Scandaloso passato
Di Mary Brendan
()
Info su questo ebook
Mary Brendan
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
Leggi altro di Mary Brendan
Di passione e d'ombra: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniInafferrabile preda Valutazione: 2 su 5 stelle2/5Sospetti e segreti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna ricompensa per il conte: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl pirata gentiluomo: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa rivincita del conte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl finto fidanzamento Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il cavaliere d'argento Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Lo stagno incantato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn matrimonio chiacchierato: Harmony History Valutazione: 2 su 5 stelle2/5Il ritorno del visconte: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL amante di Sir Jason: Harmony History Valutazione: 2 su 5 stelle2/5Un libertino da amare: Harmony History Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Segreti di gentildonna: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna virtuosa cortigiana Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Moglie o amante? Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPassione gitana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPer l'onore della lady Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAppuntamento a Vauxhall: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Correlato a Scandaloso passato
Ebook correlati
Il segreto di Lord Hawkridge: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn matrimonio chiacchierato: Harmony History Valutazione: 2 su 5 stelle2/5Una scozzese in fuga: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLo strano caso di Lord Deverell: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa fortuna dei Compton Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSegreti di gentildonna: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl vero volto del libertino Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMagia sotto l'albero (eLit): eLit Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTra menzogne e verità: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl ritorno del conte ribelle: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa scelta della miss: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRitorno a Mowbray Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAppuntamento con il visconte: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa ricerca della sposa perfetta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI segreti di Florence House: Harmony History Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I gioielli perduti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI misteri di Ashworth Hall: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAdulterio fatale: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl testamento del conte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAppuntamento a Vauxhall: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI doveri di un gentiluomo: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBianco inverno (eLit): eLit Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il signore di Moor House Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il circolo dei misteri Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLady Jane in fuga Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn enigma per il visconte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa seconda occasione di Mrs. Sommersby: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIncontri di mezzanotte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl gioco del barone Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Il ritorno del visconte: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Narrativa romantica storica per voi
La ricerca della sposa perfetta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI segreti della duchessa: Harmony History Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Sfida sensuale: eLit Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna ricca ereditiera Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn Lord irresistibile Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il conte di ghiaccio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAnnabelle Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl marchese cerca moglie: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBallo in maschera Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna fidanzata ribelle Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl passaggio segreto: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl signore di Moor House Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Un bacio per Natale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome Fare Impazzire un Marchese: I Lord di Londra, #2 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl ritorno di Lord Dereham: Harmony History Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Tutte le sfumature dell'amore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa seconda possibilità (eLit): eLit Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIncantata Dal Capitano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl signore di Calverley Hall Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniInnamorata Di Un Arrogante Semidio Valutazione: 5 su 5 stelle5/5L ultimo dei Seaborne: Harmony History Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I misteri di Ashworth Hall: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSposa d'inverno (eLit): eLit Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn irreprensibile marchese (eLit): eLit Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSedotto da uno sguardo: eLit Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMussolini B. privato e pubblico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutti i vantaggi del matrimonio Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La scelta di Lady Graham Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il profumo dei ricordi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Passione dei Tweedie Valutazione: 3 su 5 stelle3/5
Recensioni su Scandaloso passato
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Scandaloso passato - Mary Brendan
Immagine di copertina:
Gian Luigi Coppola
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Chivalrous Rake, Scandalous Lady
Harlequin Mills & Boon Historical Romance
© 2010 Mary Brendan
Traduzione di Daniela Mento
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5898-102-3
1
Alla gente dell’alta società piaceva spettegolare, Jemma Bailey lo sapeva. Come sapeva che il disastroso matrimonio dei suoi genitori aveva fatto di lei e delle sue sorelle le vittime predestinate di questa abitudine.
