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Quinta Ragazza: Legata (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 5)
Quinta Ragazza: Legata (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 5)
Quinta Ragazza: Legata (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 5)
E-book262 pagine4 ore

Quinta Ragazza: Legata (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 5)

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Info su questo ebook

12 casi irrisolti. 12 donne rapite. Un serial killer efferato. In questo thriller avvincente e denso di suspense una brillante agente dell’FBI si ritrova ad affrontare una sfida dal potenziale esito letale: risolvere il mistero prima che ogni donna venga uccisa.

Nella serie Maya Grey (iniziata con il libro #1—PRIMA RAGAZZA: OMICIDIO) Nella serie Maya Grey (iniziata con il libro #1—PRIMA RAGAZZA: OMICIDIO), l’agente speciale dell’FBI Maya Gray, di 39 anni, ormai può dire di averle viste tutte. È una degli astri nascenti dell’Unità di Analisi Comportamentale dell’FBI, l’agente di prima scelta per casi seriali difficili da risolvere. Quando riceve una cartolina scritta a mano, con su scritto che il mittente avrebbe rilasciato 12 donne rapite se lei avesse risolto i 12 casi irrisolti, pensa subito che sia uno scherzo di cattivo gusto.

Finché non legge che, tra le prigioniere, è compresa anche sua sorella, scomparsa.

Maya, scossa da tale rivelazione, è ora costretta a prenderla sul serio. Il caso che le si profila davanti è uno dei più complessi che l’FBI abbia mai visto. I termini del serial killer, però, sono semplici: se Maya risolve un caso, rilascerà una delle ragazze.

Tuttavia, se dovesse fallire nel compito, il killer toglierà una di quelle vite.

In QUINTA RAGAZZA: LEGATA, un serial killer prende qualcosa da ognuna delle sue vittime. Perché lo fa? E cosa hanno in commune?

E chi sarà il suo prossimo obiettivo?

Con thriller psicologici complessi e ad alta tensione, densi di colpi di scena e di suspense al cardiopalma, la serie di gialli MAYA GRAY vi farà innamorare di una nuova brillante protagonista femminile, spingendovi a sfogliare una pagina dopo l’altra fino a tarda notte. Una lettura perfetta per coloro che amano autori come Robert Dugoni, Rachel Caine, Melinda Leigh o Mary Burton.

Il libro #6 (SESTA RAGAZZA: ABBANDONATA) è già disponibile.
LinguaItaliano
Data di uscita16 giu 2022
ISBN9781094355252
Quinta Ragazza: Legata (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 5)

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    Anteprima del libro

    Quinta Ragazza - Molly Black

    cover.jpg

    QUINTA RAGAZZA:

    LEGATA

    (Un Thriller Avvincente con Maya Gray, FBI—Libro 5)

    M o l l y   B l a c k

    Molly Black

    Molly Black è l’autrice della serie di gialli MAYA GRAY, composta attualmente da sei libri, la serie di gialli RYLIE WOLF, composta attualmente da tre libri e, infine, la serie di thriller TAYLOR SAGE, composta attualmente da tre libri.

    Essendo da sempre un’appassionata lettrice di gialli, Molly è più che felice di conoscervi e leggere le vostre opinioni. Visitate il sito www.mollyblackauthor.com per scoprire di più e rimanere sempre aggiornati.

