Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il vero volto del libertino
Il vero volto del libertino
Il vero volto del libertino
E-book242 pagine4 ore

Il vero volto del libertino

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Inghilterra, 1815.
La vita tranquilla della parrocchia di Compton sta per essere messa a soqquadro dall'arrivo di un gruppo di nobili londinesi, noti per la loro fama di libertini. La vedova Molly Morgan non vede di buon occhio questa invasione, soprattutto per i danni di immagine che potrebbe arrecare a Prospect House, una tenuta dove donne in difficoltà vengono accolte e aiutate a rifarsi una vita.
A preoccuparla è soprattutto il famigerato Charles Russington, celebre per la sua avvenenza e la tendenza a cambiare molto spesso amante. Costretta, dopo un infortunio, a soggiornare per un periodo sotto il tetto dell'uomo, Molly impara a conoscerlo davvero e a lasciarsi andare.
Ma i pregiudizi che avvelenano entrambi rischiano di soffocare il sentimento che sta nascendo e di ostacolare una felicità a portata di mano.
LinguaItaliano
Data di uscita20 lug 2018
ISBN9788858984901
Il vero volto del libertino
Autore

Sarah Mallory

Sarah Mallory grew up in the West Country, England, telling stories. She moved to Yorkshire with her young family but after nearly 30 years living in a farmhouse on the Pennines, she has now moved to live by the sea in Scotland. Sarah is an award-winning novelist with more than twenty books published by Harlequin Historical . She loves to hear from readers and you can reach her via her website at: www.sarahmallory.com

Correlato a Il vero volto del libertino

Ebook correlati

Narrativa romantica storica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Il vero volto del libertino

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il vero volto del libertino - Sarah Mallory

    successivo.

    1

    «Molly! Molly!»

    Sentendosi chiamare, trattenne il respiro, in equilibrio tra le fronde, e sbirciò il sentiero sottostante. Edwin non avrebbe mai pensato di guardare sull'albero. Suo fratello credeva che le bambine non sapessero arrampicarsi sugli alberi. Maggiore di lei di quattro anni, andava già a scuola ed era convinto che le bambine non fossero capaci di fare niente. Gliel'avrebbe fatta vedere lei. Avrebbe aspettato che passasse sotto l'albero per saltare giù alle sue spalle e fargli prendere un bello spavento.

    «Dove diavolo sei?»

    La voce non era più quella di Edwin, e a un tratto lei non era più una bambina di sei anni che si nascondeva nel folto di un albero. Si trovava in un luogo buio, pesta e sanguinante, in attesa del colpo successivo.

    «Molly. Molly!»

    Era solo un sogno, ed era proprio la voce del fratello ad averla strappata dal sonno. Molly aprì gli occhi e rimase immobile un istante a raccogliere i pensieri. Si trovava nel giardino della canonica, distesa su una coperta all'ombra di un faggio.

    «Eccoti qui finalmente, dormigliona.»

    Lei si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi. «Mi dispiace, Edwin. Ero venuta qui a disegnare e devo essermi addormentata.»

    «Dovresti smettere di alzarti all'alba per andare a lavorare a Prospect House.» Edwin si lasciò cadere accanto a lei, sorridendo. In quel momento era più simile al monello scanzonato con cui era cresciuta che al serio reverendo Edwin Frayne, vicario della parrocchia. «Non c'è bisogno che tu ci vada più di una volta alla settimana. Sai bene che Nancy e Fleur sono del tutto in grado di gestire il posto.»

    «Mi piace aiutare, quando posso, e oggi è giorno di mercato, quando vendono l'eccedenza di prodotti del caseificio e dell'orto. C'è sempre tanto da fare per caricare il carretto, stabilire il prezzo delle uova e del burro e...»

    Il fratello alzò una mano, ridendo. «Basta, basta, non hai bisogno di convincermi. Sei una donna adulta e puoi fare come ti pare.»

    «So che possono farcela anche senza di me» ammise Molly con un sorriso. «In ogni caso, oggi è stata l'ultima di quelle alzate mattutine. Ora che le giornate si stanno accorciando, andrò alla casa il martedì. Prepareremo tutto quello che possiamo in anticipo, così la mattina dopo resterà solo da caricare il carretto.»

    «Se proprio devi.»

    Lei gli sfiorò la mano. «Mi piace farlo, Edwin. Mi fa sentire utile.»

