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Eccola che corre (Un Thriller con l’Agente FBI Mia North—Libro 1)
Eccola che corre (Un Thriller con l’Agente FBI Mia North—Libro 1)
Eccola che corre (Un Thriller con l’Agente FBI Mia North—Libro 1)
E-book256 pagine3 ore

Eccola che corre (Un Thriller con l’Agente FBI Mia North—Libro 1)

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Info su questo ebook

Quando l’agente speciale dell’FBI Mia North viene incastrata per omicidio, si trova condannata a un anno di prigione e la sua vita e carriera sono finite. Ma quando Mia, non volendo arrendersi, scappa e diventa una fuggitiva, continua a dare la caccia agli assassini e a risolvere casi attivi: il tutto tentando sempre di salvare la propria reputazione.

In ECCOLA CHE CORRE (UN THRILLER CON L’AGENTE FBI MIA NORTH—LIBRO 1), l’agente speciale Mia North è una stella nascente dell’FBI. Questo fino a che un elaborato piano la porta a un’accusa di omicidio e a una condanna alla prigione. Quando una fortunata pausa le permette di fuggire, Mia si trova a essere una fuggitiva, in fuga e dalla parte sbagliata della legge per la prima volta in vita sua. Non può vedere la sua giovane figlia, e non ha alcuna speranza di tornare alla sua vita di un tempo.

Si rende conto che l’unico modo di riprendersi la sua vita è dare la caccia a chiunque l’abbia incastrata.

Un diabolico assassino che un tempo Mia ha messo dietro alle sbarre è in libertà vigilata. La stuzzica e prende in giro mentre lei è in prigione, ora dall’altra parte del vetro, durante le visite esterne, e si vanta di un omicidio che sta per commettere. Mia, rinchiusa in prigione, non avrà modo di fermarlo.

Con il tempo che scorre inesorabile, Mia deve usare il suo migliore istinto per fuggire, evadere la legge e fermarlo prima che uccida la sua prossima vittima. Riuscirà a dare la caccia a un assassino e a salvare la prossima vittima… e se stessa?

Si ritroverà di nuovo in prigione?

O peggio, alla mercè dell’assassino, senza nessuno a coprirle le spalle?

Un racconto incalzante e pieno zeppo d’azione, la serie di MIA NORTH è un emozionante thriller, colmo di suspense, sorprese, svolte e colpi di scena inaspettati. Ti innamorerai di questa nuova e brillante protagonista femminile e ti troverai a girare le pagine fino a notte fonda.

Sono ora disponibili i libri #2 e #3 della serie: ECCOLA CHE SI NASCONDE e ECCOLA GRIDARE.
LinguaItaliano
EditoreRylie Dark
Data di uscita16 giu 2022
ISBN9781094355498
Eccola che corre (Un Thriller con l’Agente FBI Mia North—Libro 1)

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    Anteprima del libro

    Eccola che corre (Un Thriller con l’Agente FBI Mia North—Libro 1) - Rylie Dark

    cover.jpg

    E C C O L A  C H E  C O R R E

    (Un Thriller con l’Agente FBI Mia North—Libro 1)

    R y l i e  D a r k

    Rylie Dark

    L’esordiente Rylie Dark ha al scritto la serie THRILLER CON L’AGENTE SADIE PRICE, che si compone (al momento) di tre libri; la serie THRILLER CON L’AGENTE FBI MIA NORTH che si compone (al momento) di tre libri; la serie THRILLER CON L’AGENTE CARLY SEE, composta (al momento) da tre libri.

    Amante della lettura e fan da sempre di libri gialli e thriller, Rylie riceve con piacere i vostri commenti, perciò non esitate a visitare la sua pagina www.ryliedark.com per saperne di più e restare in contatto.