    Copyright © 2022 di Blake Pierce. Tutti i diritti riservati. A eccezione di quanto consentito dall’U.S. Copyright Act del 1976, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuitao trasmessa in alcuna forma o in alcun modo, o archiviata in un database o in un sistema di raccolta, senza previa autorizzazione dell’autore. Questo ebook è concesso in licenza esclusivamente ad uso ludico personale. Questo ebook non può essere rivenduto né ceduto ad altre persone. Se desidera condividere questo libro con un'altra persona, la preghiamo di acquistare una copia aggiuntiva per ogni beneficiario. Se sta leggendo questo libro e non l’ha acquistato, o non è stato acquistato esclusivamente per il suo personale uso, la preghiamo di restituirlo e di acquistare la sua copia personale. La ringraziamo per il suo rispetto verso il duro lavoro svolto da questo autore. Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, imprese, organizzazioni, luoghi, eventi e incidenti sono il prodotto della fantasia dell’autore o sono usati romanzescamente. Qualsiasi somiglianza con persone reali, vive o morte, è del tutto casuale. Immagine di copertina Copyright Andreas Gradin, utilizzata sotto licenza da Shutterstock.com.

    LIBRI DI MOLLY BLACK

    UN THRILLER AVVINCENTE CON KATIE WINTER, FBI

    SALVAMI (Libro #1)

    RAGGIUNGIMI (Libro #2)

    IL THRILLER SULL’AGENTE DELL’FBI TAYLOR SAGE

    NON GUARDARE (Libro #1)

    UN EMOZIONANTE THRILLER FBI DI RYLIE WOLF

    TI HO TROVATO (Libro #1)

    TI HO PRESO (Libro #2)

    UN THRILLER AVVINCENTE CON MAYA GRAY, FBI

    PRIMA RAGAZZA: OMICIDIO (Libro #1)

    SECONDA RAGAZZA: PRESA (Libro #2)

    TERZA RAGAZZA: INTRAPPOLATA (Libro #3)

    QUARTA RAGAZZA: ADESCATA (Libro #4)

    QUINTA RAGAZZA: LEGATA (Libro #5)

    INDICE

    CAPITOLO UNO

    CAPITOLO DUE

    CAPITOLO TRE

    CAPITOLO QUATTRO

    CAPITOLO CINQUE

    CAPITOLO SEI

    CAPITOLO SETTE

    CAPITOLO OTTO

    CAPITOLO NOVE

    CAPITOLO DIECI

    CAPITOLO UNDICI

    CAPITOLO DODICI

    CAPITOLO TREDICI

    CAPITOLO QUATTORDICI

    CAPITOLO QUINDICI

    CAPITOLO SEDICI

    CAPITOLO DICIASSETTE

    CAPITOLO DICIOTTO

    CAPITOLO DICIANNOVE

    CAPITOLO VENTI

    CAPITOLO VENTUNO

    CAPITOLO VENTIDUE

    CAPITOLO VENTITRÉ

    CAPITOLO VENTIQUATTRO

    CAPITOLO VENTICINQUE

    CAPITOLO VENTISEI

    CAPITOLO VENTISETTE

    CAPITOLO VENTOTTO

    CAPITOLO VENTINOVE

    CAPITOLO TRENTA

    CAPITOLO TRENTUNO

    CAPITOLO TRENTADUE

    EPILOGO

    CAPITOLO UNO

    Era la notte più felice della vita di Clarissa!

    Beh, no, ovviamente non lo fu. Lo sarebbe stata, però, se solo fosse arrivata all’altare per diventare infine la signora Neushauer. Dopo che Hank si era inginocchiato al ristorante per chiederle la mano, e lei era quasi svenuta per l’emozione.

    Quella sera, comunque, stava andando piuttosto bene, in parte perché lei e le sue amiche erano nel locale più esclusivo della città, il cui personale era composto per la maggior parte da uomini sexy, in parte perché i drink bevuti cominciavano a fare il loro effetto, e in parte per la gelosia che sembravano provare le sue amiche in quel momento.

    Come hai fatto a convincere Hank Neushauer a sposarti? chiese Mary, il tono vagamente incredulo. A dirla tutta, era sempre stata un po’ una stronza. Era alta e, anche se aveva solo ventisette anni, aveva già abusato del botox. Hai forse delle sue foto incriminanti o qualcosa del genere?