    «Sei già molto utile, mia cara, nel badare a me e alla casa.»

    Molly gli strinse la mano per esprimere la propria gratitudine per averla presa con sé, quando era rimasta vedova così all'improvviso, ma i ricordi le fecero salire un nodo in gola e, non volendo mettere entrambi in imbarazzo con le lacrime, si incollò un sorriso sul volto e gli domandò dove fosse stato.

    «Ho fatto visita ai nuovi vicini a Newlands» rispose lui.

    «Oh.»

    Edwin allargò le mani. «Non posso ignorarli, Molly, devi capirlo. E riconosco di essere stato piacevolmente sorpreso. Sir Gerald è un vero gentiluomo, molto premuroso.»

    Molly si morse il labbro. «Ti chiedo scusa, Edwin, so che non bisogna dare ascolto ai pettegolezzi, ma da ciò che ho sentito, Sir Gerald Kilburn e i suoi amici sono quanto disprezzo di più.»

    Edwin la guardò, divertito. «Non devi dare troppa importanza ai pettegolezzi che ti scrive nostra sorella. Ha ereditato l'avversione di nostro padre per tutto ciò che è frivolo. Sir Gerald e i suoi ospiti sembrano persone ammodo. Mi ha fatto conoscere anche la sorella, che si occupa della casa e ha come dama di compagnia una gentildonna più anziana. La loro presenza e quella di altre donne fa pensare che i proprietari non siano una banda di scapoli incalliti, intenzionati a stravolgere la tranquillità del vicinato.»

    «Non tutti, forse» ammise lei in tono cupo, «ma Louisa ha scritto per mettermi in guardia contro l'amico di più lunga data di Sir Gerald, Charles Russington. Avrai sentito parlare anche tu della sua reputazione. Louisa sostiene che i pettegolezzi sul suo conto non sono un'esagerazione. È l'uomo più affascinante che si possa immaginare, e nessuna gentildonna, in città, è al sicuro.»

    «Se è tanto affascinante, forse è lui che non è al sicuro dalle signore» suggerì il fratello, ridendo.

    «Edwin!»

    «Perdonami, Molly, non volevo essere irriverente, ma penso che ti stia preoccupando per nulla. Sì, ho sentito parlare di Russington, ma oggi non l'ho visto. Se è il libertino che dicono, forse verrà in campagna per riposare!» Edwin divenne serio. «Perdonami, ma penso che tu sia troppo svelta a giudicare. È nostro dovere cristiano concedere a queste persone il beneficio del dubbio, almeno fino a quando non le conosceremo meglio. E presto sapremo cosa pensano i nostri vicini dei nuovi arrivati. Sir Gerald mi ha detto che ha intenzione di partecipare al ballo del venerdì al King's Head. Il suo gruppo comprende cinque donne e sei gentiluomini, quindi pensa a come ravviveranno l'ambiente!»

    Molly stava ancora digerendo la notizia quando Edwin tossì.

    «Pensavo che potremmo andare anche noi, stavolta. Così potrai conoscere Miss Agnes Kilburn. È una giovane tranquilla e beneducata, più o meno della tua età e in una situazione simile alla tua. Sono certo che andrete d'accordo.»

    Molly rimase in silenzio, ma il dubbio doveva essere evidente sul suo viso, perché il fratello aggiunse, in tono più serio: «Mi piacerebbe davvero che la incontrassi, mia cara».

    Lei socchiuse gli occhi con un piccolo sorriso. «Cielo, Edwin, ho l'impressione che tu stia arrossendo. Hai forse un debole per Miss Kilburn?»

    «No, certo che no, ci siamo incontrati solo una volta.» Il rossore alle orecchie non fece che aumentare i sospetti di Molly. «Non vorrei sembrare scortese e ho pensato che avresti preferito che non li invitassi qui.»

    «D'accordo, andremo al ballo. Ammetto che hai risvegliato il mio interesse per Miss Kilburn.»

    «Molly.» Edwin cercò di mostrarsi serio, ma fallì miseramente. «Non voglio che tu la faccia sentire in imbarazzo.»

    «No, certo che no» assicurò lei con un luccichio negli occhi grigi. «Sarò la discrezione in persona!»

    Molly decise che, se doveva andare al ballo, aveva bisogno di un paio di guanti nuovi, visto che i suoi erano decisamente logori. Così, al mattino si recò a far acquisti da Hebden, il negozio per signore più popolare di Compton Parva. Il negozio era gestito da Miss Hebden, che l'aveva ereditato dai genitori e, quando vide Molly, venne subito a servirla.

