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Quarta Ragazza: Adescata (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 4)
Quarta Ragazza: Adescata (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 4)
Quarta Ragazza: Adescata (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 4)
E-book264 pagine5 ore

Quarta Ragazza: Adescata (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 4)

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Info su questo ebook

12 casi irrisolti. 12 donne rapite. Un serial killer efferato. In questo thriller avvincente e denso di suspense una brillante agente dell’FBI si ritrova ad affrontare una sfida dal potenziale esito letale: risolvere il mistero prima che ogni donna venga uccisa.

Nella serie Maya Grey (iniziata con il libro #1—PRIMA RAGAZZA: OMICIDIO) Nella serie Maya Grey (iniziata con il libro #1—PRIMA RAGAZZA: OMICIDIO), l’agente speciale dell’FBI Maya Gray, di 39 anni, ormai può dire di averle viste tutte. È una degli astri nascenti dell’Unità di Analisi Comportamentale dell’FBI, l’agente di prima scelta per casi seriali difficili da risolvere. Quando riceve una cartolina scritta a mano, con su scritto che il mittente avrebbe rilasciato 12 donne rapite se lei avesse risolto i 12 casi irrisolti, pensa subito che sia uno scherzo di cattivo gusto.

Finché non legge che, tra le prigioniere, è compresa anche sua sorella, scomparsa.

Maya, scossa da tale rivelazione, è ora costretta a prenderla sul serio. Il caso che le si profila davanti è uno dei più complessi che l’FBI abbia mai visto. I termini del serial killer, però, sono semplici: se Maya risolve un caso, rilascerà una delle ragazze.

Tuttavia, se dovesse fallire nel compito, il killer toglierà una di quelle vite.

In QUARTA RAGAZZA: ADESCATA, sui corpi viene trovato un solo tassello di puzzle, indizio che suggerisce l’opera di un serial killer.

Cosa potrebbe significare? Quale puzzle sta cercando di completare?

Il tempo, però, sta per scadere, e la sorella di Maya è ancora in pericolo. Riuscirà a mettere insieme i pezzi per tempo, così da salvare la prossima vittima?

Con thriller psicologici complessi e ad alta tensione, densi di colpi di scena e di suspense al cardiopalma, la serie di gialli MAYA GRAY vi farà innamorare di una nuova brillante protagonista femminile, spingendovi a sfogliare una pagina dopo l’altra fino a tarda notte. Una lettura perfetta per coloro che amano autori come Robert Dugoni, Rachel Caine, Melinda Leigh o Mary Burton.

I libri #5 e #6 (QUINTA RAGAZZA: LEGATA e SESTA RAGAZZA: ABBANDONATA) sono già disponibili.
LinguaItaliano
Data di uscita16 giu 2022
ISBN9781094355245
Quarta Ragazza: Adescata (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 4)

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    Anteprima del libro

    Quarta Ragazza - Molly Black

    cover.jpg

    QUARTA RAGAZZA:

    ADESCATA

    (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 4)

    M o l l y   B l a c k

    Molly Black

    La debuttante Molly Black è l’autrice della serie di thriller ricchi di suspense dell’agente FBI MAYA GRAY, che comprende sei libri (e oltre); e la serie thriller di suspense dell’agente FBI RYLIE WOLF, composta da tre libri (e oltre).

    Avida lettrice e fan da sempre dei generi gialli e thriller, Molly ama sentire l’opinione dei lettori, quindi non esitare a visitare www.mollyblackauthor.com per saperne di più e rimanere in contatto.