    Clarissa scoppiò a ridere. Non l’ho mica costretto! Mi ha semplicemente fatto la proposta, così, dal nulla. Ha detto che ci stava pensando da un po’ di tempo. Più o meno dal viaggio a Monaco.

    Monaco è bellissima, disse Juliet. Era la classica amica dolce del gruppo, bassina, con i capelli rossicci. Stava cominciando a mettere su peso, però. In ogni caso, Clarissa non glielo avrebbe mai fatto notare. O perlomeno non prima di aver bevuto un altro paio di drink.

    Come fai a dirlo? chiese Sandy. Né alta né bassa, aveva pelle e capelli scuri, la modaiola del gruppo. Sei mai stata a Monaco?

    Sì, insistette Juliet. Ma solo per una-due notti.

    Sembrava nostalgica.

    Oh, e hai incontrato qualcuno di speciale lì? chiese Sandy. O forse qualcuna?

    Clarissa sapeva che Sandy frequentava il suo gruppo di amiche solo perché sperava di portarsi a letto Juliet. In ogni caso, Juliet arrossì in volto a quelle allusioni, quindi forse Sandy ci aveva visto giusto.

    Ma perché stiamo parlando della vita amorosa di Juliet? chiese Clarissa. La futura sposa sono io!

    Era riuscita a fare due cose: salvare Juliet da quel momento imbarazzante, e riportare l’attenzione di tutte su di lei. Dopotutto, quella era la sua serata.

    Hank sa in che guai si è cacciato? chiese Mary.

    Ormai dovrebbe esserne consapevole, rispose Clarissa. E poi non potrebbe esserci momento migliore.

    Ah, ti senti pronta a mettere su famiglia? chiese Sandy, sbuffando, come se immaginarsi Clarissa in un ruolo del genere le risultasse impossibile.

    Forse, rispose Clarissa, sulla difensiva. "Se volessi, potrei farlo."

    Le altre scoppiarono a ridere a quella precisazione.

    E quindi vuoi farlo o no? chiese Juliet.

    Certo che no! rispose Clarissa, facendo cenno a uno dei camerieri al bar. Un altro giro, per favore!

    Il cameriere arrivò poco dopo con un vassoio pieno di drink, rivolgendo uno sguardo di apprezzamento a Clarissa. Così come avevano fatto molti altri ragazzi presenti nel locale. Beh, forse alcuni di loro stavano guardando le sue amiche, ma Clarissa voleva creder che fosse lei al centro del loro interesse. 

    Scommetto che potresti portarti a letto qualsiasi ragazzo qui dentro, disse Mary. Probabilmente doveva essere un complimento, ma Clarissa suppose che l’amica stesse anche cercando di metterla nei guai.

    Ma se mi sto per sposare! sottolineò Clarissa.

    Sandy scrollò le spalle. Allora meglio godersi l’ultima notte da donna libera.

    Ovviamente era una prospettiva allettante. In quel locale c’erano un sacco di ragazzi attraenti, e poi Clarissa non voleva certo reprimersi del tutto solo perché avrebbe sposato Hank. Anche se lo amava davvero, ed era davvero intenzionata a passare il resto della sua vita con lui. Allo stesso tempo, però, sapeva anche che se avesse fatto qualcosa davanti a Mary, Hank avrebbe ricevuto foto e video testimonianza prima ancora che Clarissa avesse il tempo di scusarsi.

    E poi questi ragazzi potrebbero forse comprarmi un anello del genere? rispose Clarissa, mostrando il suo anello di fidanzamento, così come aveva già fatto almeno un altro centinaio di volte durante la serata. Quei diamanti erano blu come i suoi occhi, e scintillavano sotto le luci del bar.

    Le sue amiche emisero qualche gridolino alla vista dell’anello. Sapevano bene che doveva essere costato un patrimonio. E magari sì, potevano anche prendersi gioco della sua idea di mettere su famiglia, o di limitarsi alla compagnia di un solo uomo per tutta la vita, ma sapevano quanto fosse costato quell’anello. Clarissa era ben consapevole che l’amore non aveva prezzo, ma anche che le sue amiche ne avevano attribuito subito uno alla pietra preziosa che portava al dito. 