    «Oh, Mrs. Morgan, buona giornata» la salutò con un sorriso. «In cosa posso servivi, oggi?»

    «Ho bisogno di un paio di guanti bianchi, ma posso aspettare, se avete altri clienti.»

    «No, no, quelle signore stanno scegliendo insieme e le sta servendo Clara. Non c'è bisogno che le stia sempre alle spalle.»

    «Si è inserita bene, allora?»

    «Oh, sì, benissimo. Impara in fretta e non ha paura di chiedere se c'è qualcosa che non sa.» Abbassando la voce, la donna aggiunse: «Ammetto che all'inizio ero un po' riluttante, quando me l'avete proposta, ma è una brava giovane, molto educata, e quel che importa è che piace ai clienti».

    Molly sorrise. «Ne sono felice.»

    «Sì, ed è anche di compagnia» continuò Miss Hebden. «In effetti, mi sto affezionando a lei.» Esitò, prima di aggiungere: «Penso che ciò che fate a Prospect House sia molto bello, Mrs. Morgan, accogliendo quelle povere giovani e offrendo loro una seconda opportunità. Quello che mi ha raccontato Clara sul suo ultimo datore di lavoro, che ha cercato di approfittare di lei per poi licenziarla senza referenze quando l'ha respinto... be', mi fa ribollire il sangue. Ed è anche un gentiluomo, dice. C'è gente davvero malvagia a questo mondo, Mrs. Morgan». Per un attimo, assunse un'espressione insolitamente solenne, prima di tornare a sorridere. «Be', non voglio trattenervi a parlare tutto il giorno, madam. Guanti bianchi avete detto, vero? Vediamo... Sì, ecco qui. Siete fortunata, è l'ultimo paio. C'è stata molta richiesta, questa settimana, e anche di nastri. Tutti vogliono apparire al meglio per il ballo di stasera. È naturale, ho sentito dire che ci sarà il nuovo proprietario di Newlands con i suoi amici, quindi tutti vogliono fare buona impressione.»

    Molly si trattenne dal replicare che lei non voleva fare buona impressione su nessuno. Erano entrati degli altri clienti, così pagò i guanti e se ne andò. Provava un moto di indignazione all'idea che l'arrivo di un gentiluomo alla moda e dei suoi amici suscitasse tanto interesse, in città, e decise di non dedicare un altro pensiero alla questione.

    Speranza vana, perché non aveva percorso ancora un isolato quando si imbatté in Mrs. Birch e Lady Currick, due delle matrone più rispettate di Compton Parva. Dato che entrambe avevano una figlia in età da marito, Molly non fu sorpresa quando le dissero che avrebbero partecipato al ballo di quella sera.

    «Ci sarà tutta Compton Parva» annunciò Mrs. Birch annuendo. «Sono tutti emozionati all'idea di conoscere il nuovo proprietario di Newlands. Voi l'avete già incontrato, Mrs. Morgan? No? Ah, allora abbiamo un vantaggio su di voi.»

    «Già» intervenne Lady Currick, interrompendo l'amica. «Sir William non ha perso tempo a recarsi in visita a Newlands, e ha invitato tutti a unirsi alla mia piccola serata a carte, ieri sera. Quell'uomo! Non mi ha detto una parola fino all'ultimo momento. Gli ho chiesto come avrei potuto sistemare altri undici ospiti, e naturalmente non ha saputo rispondere. In qualche modo, però, sono riuscita a stringere un altro tavolo e la serata è venuta molto bene, non è vero, Mrs. Birch? Peccato che non siate riuscita a unirvi a noi, Mrs. Morgan, così avreste potuto conoscere l'intera comitiva.»

    «Confesso che ero un po' intimorita» ammise Mrs. Birch, «ma in realtà sono tutti così piacevoli e cortesi. Sir Gerald è un giovane molto attraente, cordiale e di buon carattere, nonostante i capelli color carota! E dovreste vedere gli abiti delle signore, Mrs. Morgan. L'ultimo grido di Londra.»

    Molly ascoltò in un silenzio divertito mentre le due signore decantavano il taglio e la qualità dei vestiti e ridacchiavano come scolarette parlando del fascino dei gentiluomini. Riservarono una menzione speciale per Beau Russington.

