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Gli amanti della Serenissima: Harmony History
Gli amanti della Serenissima: Harmony History
Gli amanti della Serenissima: Harmony History
E-book219 pagine3 ore

Gli amanti della Serenissima: Harmony History

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Info su questo ebook

Italia, 1816
Dopo un volontario esilio in Inghilterra, il potente Duca di Severin è costretto a tornare in Italia per mettersi sulle tracce dello scapestrato cugino, suo pupillo, fuggito con una fanciulla italiana nonostante l'opposizione delle famiglie. Lo aiuta nella caccia un'affascinante gentildonna inglese, Cecily, matrigna della giovane fuggitiva. L'attrazione tra i due è immediata, ma l'amore nasce a poco a poco durante il viaggio che li porta fino alla splendida Venezia. Una minaccia oscura, tuttavia, arriva dal passato con il ricordo di una donna amata dal duca e scomparsa in circostanze misteriose. Qualcuno vuole la morte dell'uomo, o forse di Cecily, e non esiterà a colpire alla prima occasione.
LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2019
ISBN9788830508262
Gli amanti della Serenissima: Harmony History

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    Anteprima del libro

    Gli amanti della Serenissima - Ann elizabeth Cree

    Immagine di copertina:

    Bruno Faganello

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Venetian’s Mistress

    Harlequin Mills & Boon Historical Romance

    © 2005 Ann Elizabeth Cree

    Traduzione di Daniela Mento

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-826-2

    1

    Italia, 1816

    I grandi occhi azzurri di Lady Thais Margate, ombreggiati da lunghe ciglia, avevano un’espressione preoccupata. «Forse avrei fatto meglio a tacere, per non turbarvi.»

    Cecily Renato respirò profondamente e cercò di restare calma. «Oh, no, avete fatto bene a dirmelo! È solo che sono un po’ sorpresa.» In realtà era davvero turbata. «Parlerò con Mariana al più presto.»

    «Non sgridatela troppo, era soltanto un bacio fuggevole. Però sarebbe meglio che certe cose non capitassero, perché se dovessero vederle le persone sbagliate...»

    «Nascerebbero molti spiacevoli pettegolezzi» concluse Cecily. «Lo so e vi sono grata di essere venuta ad avvertirmi.»

    Lady Margate si alzò con un fruscio del vestito di seta azzurra all’ultima moda. «Devo andare. Ho un appuntamento, ma ho preferito passare prima da voi. Vi assicuro che nessun altro saprà che cosa è avvenuto. Le mie labbra resteranno sigillate.»

    Anche Cecily si alzò. «Non ne dubito, milady.» O almeno lo sperava. Conosceva Lady Margate da non più di un mese, da quando cioè la bella nobildonna aveva affittato una casa ad Avezza.

    Rimasta vedova molto giovane, Cecily si era fatta benvolere in paese, dedicandosi a opere di beneficenza e soprattutto presiedendo il comitato che intendeva restaurare la bella chiesa di Santa Sofia, rimasta seriamente danneggiata dopo l’occupazione francese.

    «Siete davvero una seconda madre per Mariana» aggiunse Lady Margate congedandosi. La sua figura era così minuta e delicata che Cecily, pur non essendo particolarmente alta, si sentiva goffa e sgraziata quando era al suo fianco. «Sono sicura che non sarete troppo severa con lei o con Lord Ballister. Ho capito che c’era un’attrazione fra di loro già la prima volta che li ho visti insieme. È un vero peccato che il Duca di Severin sia contrario al loro matrimonio. È stato lui stesso a confidarmi che vuole che suo cugino sposi un’ereditiera e mi hanno anche parlato della figlia di un certo conte... Ma sono soltanto voci, naturalmente. Comunque, non sarebbe facile per la vostra figliastra vivere in Inghilterra. Gli usi e i costumi sono così diversi là da noi.»

    «Sì, sono molto diversi.» Cecily cercò di non mostrarsi offesa per la convinzione di Lady Margate che il Duca di Severin non avrebbe accettato un matrimonio fra il suo pupillo e Mariana. «Vi accompagno alla porta.»

    «Non è necessario. Salutatemi Mariana e vostra cognata, la signora Zanetti.»

    Lady Margate le strinse la mano con una forza che la sorprese. Cecily l’accompagnò attraverso il piccolo salone fino alla scala che portava al pianoterra.