    Shot? suggerì Sandy,

    Clarissa scosse il capo. Meglio che vada. Ho un appuntamento con la wedding planner domattina.

    Vuoi forse diventare come quelle pazze che pianificano ogni minimo dettaglio del matrimonio? chiese Mary.

    Penso proprio di sì, rispose Clarissa, rivolgendole un sorriso forzato. Cercò di immaginare quale abito da damigella orribile avrebbe potuto affibbiare a Mary. E quel pensiero la fece sorridere subito più spontaneamente. Comunque, devo andare.

    Sei sicura? chiese Juliet.

    Stavamo appena cominciando a divertirci, aggiunse Sandy.

    Clarissa annuì e si diresse subito verso il guardaroba per recuperare il cappotto e uscire dal locale. Non restava che andare a prendere la macchina là dove l’aveva parcheggiata. Tanto si sentiva abbastanza in sé per guidare. 

    Aveva parcheggiato lungo la strada, non troppo lontano dal locale. Vi si diresse a piedi, a passo svelto. L’unico rumore era quello dei suoi tacchi che colpivano i ciottoli del marciapiede. Era quasi arrivata quando vide un uomo con il cappuccio avvicinarsi a lei. 

    Rimase perplessa per un attimo. Era forse un ragazzo che l’aveva vista nel locale e voleva cercare di abbordarla prima che fosse troppo tardi? Poi vide il coltello e realizzò cosa stesse per succedere: una rapina.

    Clarissa alzò le mani, l’anello di diamanti che riflesse la luce dei lampioni.

    Senti, qualsiasi cosa tu voglia, sappi che…

    L’uomo non disse una parola, limitandosi a fare un passo avanti per afferrarla. Poi Clarissa sentì un dolore intenso, lancinante, come se qualcuno le avesse tirato un pugno in pieno petto. Capì di essere stata pugnalata.

    L’uomo ritrasse la sua arma per poi pugnalarla ancora e ancora.

    Clarissa voleva gridare, ma non aveva più voce, non aveva più aria nei polmoni. Sentì le gambe improvvisamente deboli e crollò a terra, lo sguardo fisso sul suo aggressore.

    L’uomo non le disse niente, o forse Clarissa non riuscì a sentire le sue parole. Il mondo intorno a lei si stava facendo sempre più buio. Quell’uomo rimase lì, fermo, con sguardo impassibile, come se aspettasse di vedere la vita che abbandonava il suo corpo.

    Clarissa voleva chiedergli perché. Voleva dirgli di salvarla perché doveva sposarsi. Ma non aveva abbastanza forza per farlo. Non poteva fare altro che giacere lì, a terra, ad aspettare che la morte la chiamasse a sé.

    CAPITOLO DUE

    Al quarto piano della sede dell’FBI, Maya osservò la sua nuova squadra, orgogliosa del piccolo gruppo che aveva riunito.

    Fino a una o due settimane prima era da sola, senza contare l’aiuto ufficioso offertole dal detective Marco Spinelli della polizia di Cleveland.

    E adesso il detective era lì in veste ufficiale, alto, slanciato e muscoloso come sempre. Seduto a una scrivania, stava cercando di cogliere un legame tra gli ostaggi del killer della luna piena, le ragazze che quell’uomo chiamava i suoi coniglietti. Era talmente immerso nei fascicoli a cui stava lavorando che Maya riusciva a malapena a riconoscere i lineamenti squadrati che l’avevano sempre affascinata. E che non si stancava mai di guardare.

