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Una terra di bassa pianura
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Una terra di bassa pianura
E-book74 pagine46 minuti

Una terra di bassa pianura

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Info su questo ebook

Un Io recriminato o recriminante, rimasto solo con se stesso cerca di reagire e farsi coraggio, in un semplice diario, che talvolta romanzato, con sotteso un dramma esistenziale importante, racconta, tramite riflessioni e impressioni, il territorio dove vive.

“Figlio di un nullatenente che aveva un lavoro sicuro fino al momento della pensione, io sono uno che dopo momenti piuttosto difficili in parte della giovinezza, arrivato alla laurea con grande fatica da studente lavoratore è stato insegnante e giornalista culturale, e ora dopo anni di lavoro vive con una modesta rendita. Uno che scrive, nelle cui pagine non ci sono scene forti non è raro che venga ritenuto noioso. Ma pazienza, nella vita ci vogliono anche persone così.”

Giampaolo Chiarelli ha scritto Scipio Slataper. Scrittore e giornalista (Udine, 1989), Poesia d’ambientazione industriale in Italia. 1960-1995 (Verona, 2000) e numerose recensioni librarie e articoli letterari apparsi su periodici culturali e quotidiani. Ha scritto alcune raccolte di racconti che attendono di essere riveduti, il volumetto di fantasie e apologhi Il fagiano di là dal fosso (Ferrara, 2017) e vari componimenti in versi, alcuni dei quali pubblicati su riviste di poesia.
LinguaItaliano
Data di uscita31 lug 2021
ISBN9788830652507
Una terra di bassa pianura

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    Anteprima del libro

    Una terra di bassa pianura - Giampaolo Chiarelli

    1

    Sono uno dei tanti che scrivono per cercare di star meglio, anche in fatto di nervi.

    Il mio nome non dice molto: Orazio Soloni.

    Non è il mio vero nome, tuttavia posso giurare che pur sotto questo pseudonimo, che non indico per capriccio, io ho delle cose non tanto facili da dire.

    Ho vissuto per parecchi anni tra gente pacifica, piuttosto scherzosa. Gente spiritosa ma non cattiva. Anche a me quando si è in compagnia non dispiace scherzare.

    Dico questo come a ribadire l’importanza che oggi, soprattutto oggi può avere la giocosità, il gioco nei rapporti umani. Sono solo all’inizio di questo lavoro, altro e molto più impegnativo ho ancora da raccontare.

    Cercherò di dire, di raccontare le cose come le ho viste e come le ho sentite, con semplicità. Si tratta di impressioni e ricordi relativi ad alcuni mesi del 2016.

    2

    Oggi è una giornata di fine inverno, piuttosto fredda. Foschie, nuvole e un quarto d’ora di pioggia, poi è spuntato il sole.

    Circa un’ora prima di mezzogiorno sono a spasso per Codigoro, cittadina importante nel Delta del Po. Cammino accompagnando una nuova conoscenza lungo Via Cavallotti, la elegante Riviera Cavallotti, lungofiume che costeggia il Po di Volano nel suo corso verso il mare, distante una quindicina di chilometri.

    Gabriele Pitteri è un lombardo del nord est, trapiantato a Milano, sulla sessantina, qui di passaggio con la sua collaboratrice nell’agenzia di rappresentanze farmaceutiche dove lavora, collaboratrice che però adesso non è presente.

    Proveniamo entrambi dal vecchio Ospedale Civile, diretti verso il centro del paese. Lui è andato a parlare con un medico, io sono andato a prenotare una visita specialistica.

    Esitando un po’, lungo il corridoio che dagli uffici porta verso l’uscita, lui mi domanda se a Codigoro c’è un servizio taxi, ha portato la macchina in un’autofficina per un controllo. Gli dico che non lo so ma che in centro, dai vigili urbani, gli sapranno sicuramente dire qualcosa. Procediamo uno a fianco dell’altro, in certo modo gli sto facendo strada.

    Ad un certo punto lui osserva che l’abbazia della vicina Pomposa può davvero diventare, anche economicamente, un grande riferimento per questa cittadina.

    - Pomposa - dice. - Un nome famoso nella storia della nostra civiltà e nella storia dell’arte medievale. Se ne parla anche in letteratura. Romanzi come L’airone di Giorgio Bassani, Il tesoro del bigatto di Giuseppe Pederiali e La donna delle meraviglie di Alberto Bevilacqua sono lì a testimoniarlo. Per non dire dei libri sull’abbazia, questa e altre, del giovane scrittore Marcello Simoni di Comacchio.

    Si sofferma un attimo, poi puntualizza: - E per non accennare ad altri autori, come ad esempio Gianni Celati, che hanno scritto su questo territorio e certo hanno visto la chiesa di Pomposa.

    - Dato che ne stiamo parlando - aggiungo io - si potrebbe ricordare anche un Premio Strega, vinto cinque o sei anni fa da Antonio Pennacchi con Canale Mussolini, un romanzo dove più che dilungarsi su Pomposa impiega parecchie pagine a parlare di fatti codigoresi. Un romanzo piuttosto lungo ma dal momento che siamo qui, ricordarlo non mi sembra una cattiva idea.

    3

    Per lunghi anni ci ho creduto e ancora mi considero un letterato. Sono laureato in lettere, o meglio in materie letterarie. Per questo m’interesso a tutta questa cultura di cui il signor Pitteri sta dando prova.

    Per arrivare nel centro di Codigoro abbiamo ancora da percorrere più di mezzo chilometro. E tra una parola e l’altra e una certa motivazione a continuare il cammino le cose da dire non mancano.

    Dopo un altro po’ di strada, superato il Palazzo del Vescovo e prima, per brindare alla nostra conoscenza, di entrare in uno dei diversi bar affacciati sulla Riviera Cavallotti ci fermiamo - l’idea è mia perché anch’io che sto qui da due anni sono ancora un po’ forestiero - a osservare quella che per me è un’autentica curiosità: il monumento allo

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