    «Oh, è davvero affascinante!» Lady Currick sospirò. «Si può ben capire perché le donne si gettino ai suoi piedi. È così alto e ha una tale aria da uomo di mondo!»

    «E che occhi!» le fece eco Mrs. Birch. «Così scuri e intensi, e quel modo che ha di fissare una persona come se fosse l'unica nella stanza. Credo che se non fossi felicemente sposata, potrei soccombere anch'io al suo fascino!»

    «Credo che abbiate ragione, mia cara, ho sempre avuto un debole per gli scapestrati.» Lady Currick fece un'altra risatina prima di tornare seria. «Tuttavia, con così tanti giovani interessanti, tutti con la fama di essere un po' scatenati, dobbiamo assicurarci che le nostre figlie siano adeguatamente sorvegliate. Non più di due balli, se uno di questi signori dovesse invitarle.»

    Molly le fissò, sorpresa. «Avete appena dichiarato che i signori sono scapestrati, eppure permetterete alle vostre figlie di danzare con loro?»

    «Ma certo, mia cara, per loro sarebbe un onore ballare con un gentiluomo alla moda. E non mi preoccupa che le loro attenzioni possano andare oltre le danze, perché penso che Mrs. Birch converrà con me se dico che le nostre figlie non possono competere con le bellezze che stanno a Newlands. Comunque vedrete voi stessa, Mrs. Morgan, se verrete al ballo, questa sera.»

    Lasciate le due matrone, Molly riprese la propria strada, chiedendosi se fosse troppo tardi per trovare una scusa ed evitare il ballo. Prima o poi, però, sarebbe stata obbligata a incontrare la comitiva di Newlands, rifletté, quindi era meglio togliersi subito il pensiero.

    Quella sera, quando Molly ed Edwin arrivarono al King's Head, il gruppo di Newlands stava per entrare, ed Edwin avrebbe voluto sollecitare la sorella a incontrarli, ma lei si bloccò.

    «Non c'è fretta, Edwin, e prima mi piacerebbe togliere il mantello e rimettermi in ordine. Probabilmente ci metterò un po' di tempo. Vengo così di rado a queste feste che vedo già molti dei nostri conoscenti che aspettano di parlarmi.»

    «D'accordo, vai dai tuoi amici, mia cara, ti aspetterò nella sala da ballo.»

    Molly lo lasciò andare e si recò nel guardaroba, cercando di non perdere tempo. La presenza in città di una comitiva di gentiluomini e di signore alla moda aveva suscitato parecchia agitazione e, se le giovani donne di Compton Parva avevano la protezione dei genitori, le sue ragazze, come Molly chiamava le occupanti di Prospect House, erano molto vulnerabili.

    Aveva fondato Prospect House cinque anni prima, come rifugio per giovani donne che avevano perso la reputazione ed erano rimaste senza casa. Alcune erano di umili origini, altre provenivano da famiglie benestanti che le avevano gettate sulla strada senza alcun mezzo per mantenersi. Molly forniva loro cibo e riparo e, in cambio, le sue ragazze davano una mano nella casa e nella fattoria collegata. Molly cercava di trovare loro un lavoro con il quale potessero mantenersi, ma sapeva che ci sarebbero sempre state altre giovani sfortunate a prendere il loro posto.

    Aveva lavorato duramente per vincere i dubbi e i pregiudizi dei cittadini, ma sapeva che una casa di quel genere poteva attirare l'attenzione dei libertini, che l'avrebbero vista come potenziale terreno di caccia. Se una delle ragazze fosse stata abbastanza ingenua da lasciarsi incantare dalle lusinghe di un uomo di bell'aspetto, la cosa avrebbe potuto avere conseguenze catastrofiche non solo per la giovane donna, ma anche per il rifugio. Il successo di Prospect House si basava sulla buona disposizione dei cittadini.

    Molly non era quindi portata a vedere con favore i nuovi arrivati e, quando entrò nella sala da ballo e vide il fratello chiacchierare con un gruppo di sconosciuti alla moda, non gli si avvicinò, ma rimase a osservarli a distanza.