    Copyright © 2022 di Blake Pierce. Tutti i diritti riservati. A eccezione di quanto consentito dall’U.S. Copyright Act del 1976, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuitao trasmessa in alcuna forma o in alcun modo, o archiviata in un database o in un sistema di raccolta, senza previa autorizzazione dell’autore. Questo ebook è concesso in licenza esclusivamente ad uso ludico personale. Questo ebook non può essere rivenduto né ceduto ad altre persone. Se desidera condividere questo libro con un'altra persona, la preghiamo di acquistare una copia aggiuntiva per ogni beneficiario. Se sta leggendo questo libro e non l’ha acquistato, o non è stato acquistato esclusivamente per il suo personale uso, la preghiamo di restituirlo e di acquistare la sua copia personale. La ringraziamo per il suo rispetto verso il duro lavoro svolto da questo autore. Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, imprese, organizzazioni, luoghi, eventi e incidenti sono il prodotto della fantasia dell’autore o sono usati romanzescamente. Qualsiasi somiglianza con persone reali, vive o morte, è del tutto casuale. Immagine di copertina Copyright Andreas Gradin, utilizzata sotto licenza da Shutterstock.com.

    LIBRI DI MOLLY BLACK

    UN EMOZIONANTE THRILLER FBI DI RYLIE WOLF

    TI HO TROVATO (Libro #1)

    UN THRILLER AVVINCENTE CON MAYA GRAY, FBI

    PRIMA RAGAZZA: OMICIDIO (Libro #1)

    SECONDA RAGAZZA: PRESA (Libro #2)

    TERZA RAGAZZA: INTRAPPOLATA (Libro #3)

    QUARTA RAGAZZA: ADESCATA (Libro #4)

    INDICE

    CAPITOLO UNO

    CAPITOLO DUE

    CAPITOLO TRE

    CAPITOLO QUATTRO

    CAPITOLO CINQUE

    CAPITOLO SEI

    CAPITOLO SETTE

    CAPITOLO OTTO

    CAPITOLO NOVE

    CAPITOLO DIECI

    CAPITOLO UNDICI

    CAPITOLO DODICI

    CAPITOLO TREDICI

    CAPITOLO QUATTORDICI

    CAPITOLO QUINDICI

    CAPITOLO SEDICI

    CAPITOLO DICIASSETTE

    CAPITOLO DICIOTTO

    CAPITOLO DICIANNOVE

    CAPITOLO VENTI

    CAPITOLO VENTUNO

    CAPITOLO VENTIDUE

    CAPITOLO VENTITRÉ

    CAPITOLO VENTIQUATTRO

    CAPITOLO VENTICINQUE

    CAPITOLO VENTISEI

    CAPITOLO VENTISETTE

    CAPITOLO VENTOTTO

    CAPITOLO VENTINOVE

    EPILOGO

    CAPITOLO UNO

    Maya era in piedi in mezzo a quella stalla rossa, e si sentiva sollevata mentre osservava la ragazza stesa sulla barella. Il resto della squadra dell’FBI era intorno a lei, intenta a perquisire l’area per accertarsi dell’assenza di trappole o bombe nascoste. 

    Era stata inviata a recuperare l’ultimo ostaggio del killer della luna piena. Ora era lì, accanto a quella ragazza, ansiosa di ascoltare il messaggio che le voleva trasmettere da parte di sua sorella. Le parole di Katya furono come un flebile sussurro.

    Ha un tatuaggio sull’avambraccio: un serpente che serra a morte il corpo di un armadillo, sotto una luna piena.

    Quelle parole furono uno shock per Maya: per la prima volta, infatti, aveva un’informazione specifica sull’aspetto fisico del killer della luna piena, l’uomo che aveva rapito sua sorella e altre undici donne.

    Che ormai erano otto. Maya era riuscita a ottenere il rilascio di tre ostaggi risolvendo i casi che il killer le aveva destinato, ma un’altra ragazza era stata uccisa perché aveva tentato di fuggire.

    Il solo pensiero di cosa doveva esserle successo riempì il cuore di Maya di paura. Per trasmetterle quel messaggio, infatti, Megan aveva deciso di assumersi un rischio enorme. Se il killer della luna piena se ne fosse reso conto, sua sorella avrebbe potuto rischiare la morte.

