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Sociologia e Psicologia: Un dialogo necessario per la salute e il benessere delle persone e delle comunità. La lectio magistralis di Amalio Blanco Guido
Sociologia e Psicologia: Un dialogo necessario per la salute e il benessere delle persone e delle comunità. La lectio magistralis di Amalio Blanco Guido
Sociologia e Psicologia: Un dialogo necessario per la salute e il benessere delle persone e delle comunità. La lectio magistralis di Amalio Blanco Guido
E-book168 pagine2 ore

Sociologia e Psicologia: Un dialogo necessario per la salute e il benessere delle persone e delle comunità. La lectio magistralis di Amalio Blanco Guido

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Nella prospettiva di una sociologia non solo interessata alla diagnosi sociale, ma anche finalizzata alla risoluzione dei problemi sociali, per generare salute e benessere delle persone e delle comunità, la riflessione di Gianluca Piscitelli si presenta particolarmente significativa.
Ciò in quanto, partendo dalla riflessione di Amalio Blanco, si apre subito al confronto con un noto psicologo bolognese e con sociologi che si sono caratterizzati non per le attività accademiche, ma per qualificate attività professionali in diversi contesti sociali.
Perciò, il contributo offerto in questo testo non è particolare né occasionale, ma è volto a provocare riflessioni e contributi anche da parte di altri sociologi che operano sul campo, con diverse attività in diversi contesti professionali.
LinguaItaliano
Data di uscita25 ago 2022
ISBN9788832762648
Sociologia e Psicologia: Un dialogo necessario per la salute e il benessere delle persone e delle comunità. La lectio magistralis di Amalio Blanco Guido

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    Anteprima del libro

    Sociologia e Psicologia - Remo Siza

    A partire dalla lectio magistralis di Amalio Blanco

    di Gianluca Piscitelli

    "La tesi principale della sociologia della conoscenza è che ci sono aspetti del pensare, i quali non possono venire adeguatamente interpretati, finché le loro origini sociali rimangono oscure.

    È senz’altro vero che l’individuo pensa. Non esiste sopra o sotto di lui un’entità metafisica, quale la coscienza di gruppo, di cui il singolo potrebbe, nel migliore dei casi, riprodurre le idee. Nondimeno, sarebbe falso dedurre da un tale fatto che le idee e i sentimenti di un individuo abbiano origine in lui solo e possano essere convenientemente spiegati sull’unica base della sua esperienza-(...) A rigore, non è corretto dire che il singolo individuo pensa.

    È molto più esatto affermare che egli contribuisce a portare avanti il pensiero dei suoi predecessori. Egli si trova ad ereditare una situazione in cui sono presenti dei modelli di pensiero ad essa appropriati e cerca di elaborali ulteriormente, o di sostituirli con altri, per rispondere, nel modo più conveniente, alle nuove esigenze, nate dai mutamenti e dalle trasformazioni occorse nella realtà"

    Karl Mannheim, Ideologia e Utopia

    Fino a quando non saranno prese in debita considerazione tutte le dimensioni dell’essere umano, non sarà possibile conseguire uno stato di salute e benessere pieno, in sintonia con l’ambiente sociale e naturale. Ciò vuol dire riconoscere che la realtà degli individui non è solo fisica e psichica, ma anche sociale.

    Da qui la necessità che la sociologia e la psicologia, assieme alle altre scienze umane, ritrovino il coraggio di confrontarsi e di collaborare insieme per il conseguimento del benessere dell’umanità.

    Di questo e degli aspetti teorico-pratici dell’intervento psico-sociale, che chiama in causa tanto i sociologi quanto gli psicologi, si è discusso nel corso di una conferenza via web lo scorso 2 luglio per iniziativa dell’Universidad del Atlantico (con sede a Baranquilla, Colombia) e con il coordinamento di Fernando Yzaguirre, ordinario di Sociologia generale e responsabile del seminario virtuale. La conferenza ha avuto il patrocinio della Facoltà di Scienze Umane e del Gruppo di Ricerca Enlace impegnato nell’attività di produzione scientifica concernente l’Intervento psicosociale e il focus clinico nelle scienze sociali.

    La portata eccezionale di questo evento (che è possibile rivedere, in lingua originale, cliccando qui: https://www.facebook.com/rosethrolando.montenegropalomino/videos/10217817693615670/?t=79) si misura non solo in considerazione dei numerosi docenti, ricercatori, studenti e professionisti della salute di diverse discipline, che si sono collegati da ogni parte dell’America Latina e della Spagna; ma, soprattutto, per la levatura di uno dei sociologi e psicologi ancora viventi che hanno contribuito a definire un approccio che integra le scienze umane – quindi, non solo sociologia e psicologia – finalizzato al conseguimento del pieno benessere delle persone: Amalio Blanco. Il Prof. Amalio Blanco, accademico dell’Università Complutense di Madrid è stato docente, professore emerito e decano in numerose Università del Sud America e vengono considerati originali i suoi contributi per dar corpo e autorevolezza d’intervento alla psicologia sociale applicata.