    Copyright © 2021 di Rylie Dark. Tutti i diritti riservati. A eccezione di quanto consentito dall’U.S. Copyright Act del 1976, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuitao trasmessa in alcuna forma o in alcun modo, o archiviata in un database o in un sistema di raccolta, senza previa autorizzazione dell’autore. Questo ebook è concesso in licenza esclusivamente ad uso ludico personale. Questo ebook non può essere rivenduto né ceduto ad altre persone. Se desidera condividere questo libro con un'altra persona, la preghiamo di acquistare una copia aggiuntiva per ogni beneficiario. Se sta leggendo questo libro e non l’ha acquistato, o non è stato acquistato esclusivamente per il suo personale uso, la preghiamo di restituirlo e di acquistare la sua copia personale. La ringraziamo per il suo rispetto verso il duro lavoro svolto da questo autore. Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, imprese, organizzazioni, luoghi, eventi e incidenti sono il prodotto della fantasia dell’autore o sono usati romanzescamente. Qualsiasi somiglianza con persone reali, vive o morte, è del tutto casuale. Immagine di copertina Copyright Drezik, utilizzata sotto licenza da Shutterstock.com.

    LIBRI DI RYLIE DARK

    UN THRILLER CON L’AGENTE FBI MIA NORTH

    ECCOLA CHE CORRE (Libro #1)

    THRILLER CON L’AGENTE SADIE PRICE

    SOLO OMICIDIO (Libro #1)

    SOLO RABBIA (Libro #2)

    INDICE

    CAPITOLO UNO

    CAPITOLO DUE

    CAPITOLO TRE

    CAPITOLO QUATTRO

    CAPITOLO CINQUE

    CAPITOLO SEI

    CAPITOLO SETTE

    CAPITOLO OTTO

    CAPITOLO NOVE

    CAPITOLO DIECI

    CAPITOLO UNDICI

    CAPITOLO DODICI

    CAPITOLO TREDICI

    CAPITOLO QUATTORDICI

    CAPITOLO QUINDICI

    CAPITOLO SEDICI

    CAPITOLO DICIASSETTE

    CAPITOLO DICIOTTO

    CAPITOLO DICIANNOVE

    CAPITOLO VENTI

    CAPITOLO VENTUNO

    CAPITOLO VENTIDUE

    CAPITOLO VENTITRÉ

    CAPITOLO VENTIQUATTRO

    CAPITOLO VENTICINQUE

    CAPITOLO VENTISEI

    CAPITOLO VENTISETTE

    CAPITOLO VENTOTTO

    CAPITOLO VENTINOVE

    CAPITOLO UNO

    Ci siamo.

    Sporgendosi in avanti sul sedile anteriore della Camry in dotazione ai federali, Mia North vide la limousine che pedinava da un’ora rallentare e fermarsi davanti a un mini-market ricoperto di graffiti. Tenendosi a distanza, si infilò in un parcheggio a pagamento deserto dall’altra parte della strada, sperando che l’addetto alla cassa non si prendesse anche i suoi cerchioni, oltre ai cinque dollari. Poi, con i tergicristalli in funzione per respingere la pioggia battente, osservò attraverso il parabrezza, rigirandosi sul mignolo l’anello con la finta perla, in attesa che succedesse qualcosa.

    I finestrini della limousine erano oscurati, quindi non si vedeva alcun movimento all’interno. Nessuno scese. Almeno, non all’inizio. La schiera di gentaglia fuori dal minimarket - lì per spacciare droga, prostituirsi o fare qualunque cosa facessero in quartieri malfamati come questo - osservava attentamente, perché c’era solo un motivo per cui un’auto come quella si trovasse nel centro di Dallas dopo il tramonto.

    E non era niente di buono.

    Mia fece un respiro, poi un altro, poi afferrò un pacchetto di chewingum alla menta, ne scartò uno e se lo infilò in bocca per calmarsi.

    Offrì il pacchetto al suo partner, David, ma lui scosse la testa. Sai, se ti sbagli, Pembroke ti farà il culo.

