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Caravaggio. Ai confini del buio
Caravaggio. Ai confini del buio
Caravaggio. Ai confini del buio
E-book105 pagine1 ora

Caravaggio. Ai confini del buio

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Info su questo ebook

Caravaggio, pseudonimo di Michelangelo Merisi, è uno dei più celebri pittori di tutti i tempi. Spirito indomito, carattere permaloso, violento e litigioso, donnaiolo e refrattario all’autorità: la sua vita fu un affascinante alternarsi di episodi di genialità e violenza.
L’arte di Caravaggio è un inno visionario ai contrasti di luci e ombre che caratterizzarono la sua esistenza: dallo sfondo scuro, come un nulla cosmico, emergono i soggetti che solo i raggi di luce radente, sapientemente direzionati, riescono a mostrare la loro natura carnale.
Nel romanzo il racconto della vita avventurosa di Michelangelo si intreccia con la testimonianza di una donna che l’ha sempre amato e protetto, la Marchesa Costanza Colonna.
Mentre lui rivive momenti esaltanti, ma più spesso drammatici, della propria travagliata esistenza e del faticoso affermarsi come artista di prima grandezza, lei affida a un diario i propri ricordi. Sull’onda di un sentimento ambiguo, tessuto di sollecitudine materna e passione proibita, la Marchesa racconta l’uomo e l’artista così come li ha conosciuti e compresi, in un mix affascinante di genio e fragilità.
Ne emerge il ritratto di un artista dimenticato per quasi tre secoli dopo la morte, e poi riscoperto e osannato come anticipatore della pittura moderna. Insieme, il ritratto di una donna che non ha paura di manifestare i suoi sentimenti e le sue delusioni, combattiva nonostante il tempo avverso in cui vive, pronta a sfidare ogni convenzione.
LinguaItaliano
Data di uscita30 set 2021
ISBN9788832929454
Caravaggio. Ai confini del buio

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    Anteprima del libro

    Caravaggio. Ai confini del buio - Maria Teresa Landi

    Maria Teresa Landi e Luciana Tola

    decoration

    Caravaggio. Ai confini del buio

    1076 - Battitore libero

    immagine 1

    Giovane Holden Edizioni

    www.giovaneholden.it

    Titolo originale: Caravaggio. Ai confini del buio

    © 2021 Giovane Holden Edizioni Sas - Viareggio (Lu)

    I edizione cartacea settembre 2021

    ISBN edizione cartacea: 978-88-3292-944-7

    I edizione e-book settembre 2021

    ISBN edizione e-book: 978-88-3292-945-4

    ISBN: 9788832929454

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    1575-1592 Periodo lombardo: dalla nascita all’apprendistato

    1593-1606 Periodo romano: dalla strada alla gloria

    1607-1610 Gli ultimi anni: dalla fuga alla morte

    Nota delle Autrici

    Ringraziamenti

    Gallery

    Bibliografia

    Noi siamo quello che ricordiamo

    il racconto è ricordo

    e ricordo è vivere.

    Mario Luzi, Conoscenza per ardore / Cunoa ş tere prin ardore, Antologia poetica italo-romena , a cura di Geo Vasile. Editura Feed Back, Iaşi (Romania), 2010.

    Fecer crudel congiura,

    Michele, a’ danni tuoi Morte e Natura:

    questa restar temea

    da la tua mano in ogni imagin vinta,

    ch’era da te creata e non dipinta;

    quella di sdegno ardea

    perché con larga usura,

    quante la falce sua genti struggea,

    tante il pennello tuo ne rifacea.

    Giovan Battista Marino, Michelagnolo da Caravaggio, Galeria , a cura di M. Pieri. Liviana Editrice, Padova, 1979.

    Il ricordo è narrazione, è storia individuale, familiare e collettiva, è rivivere il passato, col rischio di sentirsi schiacciati dagli errori commessi, da tutto il carico di dolore che la vita di ognuno inevitabilmente comporta.

    Esiste però anche la possibilità di trovare conforto nel ricordare gli aspetti più gratificanti e significativi, quelli che alla vita danno senso e sapore. Cancellare il ricordo è come sprecare un pezzo della nostra vita.

    È ciò che ha spinto la cara Isabella d’Este a scrivere negli ultimi anni della vita le sue memorie, in una solitudine frantumata soltanto dai cento orologi che sgranavano battiti diversi in diversi timbri? [1] Forse. Ma che cos’è il passato? Finché viviamo, esiste un solo tempo, il presente, e chi è vissuto insieme a noi, senza differenze di ceto e d’istruzione, torna a farci compagnia.

