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Lo strano caso di Lord Deverell: Harmony History
Lo strano caso di Lord Deverell: Harmony History
Lo strano caso di Lord Deverell: Harmony History
E-book225 pagine5 ore

Lo strano caso di Lord Deverell: Harmony History

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Info su questo ebook

Inghilterra, 1815
Durante un viaggio intrapreso per comunicare importanti informazioni a un enigmatico visconte, Annis Milbank si trova suo malgrado di fronte a un mistero. Sulla strada per Greythorpe Manor si imbatte infatti in un uomo privo di sensi, con una ferita d'arma da fuoco a una spalla. Acuta osservatrice, nonché inguaribile curiosa, la fanciulla decide di condurlo con sé sino al maniero, dove scopre che lo sconosciuto altri non è se non il gentiluomo che doveva incontrare. Ma chi ha cercato di ucciderlo? E perché Lord Deverel, dapprima restio a ospitarla anche solo per una notte, insiste tanto affinché lei resti al castello il più a lungo possibile?
LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2019
ISBN9788830506404
Lo strano caso di Lord Deverell: Harmony History
Autore

Anne Ashley

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Lo strano caso di Lord Deverell - Anne Ashley

    Immagine di copertina:

    Bruno Faganello

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Lady of Rare Quality

    Harlequin Mills & Boon Historical Romance

    © 2006 Anne Ashley

    Traduzione di Silvia Zucca

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-640-4

    1

    Passò forse più di un minuto prima che Miss Annis Milbank riuscisse a riprendersi dalla sorpresa. «Ma, mia cara madrina, cosa vi fa pensare che io sia la persona più adatta a questo compito? Non so mai cosa dire in certe occasioni... E non potrei calarmi nel ruolo del mediatore, specie in una faccenda delicata come questa.»

    Lady Pelham si limitò a sorriderle con aria serena, mentre studiava la bella fisionomia della giovane, incorniciata da una cascata di lucenti riccioli castani.

    Bellissima e candida come sempre, la sua figlioccia non aveva che detto la verità. Eppure, visto che la sua maniera di affrontare le situazioni era alcune volte ben poco ortodossa – tanto che alcuni l’accusavano di essere un po’ troppo sicura di sé per la sua giovane età – e, nello stesso tempo, serafica come quella di sua madre, per non dire gentile e comprensiva, era la persona più indicata per quel ruolo. Per non parlare del fatto che era determinata e pratica, qualità ammirevoli che aveva preso invece da suo padre, nonché molto affascinante e sensuale.

    «Ti sbagli, mia cara» la contraddisse con gentilezza. «Non hai mai timore di dire ciò che pensi, il che, in questo particolare frangente, può essere un gran vantaggio.»

    Annis tradì il proprio scetticismo inarcando uno dei suoi fini sopraccigli. «Madrina, se l’attuale Lord Greythorpe ha un carattere simile al suo predecessore, è molto più probabile che non abbia neppure voglia di starmi a sentire, qualunque cosa abbia da dirgli.»

    «La verità, mia cara bambina, è che non ho la minima idea di che carattere abbia l’attuale proprietario di quel titolo» confessò Lady Pelham mentre si alzava in piedi e raggiungeva la finestra. «Ho avuto modo di ascoltare varie opinioni. Mi è stato riferito che assomiglia molto a suo padre e che sa rendersi freddo e distante. Altri, invece, nutrono un’opposta opinione di lui. Quanto a me, mi riservo di tenere la mente aperta.» Assumendo un’espressione grave, si voltò per fissare in viso la figlioccia. «Ti prego di non pensare che ti chieda questo favore tanto alla leggera» le rivelò. «Difatti, mi sarei rivolta a un membro della mia stessa famiglia o a qualche amico di Bath e non ti avrei mai scritto quella lettera tanto melodrammatica per chiederti di correre a farmi visita, se non l’avessi ritenuto necessario. Probabilmente ti ho anche fatta preoccupare.»