    Dopo l’avvio dei lavori da parte di Yzaguirre, il Prof Blanco ha aperto il suo intervento - dal titolo Relación, Intervención y Bienestar (Relazione, Intervento e Benessere, N.d.T.) - invitando a riflettere sul ruolo del pubblico nelle nostre società, un ambito di cui Blanco dichiara di essere uno strenuo difensore a tal punto da affermare che se al settore pubblico fosse stato riconosciuto un maggior protagonismo nel corso di questa pandemia, non avremmo assistito al disastro che in realtà c’è stato. Blanco aggiunge che il concetto di pubblico che lui considera strettamente connesso con quello di comunitario, è un concetto di base nella pratica d’intervento. In realtà staremmo transitando da un modello di società, di ordine sociale che tra la fine del secolo XIX e l’inizio del XX era fondato sulla ragione - cosa che ha spinto a marginalizzare le relazioni e i modelli di relazione interpersonali; a un modello di ordine sociale, di società, e di comportamento interpersonale e intergruppale che pone la relazione, l’interazione al centro dei propri interessi.

    Le scienze umane e sociali, così, possono approfittare dell’emergenza pandemia per dare prova di quanto siano in grado di dare risposta a un importante problema sociale che tocca milioni e milioni di persone. Un problema che, pur non essendo nato come un problema sociale, lo è poi diventato soprattutto se guardiamo le sue conseguenze. E c’è una particolarità in più: tutti i modelli economici, economicistici, neoliberali oggi imperanti, non sono stati in grado di dare una risposta alla pandemia da Covid-١٩.

    Tutto ciò che finora abbiamo a nostra disposizione contro la pandemia, infatti, sono solo le risposte che i nostri antenati avevano già approntato contro la grandi epidemie che hanno pesantemente afflitto l’umanità nel passato, come la peste bubbonica, il vaiolo, l’influenza spagnola. Ossia, la distanza fisica e una copertura per proteggere le vie aeree durante la respirazione. Ma c’è una cosa più importante che l’umanità del passato avrebbe messo in gioco: la solidarietà, come esercizio di reciprocità. Invece, tutti i grandi avanzamenti tecnologici, tutti i modelli matematici ed economici di oggi non si stanno dimostrando capaci di dare una risposta a questa nuova sfida.

    Blanco ricorda poi il grande contributo scientifico offerto dalJosé Ramon Torregrosa, sociologo accademico della Universidad Complutense de Madrid scomparso nel 2016, che ha saputo integrare nella sua pratica d’insegnamento e d’intervento sociale la psicologia sociale e la sociologia. Dovremmo, allora, riprendere in considerazione la sua idea di una psicologia sociale sociologica, come amava definirla, intesa come il campo in cui tutte le discipline sociali e umane possono ritrovarsi. Ma, è altresì necessario giungere ad un punto d’intesa in cui la metodologia non sia più oggetto di contesa o di disputa, che divida gli studiosi, i ricercatori e i professionisti.

    La metodologia non può essere più considerata quasi nei termini di una questione di fede o di appartenenza di partito nel quale, magari, si milita. Possiamo scegliere sia la metodologia qualitativa sia quella quantitativa, è questo un problema di opportunità in relazione al fenomeno che andiamo studiando e del problema rispetto al quale siamo chiamati ad intervenire: l’importante, semmai, è che la metodologia scelta sia applicata in maniera corretta.

    Un’altra originale idea di Torregrosa parte dalla seguente domanda: che tipo di riflessione ha fatto l’uomo su se stesso, nell’arco della storia? A qualsivoglia sociologo e psicologo sociale verrebbe così alla mente George Herbert Mead (intento a lavorare sulle seguenti domande: cosa penso di me stesso? Come costruisco l’immagine di me stesso?), il quale nelle sue opere e con il suo insegnamento ha più volte ribadito che tutte le nostre costruzioni avvengono attraverso gli altri e l’altro interiorizzato. Se così è, la relazione è un elemento fondamentale della vita sociale, per la ricerca e l’intervento in psicologia sociale, in sociologia e nelle scienze sociali in generale.