    Identificò ben presto Sir Gerald, un giovane robusto con un viso allegro e cordiale, e una massa di capelli rossi. Quella accanto a lui doveva essere la sorella. La somiglianza era molto marcata, anche se i capelli di Agnes erano più dorati che rossi, e la sua espressione più seria. Molly passò in rassegna il resto della comitiva. Senza dubbio le signore del posto avrebbero preso nota di ogni dettaglio degli abiti, dalle maniche insolitamente corte della blusa di una signora all'alto pizzo delle Fiandre sul bordo dell'abito di Miss Kilburn. La moda dei gentiluomini, invece, sembrava essere quasi uniforme: giacche scure, pantaloni leggermente più chiari e gilet dai colori pastello.

    C'era una figura, tuttavia, che si distingueva dal resto dei gentiluomini, non solo per l'altezza, ma anche per lo sfarzo nel vestire. I capelli scurissimi erano impomatati e spazzolati in avanti per incorniciare il volto con artistici riccioli. Il viso era florido, con folte sopracciglia e ciglia scure in modo sospetto. Anche le labbra sembravano esageratamente rosse, perfino da quella distanza. Le punte del colletto arrivavano a coprire le guance, e le pieghe del fazzoletto si increspavano intorno al collo. La giacca nera era così ampia di schiena e così stretta in vita da far pensare che le spalle fossero imbottite. Il gentiluomo agitava le mani, mentre parlava, e le signore intorno a lui pendevano dalle sue labbra. Molly fece una piccola smorfia disgustata. «Dunque quello è Beau Russington.»

    «Perdonate?»

    La voce sorpresa alle sue spalle la fece voltare, e lei si trovò di fronte un gentiluomo alto, con una semplice giacca blu, che la stava osservando. Non lo conosceva, ma ricordò di averlo visto parlare con Mr. Fetherpen, il libraio, quando era entrata.

    «Oh, cielo, non mi ero resa conto di aver parlato ad alta voce» mormorò con un sorriso di scuse. «Quel gentiluomo laggiù, che tiene banco davanti allo specchio. Mi è stato descritto come un...» Molly si trattenne dal dire: un famigerato libertino. Sarebbe stato scortese e, per quanto ne sapeva, l'uomo al suo fianco poteva essere uno dei suoi amici. «Come un arbitro della moda» concluse. Vedendo l'espressione divertita dello sconosciuto, aggiunse: «Non è questo che denota il termine Beau?».

    «Certamente, madam.» L'uomo guardò verso l'altro lato della stanza. «Vi riferite al gusto squisito del panciotto sgargiante, presumo?»

    «Sì.»

    «Che vanesio» commentò lui con una nota di disprezzo. «Un pagliaccio dipinto.»

    Molly fu felice di scoprire che condivideva la sua opinione.

    «Non è Beau Russington, madam. È Sir Joseph Aikers.»

    «Davvero?» Molly guardò sorpresa lo sconosciuto, il quale fece un piccolo inchino.

    «Io sono Russington.»

    «Voi!» Il primo impulso di Molly fu di profondersi in scuse, ma si trattenne e fece invece una piccola risata. «Vi credevo un venditore di libri.» Vedendolo inarcare le sopracciglia, gli spiegò gentilmente: «Vi ho visto parlare con Mr. Fetherpen, sapete? E le nostre serate sono aperte a chiunque, purché abbia un abbigliamento decoroso».

    Molly si chiese se si fosse spinta troppo in là, ma, quando lo vide curvare un angolo delle labbra, si sentì incoraggiata a guardarlo. C'era un pericoloso bagliore negli occhi castano scuro, ma non era niente in confronto al pericolo che percepì mentre lo osservava per la prima volta con attenzione. Era certamente alto, ma ben proporzionato, con spalle larghe e una struttura possente. I capelli neri, un po' troppo lunghi, per la moda, si arricciavano sulla fronte e sul collo. Quando non sorrideva, il volto sottile era severo, ma con quel sorriso che aleggiava agli angoli della bocca e brillava negli occhi scuri, era davvero attraente. Molly venne percorsa da un brivido che la lasciò senza fiato.

    Si affrettò a distogliere lo sguardo. Lady Currick non aveva di certo esagerato decantando il fascino del famigerato libertino, pensò, allarmata. Se aveva sortito un effetto simile su di lei, quale impressione avrebbe fatto sulle sue ragazze?

    «Un venditore di libri?» lo udì mormorare. «Immagino di dovermi ritenere fortunato che non stessi parlando con il macellaio.»

    Molly sentì un'altra risata gorgogliare nel petto, ma la trattenne e si allontanò mormorando una scusa.

    Oh, cielo, poteva essere più sfortunata? Molly attraversò in fretta la stanza,

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1