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Lamento Lunare: Crypt Marauders Chronicles
Lamento Lunare: Crypt Marauders Chronicles
Lamento Lunare: Crypt Marauders Chronicles
E-book69 pagine52 minuti

Lamento Lunare: Crypt Marauders Chronicles

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Info su questo ebook

Tibia, un giovane marinaio di Thanatolia, si imbarca sulla krakeniera comandata dal capitano Deville, la Lamento Lunare, alla ricerca dell'ultimo kraken del Mortirreno. Con loro anche il quartiermastro, il pirata Kurgan il rosso, con una vendetta da compiere.

Il racconto è il nono volume della serie "Sword and Necromancy" e 
fa parte delle Crypt Marauders Chronicles, un progetto di narrativa sword & sorcery ideato da Alessandro Forlani e Lorenzo Davia.
LinguaItaliano
Data di uscita14 mar 2022
ISBN9791221304008
Lamento Lunare: Crypt Marauders Chronicles

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    Anteprima del libro

    Lamento Lunare - Fabio Andruccioli

    Fabio Andruccioli

    Lamento Lunare

    Crypt Marauders Chronicles

    UUID: 95c167ed-8be8-4be6-b51c-defff46415c2

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Introduzione

    Anche Lamento Lunare è un racconto ambientato nelle Crypt Marauders Chronicles , il setting creato da Alessandro Forlani e Lorenzo Davia, dopo i tre racconti brevi contenuti nel primo volume di Sword & Necromancy (Azaroth-Al-Abel, 2019) e quelli dell'antologia Thanatolia (Watson Edizioni, 2018).

    Un ringraziamento particolare per questo racconto piratesco va a Luca Mazza, con cui ho condiviso il progetto e la costruzione dei Pirati del Mortirreno.

    Lamento Lunare

    Un porto come un altro

    - Un porto come un altro, come no? Se è possibile è peggio di quella latrina di Anskraken.

    Tibia scatarra in terra il fondo sabbioso della sua birra. Scadente, come sembravano anche le puttane al piano di sopra.

    - Sei proprio una fighetta di Port Tijaratur, ragazzino. Non ti ha costretto nessuno a imbarcarti sulla Lamento Lunare . Tieni, prenditi ancora da bere e stai zitto.

    Kurgan il rosso. Uomo da krakeniera, cacciatore di mostri abissali da trent’anni. Ancora vivo per raccontarlo. Il capitano Deville lo aveva voluto con sé per quella spedizione, l’equipaggio lo aveva subito eletto Quartiermastro.

    Un comportamento da pirati, più che da pescatori.

    Tibia lo aveva pensato subito, ma quando aveva visto il sigillo della piova ottopode di Tiamat Aurotene sul contratto e ricevuto l’anticipo sulla paga, aveva smesso di farsi domande.

    Mastica un altro pezzo di carne. Forse capra. A Thanatolia è un’altra cosa che non bisogna mai chiedere.

    Estremo nord del Mortirreno, il freddo invernale non risparmia le zanzare malariche che infestano la baia su cui sorge Morbacque, dove le correnti marine incontrano le melmose acque del fiume Ganjia e i suoi cadaveri galleggianti. Cibo per i pesci, già parzialmente masticato. Ultimo baluardo, prima di imbattersi, tra gli immensi fiordi della costa nell’unica via d’accesso al Mar Relitto e i suoi miasmi, nel cuore di Thanatolia.

    Annoiato, si fa riempire il bicchiere di Malassenzio dalla puttana dietro il bancone. Oggi è il suo giorno di riposo, si limita a servire agli ubriachi. Tibia ha l’occhio allenato: seni prosperosi e un culo che rivela che, forse, dieci anni prima la ragazza era in gran forma. La larga gonna dovrebbe eclissare l’arma legata alla coscia muscolosa. La ringrazia e la osserva in volto: ha un occhio verde e uno marrone.

    Sotto sotto non è così male, notte sbagliata però.

    Con il boccale ancora in mano, esce sulla piccola piazzetta davanti alla taverna. Qualcuno sta giocando a dadi su un tavolo improvvisato. Dalle macchie corrusche e dal fetore devono aver sventrato da poco qualche cetaceo. O peggio.

    Beve, alla salute di Kurgan che ha offerto il giro. Lo sguardo verso la baia, mentre il crepuscolo crea riflessi violacei sull’acqua gialla e salmastra della baia. La Lamento Lunare alla fonda, pronta per salpare verso sud, nel cuore del Mortirreno. Più lontane, sullo sfondo, l’arcipelago delle Spine.

    Sembra veramente una cazzo di colonna vertebrale.

    Si immagina una donna, stesa sul fianco. Le isole a descriverne la curva della schiena, dalle natiche al collo. Si ritrova eccitato, si conta i soldi in tasca.

    Rientra, inebriato dal Malassenzio e dal desiderio. Fa per salire le scale ma viene fermato da un omone dalla pelle d’ebano e dalla voce stridula. Un eunuco, ci può scommettere.

    - Pagamento anticipato. Per la ragazza e per la camera.

    L’uomo fa segno del prezzo. Economico, c’era da aspettarselo.

    - Terza porta a destra, non sbagliare.

    Tibia sale lento, ingolla l’ultimo sorso di liquore. Apre la stanza indicata dall’eunuco.

    Al suo interno una ragazza, giovane. Forme poco definite, denutrita a dir poco, ma un visino accettabile.

    Non è male, poteva andarmi peggio.

    Chiude la porta alle sue spalle, che di donne non se ne vedranno per un pezzo. A parte quelle imbarcate sulla Lamento Lunare . E l’unico arpione che affonderà sarà quello di duro acciaio, che il capitano lo aveva voluto proprio per quello sulla krakeniera.

    Kurgan fa un segno con il mento al piccolo gruppetto di uomini nell’angolo. Il Primo Ufficiale annuisce e torna a parlare con i suoi, tutti personaggi di dubbio aspetto e cattive maniere, ma che godono della più ampia fiducia da parte del capitano Deville.

    Esce dalla taverna e si incammina lungo i moli. Sobrio fradicio. Ha un compito gravoso che si ripercuote sui passi pesanti

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