che sarebbe successo così in fretta.»

    «Derek intendeva venire da voi, questo pomeriggio, per esprimerti il suo dispiacere, ma l'ho persuaso a non farlo.»

    «Grazie...» replicò seccamente. «Tra qualche giorno sarò meno suscettibile in merito. Mi sento una stupida per aver voluto guadagnare più di quanto offrisse la banca, mentre il mio denaro era al sicuro in cassaforte.»

    «Chiunque vorrebbe guadagnare di più da un deposito» protestò Anne. «E tu hai un fratello e una sorella che dipendono da te.»

    «Non mi pesa provvedere a loro.»

    «Bene, a me peserebbe pensare che la loro madre sia venuta meno al suo dovere in modo così abominevole.» Anne si scusò, sapendo di aver detto troppo.

    Faye si sentì infastidita dal commento della sua amica, anche se ne riconosceva la verità. Non volendo litigare, cambiò argomento. «Andremo alla fiera, questo pomeriggio, perciò tuo marito non ci avrebbe trovati in casa. Voi verrete? Sarete i benvenuti se vorrete unirvi a noi per mangiare dolci e lanciare palle ai birilli.»

    «Mi piacerebbe, ma la madre di Derek è arrivata in visita con sua sorella e sua nipote. Sarah è una cara ragazza, un po' più grande della tua Claire, direi. Farà il suo debutto in primavera. I genitori hanno delle buone relazioni, conoscono alcune patronesse del ton. Mia suocera è in amicizia con Lady Jersey, sai.» Anne sembrava orgogliosa.

    «Visto che anche Claire dovrà debuttare il prossimo anno, forse le ragazze potrebbero farlo insieme.»

    «Sono sicura che le piacerebbe...» L'entusiastica risposta di Anne fu troncata di colpo. La donna strinse gli occhi verso qualcosa oltre la spalla di Faye. «Ecco qualcuno che sta davvero facendo agitare le lingue» sussurrò. «Ho sentito storie su di lui che ti farebbero drizzare i capelli in testa.»

    Faye si guardò attorno con discrezione. Un agile calessino tirato da un paio di cavalli grigi si era fermato accanto al negozio di tessuti. Lo stalliere prese le redini, mentre il conducente saltava a terra e aiutava la sua passeggera a scendere.

    «Chi è quello?» Wilverton era fuori dai percorsi dell'alta società e la bella coppia appariva di prima qualità.

    «Quello, mia cara, è il nuovo signore di Valeside Manor.» Anne si piegò di più sull'amica per mormorare: «E si dice che la giovane donna con lui sia la sua amante».

    Faye si mostrò adeguatamente sconvolta. «Bene, è molto graziosa... anche se sembra avere abbandonato da poco le cure della sua istitutrice.» Sbirciò di nuovo la giovane donna. I capelli nerissimi le ricadevano in riccioli sulle spalle. Anche a distanza, Faye poteva dire che il suo abito estivo era di uno stile squisito. E che lei sembrava molto possessiva con il suo innamorato, a giudicare dal modo in cui gli stava attaccata al braccio.

    Il gentiluomo guardò Faye e parve divertito dal suo interesse. Lei girò rapidamente la testa, pentita di averli fissati tanto a lungo.

    «È uno scapolo chiamato Ryan Kavanagh ed è irlandese, ma nessuno è sicuro dell'identità della signora.» Anne coprì il movimento delle labbra con le dita guantate. «Sembra che lui abbia un'amante a ognuna delle estremità di Londra, che copre di gioielli e porta in giro in carrozze veloci.»

    «Allora è un uomo ricco.» Faye si sentiva ancora accaldata per il suo sguardo ironico su di sé.

    «Infatti lo è. Un ricco libertino, l'ha definito la madre di Derek.» Anne piegò la testa per salutare i nuovi arrivati. «Quella giovane signora vive davvero con lui, sai, alla residenza!» La sconvolgente affermazione fu emessa in un sibilo.

    Faye si morse il labbro inferiore, reprimendo una risata scandalizzata. «Forse dovrei essere grata a Mr. Kavanagh: in confronto alle sue, le mie tristi vicende meritano appena un accenno.»

    La coppia era entrata nel negozio e Faye strinse le mani dell'amica per salutarla. «Devo tornare a casa a rinfrescarmi e cambiarmi.»

    «Il tuo fidanzato è a conoscenza delle cattive notizie?» chiese Anne, esitante.

    «No. Peter è sbarcato a Portsmouth, ma non verrà a trovarmi prima di una settimana circa.» Faye immaginò che il suo futuro marito avrebbe preso la faccenda molto sul serio sapendo che l'avvocato che le aveva raccomandato l'aveva rovinata. Ma Peter aveva fatto solo quello che reputava il meglio per lei.