    Ecco perché Maya sapeva di non poter condividere quell’informazione con il suo capo. Così come non aveva condiviso l’identità dell’uomo che aveva rapito quelle undici donne. Non poteva rischiare che quell’informazione cominciasse a circolare, magari arrivando fino alle orecchie del killer stesso.

    A proposito del suo capo, il vicedirettore Harris era poco distante da lei, e la stava osservando speranzoso. Era un uomo di mezza età sempre distinto, dai lineamenti piuttosto morbidi e la testa rasata per nascondere la calvizie incipiente, e quel giorno indossava un costoso completo sotto la sua giacca dell’FBI.

    Beh?

    Voleva essere messo al corrente di quel messaggio, ma Maya non poteva farlo. Il vicedirettore era già saltato a conclusioni prima di allora, decidendo di agire impulsivamente e causando diversi feriti, sua sorella compresa.

    Oltretutto, Maya era sempre più convinta che il killer della luna piena stesse ascoltando ogni sua parola. Doveva fare attenzione a ciò che diceva ad alta voce, e a chi.

    Mi ha solo confermato che mia sorella è viva e sta bene, anche se intrappolata insieme agli altri ostaggi, disse Maya. Era una bugia, ma sufficientemente plausibile affinché Harris non approfondisse oltre.

    Lo sapevamo già, disse Harris, vagamente deluso.

    Maya sapeva che non era corretto mentire così al suo capo. Era sbagliato. Se fosse venuto fuori, poi, rischiava anche di perdere il posto, se non peggio. Poteva già immaginarsi con una denuncia per ostruzione alla giustizia. Tuttavia, non sapeva cos’altro fare. L’alternativa era di gran lunga peggiore.

    Comunque, abbiamo in mano qualcosa, aggiunse Harris, l’espressione leggermente più luminosa. "Se Katya pensa davvero di ricordare il percorso fatto per arrivare fin qui, potremmo avere una possibilità concreta di catturare il rapitore. Dobbiamo tornare in ufficio e lavorarci su."

    *

    Una volta tornati al quarto piano della sede dell’FBI, Maya provò un’orribile sensazione di dejà vu. Harris era al centro di quello spazio aperto delimitato da scrivanie, accanto a una lavagna su cui era stata affissa una mappa.

    Stavano cominciando a elaborare un piano, e Maya seppe subito che l’esito sarebbe stato un’ennesima irruzione.

    Abbiamo ottenuto qualche informazione dall’ostaggio, disse Harris. E anche i risultati della scientifica su una delle prime cartoline inviate dal rapitore. Nessuna traccia personale, ma sono state individuate delle microscopiche spore vegetali che possono aiutarci a restringere l’area di nostro interesse.

    Sembrava che gli altri agenti intorno a lui non avessero già sentito quello stesso discorso prima di allora, come se avessero dimenticato le due irruzioni precedenti organizzate da Harris, insieme alle loro conseguenze. Come se non avessero preso parte alla pianificazione del primo tentativo di catturare il killer della luna piena quando aveva rilasciato il suo primo ostaggio, o all’irruzione in un edificio completamente vuoto, fatta eccezione per le mine Claymore che avevano ferito dei membri della squadra speciale, o anche per la seconda irruzione, che aveva causato il pestaggio di sua sorella, testimoniato dalle foto che il killer della luna piena le aveva mandato a titolo di prova e monito.

    O forse a loro non interessava. Reyes, un agente latinoamericano più giovane di Maya, era accanto a Harris. Sembrava più desideroso che mai di contribuire alla cattura del rapitore, ma d’altronde era stato lui a spingere le indagini dell’FBI in quella direzione fin dal principio.

    Maya non sapeva se tutta quella determinazione era legata al desiderio di mettere un punto a quella storia, o se il giovane agente ambiva solo alla gloria dell’essere riuscito a catturare quel criminale da solo. In ogni caso, era una situazione pericolosa.

