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Fusione Fredda: I Tornado D’Acciaio
Fusione Fredda: I Tornado D’Acciaio
Fusione Fredda: I Tornado D’Acciaio
E-book136 pagine1 ora

Fusione Fredda: I Tornado D’Acciaio

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Info su questo ebook

Si spoglia per altri uomini e balla nuda sotto i riflettori. Non appartiene a nessuno.

La chiamano la regina di ghiaccio, ma c'è un fuoco nei suoi occhi.

Un assaggio non basterà. Ho bisogno che sia mia. La mia ossessione potrebbe distruggermi.

Se m'innamoro di questa bellezza haitiana, la mia prima missione potrebbe essere l'ultima.

LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2021
ISBN9798201199159
Fusione Fredda: I Tornado D’Acciaio

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    Anteprima del libro

    Fusione Fredda - Olivia Rigal

    CAPITOLO 1

    S ei sicuro che sia questo quello che vuoi, fratello? gli domando di nuovo.

    Brian annuisce, e so che ha preso la sua decisione. Mi accorgo che si sente una merda per avermi deluso, ma ho capito. Ne stavamo parlando da un paio di settimane, ma mollerà, ed è la fine. La vita di un agente di polizia non fa per lui. Odia la burocrazia, le scartoffie, e soprattutto i politici. A me queste cose non danno fastidio. Tengo solo gli occhi puntati sul mio obiettivo finale. Il mio scopo è arrestare i criminali, ed è quello che ho deciso di fare nella mia vita.

    Sono tentato di tirare fuori il mio asso nella manica e giocare la carta di Lisa, ma sarebbe ingiusto, come strofinare del sale su una ferita. Se Brian lascia la polizia per gestire il club motociclistico del padre, poi non c’è modo che lui possa lavorare con Lisa. La mia sorellina frequenta la facoltà di legge per diventare procuratore distrettuale. Non cambierà idea e non diventerà un avvocato penalista solo perché Brian ha deciso di saltare dell’altro lato della barricata. Ma sono abbastanza sicuro che lo sappia già.

    Sicuro al cento per cento, risponde Brian con un’espressione cupa. Anche se mio padre non fosse così malato, non credo di poter più sopportare tutte quelle stronzate. Non abbiamo nemmeno finito l’accademia, e già siamo costretti a questi giochi assurdi. Andiamo, li hai sentiti? Gli Affari Interni vogliono reclutarci in segreto mentre ufficialmente facciamo parte dell’unità speciale per poterla spiare? Io non ci riesco. È troppo contorto per me.

    Ma capisci che devono farlo? Sono stati molto chiari su questo punto. Qualcuno nell’unità speciale vanifica i loro sforzi da anni. Gli Affari Interni devono arrivare in fondo a questa faccenda. Non so su chi stiano indagando, hanno solo detto che si tratta di un gruppo del crimine organizzato, ma ovviamente è così ben organizzato che hanno infiltrato qualcuno nell’unità speciale incaricata di indagare su di loro.

    Sì, ho capito, dice Brian, passandosi le dita tra i ricci. È un chiaro segno di nervosismo. Ma mi farebbe star male unirmi a una squadra, diventare parte integrante della loro unità, contare su di loro per pararmi le spalle, per poi tenerli d’occhio e fare la spia.

    Ma tu dovrai fare la spia solo sui poliziotti cattivi, protesto.

    No, David, non fa per me. Brian scuote la testa. Domani, rassegnerò le dimissioni. Mi sento un coglione a lasciatelo fare da solo, ma è finita.

    Finiamo le nostre birre, seduti sul dondolo a fiori sul portico di mia madre. I piedi sono appoggiati sulla staccionata, e mi rendo conto che questa potrebbe essere l’ultima volta che lo facciamo. Voglio dire, anche se Brian è quasi di famiglia, non sono sicuro che gli Affari Interni approverebbero che io mi faccia vedere in pubblico con il figlio del presidente di un club motociclistico, soprattutto dopo aver rinunciato al suo lavoro in polizia per gestire il club.

    D’altra parte, nessuno è mai stato in grado di imputare qualcosa d’illegale ai Tornado D’Acciaio. Credo che sia il motivo per il quale il fratellastro di Brian è ancora un membro delle forze di polizia. Certo, Ernest aveva fatto domanda e aveva superato l’intera trafila usando il cognome della madre, ma quando i pezzi grossi hanno scoperto che era il figlio di Cracker, gli hanno dato lo stesso il distintivo. Purché mantenesse una certa distanza con il club, non potevano condannarlo solo per essere il figlio di suo padre. Brian ha ragione, è un mondo contorto.

    Mi dispiace vederlo andare via. Mi sarei sentito più a mio agio a fare questo lavoro con qualcuno come lui a coprirmi le spalle, so che sarebbe stato lì per me in ogni caso, ma così è. Dovrò accontentarmi.

    Lo hai già detto a Tony e tua madre? domando.

    Mia madre lo sa. Mi ha aiutato a impacchettare le mie cose. Però ha paura della reazione di Tony. Sai che aveva grandi progetti per me, laurearmi come aveva sempre sognato di fare lui. Mi ha perdonato quando ci siamo arruolati nell’esercito, ma con quello ho esaurito il mio credito. Da quando siamo tornati, ha cercato di mettersi l’animo in pace all’idea che avrei fatto le mie scelte, ma penso che abbia funzionato solo perché approvava la mia scelta di diventare un poliziotto…

    Gli verrà un colpo quando glielo dirai!