    Mentre seguiva con lo sguardo la visitatrice che scendeva le scale, Cecily ripensò preoccupata a quanto le aveva raccontato. Mariana e Lord Ballister si erano baciati? Com’era potuto accadere, quando aveva fatto di tutto perché non restassero mai da soli? Avrebbe dovuto tenerli d’occhio meglio, al ricevimento della sera prima in casa di Lady Margate.

    Si era illusa che l’infatuazione dell’amata figliastra per il giovane lord inglese fosse solo un fuoco di paglia e che Lord Ballister si fosse già stancato di lei. Così, quando Mariana era uscita in giardino con l’amica Teresa Carasco e con suo fratello Paolo, non si era preoccupata di sorvegliarli. Né aveva dato troppo peso al suo contegno insolitamente tranquillo mentre tornavano a casa in carrozza, dopo il ballo.

    «Se n’è andata?»

    Cecily trasalì. Sua cognata Barbara aveva la pessima abitudine di apparire alle sue spalle nei momenti meno opportuni.

    «Lady Margate era venuta a farmi visita» le rispose voltandosi.

    «Non mi piace. È una ficcanaso. È venuta a dirti che Mariana ha baciato quel giovane gentiluomo inglese. Speriamo che non lo racconti in giro, soprattutto che non vada a dirlo al Duca di Severin o a Raffaele.»

    «Perché dovrebbe farlo? Barbara, vorrei che tu smettessi di origliare quando ricevo visite.»

    «Non ho origliato. Se non vuoi che gli altri ascoltino, perché continui a ricevere i visitatori qui nel salone, dove tutti possono sentire?» replicò la cognata con un’alzata di spalle. «Secondo me faresti meglio ad allontanare Mariana da Avezza e da Lord Ballister, prima che queste chiacchiere giungano alle orecchie di Raffaele. Non gli farà piacere sapere che hai permesso a Mariana di baciare il cugino del duca.»

    Raffaele Vianoli era il tutore di Mariana.

    «Raffaele è a Verona, non saprà niente di questa storia.»

    «Me lo auguro perché, se qualche voce giungesse fino a lui, ritornerebbe immediatamente ad Avezza per sfidare a duello Lord Ballister e il duca dovrebbe intervenire a sua volta. E sai dove finirebbe Mariana? In convento, proprio come voleva sua madre. Se avessi rispettato la volontà di Caterina, adesso non ti dovresti preoccupare per le intemperanze amorose di sua figlia!»

    Cecily provava sempre una certa irritazione quando Barbara le ricordava la prima moglie di Marco, la madre di Mariana.

    «Ho l’impressione che non ci sia molta simpatia tra Raffaele e il Duca di Severin. Perché? Ne sai le ragioni?» le chiese.

    «Se fossi al tuo posto non farei troppe domande» tagliò corto la cognata, come faceva sempre quando preferiva non risponderle.

    Cecily fece appello alla propria pazienza e cercò di ricordare che Marco, sul letto di morte, le aveva chiesto di occuparsi della sua sorellastra, più anziana di lui di qualche anno. Barbara non si era mai riavuta dalla morte del marito, avvenuta mentre fuggiva con un’altra donna, e il suo carattere si era notevolmente inacidito con il passare degli anni.

    «Vado da Mariana» la informò Cecily.

    Era meglio allontanarsi prima di cedere alla tentazione di dire alla cognata qualcosa che poi avrebbe rimpianto.

    Mariana era in camera sua, seduta accanto alla finestra. Quando Cecily entrò alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo. La donna prese un basso sgabello e lo avvicinò alla finestra per sedersi.

    «C’è qualcosa che non va?» le chiese la figliastra.

    Dalla sua espressione Cecily intuì che sospettava la ragione per cui era andata da lei.

    «Lady Margate è venuta a trovarmi. Mi ha detto che ieri sera ti ha visto baciare Lord Ballister nel suo giardino. È vero?» le domandò sedendosi sullo sgabello.

    Mariana volse lo sguardo altrove prima di rispondere: «Lui mi ha baciato e io non mi sono opposta».

    «Non credo che sia necessario ricordarti che una fanciulla non dovrebbe mai concedere simili libertà a un uomo né rimanere da sola con lui. Anche Lord Ballister lo sa, così come sa che ha messo a repentaglio la tua reputazione con il suo comportamento. Sei stata fortunata che sia stata Lady Margate a vedervi e non qualcun altro dei suoi invitati.»

    «La colpa non è di Lord Ballister. Sono stata io a chiedergli d’incontrarci in giardino.»

    «Perché?»

    «Volevo parlargli da sola.»

    «Eri già rimasta da sola con lui altre volte?»

    «Sì.»