    Era vero. Per fortuna, l’agente Pembroke aveva un debole per lei. O almeno, così credeva. Non che quell’osso duro l’avrebbe mai ammesso, ma i risultati non mentivano. Grazie alla propria tenacia, Mia era considerata tra i migliori agenti della sede di Dallas-Fort Worth, quindi si era guadagnata il favore di Pembroke. Duro come un bulldog con la maggior parte degli agenti, a lei invece concedeva qualche piccola libertà d’azione.

    Ma persino Mia doveva ammettere che stavolta la sua teoria si spingeva ben oltre i limiti di sicurezza.

    Quando avevano deciso di seguire l’uomo fuori dal suo lussuoso appartamento di Highland Park, sperava che sarebbe stata una cosa semplice. Si augurava di riuscire a trovare altre prove schiaccianti da aggiungere al mucchio, e di finire l’operazione entro cena.

    Era ciò che aveva sperato. E quello che sperava non coincideva mai con quello che succedeva in realtà.

    Perché era troppo bello. Troppo bello per rinunciare.

    Ancora una volta, si ritrovò a pensare a sua figlia di otto anni, Kelsey, che si metteva a letto, senza la mamma che le dava il bacio della buonanotte.

    Ma quella piccola gita a Cedar Crest? Doveva essere sulla strada giusta. Osservando le strade piene di spazzatura e le vetrine vuote, sapeva solo che quel quartiere era probabilmente il luogo dove i sogni andavano a morire. Nessun politico emergente ordinario avrebbe fatto campagna elettorale in quella strada malfamata di sabato sera; ma evidentemente, Wilson Andrews era tutt’altro che ordinario.

    Videro una prostituta - doveva essere una prostituta, visto l’abito attillato che le copriva a malapena il sedere - avvicinarsi all’auto del sospettato. Il finestrino si abbassò.

    Tutto qua? Vuole solo spassarsela un po’? borbottò David. Fantastico. Sabato sprecato.

    No... disse Mia, anche se, naturalmente, anche un’accusa di adescamento sarebbe stata abbastanza nociva per la carriera di un politico emergente. Però la sua teoria non aveva niente a che fare con quello. Non credo si tratti di questo.

    Come previsto, la prostituta fece spallucce e si allontanò dalla macchina, con un’espressione delusa in viso.

    Tutto questo non sta portando da nessuna parte, brontolò David, controllando il cellulare. Perché ci sta mettendo così tanto? Se ha intenzione di fare qualcosa, vorrei che lo facesse e basta. Mi sto perdendo la prima partita di Frank.

    Due anni fa, prima di essere convocato per il programma e di frequentare Quantico, David faceva l’insegnante di matematica al liceo, ed era abituato al fatto che le cose seguissero un programma. Ma dopo dieci anni di servizio, una cosa Mia l’aveva imparata: all’FBI non era un posto dove i programmi avessero importanza..

    Dai tempo al tempo.

    David sospirò.

    Lei guardò l’orologio sul cruscotto e gli rivolse uno sguardo comprensivo. I loro figli avevano circa la stessa età, e Frank giocava in prima base, quell’anno. David, padre single per cui il figlio era tutta la sua vita, ne era davvero orgoglioso.

    Il desiderio di dichiarare conclusa l’operazione e tornare a casa era molto forte, ma Mia era certa di essere sulla strada giusta, questa volta. Aspetta. Aspetta e basta. Ancora un paio di minuti. Te lo prometto.

    David aprì la bocca per sbadigliare, quando la portiera dell’auto si aprì. Mia gli diede una gomitata, forte.

    Il suo compagno si drizzò sul sedile come se avesse una scopa su per il culo quando apparve Wilson Andrews. I folti capelli brizzolati erano pettinati alla perfezione e il suo completo a tre pezzi non aveva una piega, come se avesse intenzione di tenere un discorso davanti a un gruppo di dignitari.