Con il passare del tempo, però, le matrone pettegole avevano perso gusto a occuparsi di prede così giovani e innocenti, che non erano in grado di reagire. La madre era fuggita al di là della Manica, il padre si era sottratto per sempre alle loro grinfie rendendo l’anima a Dio. Le due figlie più grandi della coppia si erano sposate e conducevano una vita irreprensibile con i mariti. Jemma era la più giovane e quella meno colpita dalla mésalliance familiare, perché aveva avuto solo nove anni all’epoca in cui John Bailey era riuscito a ottenere il divorzio dalla consorte fedifraga. Jemma non si era sposata e aveva mandato avanti la casa per il padre, fino alla sua morte, quando aveva scoperto che il parsimonioso genitore era molto più ricco di quanto avesse lasciato intendere. Le aveva lasciato una bella quantità di denaro insieme alle sue proprietà.
Negli ultimi due anni Jemma Bailey era vissuta da giovane zitella economicamente indipendente, abitando per buona parte dell’anno in una bella dimora in Pereville Parade, alla periferia di Mayfair. Quando sentiva il richiamo della campagna si trasferiva con la cameriera a Thaxham House, la sua piccola tenuta nell’Essex. A Londra frequentava gente del ceto medio e ormai aveva accettato che il comportamento dei suoi genitori, e anche il suo, l’avessero fatta finire ai margini della buona società.
Per quanto ne sapeva, ormai erano passati anni dall’ultima volta che un Bailey era andato contro le regole. Perciò Jemma non riuscì a capire per quale motivo tutti avessero taciuto di colpo quel giorno, quando era entrata nell’emporio tessile Baldwin. Le grandes dames di solito non si accorgevano nemmeno della sua quieta, modesta esistenza.
I suoi occhi di un insolito verde guardarono stupite le gentildonne che si affrettavano a fingere di scegliere fra le stoffe, per nascondere l’imbarazzo alla sua improvvisa apparizione. Una fanciulla dalla figura snella, in fondo al gruppo, si fece avanti arrossendo, con un sorriso forzato sulle labbra. Era la cugina di Jemma, Maura Wyndham. Avevano la stessa età e si erano frequentate da bambine, ma adesso Maura continuava a essere accolta negli esclusivi circoli sociali da cui Jemma era bandita. Comunque erano ancora amiche e si facevano visita abbastanza spesso.
Jemma lanciò un’occhiata interrogativa alla cugina, sorpresa e seccata non poco che qualcuno del suo stesso sangue stesse spettegolando alle sue spalle.
«Forse sarebbe meglio se uscissi e tornassi più tardi?» le chiese sottovoce appena Maura fu a portata di orecchio.
Quest’ultima la prese sottobraccio e la fece voltare verso le pezze di cotone, lontano dalle madri e dalle figlie che frugavano fra il raso e la seta.
«Mi dispiace che tu abbia capito che parlavamo di te, ma sono contenta di avere sentito che cosa dicevano. Sarei venuta ad avvertirti di queste chiacchiere ridicole di cui tutti, prima di stasera, saranno al corrente. Siamo tutte d’accordo...» e qui si voltò a guardare le altre, «... che qualcuno deve averle messe in giro di proposito, anche se non si riesce a capirne la ragione...»
«Mi dirai, spero, quali sono queste chiacchiere ridicole» la interruppe Jemma con un debole sorriso di incoraggiamento, impaziente com’era di saperlo.
Maura si schiarì la voce.
«Hai notato che fra loro c’è anche Lucy Duncan?» le chiese.
«L’ho notato.»
«Ci ha raccontato... ma stava solo ripetendo una conversazione che aveva sentito fra suo fratello e uno dei suoi amici... Vorrei soltanto che me lo avesse detto in privato, così avrei potuto informarti...»
«Informarmi di che cosa?» la implorò Jemma alzando gli occhi al soffitto.
Conosceva benissimo il fratello di Lucy, Philip Duncan, perché le aveva chiesto di sposarla quando era ancora una debuttante.
Aveva sempre pensato che avesse preso bene il suo rifiuto, come poteva sospettare che avrebbe aspettato cinque anni per vendicarsi?
«Philip Duncan si è vantato che tu stai cercando di indurlo a chiedere di nuovo la tua mano.»
Jemma dovette soffocare con la mano un gridolino di sincero divertimento.
«Non avrei mai creduto che potesse mettere in giro una storia così falsa e idiota» fu il suo parere.