    Cecily cercò di dissimulare il proprio stupore. «Si è limitato a baciarti, anche le altre volte?» le chiese preoccupata.

    «Le altre volte avevamo soltanto parlato. Ieri sera mi ha baciato, non lo aveva mai fatto prima.»

    Cecily ringraziò il cielo. «Ti proibisco di rivedere da sola Lord Ballister, ne va della tua reputazione.»

    «Mi vuole sposare.»

    «Te l’ha detto lui?»

    «Sì. Aspetterà fino a quando compirò diciassette anni, poi verrà a chiedere la mia mano.»

    Per Cecily fu come un pugno nello stomaco. Lord Ballister stava cercando di sedurre l’ingenua Mariana, adducendo false promesse di matrimonio? Non sembrava un libertino senza scrupoli, ma fino a un’ora prima neppure lei avrebbe creduto che la figliastra fosse capace d’incontrare da sola un uomo, nell’oscurità di un giardino.

    «Non ti spiacerebbe se sposassi Lord Ballister, vero?» le chiese ansiosa Mariana.

    «Sei troppo giovane per pensare al matrimonio.»

    «La mamma aveva diciassette anni quando ha sposato papà.»

    «Però si conoscevano fin da quando erano piccoli. Tu conosci Lord Ballister da non più di un mese.» Cecily esitò un attimo. «E poi, anche se io approvassi, non significherebbe nulla. Dovreste ottenere l’approvazione del Duca di Severin, il tutore di Lord Ballister, e quella di Raffaele.»

    «E perché non dovrebbero approvare il nostro matrimonio? Soltanto per quella vecchia lite fra di loro?»

    «Perché? C’è stata una lite fra di loro? Che cosa ne sai?»

    «Me l’ha raccontato la zia Barbara, ma non ha voluto dirmene la ragione.»

    La curiosità di Cecily rimase di nuovo insoddisfatta. «La tua è soltanto un’infatuazione passeggera, Mariana. Sei ancora una bambina, un giorno o l’altro incontrerai sicuramente un uomo più adatto a te e allora...»

    «Non sposerò nessun altro» dichiarò la fanciulla alzandosi, e Cecily vide che tratteneva a stento le lacrime. «Ti sbagli, non sono una bambina» aggiunse, prima di fuggire dalla stanza.

    Cecily evitò di seguirla, intuendo che avrebbe soltanto peggiorato la situazione. Non aveva mai visto la figliastra così determinata e ciò la preoccupava. Innamorata com’era sarebbe stata capace di qualunque sciocchezza, anche di fare qualcosa di avventato.

    Lord Ballister doveva certamente sapere che non avrebbe mai potuto sposare Mariana senza il consenso del Duca di Severin e doveva anche essere al corrente delle aspirazioni ben diverse che il ricco cugino aveva per lui. Mariana non era di certo un’ereditiera né la figlia di un conte come quella che, a sentire Lady Margate, gli era stata destinata come sposa.

    Inoltre non sarebbe stato facile ottenere neppure il consenso di Raffaele, che suo marito Marco aveva nominato tutore della figlia prima di morire. Se fra lui e il duca c’erano state in passato delle animosità, forse l’uomo avrebbe preferito davvero chiudere Mariana in un convento come aveva detto Barbara, piuttosto che darla in sposa a Lord Ballister.

    Da parte sua, Cecily si augurava egoisticamente che la storia d’amore fra i due giovani non avesse seguito. Era molto affezionata a Mariana, che considerava in tutti i modi come una figlia. Se avesse sposato Lord Ballister sarebbe andata a vivere in Inghilterra, un paese dove lei non poteva tornare. L’avrebbe persa per sempre.

    Lord Ballister aveva promesso a Mariana che avrebbe atteso il suo diciassettesimo compleanno, prima di chiederla in sposa. E se invece, davanti a tante contrarietà, i due innamorati avessero deciso di fuggire insieme? Per prevenire tale possibilità decise di parlare immediatamente al giovane gentiluomo.

    Luca era affacciato a una delle finestre della piccola villa che suo cugino Simon, Lord Ballister, aveva affittato ad Avezza. Si trovava in collina e dalle sue finestre si godeva la vista del paese sullo sfondo delle Dolomiti. Poco lontano poteva vedere i tetti di Villa Giuliani, che un tempo era appartenuta alla famiglia di Angelina. Con un sospiro di rimpianto il Duca di Severin distolse lo sguardo. Non era tornato per ricordare il passato, si disse, ma per affrontare un problema del presente. Se Philip Ashton gli aveva raccontato la verità, suo cugino Simon si era invaghito di Mariana Renato. Doveva allontanarlo da Avezza prima che Raffaele Vianoli lo venisse a sapere. Il tutore della bella Mariana si trovava a Verona, gli aveva assicurato Philip, ma Luca sapeva che si sarebbe precipitato ad Avezza per sfidare Simon a duello, se fosse stato al corrente di quanto stava succedendo.