    Ecco perché ho portato la mia roba fuori di casa e l’ho messa nella mia camera alla sede del club.

    Sarà dura per tua madre, ma confido che Nancy troverà un modo per fargli cambiare idea.

    Ne dubito, dice Brian. Le ho detto di non litigare con lui per me. La vedrò quando lui sarà al lavoro, e gli daremo tempo per calmarsi.

    Come sta Cracker?

    La sta prendendo sorprendentemente bene. Sai qual è la cosa più strana? Vederlo senza capelli. Da quando sono al mondo, mio padre ha sempre avuto una favolosa massa di capelli, e ora sembra Kojak. Lui dice che la chemio è come farsi di acido. È così debole dopo, che riesce a malapena a camminare.

    Sto per chiedere a Brian se questo significa che non può più andare in moto, ma è una domanda così stupida che la tengo per me. Se non può andare in moto, dovrà dimettersi e Brian non lo dirà mai apertamente.

    La cosa interessante è che approva alcune delle idee che gli propongo, dice Brian. Gli è piaciuta quella di avviare una società d’investigazioni private. Il Club motociclistico ha pagato la licenza, e ha pensato al nome, Friendly Persuasion. Non è fico?

    Non posso fare a meno di ridere. A Brian piace il lavoro d’indagine. Non può proprio farne a meno. Ha trovato un modo per essere un investigatore. Anche senza distintivo.

    Che c’è di tanto divertente? domanda.

    Ho appena avuto questa visione di te che vieni assunto da una moglie tradita dal marito, e lo pedini fino ad uno dei covi di iniquità gestito dal club motociclistico.

    Quando eravamo bambini, covo d’iniquità era l’espressione che usavano i padri della All Saints School per indicare i posti dove non volevano che andassimo.

    Brian sorride quando sente quell’espressione. Piega la testa e distoglie lo sguardo. Forse l’idea che avrebbe potuto avere un conflitto d’interesse non gli era passata per la testa, eppure era la prima cosa a cui avevo pensato io. Il club motociclistico gestisce alcuni locali di spogliarello e un sex club privatissimo chiamato Styx.

    Non c’ero mai stato, ma non per mancanza d’inviti. Brian dice che sono un Dom nato e tutto quello che servirebbero, sarebbero un paio di lezioni, da lui o da suo fratello. Giusto, come se potessi mai desiderare di sculacciare una donna!

    Ci penserò quando capiterà, dice stringendosi nelle spalle. Devo andare. Abbiamo una riunione al club. Si alza e si stiracchia.

    Lo seguo alla sua moto, e ci abbracciamo. Non gli dico quanto mi mancherà perché non lo facciamo mai. Ma lui lo sa. Siamo come fratelli da quando mio zio Tony ha sposato sua madre. Allora avevamo entrambi cinque anni. Più o meno quando è nata Lisa.

    Oh merda, Lisa. Mi sono dimenticato di chiamarla. Di solito la chiamo dopo il suo turno di lavoro di mezzogiorno. Troppo tardi ormai. Dovrò ricordarmelo domani. Non parlo con lei da un bel pezzo. Devo chiamarla e sapere come va.

    Stai attento, dico mentre se ne va via con la moto. Mi chiedo quanto tempo passerà prima di avere la possibilità di sederci di nuovo insieme e farci una bevuta. Fanculo, mi manca già.

    CAPITOLO 2

    Sono in anticipo di quindici minuti per la riunione. Mi piace arrivare agli appuntamenti qualche minuto prima per orientarmi. Trovo Michael Mayfair al bancone della reception. Abbiamo frequentato insieme parte del corso di addestramento, ed eravamo spesso nella stessa squadra quando il lavoro era assegnato in ordine alfabetico. È sveglio ed è veramente bravo con la roba tecnologica. Eravamo una buona squadra, eppure stranamente, non siamo mai stati molto legati. Non so se perché ero sempre in giro con Brian o perché Mike è un tipo timido.

    È bello vedere una faccia familiare, gli dico.

    Davvero, dice con un sorriso cordiale. Sarai con noi?

    Sì, ho chiesto di essere assegnato a Point Lookout perché è la mia città natale, e ce l’ho fatta. Non è fico? Dovrei incontrare il Capitano Black.

    Oh, sei nella task force. Il viso di Mike s’illumina come un bambino quando parla del suo giocattolo preferito. Ottimo! Secondo piano, la porta a destra. Meglio che ti affretti. Ho sentito che è davvero fissata con la puntualità.

    Grazie per la dritta. Comincio a salire le scale e mi giro. Qualche volta andiamo a prenderci una birra e a fare due chiacchiere.

    Lui annuisce, e salgo al secondo piano. Apro la porta ed entro in una grande stanza senza finestre. Ci sono circa una dozzina di persone, e l’unico che riconosco è il capitano responsabile della stazione. Si chiama Steven Williams. È un uomo grosso, circa un metro e ottanta, non alto quanto me, e di corporatura massiccia. Se qualcuno mi dicesse che ha frequentato il college con una borsa di studio per il wrestling, non avrei alcun problema a crederci. Oggi appare più rilassato di quando l’ho visto la prima volta, in giacca e cravatta, a uno dei colloqui svolti all’accademia di polizia poco prima del diploma. Sono sicuro

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