    Visto che Annis non era sprovvista neppure di senso dell’umorismo, sorrise comprensiva. In effetti, quando aveva ricevuto la comunicazione di Lady Pelham si era precipitata da lei a Bath. Il viaggio dal Leicestershire non era stato affatto lungo, ma lei aveva comunque avuto il tempo di immaginarsi il peggio.

    Non appena arrivata, si era aspettata di trovare Lady Pelham gravemente ammalata o di scoprire che Helen, la nipote della madrina, aveva subito un qualche incidente.

    L’idea che potesse essere stata chiamata con tanta urgenza solo per agire da mediatore – un ruolo del quale non aveva la benché minima esperienza – non le aveva neppure sfiorato la mente. Ma poteva solo desumere che la situazione fosse più intricata e grave di quello che sembrava.

    «Milady, forse non ho ben compreso» si trovò ad ammettere. «Dite di aver ricevuto una comunicazione inaspettata dal fratellastro di Helen, che vi invita a trascorrere qualche settimana nella sua residenza di campagna nell’Hampshire, e che Helen non ne è affatto entusiasta.» Per Annis fu impossibile trattenere un sorriso. «Be’, per una volta, riesco a capirla. La sua famiglia sembrava essersi praticamente dimenticata di lei fino a questo momento.»

    «Oh, no, Helen non prova alcun rancore verso i Greythorpe» le assicurò Lady Pelham mentre riprendeva posto davanti ad Annis e le riservava un’occhiata penetrante. «Sentimento che temo tu invece nutra verso i parenti di tua madre, mia cara.» L’espressione di Annis s’indurì. «Non fraintendermi» continuò Lady Pelham. «Ho sempre ammirato tua madre che, al contrario di me e mia sorella, ha avuto la forza di carattere di andare contro la sua famiglia e sposare l’uomo che voleva. La mia vita e quella di Charlotte sarebbero state molto diverse, se avessimo avuto un simile coraggio!»

    Annis sapeva che le unioni di Lady Pelham e della sua defunta sorella erano state brevi e di scarso successo, quindi rimase in silenzio.

    «Non ho mai avuto alcun dubbio sul fatto che il sesto Visconte di Greythorpe avrebbe scelto di occuparsi di Helen» continuò Lady Pelham. «Il comportamento di mia sorella può non essere stato molto saggio, anche se comprensibile, date le circostanze... Era sposata a un uomo cinico e dispotico, di molti anni più anziano di lei... Non mi stupì affatto quando mi giunse voce della sua... simpatia verso quel giovane pittore incaricato di farle il ritratto. Charlotte ammise subito di averlo frequentato assiduamente nelle poche settimane in cui lui soggiornò a Greythorpe Manor, ma mi giurò che la loro era soltanto una profonda amicizia. Fu una sfortuna che Helen fosse concepita proprio in quel periodo» raccontò Lady Pelham con un sospiro. «E fu ancora più sfortunata a nascere con i capelli rossi... cosa non rara nella nostra famiglia, visto che li avevo anch’io... Ma sia mia sorella sia suo marito avevano i capelli scuri, mentre il pittore aveva una folta capigliatura rosso Tiziano.»

    «Davvero una sventura» aggiunse Annis, pensierosa. «Ma se, come dite, Helen non prova alcuna amarezza nei confronti della precedente famiglia di suo padre, perché è tanto restia nell’accettare l’invito?»

    «Oh, ma non è del tutto contro l’idea» la corresse Lady Pelham. «È solo che aveva già accettato l’invito di un’amica del Devonshire per la fine di febbraio, che è lo stesso periodo scelto da Lord Greythorpe per la sua visita nell’Hampshire. Ho provato a scrivergli, suggerendo che un soggiorno più breve sarebbe stato più appropriato come riavvicinamento a Greythorpe Manor.»