    Se ripenso alla mia di vita, scopro di aver ricevuto in sorte un privilegio raro: condividere parte del cammino con una mente geniale, un grande artista oggi molto discusso, destinato però a mio avviso a essere annoverato fra i grandi della pittura.

    Per questo io, Costanza Colonna Marchesa di Caravaggio, ho deciso di mettere nero su bianco i miei ricordi, raccontare cioè la vita di Michelangelo Merisi da Caravaggio, così come l’ho conosciuta e condivisa, senza rimpianti o rimorsi inutili, senza spostare lo sguardo sempre e solo indietro a mordere il tempo che scorre.

    [1] Maria Bellonci, Rinascimento privato. Mondadori, Milano 1998.

    1575-1592

    Periodo lombardo: dalla nascita all’apprendistato

    Caravaggio, 1575

    Michelangelo è nato nel 1571 a Milano.

    Non ho potuto assistere al suo battesimo perché mi trovavo a Caravaggio, sposa e madre novella. I miei ricordi su di lui risalgono pertanto al 1575, quando scoppiò la peste nel Milanese e i suoi genitori furono costretti a fuggire dalla città.

    In quegli anni paura, incertezza, sospetti, consapevolezza che, se ti colpisce il morbo, non hai scampo e che, ricco oppure povero, la morte nera ti porta via.

    Mi faceva effetto vedere uomini e donne comportarsi come se tutto fosse normale. Facevano affari, andavano, venivano… convinti che a loro non sarebbe successo niente. Impossibile, la parola che serpeggiava ovunque.

    Carovane intere di mercanti passavano da noi, forti delle bullette: grazie a queste le guardie prendevano nota dello stato di buona salute dei viandanti, del percorso seguito, della provenienza delle mercanzie. Spettava a loro controllarne la validità, ma qualche gendarme lasciava passare perché corrotto oppure, ahimè, incapace di leggere. A questo si aggiunse la marea di pellegrini che, in occasione del giubileo dell’Anno Santo concesso dal Papa alla città di Milano, si recavano a visitare il Duomo e le chiese di San Lorenzo, San Simpliciano e Sant’Ambrogio, riempiendo le strade con frequenti processioni.

    Io temevo per tutti quelli che vivevano sotto di me, ma soprattutto per i miei figli e per il marchese mio marito, al quale ero ormai affezionata.

    Dal nostro matrimonio nel ’69 erano passati ben otto anni, otto anni che mi avevano addomesticata, facendomi accettare il ruolo di brava moglie. Che cosa avevo ottenuto in cambio? Uno sposo un po’ villano, incurante delle buone maniere, abituato com’era tra contadini, ma senz’altro fedele, giusto con i figli e attento ai suoi interessi con l’accortezza di un possidente. Tutto sommato, potevo essere soddisfatta… eppure nell’animo le emozioni ribollivano e non riuscivo a trovare pace.

    La peste intanto dilagava.

    Chi come noi aveva il dovere di proteggere i propri sudditi cercò di tenerla lontana imponendo divieti su divieti, ma con scarsi risultati.

    Non erano rari nemmeno episodi di violenza, come quando alcuni sedicenti pellegrini si fermarono nella locanda del paese, razziando nelle case vicine le poche galline rimaste e perfino un maiale. Si dileguarono poi durante la notte, lasciandosi dietro due contadini feriti nel vano tentativo di cacciarli dal loro pollaio.

    Il marchese mio marito allora fece circondare il paese dalle guardie per impedire agli stranieri di entrare, ma nonostante le precauzioni le scorrerie continuarono e ben presto si infettò anche il contado.

    A Milano la diffusione del morbo era ormai fuori controllo, al punto che tanti dei nostri si affrettarono a tornare per rifugiarsi all’interno del marchesato.

    Tra questi Fermo Merisi con la sua famiglia.

    Milano, 1577

    Stamani in casa Merisi si respira aria di cambiamento e Michelangelo si sente di troppo. Non può avvicinarsi ai fornelli per vedere quel che bolle in pentola, non può chiedere nulla a mamma Lucia e Margherita, tutte indaffarate.

    Spostati, dai noia! brontola con malagrazia la sorella.

    Ha ragione, vai a giocare in cortile! aggiunge perentoria la mamma.

    Le

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