    Gli effetti delle relazioni sociali sono diversi; possono essere macrosociali da un punto di vista del modello economico, però anche microsociali con riferimento alle dinamiche di potere, sottomissione, della relazione di dipendenza che si manifesta, ad esempio, nei casi della xenofobia o del machismo. A tal riguardo ci vengono in aiuto Peter Ludwig Berger e Thomas Luckmann che con il loro intramontabile classico La realtà come costruzione sociale ci avvertono che l’ordine sociale non è creato da nessun potere sovrannaturale e non è fondato su fatti naturali, ma è creato, costruito per la mera e assoluta volontà dell’essere umano. Ciò, per Blanco, ha un’importanza decisiva dal punto di vista dell’intervento sociale perché tutto ciò che è stato costruito, può essere cambiato. Ogni pretesa, anche religiosa, di legittimazione di potere è inaccettabile e anche un potere che si fonda sulla religione può essere messo in discussione e cambiato. E, soprattutto se pregiudica danno, distruzione sociale, conflitto o violenza contro le persone, deve essere cambiato. Deve essere cambiato quando crea condizioni di vita per cui milioni di persone versano nella povertà totale. Quindi, l’ordine sociale può e deve essere cambiato.

    José Ramon Torregrosa ha poi avuto un altro grande merito: quello di considerare l’interazione sociale come il livello prioritario di analisi e d’intervento sociale. Non dobbiamo, pertanto, fare troppe speculazioni intorno ai termini di interazione e di relazione: la nostra filogenia e ontogenia, soprattutto quest’ultima si fonda, si basa sulla relazione. Si apre così una strada per la ricerca e per l’intervento sociale foriera di rilevanti sviluppi proprio a partire dalle intuizioni summenzionate, che brevemente riassumiamo come segue: primo, i fatti sociali sono creati dagli esseri umani; secondo, la stragrande maggioranza dei problemi sociali dipendono o hanno la loro origine da specifici modelli di relazione interpersonale e intergruppale; infine, l’ordine e la struttura macro e microsociale sono fondate su quegli specifici modelli relazionali. Ovviamente, l’atto riflessivo genera delle credenze sulle quali, poi, si fondano le strutture del mondo in cui viviamo.

    Alcune credenze sono costruttive, altre sono fallaci: è il caso, ad esempio, dell’etnocentrismo, ossia l’idea della superiorità di un etnia su altre; oppure, le idee che dovrebbero legittimare la supremazia di una religione sulle altre; o ancora, il machismo, che giustificherebbe ogni atto di prepotenza inflitto dagli uomini alle donne e, ovviamente, alla base anch’esso dell’atteggiamento omofobico. Queste credenze fallaci, inoltre, possono trovare un fattore di rafforzamento nel cosiddetto favoritismo intra-gruppale, che ha sempre una base sociale.

    Ma Amalio Blanco è stato un testimone illustre dell’opera di altri grandi del pensiero psicosociologico come Ignacio Martín-Baró. Conobbe personalmente, infatti, il sacerdote gesuita che insegnava psicologia all’Università del Salvador, dove venne trucidato nel 1989 da uno squadrone della morte: erano i bui anni della guerra civile. Ignacio Martín-Baró, affettuosamente chiamato anche ‘Nacho’, pagò così il prezzo per essere stato uno dei principali teorici e attivisti della Teologia della Liberazione e per aver dedicato la sua vita alla difesa dei diritti umani, dell’uguaglianza e della giustizia sociale, scontrandosi aspramente contro il sostegno che gli Stati Uniti d’America davano alla dittatura salvadoregna, venendo ad esercitare un impatto decisamente negativo sulla vita del paese.

    È a Martín-Baró che dobbiamo importanti sviluppi della psicologia sociale e di comunità (sebbene in Italia non sia mai stato tradotto – ma sarebbe da aggiungere che non c’è da stupirsene - prima dell’uscita poco meno di un paio d’anni fa di Psicologia della Liberazione, edito per i tipi della casa editrice romana BordeauxEdizioni).

    Violenza, fatalismo, salute mentale, trauma psicosociale: sono quattro concetti fondamentali che Martín-Baró considera fondamentali tanto nella teoria sociale quanto nella teoria psicosociale. In particolare, per Blanco il concetto di salute mentale così come inteso da Martín-Baró deve essere considerato in stretta connessione con il campo teorico e applicativo della sociologia clinica, con il concetto di relazione che abbiamo appena accennato e, infine, con il concetto di trauma psicosociale.

    Per Blanco un’importante lezione diMartín-Baró sta nell’averci reso consapevoli che non si può restare convinti di poter elaborare un concetto, di poter fare scienza, pensando di restare al margine del contesto socio storico dentro il quale, invece, siamo immersi. La storicità di ogni vicenda umana, anche quelle scientifiche, è determinante per Martín-Baró se si vuole cercare di cogliere gli elementi di base del comportamento umano, anche se lui stesso non amava parlare di comportamento, ma preferiva il concetto di azione weberiano. E ciò per poter cogliere con maggior pienezza il momento in cui una persona associa un significato ad un’azione.

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