    «Helen è contraria a restare a lungo?» chiese Annis, notando l’improvviso silenzio della madrina.

    «Oh, no. Credo che, se le circostanze fossero diverse, sarebbe molto felice di andare a trovare il suo fratellastro» rivelò la donna con espressione mesta. «Ma per come stanno le cose, Helen non accetta di allontanarsi da Bath per molto tempo.»

    Annis comprese di essere arrivata al nocciolo del problema e ne chiese spiegazione.

    «Perché poco prima che ricevessimo l’invito di Lord Greythorpe, sfortunatamente, la strada di Helen è stata attraversata da un aitante giovanotto, un tale Mr. Draycot, un poco di buono, e da allora non fa un passo senza di lui.»

    «Un cacciatore di dote?»

    «Senza dubbio!» esclamò Lady Pelham. «Mi sorprende che Helen non l’abbia ancora compreso. Comunque, come tu ben sai, non è incline a fare pazzie ed è molto matura per la sua età. Sono dell’opinione che, dandole tempo, s’accorgerà che la sua è un’assurda infatuazione e farà prevalere il buonsenso... Ma non bisogna obbligarla.» Ancora, Lady Pelham si alzò dalla sua poltrona, ma stavolta per misurare la stanza a passi nervosi. «Il mio timore più grande è che, se la forziamo a lasciare Bath adesso che è infatuata di quell’individuo, lui potrebbe persuaderla a scappare. Se così fosse, nessuno, a parte il tutore di Helen, potrebbe impedire a quel mascalzone di mettere le mani sulla sua eredità.» Spostò nervosamente una delle statuine che erano sulla mensola del camino. «Vedi, mia sorella Charlotte era ferma nella convinzione che sua figlia, come la tua povera mamma, dovesse sposarsi per amore. Così Helen verrebbe in automatico in possesso della sua eredità, e in maniera incondizionata.»

    Annis comprendeva bene il dilemma della madrina, ma pensava che il problema potesse essere facilmente risolto. «Avete scritto a Lord Greythorpe e gli avete suggerito una visita più breve, facendo contenta Helen.»

    «Esatto, cara, ma Sua Signoria non è di quest’opinione.» Lady Pelham raggiunse lo scrittoio e ne trasse una lettera che porse alla ragazza.

    Dopo averla letta, Annis alzò lo sguardo sulla madrina, aggrottando la fronte e strizzando un poco i begli occhi grigioverdi. «Che uomo arrogante!» Ripiegò la lettera con irritazione. «Chi si crede di essere per insistere così tanto che la sua sorellastra gli faccia visita come e quando esige lui? Sua nonna materna...» Si fermò per aprire di nuovo la lettera. «Lady Kilbane non ha alcuna parentela con Helen, dopotutto, perciò non è necessario che presenzi alle celebrazioni per il suo compleanno. Se fossi in voi, all’arrivo della carrozza la rimanderei indietro comunicandogli quando e come intendete fargli visita insieme a vostra nipote.»

    «Credimi, mia cara, niente mi farebbe più piacere!» esclamò Lady Pelham. «Credo proprio che Lord Greythorpe non sia molto dissimile da suo padre, imperioso, per nulla incline al compromesso e con una scarsissima considerazione per i sentimenti altrui. Ma per nostra sfortuna, ha tutto il diritto di insistere affinché Helen gli obbedisca.» Le sorrise mentre sul volto di Annis si dipingeva un’espressione costernata. «Il vecchio Lord Greythorpe, per ragioni che non conosco, non si prese mai il disturbo di divorziare da mia sorella dopo la loro separazione. Così, quando morì, il figlio maggiore, avuto dal precedente matrimonio, non solo ereditò il titolo e tutti i possedimenti, ma divenne anche il tutore legale di quella sorella che non aveva mai riconosciuto.»