    Anche l’altro membro della squadra stava lavorando da solo. Samit Patel era un giovane specialista in informatica dalle origini asiatiche, che cominciava a essere leggermente fuori forma a causa di tutto il tempo passato dietro allo schermo di un computer e non sul campo. Vestito sempre di tutto punto, era appena approdato all’FBI. Probabilmente le era stato assegnato perché il vicedirettore Harris voleva rendere chiaro che, solo perché Maya aveva chiesto di essere a capo delle indagini sul killer della luna piena, non per questo avrebbe avuto con sé solo il meglio del meglio.

    Samit, ho un lavoro per te, disse Maya, avvicinandosi alla sua scrivania. Preferiva comunque mantenere una certa distanza per non risultare troppo imponente, visto che Samit era più basso di lei, e non di poco.

    La cura nel modo di vestirsi del giovane significava anche che Maya era incentivata a fare più attenzione a ciò che portava, per esempio assicurandosi di non avere macchie di caffè sui pantaloni, o che i suoi capelli fossero ordinatamente legati in una coda di cavallo.

    Sì, agente Gray?

    Quel modo di porsi nei suoi confronti la fece sentire inevitabilmente vecchia. Sì, aveva solo trentacinque anni, ma tra lei e il giovane informatico correva almeno un decennio. In un altro contesto non avrebbe avvertito alcuna differenza, ma adesso che era lei a dare gli ordini, provò qualcosa di diverso.

    Ho un’informazione sul rapitore, disse. Una delle vittime mi ha detto che ha un tatuaggio: un serpente che mangia un armadillo sotto una luna piena.

    Mi sembra molto specifico, disse Samit, aggrottando le sopracciglia. Non ricordo di aver letto questa informazione sui fascicoli, però.

    La vittima me ne ha parlato personalmente, e io non ho ancora scritto il rapporto. Ecco perché, rispose Maya. Voleva farla sembrare più una faccenda di carattere burocratico che una scelta deliberata. In realtà, aveva deciso di non rivelare quel dettaglio perché non voleva che Harris e gli altri mettessero a rischio altre vite con l’organizzazione dell’ennesima irruzione inutile, pensando di poter catturare il rapitore.

    Dovevano essere sicuri prima di ripartire al suo inseguimento. La sorella di Maya, Megan, era tra gli ostaggi, e il killer le aveva già fatto del male quando avevano provato a catturarlo con un’irruzione in un edificio che si era rivelato completamente vuoto. Un altro degli ostaggi aveva perso un dito dopo un’altra irruzione, mentre un terzo era morto cercando di fuggire. Adesso dovevano procedere con cautela. Non potevano continuare a lanciarsi in irruzioni alla cieca.

    Ok, disse Samit. Do subito un’occhiata, anche se ci potrebbe volere un po’. Ci sono tantissimi tatuatori.

    Inizierei col capire se quel tatuaggio abbia qualche significato, suggerì Maya. Potrebbe essere il simbolo di una gang, un’immagine connessa a un’unità militare o qualcosa del genere. Ma sì, se non dovessi trovare niente, ti toccherà controllare il portfolio dei vari tatuatori, uno a uno. Mi dispiace.

    Samit scosse il capo. Non è un problema. Non è come reindirizzare le email di un cartello della droga, o un intero sistema aziendale. Dovrebbe essere molto più fattibile.

    Maya non poté fare altro che ammirare l’ottimismo del giovane informatico. Perlomeno ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe lavorato al solo collegamento diretto che poteva condurli al killer della luna piena. Sua sorella si era assunta un rischio notevole per trasmetterle quell’informazione. Adesso la responsabilità di farne tesoro spettava solo a lei.

    Si avvicinò quindi a Marco. Loro due si sarebbero occupati degli altri aspetti del caso, perlomeno per il momento. Marco sollevò lo sguardo verso Maya e le sorrise.