«Ti ho solo ripetuto quello che diceva Lucy» ribatté Maura piuttosto offesa che l’avesse presa con ilarità, quando lei aveva avuto il coraggio di dirglielo.
«Deve esserci un equivoco» aggiunse poi Jemma fingendo di essere interessata a una tela a righe. «L’ultima volta che ho visto Philip a Pall Mall era con Verity Smith e le obbediva come un cagnolino. Credevo che si fosse del tutto dimenticato di me.»
«Infatti lui ha detto a Graham Quick, così riferisce Lucy, che sei tu che gli corri dietro.»
Il divertimento sparì dagli occhi di Jemma, sostituito da uno sguardo bellicoso.
«Non so che cosa abbia in mente il fratello di Lucy» si affrettò ad aggiungere Maura. «Si è molto arrabbiato quando ha scoperto che sua sorella aveva sentito tutto. La sua padrona di casa l’aveva fatta entrare senza avvertirlo e Lucy si era dovuta nascondere in uno sgabuzzino, quando si era accorta che Quick stava per uscire. Philip aveva confidato al suo amico di avere ricevuto una lettera che lo invitava a chiederti di nuovo di sposarlo. Aveva mostrato la lettera a Mr. Quick, dicendo che non aveva la minima intenzione di salvare te o qualunque altra...» Maura si interruppe di colpo, mordendosi il labbro inferiore.
«O qualunque altra...?» insistette Jemma tenendo a bada a stento la propria insofferenza.
«O qualunque altra vecchia zitella condannata a fare da tappezzeria per il resto della vita» concluse Maura con un sospiro di rimpianto per averglielo dovuto dire. «Come se Philip ti potesse interessare, adesso che sta diventando grasso e calvo, mentre tu sei ancora snella e carina come quando avevi diciassette anni. Ora ne hai ventidue ma sei più graziosa di tante debuttanti» aggiunse incoraggiante.
Jemma non si sentì per niente confortata da un complimento così eccessivo. Avvampava di sdegno.
«Come si è permesso di parlare di me in quel modo? Come ha osato perfino pronunciare il mio nome in presenza di un libertino come Graham Quick?»
«Forse a te Mr. Quick non piace, ma lui sembra nutrire dell’ammirazione per te. Lucy ha sentito che faceva dei complimenti alla tua bella figura.»
«Davvero? Non ne sono affatto lusingata.»
«Allora non sei stata tu a mandare quella lettera a Philip Duncan?»
Non avrebbe mai dovuto chiederglielo.
«Certo che no» rispose Jemma scandendo bene le parole. «Philip non sa quello che dice.»
«Aveva una lettera, Lucy ha visto che la mostrava e non credo proprio che stesse mentendo. Dev’essere stato qualcun altro a mandargliela, qualcuno veramente meschino. Chi può essere stato?»
«Non lo so, ma purtroppo dovrò scoprirlo.»
Maura lanciò un’occhiata preoccupata alle altre dame presenti. Per fortuna quelle più anziane erano uscite per spostarsi, con ogni probabilità, in un altro negozio dove avrebbero potuto continuare a discutere dell’argomento senza l’imbarazzante presenza della protagonista. Solo Lucy Duncan e Deborah Cleveland erano rimaste, e adesso sembravano davvero interessate a un raso color zaffiro.
Deborah alzò lo sguardo e vide l’espressione feroce di Jemma. In qualche modo cercò di farle capire che era molto spiacente per quanto era accaduto.
Jemma aveva sempre considerato Deborah carina e simpatica, spesso aveva scambiato con lei qualche parola amichevole, anche se aveva solo diciotto anni. Ereditiera, dai capelli biondissimi, era una delle debuttanti più in vista di quella Stagione e si era appena fidanzata con uno degli scapoli più ambiti, provocando invidie di ogni sorta.
Anche questo, in un certo modo, era un legame fra loro.
Quando Jemma aveva debuttato, non era stato soltanto Philip Duncan a corteggiarla, ma dopo cinque anni non si ricordava nemmeno dei nomi di molti di quei giovanotti.