    Abbiamo una localizzazione, disse Harris, indicando un punto preciso sulla mappa, per poi spostarsi verso le immagini satellitari della zona. Maya vide una sorta di bungalow di legno, costruito su misura. Indirizzeremo l’irruzione su questo edificio. E se ci muoviamo alla svelta, riusciremo a catturare questo tipo prima che abbia il tempo di reagire.

    Maya non riuscì a trattenere oltre la sua rabbia. Si diresse a passo deciso in mezzo al gruppo di agenti. Alta quanto Harris, aveva i capelli scuri e quel giorno indossava un completo che non ne nascondeva il corpo atletico. A giudicare dallo sguardo che Harris le rivolse, doveva aver capito subito quali fossero le sue intenzioni.

    Capo, le posso parlare in privato?

    Harris scosse la testa. Immagino già cosa tu mi voglia dire, Grey.

    Forse quello era il segnale di tacere, ma Maya non poteva farlo, non quel giorno.

    Ovvero che ci siamo già passati? disse Maya. Che abbiamo già abboccato alle false piste del rapitore già due volte, per poi scoprire che erano solo trappole orchestrate appositamente per ricordarci che non dobbiamo trasgredire alle regole del suo gioco perverso?

     Prima di parlare, dovette ricordare a se stessa di chiamare quell’uomo semplicemente rapitore e non killer della luna piena. Un’altra informazione che aveva deciso di non rivelare, e sicuramente quello non era il momento giusto per farlo. Se Harris veniva a conoscenza dell’identità dell’uomo a cui stavano dando la caccia, niente e nessuno l’avrebbe trattenuto dal lanciarsi subito sulle sue tracce, neanche il pensiero delle donne che il killer teneva ancora in ostaggio.

    Le circostanze erano diverse, disse Harris. Ne sembrava genuinamente convinto. Il vicedirettore era un uomo intelligente, però. Come poteva continuare a cadere nella stessa trappola?

    Maya inclinò la testa di lato. Cioè?

    Allora avevamo a disposizione delle informazioni che il rapitore poteva manipolare. L’ultimo ostaggio, Katya, ha un buon senso dell’orientamento. Sa dove si trovava. Dimmi come il rapitore avrebbe potuto manipolare anche questo, Grey.

    Maya fece una pausa, cercando di riflettere. Doveva ammettere che Harris non aveva tutti i torti, ed effettivamente sarebbe stato difficile controllare il senso dell’orientamento di una persona, eppure era anche certa che, con abbastanza tempo e preparazione, sarebbe stato possibile depistarli.

    Il problema della situazione era proprio quello: cercavano sempre di giocare ad acchiappino, pensando che muovendosi velocemente sarebbero riusciti a vincere. Peccato che il killer della luna piena aveva ampiamente dimostrato loro quanto fosse astuto.

    Possiamo contare su tutte le risorse dell’FBI, disse Reyes. E qui stiamo parlando di un uomo solo.

    Un uomo solo che ha devoluto mesi e mesi alla pianificazione di tutto questo, sottolineò a Maya. Quella era la grande differenza. Le risorse a nostra disposizione non valgono niente se decidiamo di muoverci nell’arco di qualche ora, quando quest’uomo ci ha messo chissà quanto tempo per pianificare tutto questo e poi passare all’azione.

    Quindi vuoi semplicemente rimanere con le mani in mano? ribadì Reyes. Vuoi continuare a risolvere casi per conto suo? A dargli ciò che vuole?

    Quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso.

    E tu quante donne sei riuscito a salvare con i tuoi sforzi, eh, Reyes? Eh? È grazie al mio lavoro se tre degli ostaggi sono stati rilasciati.

    E uno è stato ucciso.

    Sì, era stupido e imbarazzante ritrovarsi a discutere davanti a tutti gli altri agenti, ma ormai le sembrava che la sua carriera fosse arrivata a quel punto. E poi non aveva altra scelta, visto che Harris non era intenzionato a discuterne in privato.