    Ed era proprio quello che aveva fatto poco prima, quel giorno. Era il numero uno tra i candidati alla carica di senatore dello Stato. La gente amava Wilson Andrews, leccapiedi e straordinario venditore di promesse.

    Sfortunatamente, i suoi molti ammiratori non si rendevano conto di che razza di farabutto fosse. E questo non aveva niente a che fare con il suo rifiuto di finanziare il disegno di legge che offriva assistenza sanitaria gratuita ai bambini.

    No, come Mia intendeva dimostrare, andava ben oltre la normale slealtà dei politici.

    David, che non era esattamente Calvin Klein e possedeva un solo paio di jeans che indossava incessantemente, lo fissò con disgusto. Cacchio. Secondo te quell’uomo indossa mai qualcosa che non sia un completo?

    Ha una reputazione da difendere, mormorò lei, osservandolo.

    Certo, in quel posto dava parecchio nell’occhio. Ma forse non gli importava più. Aveva presumibilmente fatto un sacco di cose sbagliate, era stato coinvolto in moltissimi loschi affari e non si era mai beccato nemmeno una tirata d’orecchi. E adesso, probabilmente, si credeva invincibile. Famosi miliardari con amici ai piani alti, gli Andrews erano come una famiglia reale da quelle parti, invincibili come i Kennedy e i Clinton.

    Proprio per questo, quando aveva preso quelle ragazze minorenni, credeva di poterla fare franca.

    Beh, si presumeva che avesse preso quelle ragazze. Anche se Mia era l’unica a presumerlo. Ma dentro di sé, non era solo un’ipotesi, lo sapeva.

    Ecco perché si aggirava furtivamente come un criminale. Aveva scritto in fronte Poco di buono. Wilson Andrews III si guardò intorno e poi andò al bagagliaio, che aprì. Cominciò a tirare fuori alcuni sacchi di plastica, poi, dopo essersi caricato le braccia, attraversò la strada correndo, verso la loro macchina.

    Loro si abbassarono mentre lui passava. Dove sta andando? Pensi davvero che abbia rapito quelle ragazze?

    Mia annuì. Sicuramente. Ne aveva le prove, montagne di prove: registri che riportavano telefonate a tarda notte, strane ricerche su internet. Per non parlare del fatto che Sara era la figlia sedicenne del suo vecchio amico e compagno di stanza alla Rice University. Una mattina era scomparsa, mentre andava a scuola. Poi, due settimane dopo, era sparita anche la sua compagna di classe e migliore amica, Chloe Braxton. Senza testimoni e con poche piste, il caso si era raffreddato, fino a quando Mia aveva deciso di indagare.

    E tutte le strade portavano a un solo uomo. Esaminando le cataste di prove che la polizia locale aveva raccolto, Mia aveva notato che c’era un nome che continuava a venire fuori: Wilson Andrews. Per quanto fosse impegnato, aveva organizzato le squadre di ricerca per trovarla. Aveva offerto una ricompensa se fosse tornata sana e salva. E secondo quanto riferito dalla madre della ragazza, prima della scomparsa Andrews le era stato vicino in modo quasi anomalo, offrendole dei passaggi a scuola e cose del genere. Questo aveva fatto scattare una serie di campanelli d’allarme nella testa di Mia.

    Riusciva a immaginarselo senza problemi: lui l’aveva seguita, forse le aveva offerto un passaggio a scuola, poi aveva allungato le mani e lei aveva reagito; poi lo aveva spaventato, dicendogli che avrebbe spifferato tutto.

    Ma non poteva permetterlo. Così aveva fatto quello che andava fatto.

    Sfortunatamente, nessun altro alla centrale credeva alla teoria di Mia, nonostante i sei precedenti casi irrisolti che era riuscita a chiudere nel corso dei suoi nove anni di servizio all’FBI. Wilson Andrews, a quanto pareva, aveva amici potenti. Nessuno voleva toccarlo.