    E dire che pensavo che lavorare per l’FBI mi avrebbe fatto prendere una pausa dalle scartoffie e dalla ricerca di collegamenti vari…

    Ti stai forse pentendo di esserti unito a noi? chiese Maya. Marco era stato trasferito dalla polizia di a Cleveland, e l’ultima cosa che Maya voleva era che si pentisse della sua decisione. Apprezzava molto la sua presenza. O meglio, le piaceva davvero averlo al suo fianco.

    No, disse Marco, con tono deciso. So che quello che sto facendo potrebbe permettere di salvare delle vite e di catturare uno dei serial killer più pericolosi ancora a piede libero.

    Maya rivolse una rapida occhiata alla postazione di Samit, nel tentativo di ricordare a Marco che l’informatico non sapeva ciò di cui loro due erano ben consapevoli: che il rapitore era in realtà il killer della luna piena.

    Sempre se uno di questi casi ci porti a lui, disse Maya, cercando di dare l’impressione che stessero ancora lavorando alla teoria secondo cui il rapitore stava solo cercando di dare la caccia al killer della luna piena attraverso i suoi crimini. Quella era un’altra informazione che, per il momento, le era sembrato necessario tenere lontana dai fascicoli e anche dalle orecchie di Harris.

    Vale comunque la pena controllare, rispose Marco, cogliendo il messaggio al volo. Samit era appena entrato nella squadra e, per quanto fosse utile alle indagini, era meglio che quell’informazione restasse tra loro due, perlomeno per adesso.

    Hai qualcosa sull’artista rapita? chiese Maya.

    Ci sto lavorando, disse Marco. So che si chiama Tori Blauer e ho dato un’occhiata al suo portfolio artistico e ai suoi profili sui social. Giovane, studiava arte all’università, qualcuno l’ha rapita proprio davanti alla galleria che avrebbe ospitato la sua prima mostra.

    C’è qualcuno di nuovo che interagiva sui suoi profili social? chiese Maya. D’altronde, era una possibilità. Il killer della luna piena doveva pur selezionare le sue vittime in qualche modo. Magari scandagliava vari profili online fino a trovare la persona giusta.

    Direi di no, disse Marco. Non sembra avere nuovi amici o follower. Ma suppongo anche che il nostro rapitore sia più furbo di così.

    Marco non aveva tutti i torti. Il killer della luna piena era abile a coprire le sue tracce, e anzi, a non lasciarne affatto. Ormai avevano recuperato diversi ostaggi, e l’unica informazione personale che lo riguardava era quel tatuaggio sull’avambraccio. I dettagli che pensavano di aver scoperto si erano rivelati trappole orchestrate dal serial killer stesso, che aveva manipolato gli ostaggi in modo che li ricordassero e li riportassero all’FBI.

    Dovevano però trovare un modo per avvicinarsi a lui. Un modo che non fosse così ovvio, e che non gli fornisse il pretesto per fare del male ad altre donne.

    Maya si sedette accanto a Marco, cercando di ignorare la vicinanza tra di loro. Dovevano mantenere un atteggiamento professionale. Erano lì per lavorare, per cercare di salvare delle vite umane. E per farlo, dovevano concentrarsi sul lavoro, e non sull’altro.

    Si sforzò quindi di concentrarsi sui fascicoli digitali del caso. Marco aveva aperto varie finestre con i fascicoli dei vari ostaggi del killer della luna piena, così da poter saltare da uno all’altro alla ricerca di eventuali legami.

    Maya ormai conosceva i loro nomi e il loro passato praticamente a memoria. Liza, Gabi, Katya, Carmel. Sua sorella, Megan. E ora la giovane artista, Tori.

    All’inizio delle indagini aveva già pensato che il rapitore avesse preso di mira giovani donne con ambizioni artistiche, principalmente in base ai profili di Liza Carty e di Megan. Progressivamente, era diventato chiaro che non tutte le altre donne rispettavano quel criterio, quindi doveva esserci qualcosa di diverso che collegava gli ostaggi del killer.

    Tutte erano esposte a un

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