    "Quella donna è stata uccisa perché ha cercato di scappare. Mentre io ho ricevuto le foto dettagliate di ciò che il rapitore ha inflitto a mia sorella, a titolo di avvertimento, l’ultima volta che abbiamo provato a catturarlo."

    Il tono di Harris si fece più calmo. Grey, non riesci a essere oggettiva proprio perché tua sorella è coinvolta. Abbiamo un rapitore che ha ferito e ucciso i suoi ostaggi. Tutto ciò indica che la situazione è tutt’altro che stabile. Dobbiamo agire quanto prima per fermarlo.

    Maya non poteva certo negarlo. Aveva pensato lei stessa che la situazione stesse sfuggendo di mano dal momento in cui aveva trovato il corpo di Carmel. Il killer della luna piena aveva inviato un’altra delle sue cartoline per spiegare l’accaduto, ma Maya non poteva certo negare quanto la situazione si stesse facendo pericolosa.

    Mi sembra comunque una cattiva idea, disse Maya, gesticolando verso la lavagna. Ormai ci abbiamo provato due volte. Facendo la stessa cosa di nuovo rischiamo solo che altre donne si facciano del male. Per il momento, la nostra migliore opzione sembra essere continuare a risolvere questi omicidi.

    Harris stava già scuotendo il capo, però. Non è un’opzione accettabile, Grey. Non rimarrò qui seduto a partecipare al gioco perverso di qualcuno che sappiamo già essere capace di uccidere. A meno che non ti venga un’idea migliore, ti suggerisco di tornare alla tua scrivania per lasciarmi pianificare questa irruzione.

    Maya voleva controbattere, ma, a giudicare dall’espressione seria e fredda di Harris, era chiaro che non avrebbe ottenuto alcunché. Si era già avvicinata a farsi sbattere fuori dalla squadra negli ultimi giorni, e sospettava che, insistendo oltre, il rischio di essere trasferita in un altro dipartimento, o semplicemente sospesa, si sarebbe fatto più concreto. E in quel caso non avrebbe più potuto aiutare quelle ragazze.

    Per il momento, tutto ciò che poteva fare era mettersi da parte e cercare di pensare a qualcosa che potesse fare la differenza. C’era qualcosa che poteva far cambiare idea al suo capo? Poteva sbattere le foto delle ferite di Megan in faccia a Harris per ricordargli la posta in gioco? O riparlare di ciò che era successo a Carmel, o dei messaggi di avvertimento inclusi sulle cartoline?

    No, non sarebbe cambiato niente. E se gli avesse detto del tatuaggio? Così avrebbe potuto mostrare a Harris che c’era un modo migliore per trovare il rapitore, prima di partire alla sua caccia solo in base a ciò che Katya pensava di ricordare. No, non sarebbe bastato a dissuaderlo. Anzi, l’avrebbe solo spinto a chiederle perché non gliene avesse parlato prima.

    Cos’altro? Maya si sentì tentata per un istante dalla stupida idea di prendere il cellulare e registrare i dettagli dell’irruzione, certa che il killer della luna piena sarebbe stato in ascolto. Se lo avvertiva di ciò che stava per succedere, magari non si sarebbe vendicato su sua sorella e gli altri ostaggi.

    Non riuscì a farlo, però. E non soltanto perché era un crimine diffondere informazioni sensibili su un’operazione dell’FBI. Maya non poteva tollerare l’idea di aiutare un assassino. Oltretutto, e se poi il killer avesse usato quell’informazione per tendere loro un agguato? O per uccidere? Non poteva farlo.

    Quindi aveva bisogno di un altro piano. Ma quale? Cosa poteva fare per contenere la situazione? Le venne in mente l’unica risposta possibile e, anche se non le piaceva, era consapevole di non avere una reale alternativa.

    Poteva rimanere alla sua scrivania, in attesa, oppure poteva cercare di prendere in mano le redini della situazione. Maya si alzò e poggiò il cellulare sulla scrivania prima di dirigersi nuovamente verso Harris e gli altri agenti. Il vicedirettore la vide arrivare e, mentre si muoveva verso di lui, cominciò già a scuotere il capo.