    Così, anche Mia aveva fatto quello che andava fatto. Era rimasta in silenzio, aspettando il momento giusto, tenendolo d’occhio, raccogliendo tante piccole informazioni da aggiungere al suo dossier, ma adesso...

    Adesso era il momento di andare.

    Mischiato all’adrenalina, il chewingum aveva un sapore amaro. Lo sputò nell’involucro, che lanciò nel porta bicchieri. Una volta che Andrews si fu allontanato abbastanza dall’auto, Mia aprì la portiera e scese, rabbrividendo sotto la pioggerellina.

    Sbrigati, mormorò a David, avviandosi dietro il loro bersaglio.

    David sollevò il suo fisico da culturista dal sedile del passeggero e la affiancò. Attraversando il parcheggio, Mia vide il loro bersaglio intrufolarsi in una recinzione metallica tramite uno squarcio, per poi scomparire tra due edifici in mattoni. Per tutto il tempo si guardò intorno, come temendo che qualcuno lo vedesse.

    Sembrava esattamente ciò che Mia sperava e temeva allo stesso tempo... cioè che Andrews fosse implicato nelle terribili cose di cui lei lo sospettava.

    Sfiorò con la mano il calcio della pistola all’altezza del petto. Sentirla lì le dava un senso di sicurezza. Aumentando il passo, si affrettò a seguirlo mentre lui correva attraverso il vicolo buio e stretto, disseminato di rifiuti puzzolenti. Le sue scarpe furono presto rovinate da pozze di acqua melmosa.

    Quando il vicolo si aprì su un cortile quadrato, Mia si guardò intorno, confusa. No. Non poteva averlo perso. Non dopo tutto questo.

    Si voltò indietro, esasperata, verso il suo giovane collega. Ma dove...

    Si udì un colpo di pistola. Vicino. Lo sentì conficcarsi nella baracca di legno accanto a lei.

    Mia si tuffò a terra per ripararsi. Qualcuno mi sta sparando.

    In preda all’agitazione, sollevò lo sguardo, cercando di capire da dove fosse arrivato il colpo. Ma stava cominciando a calare la notte, e una sottile nebbia si stava formando nel cortile deserto. Tutto era avvolto nell’oscurità.

    Là! gridò David, e partì all’inseguimento.

    Lei gli corse dietro, cercando di raggiungerlo. Non fu troppo difficile, visto che David era portato per la forza, non per la velocità. Le sarebbe seccato se, dopo tutto il lavoro che aveva fatto, fosse stato David a fermarlo.

    Mia svoltò un angolo, nettamente davanti a David, e si ritrovò in un vicolo stretto senza ostacoli fra lei e l’uomo che correva verso una recinzione di rete metallica. Nessuna via d’uscita.

    Ce l’aveva in pugno.

    Senza fermarsi, afferrò la sua Glock, estraendola dalla fondina ascellare.

    FBI! Fermo! gridò Mia, puntandola contro il politico.

    Lui ubbidì senza esitazione, quasi troppo. Si voltò, con le mani alzate, vuote, senza armi a vista, e con un sorriso inquietante. Il bastardo stava probabilmente già pensando a chi contattare per farsi tirare fuori da quel pasticcio. Il capo della polizia. Il governatore. Erano tutti suoi grandi amici. O magari un membro della sua ricca famiglia. Dovevano avere agganci con qualche squallido avvocato. Se avesse arrestato Andrews adesso, senza avere prove concrete, c’erano ottime possibilità che sarebbe tornato in libertà quella sera stessa.

    Che ci fa da queste parti, Andrews? abbaiò lei, avvicinandosi con cautela sul terreno ricoperto di solchi di biciclette ed erbacce.

    Non credo di doverle rispondere, agente, disse lui placidamente. Non sono affari suoi.

    "Oh, eccome se sono affari miei. Ci stava sparando. È fuggito da noi. E ha con sé... rovistò con un piede nei sacchi ai suoi piedi. Candeggina, nastro adesivo, sacchi di plastica... Ma certo, sta solo facendo una passeggiata."