    Erroneamente, la fanciulla aveva sempre dato per scontato che, dopo la morte della sorella Charlotte, Lady Pelham fosse diventata la tutrice di Helen a tutti gli effetti. Il suo sconcerto era evidente. «Non lo sapevo» ammise. «Ci sarebbe da domandarsi che cosa avesse in testa il vecchio Lord Greythorpe. Perché non ha trasferito a voi la tutela dopo la morte di sua moglie, visto che era chiaro che non voleva avere niente a che fare con Helen?»

    Lady Pelham sorrise mesta. «Di qualsiasi cosa si trattasse, non credo avesse a cuore l’interesse della figlia. No, è molto più probabile che si fosse completamente dimenticato di lei.»

    Annis annuì. «Perché pensate che l’attuale Lord Greythorpe sia all’improvviso così interessato alla sorellastra?»

    Lady Pelham, che proprio non sapeva spiegarselo, scosse il capo. «So solo che ha viaggiato molto e che era all’estero quando suo padre è morto. Il che potrebbe spiegare perché ha aspettato quasi un anno prima di contattarci. La sua dimora avita copre molti acri della campagna dell’Hampshire e c’è anche una tenuta più piccola nel Derbyshire, oltre a una residenza londinese all’ultima moda. Forse è stato molto occupato, dal suo ritorno.»

    Ad Annis parve una spiegazione plausibile. «Credete che ora che suo padre è morto, lui sia pronto a riconoscere Helen come membro della famiglia?»

    «Se questa fosse la sua intenzione, non sarebbe che un bene per la cara Helen. Devo dire che non ha mai sofferto molto per il disinteresse di suo padre, ma ci sono state delle occasioni spiacevoli in cui qualche maligno ha messo in giro pettegolezzi sulla sua nascita che le sono arrivati all’orecchio.»

    «Dobbiamo sperare che il suo fratellastro metta a tacere qualsiasi speculazione futura e che anche sua moglie sia disposta a guardare con occhio benevolo vostra nipote.»

    «Oh, ma Lord Greythorpe non è sposato, mia cara!» esclamò Lady Pelham con un sorriso enigmatico. «Non so se esserne sorpresa o meno. L’ho incontrato una volta, quando è venuto a farmi una visita inaspettata per offrirmi le sue condoglianze appena dopo la morte di Charlotte. Non sono sicura che suo padre sapesse o approvasse, ma devo ammettere che il suo cordoglio era sincero. Sono passati dieci anni e la memoria potrebbe tradirmi, ma credo di ricordare che fosse un uomo molto serio, anche se dotato di un certo fascino. E, se non sbaglio, qualcuno mi ha detto che ora vive con sua sorella che, se ricordo bene, ha all’incirca la sua stessa età e anche lei non si è mai sposata.» Lady Pelham tornò a sedersi e, per qualche istante, fissò il tappeto con aria meditabonda. «Helen non sa niente dell’ultima lettera di Lord Greythorpe. E non è al corrente dell’autorità che Greythorpe può rivendicare su di lei.»

    «Ma, cara Lady Pelham, dovevate dirle che lui è il suo tutore legale!»

    La donna scosse la testa. «La verità è che l’ho saputo anch’io quando il vecchio Greythorpe è morto, ma non ho dato peso alla faccenda e me ne sono dimenticata. Suo padre non ha mai cercato d’interferire nella sua educazione o di mettersi in contatto con lei. Non mi è mai venuto in mente che il suo fratellastro potesse comportarsi in modo diverso.» Sospirò. «Credimi, non l’ho nascosto di proposito a Helen. E comunque, non posso fare a meno di pensare che sarebbe un errore rivelarglielo ora, invaghita com’è di quel poco di buono.»

    Annis non aveva difficoltà nel comprendere il punto di vista della madrina e le sue preoccupazioni. «Temete che Helen possa pensare che una visita prolungata a Greythorpe Manor sia una mossa premeditata per separarla dal suo ammiratore?»