    Mi dispiace, Grey, ma non puoi prendere parte all’operazione. Ho bisogno di persone che non siano troppo coinvolte, così che possano ragionare con lucidità.

    Mi ha detto di tornare da lei se avessi un’opzione migliore, disse Maya, cogliendo l’opportunità al volo. E la ho.

    Pensi di avere un’idea migliore della nostra dopo aver riflettuto per un paio di minuti? disse Reyes con tono scettico e ostile. 

    Sì, si limitò a rispondere Maya. Perché il mio piano non prevede di agire come abbiamo già fatto in passato, peraltro invano.

    E il tuo piano sarebbe…? chiese Harris.

    Ricognizione in solitaria. Quella era la parte che sarebbe stata più difficile da far accettare agli altri. Erano abituati a lavorare in squadra, distribuendo le proprie risorse su vari agenti per risolvere i problemi che dovevano affrontare.

    Un solo agente si avvicina al sito in questione, a piedi. Non solo è più probabile che non dia nell’occhio, ma anche che riesca a capire subito se si tratta di un edificio inabitato o meno. Se si accerta della presenza del rapitore là dentro, l’agente chiama i rinforzi e allora possiamo dare il via all’irruzione. Se si tratta dell’ennesimo edificio vuoto, però, l’agente può battere in ritirata e il rapitore non si sarà neanche reso conto delle nostre reali intenzioni. Non esponiamo ad alcun rischio gli ostaggi e non perdiamo neanche l’opportunità di catturare questo psicopatico.

    Maya vide che Harris, a mani incrociate, stava riflettendo sul da farsi.

    Effettivamente, il tuo piano ha qualche vantaggio rispetto a una vera e propria irruzione, concordò. Ma ci sono dei rischi. Un agente da solo potrebbe non essere in grado di mettere fuori dai giochi il rapitore in caso di necessità. Sinceramente non me la sentirei di chiedere una cosa del genere a uno di voi.

    Maya si era immaginata che Harris avrebbe detto una cosa del genere. Era pronto ad assumersi dei rischi per gli ostaggi, ma non avrebbe fatto lo stesso per i suoi agenti.

    Ecco perché vorrei propormi volontaria, disse Maya, dopo aver tratto un respiro profondo.

    CAPITOLO DUE

    Maya, con indosso il suo equipaggiamento militare, si accovacciò in silenzio, quasi invisibile nella foresta. Controllò la respirazione per assicurarsi che il suo battito cardiaco non accelerasse mentre osservava il bungalow alla dovuta distanza. Non voleva avvicinarsi finché non sarebbe stata certa di trovarsi nel posto giusto.

    Agente Grey, a rapporto, disse Harris nel suo auricolare.

    Maya aveva dovuto accettare quel compromesso. Harris poteva anche sanzionarla per le sue azioni, ma non l’avrebbe mai lasciata da sola.

    Sono in posizione, rispose Maya. Ma è ancora troppo presto per dire se ci sia qualcuno all’interno.

    In un momento come quello la pazienza era fondamentale. Bisognava aspettare, osservare. Quando ancora militava nell’esercito, Maya si era ritrovata diverse volte nella medesima situazione, ed aveva acquisito le competenze che poi le erano tornate utili in qualità di agente dell’FBI. La fretta era cattiva consigliera. A volte, l’unica cosa da fare era rimanere immobili, in osservazione.

    Il bungalow sembrava piuttosto grande e realizzato su misura, sufficientemente lontano da altre abitazioni vicine. Era su due piani, con un balcone e delle ampie finestre che si aprivano sullo spiazzo circostante. C’erano poi un paio di piccoli annessi esterni che potevano essere stati usati come magazzini. Avvicinandosi, poi, notò la presenza di telecamere. Chi poteva

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