    Andrews sbuffò divertito. Prima di tutto, non sono stato io a spararvi. È stato qualcun altro. Non siamo nel quartiere migliore della città, purtroppo. Sospirò: Perquisitemi, se volete. Non ho armi. E poi, il suo partner mi ha inseguito al buio senza presentarsi. Non avevo idea di chi fosse. Può biasimarmi se sono scappato da Conan il barbaro? È un energumeno.

    Mia lo guardò a occhi stretti. Ci sapeva fare con le parole, e la sua untuosità non faceva altro che insospettirla ulteriormente. Quel farabutto aveva dodici punti di vantaggio nei sondaggi? Gli elettori dovevano essere ciechi perché fosse salito nelle classifiche così rapidamente. Mia ne aveva abbastanza delle sue scuse. Dove sono Sara Waverly e Chloe Braxton?

    Andrews spalancò gli occhi con finta indignazione. Lei aveva dedicato abbastanza tempo a studiare il suo profilo da sapere che era un attore provetto. All’università aveva persino fatto parte della compagnia di attori della Rice. Nessuno poteva credere a niente di quello che diceva o faceva. E io come faccio a saperlo?

    Mia diede un calcio al sacco e scandì ogni singola parola: Mi dica dove sono.

    Se proprio vuole saperlo, ho comprato casa in questo quartiere. La sto ristrutturando.

    Ha comprato casa a Cedar Crest? ripeté David, dubbioso.

    Andrews annuì.

    Stronzate. Il rilevatore di palle era alle stelle. Non era esattamente il quartiere giusto per una villetta estiva, e nemmeno per un appartamento in affitto. A causa della criminalità dilagante, il valore delle abitazioni da quelle parti stava precipitando, e in fretta. Qual è l’indirizzo?

    Quarantasette di Prescott.

    Voglio controllare.

    Lui scrollò le spalle. Naturalmente. Non mi aspetto che mi crediate sulla parola.

    Non aveva scelta. Forse, solo forse, avrebbe trovato qualcosa che l’avrebbe aiutata a risolvere il caso della scomparsa di Sara. Poteva solo sperare.

    Anche se avesse trovato altri indizi che li portassero al luogo in cui si trovava il corpo di Sara Waverly, avrebbe probabilmente ricevuto una lavata di capo - forse anche peggio - dall’agente responsabile Pembroke. Ma lei stava solo facendo il suo lavoro. E forse era solo un presentimento o l’intuito femminile, ma quel che era giusto, era giusto. Il filmato della conferenza stampa dei poveri genitori di Sara che supplicavano con occhi rossi e tormentati che la ragazza tornasse sana e salva, l’aveva quasi lasciata in lacrime. Sapeva meglio di chiunque altro cosa stavano passando.

    Questo verme meritava di stare dietro le sbarre, e non solo per la povera Sara.

    Afferrando le manette, abbaiò: Si volti. Mani dietro la schiena.

    Lui obbedì, come se l’avesse già fatto mille volte, sempre composto senza sforzo. Se ne pentirà, agente North.

    Allora sapeva il suo nome. Se la sua intuizione si fosse rivelata sbagliata, probabilmente non avrebbe avuto scampo. Già si immaginava Wilson Andrews parlar male di lei, tra dieci anni, dalla sua scrivania nello Studio Ovale.

    Decise di non ammanettarlo ancora.

    Avanti. Gli diede un colpetto. Ci mostri questa casa.

    Lui fece spallucce con aria insolente e si avviò da dove erano arrivati. A tratti, sembrava trascinare i piedi. Guardò David, che sembrava avere scritto in faccia: Questa è una pessima idea.

    Fidati di me, gli sussurrò, anche se in quel momento non era sicura di potersi fidare di se stessa.

    Su Broad Street, la

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