    Si domandava perché la matrigna della giovinetta non fosse intervenuta subito a mettere fine a quella storia d’amore. Forse non sapeva dell’inimicizia fra lui e Vianoli, oppure non voleva perdere l’occasione d’imparentarsi con un duca. Ci avrebbe pensato lui a mettere bene in chiaro che non doveva sperare in un matrimonio perché, come tutore di Simon, non avrebbe mai dato il consenso alle nozze.

    Chissà dov’era la governante? I suoi bagagli erano ancora nell’atrio, nessuno era venuto a dargli il benvenuto da quando era sceso dalla carrozza. Non vedeva l’ora di togliersi quei vestiti impolverati per il viaggio e di riposarsi un po’ in camera sua. Luca tornò nell’atrio della villa e vide una donna accanto al suo baule. Finalmente la governante aveva deciso di farsi viva.

    «Dormirò nella camera azzurra. Dov’è andato Giovanni? Ditegli di portare su i miei bagagli, voglio lavarmi e cambiarmi» le ordinò in italiano.

    «Vi consiglio di dirglielo da solo, allora» fu la risposta pungente.

    Il tono altero non era certo quello di una governante. E poi, era troppo giovane e troppo bella per esserlo, dedusse Luca dopo averla guardata una seconda volta. L’abito che indossava non si poteva dire all’ultima moda, ma la stoffa sembrava di buona qualità.

    «Chi siete, signora?» le domandò ammirando i suoi grandi occhi e l’ovale perfetto del suo viso.

    «Sto cercando Lord Ballister. È in casa?» gli chiese lei con molta dignità, senza rispondere alla sua domanda.

    «Al momento non c’è. Posso aiutarvi?»

    «Non credo. Devo parlare con Lord Ballister.»

    «Io sono il tutore di Lord Ballister. E voi?»

    «Voi siete il Duca di Severin?» gli domandò la donna, sorpresa. «Non eravate a Venezia?»

    «Potete dirmi il vostro nome, per favore?»

    «Sono la signora Renato.»

    Perché Philip Ashton non aveva accennato al fatto che la matrigna di Mariana fosse così giovane? Doveva avere solo dieci o dodici anni più della figliastra.

    «Credo che prima dovrete parlare con me, signora Renato» le rispose. «Non avete una figliastra di nome Mariana?»

    Cecily intuì che sapeva già tutto e si lasciò sfuggire un’esclamazione in inglese.

    «Siete inglese? Non l’avrei mai detto. Parlate così bene l’italiano che credevo foste di Avezza.»

    «Avrei potuto dire la stessa cosa di voi, Vostra Grazia.»

    «Per me è diverso, mia madre è italiana. Perché non andiamo in biblioteca? Potremo proseguire lì la nostra conversazione.»

    «Non desidero continuarla. Dato che Lord Ballister non c’è, preferisco andarmene.»

    Cecily cercò di raggiungere la porta, ma Luca glielo impedì, afferrandole un braccio.

    «Lasciatemi andare» gli ordinò lei.

    «Solo se mi seguirete in biblioteca.»

    Non le avrebbe mai permesso di andare via, quindi doveva accontentarlo. «D’accordo.»

    Una donna bruna, di bassa statura, arrivò in quel momento nell’atrio. Vide Cecily e le sorrise. «Buongiorno, signora Renato» la salutò. Il suo sorriso svanì quando notò l’espressione del duca.

    «Siete la governante? Fate portare i miei bagagli nella camera azzurra» le ordinò lui, poi fece strada a Cecily verso la biblioteca.

    Era una bella stanza spaziosa, dalle cui finestre si vedevano i campi coltivati nella valle.

    «Sedetevi» la invitò il duca.

    Cecily si accomodò su una delle sedie davanti alla scrivania. Luca, invece di sedersi, si appoggiò allo scrittoio e restò in piedi davanti a lei.

    «Dal modo in cui vi ha salutato la governante deduco che siate già venuta qui altre volte» esordì brusco.

    «Non sono mai stata qui prima di oggi. Flavia è la sorella della mia governante» gli rispose lei, offesa per le sue insinuazioni. Si era seduta sul bordo della sedia e

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