Uno però non lo avrebbe mai dimenticato. Le aveva insegnato a danzare, a conversare disinvolta con i suoi amici e i suoi parenti aristocratici, correggendo con gentilezza i suoi errori.
Quando Jemma gli aveva chiesto se avesse mai sentito parlare dello scandalo nella sua famiglia, lui le aveva risposto che i problemi dei genitori non dovevano ricadere sui figli. Perciò Jemma si era trovata bene con lui, anche se apparteneva a un mondo da cui era stata bandita.
Lui la faceva ridere, e durante il ballo di Lady Cranleigh l’aveva anche portata in giardino. Jemma ricordava ancora con un sospiro quella serata, anche se era sempre rimasta fedele al suo Robert, che poi l’aveva tradita.
Così aveva rifiutato anche la proposta di matrimonio di Marcus Speer, pur sentendosi molto attratta da lui, ed era tornata nella casa di campagna di famiglia, nell’Essex, insieme a suo padre.
E adesso Marcus si era fidanzato con Deborah Cleveland. Probabilmente avrebbe saputo proprio da lei, più tardi, del succoso pettegolezzo che la riguardava. Jemma si indignò ancora di più, non aveva fatto nulla di male e non si meritava lo scherno di tutti. Soprattutto di Marcus.
Avrebbe davvero creduto che lei fosse così disperata da implorare un uomo grasso e calvo perché la sposasse?
No, doveva chiarirlo subito con Deborah, si disse andando verso di lei.
«Vi prego... Se volete seguirmi in biblioteca, basterà un quarto d’ora per risolvere la questione.»
Marcus Speer, appena entrato in casa, si tolse il mantello e il cappello e li affidò al maggiordomo, poi andò in biblioteca seguito da Hepworth, il suo segretario, che continuava a importunarlo con la corrispondenza da sbrigare.
«Bisogna rispondere subito a certi inviti» bofonchiava Hepworth.
Marcus si irritò.
Era appena arrivato a casa dopo aver fatto visita allo zio settantenne, il Conte di Gresham, che ormai i medici consideravano in agonia. Uno di questi gli aveva detto che non sarebbe sopravvissuto per più di un giorno o due, per cui aveva consigliato a Marcus di tornare a Beaufort Place per riposarsi, in modo di poter assistere lo zio durante le sue ultime ore, il giorno dopo. E il suo segretario osava seccarlo con le risposte da dare agli inviti.
«Solo un quarto d’ora» insistette Hepworth aggiustandosi gli occhiali davanti agli occhi miopi.
«Rifiuterete tutti gli inviti per i prossimi quindici giorni» gli ordinò Marcus raccogliendo un documento che era sfuggito dalle mani del segretario, e che Hepworth non riusciva a raggiungere per quanto si contorcesse.
«Ho capito, li rifiuterò tutti» rispose il segretario con un’espressione di circostanza. «Vostro zio, certo... Perdonatemi, non vi ho neppure chiesto come sta.»
Marcus era l’unico erede del Conte di Gresham e adesso aveva molte cose importanti di cui occuparsi. Inoltre era sinceramente addolorato per la perdita imminente dello zio, che lo aveva sempre trattato come un figlio.
Grazie alla sua guida e alle sue innate qualità, a venticinque anni era già ricco, rispettato e benvoluto. Adesso, a due mesi dal trentaduesimo compleanno, gli mancavano soltanto un titolo e una moglie. Presto li avrebbe avuti entrambi, anche se non li desiderava.
«Questa volta non c’è più speranza» rispose al segretario che continuava a guardarlo interrogativamente. «Sta morendo. Il dottore mi ha mandato a casa perché ormai è in coma, e non sa per quanto ancora potrà resistere.»
Hepworth chinò il capo e mormorò le sue condoglianze. Era l’inizio di aprile, i narcisi erano già fioriti sotto il cielo azzurro e limpido. In contrasto l’atmosfera in quella grande dimora era cupa e deprimente.