    Con un cenno di saluto, si accinse a tornare verso casa. Mentre superava il calessino impolverato, lo stalliere nell'elegante livrea le rivolse un cenno educato. Lei fece scorrere lo sguardo sui magnifici cavalli, poi affrettò il passo. Per qualche ragione non voleva vedere di nuovo Mr. Kavanagh e la sua concubina.

    Sentì un piccolo fremito attraversarla. Rimpiangeva di aver provocato il divertimento dell'uomo fissandolo in quel modo volgare.

    Una volta lontana dalla cittadina, afferrò le gonne e iniziò a camminare a passo spedito lungo il sentiero tra i prati, rallegrata al pensiero del pomeriggio che avrebbe passato alla fiera in quel giorno splendido.

    Vedendo Mulberry House apparire all'orizzonte, rallentò per ammirare la sua bella casa. Era un edificio imbiancato a calce, sormontato da tegole di argilla color ruggine. Il robusto portico di ferro era addolcito dalle rose scarlatte che si erano arrampicate fino alle grondaie.

    Suo padre aveva sempre amato quel giardino, e i fiori profumati che crescevano sulla facciata della casa e traboccavano sui graticci, sul retro della proprietà, erano stati per lui motivo d'orgoglio e di gioia.

    Gli occhi di Faye pizzicarono per le lacrime, mentre pensava a lui. Anche i suoi fratellastri sentivano la mancanza del padre ma essendo più giovani non avevano goduto della sua compagnia a lungo quanto lei. Cecil Shawcross era stato un uomo difficile. Senza dubbio si sarebbe infuriato se avesse saputo che una parte del suo lascito era scomparso in un investimento fallimentare, ma avrebbe scatenato la sua furia contro Peter Collins, non certo contro di lei.

    Peter si era dichiarato quando lei aveva ventun anni, ma ne erano passati altri due prima che suo padre acconsentisse formalmente all'unione. L'aveva rattristata che loro non si fossero mai apprezzati molto.

    Traendo un profondo respiro, riprese a camminare e attraversò il cancello laterale che, dal giardino, conduceva alla cucina.

    2

    «Ah, così siete tornata, alla fine.»

    Mrs. Gideon l'accolse con la fronte aggrottata. Poggiò sul tavolo infarinato il coltello che stava usando e versò un bicchiere di limonata da una brocca di metallo. «Vedo che avete corso di nuovo. Questo vi aiuterà a rinfrescarvi.»

    Faye prese il bicchiere, grata, e chiudendo gli occhi bevve un sorso della bevanda dissetante. «Ho corso, infatti, e non è stato saggio. È molto afoso oggi, forse c'è un temporale in arrivo.» Si passò una mano sotto i riccioli biondi appiccicati alla nuca.

    «Nel bollitore c'è dell'acqua per lavarvi.» Mrs. Gideon riempì una brocca di rame, poi estrasse un panno di mussola da un cassetto. «Vostra sorella sta ancora disfacendo le sue cuciture, perciò immagino che abbiate abbastanza tempo per un bagno prima che lei sia soddisfatta.» La donna schioccò la lingua. «Miss Claire ha messo e tolto quel nastro azzurro dal cappello di paglia almeno tre volte.»

    Faye prese un altro sorso di limonata, con l'intenzione di portare la bibita con sé e finirla mentre si cambiava d'abito.

    «Qualcuno vi ha infastidito mentre eravate in città, signorina?»

    «Sono stati tutti molto educati.» Faye fece un debole sorriso. «Non una parola fuori posto da parte dei negozianti, ma Anne Holly è stata abbastanza gentile da dirmi apertamente che la gente sa che cosa è successo.» Sciogliendo i nastri del cappellino, si passò le dita tra i fitti boccoli biondi.

    Fino a quel momento Mr. e Mrs. Gideon non avevano espresso la loro opinione sulla faccenda. Se la coppia era preoccupata per il proprio impiego a Mulberry House, non ne aveva fatto parola.

    «Intendevo dirvi, Mrs. Gideon, che le cose non vanno tanto male da non potermi permettere di tenervi.»

    «Oh, lo so, Miss Shawcross.» Gli occhi della governante luccicavano di lacrime. «E anche se continuerei a venire ogni giorno, che mi pagaste o no, non vi metterei in imbarazzo dicendovelo.» Si asciugò con la manica arrotolata. «E neppure Mr. Gideon. E volevamo farvi sapere che non permettiamo che si dica una parola contro di voi o i ragazzi.»

    «So di poter contare su di voi» disse Faye in tono commosso.

    Mrs. Gideon annuì vigorosamente e iniziò a tagliare l'impasto.

    Faye ricordò d'improvviso qualcosa che poteva alleggerire l'atmosfera. «Anne Holly mi ha detto che Valeside Manor ha un nuovo proprietario.»

    «Lui!» La governante emise un sonoro schiocco. «Per una questione di decenza, la moglie di un vicario non dovrebbe nemmeno menzionare quel tizio.»

    «Voi sapevate che Mr. Kavanagh e la sua amica stavano a

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