    Lady Pelham sollevò le labbra in un sorriso mesto. «Non è solo questo, cara. Credo sinceramente che sarebbe un grave errore cancellare la nostra visita nel Devonshire, perché ho scoperto di recente che Mr. Draycot, per ragioni che solo lui conosce, non desidera affatto che Helen ci vada. E sono certa che il motivo non è soltanto quello di non voler essere separato da lei.»

    «Interessante...» Annis era intrigata. «Forse teme che possiate scoprire qualcosa su di lui, recandovi là?»

    «È proprio ciò che penso» ammise Lady Pelham. «E, per essere del tutto sincera, è ciò che spero. Una volta, parlando, si è lasciato sfuggire che è stato lì, anche se non so se a Okehampton, dove risiedono i parenti di Helen. Credo che abbia provato più volte a convincere Helen a cancellare il suo viaggio, dichiarando di non poter vivere un giorno separato da lei, ma lei è rimasta dell’idea di andare.» Si voltò un istante verso la porta, raggiunta dal suono attutito di voci in corridoio. «A meno che non mi sbagli... Helen deve aver incontrato, ancora una volta per caso, Mr. Draycot, durante la sua passeggiata nel parco e, a meno che il mio udito non m’inganni, deve averlo invitato per il tè. Potrai giudicare tu stessa che razza di uomo è. Ma sta’ attenta, mia cara» l’avvertì abbassando il tono di voce. «Helen non si aspetta di trovarti qui e dovrai dirle che la tua è una visita improvvisa... Dille che stavi andando a trovare degli amici e che hai pensato di passare a farci visita per un giorno o due. Per niente al mondo deve scoprire che ti ho mandata a chiamare.»

    Dopo aver conosciuto Mr. Draycot, Annis non indugiò a lungo a Bath. Dopo due giorni, stava attraversando di nuovo la campagna su una carrozza di posta diretta nell’Hampshire, una regione che non aveva mai visitato prima.

    Un viaggio del genere di solito avrebbe catturato la sua attenzione, anche in quel periodo dell’anno, quando la campagna non era all’apice della sua bellezza, se non fosse stato per la fretta che aveva di raggiungere la propria destinazione.

    Per sua sfortuna, da quando era partita il tempo si era messo al peggio. Nel giro di ventiquattr’ore la temperatura era precipitata, le strade erano battute da un vento tagliente e il cielo si era oscurato in modo minaccioso per poi sfogarsi sugli sventurati viandanti con una tormenta di neve insistente.

    «Avrei dovuto prendere due stanze alla taverna di posta, invece che cercare di raggiungere Greythorpe Manor oggi stesso» borbottò Annis con rammarico all’indirizzo della sua compagna di viaggio. «Sia tu sia i vetturini avevate predetto che sarebbe nevicato.»

    «Voi non siete tipo da ignorare i saggi consigli» le rispose la leale Eliza Disher. «A meno che non abbiate delle buone ragioni. So bene che non vi sentite a vostro agio ad assolvere il compito che Lady Pelham vi ha affidato. Perciò, prima sarà finito, meglio sarà, bambina mia.»

    «Sempre sperando che Sua Signoria accetti di ricevermi» ribatté Annis, cercando di sorridere di fronte a quell’opportunità nient’affatto remota. «È vero che ho una lettera da parte della mia madrina, ma non so se sarà sufficiente a garantirmi un colloquio con il visconte. E poi, la questione di cui devo discutere con lui è di natura molto personale e potrei essere messa alla porta prima ancora di aver avuto il tempo di spiegarmi.»

    «Prendetela così, Miss Annis: farete del vostro meglio» disse la dama incoraggiante, sorridendo alla fanciulla che aveva aiutato a venire al mondo circa ventiquattro anni prima. «Vi conosco meglio di chiunque altro e so che non sareste qui se non sapeste che Lady Pelham ha ragione.»

    Annis riconobbe che era la verità. Lady Pelham era uno dei pochi membri della

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