Entrarono nella biblioteca e si sedettero al solito posto, Marcus a capotavola ed Hepworth accanto a lui. Il segretario tirò fuori la posta a cui bisognava rispondere, divisa in gruppi. Da una parte gli inviti ai ricevimenti e ai balli, dai bordi dorati.
«Questa invece» disse indicandogli una lettera e mostrandosi piuttosto imbarazzato, «questa... sembra una faccenda piuttosto delicata. Non l’avrei aperta, se ne avessi saputo la natura. Purtroppo non c’era nulla che la individuasse come personale. Mi dispiace.»
Marcus prese pigramente la lettera, le diede una rapida occhiata e la lasciò cadere sul tavolo senza fare alcun commento. La sua espressione rimase imperscrutabile, per quanto ancora non riuscisse a credere a quanto aveva appena letto.
«Credo che si tratti di uno scherzo di pessimo gusto» disse poi, rivolgendosi al segretario. «Me ne occuperò personalmente.»
Un quarto d’ora dopo Hepworth se ne andò con tutte le istruzioni di cui aveva bisogno per sbrigare l’altra corrispondenza. Uscì discretamente dalla biblioteca ben sapendo che il suo padrone, da poco fidanzato, avrebbe riletto immediatamente la lettera di Theodore Wyndham che lo invitava a rinnovare la proposta di matrimonio a sua cugina, Miss Jemma Bailey, che era anche la sua pupilla.
2
Un fruscio di gonne disturbò il silenzio del vestibolo di casa Wyndham. Marcus si voltò e fece appena in tempo a scorgere una figura snella, vestita di azzurro, dai lucidi capelli castani che passava in fretta nel corridoio. Era da un po’ che non vedeva Jemma Bailey ma non fece alcuna fatica a riconoscerla prima che sparisse. Così anche quella spudorata era lì e stava sorvegliando l’entrata per vedere se lui era arrivato. Marcus sentì una porta che si chiudeva, dunque doveva essersi nascosta in una stanza. Provò l’impulso di andare da lei, di tirarla fuori dal suo nascondiglio e chiederle a quale dannato gioco stesse giocando.
Jemma gli aveva sconvolto la vita già una volta, non le avrebbe permesso di farlo di nuovo.
«Mr. Wyndham vi può ricevere» gli annunciò il maggiordomo, accompagnandolo a una porta di mogano prima di allontanarsi.
Marcus entrò.
Dopo pochi attimi il maggiordomo tornò sui propri passi e appoggiò il capo sulla porta, cercando di sentire tutto quello che poteva con l’orecchio buono. Solo quando si accorse di essere osservato da una delle cameriere, si drizzò e batté in ritirata.
«Siediti, fra un attimo ti sentirai più calma» disse Maura a Jemma, cercando di convincerla gentilmente a mettersi vicino alla finestra, in camera sua.
Jemma non voleva saperne né di sedersi né di calmarsi e continuava ad andare su e giù sul tappeto. Riusciva a stento a trattenere lacrime di rabbia e di mortificazione.
«Come ha potuto farmi una cosa simile!» esclamò forse per la centesima volta. «Com’è possibile che il mio stesso sangue mi debba umiliare in questo modo... È insopportabile! Abominevole!»
Fino a poco prima Maura aveva sostenuto che doveva esserci stato un equivoco, un malinteso. Suo fratello non poteva avere fatto niente del genere.
Naturalmente Theo non nascondeva che avrebbe voluto vedere la cugina Jemma sposata, prima che diventasse troppo vecchia, e più povera.
Però era oltraggioso che fosse ricorso a simili mezzi, oltretutto con corteggiatori che Jemma un tempo aveva rifiutato.
Maura era d’accordo che Jemma dovesse occupare più tempo a cercarsi un marito e meno a sprecare tempo e soldi aiutando i poveri. Il suo primo amore le aveva spezzato il cuore e da allora non aveva mostrato alcun interesse a farsi una famiglia.
«Mio fratello Theo pensava che fosse per il tuo bene. L’ha fatto per aiutarti» cercò di giustificarlo prima di soccombere a un’occhiataccia della