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Nonni e nipoti. Le concezioni sulla vecchiaia e le relazioni intergenerazionali
Nonni e nipoti. Le concezioni sulla vecchiaia e le relazioni intergenerazionali
Nonni e nipoti. Le concezioni sulla vecchiaia e le relazioni intergenerazionali
E-book209 pagine2 ore

Nonni e nipoti. Le concezioni sulla vecchiaia e le relazioni intergenerazionali

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Info su questo ebook

Gli anziani: un “peso” per la società o, al contrario, una grande risorsa a cui attingere? 
Questa e altre domande l’autrice si pone in uno studio in cui la prospettiva è duplice, tutto viene indagato sia dal punto di vista della categoria esaminata sia da quello dei nipoti che si relazionano con i propri nonni.
Ogni tesi è supportata da ricerche che hanno trattato l’argomento spesso anche in relazione alla pandemia di Covid-19 che ha portato agli estremi alcuni atteggiamenti.
Un saggio che costituisce un utile strumento per approfondire una tematica di cui tanti parlano ma che pochi indagano seriamente, ecco quindi un’occasione per confrontarsi su un argomento che interessa tutti e che getta una luce originale sulla nostra società e su come è cambiata con l’avvento della tecnologia nei rapporti interpersonali e con il sopraggiungere di un virus che ha spiazzato tutti.

Maria Luisa Genta, professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo presso l’Università di Bologna, ha guidato ricerche nazionali e internazionali sul tema dello sviluppo infantile, del bullismo e del cyberbullismo. Ha pubblicato articoli su riviste nazionali e internazionali e con l’Editore Carocci (Roma): Il rapporto madre-bambino, 2000; La socializzazione in età prescolare, 2005; Bullismo elettronico, 2009; Bullying and Cyberbullying in Adolescence, 2009. Ha pubblicato con l’Editore Franco Angeli (Milano): Bullismo e cyberbullismo. Comprenderli per combatterli, 2017; Adolescenti in trappola, 2019; Bambini digitali?, 2020. Nel 2019 ha ricevuto il premio SWAP-v Award per il contributo dato dalle sue ricerche internazionali.
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2022
ISBN9788830671966
Nonni e nipoti. Le concezioni sulla vecchiaia e le relazioni intergenerazionali

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    Anteprima del libro

    Nonni e nipoti. Le concezioni sulla vecchiaia e le relazioni intergenerazionali - Maria Luisa Genta

    LQ.jpg

    Maria Luisa Genta

    Nonni e nipoti

    le concezioni sulla vecchiaia e le relazioni intergenerazionali

    © 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-6581-1

    I edizione settembre 2022

    Finito di stampare nel mese di settembre 2022

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    Nonni e nipoti

    le concezioni sulla vecchiaia

    e le relazioni intergenerazionali

    Agli amici ora splendidi ottantenni

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    1.

    INTRODUZIONE

    CONCEZIONI SULL’ETÀ DELLA VECCHIAIA

    Le voci del mondo classico

    È particolarmente importante oggi considerare i rapporti tra le diverse generazioni all’interno delle famiglie: come è cambiata la concezione sulla età della vecchiaia, come influiscono le relazioni che gli anziani hanno nella loro rete sociale sul benessere psicologico e sulle condizioni di salute? Nel nostro paese i nonni sono circa undici milioni e cinquecentomila (33,3% dei cittadini dai 35 anni in su), sono oggi in proporzione al numero dei nipoti assai più numerosi di trenta anni fa, e molti bambini hanno oggi tutti e quattro i nonni, mentre un tempo era considerato un previlegio averne due (Ferraris, 2013). Sia l’immagine sociale dell’anziano che la percezione che gli anziani hanno di sé son cambiate: secondo una ricerca del Censis gli ultrasessantenni italiani considerano importante mantenere una vita attiva (51%), mantenere i rapporti con giovani e nipoti (46,1%), tenere in esercizio la mente (45,8%), ma anche avere una fede religiosa, essere autonomi, essere aperti alle relazioni con gli altri. Considerando l’importanza delle relazioni intergenerazionali secondo la tradizione del mondo classico, gli anziani erano ritenuti una risorsa preziosa per la comunità (senatus da senex) e per i membri di una famiglia. Prendendo ad esempio il ruolo e la funzione dell’anziano all’interno della famiglia, una immagine potente è quella di Enea, che, mentre Troia brucia, cerca di convincere il padre Anchise a fuggire con lui verso la salvezza, insieme alla moglie Creusa e al figlioletto Ascanio. Dai versi dell’Eneide traspare la grande considerazione del figlio per l’anziano padre, considerato un irrinunciabile elemento per la costruzione di una vita futura: E come ormai giunsi alle soglie della casa paterna, all’antica dimora, il padre, che per primo volevo portare in salvo sugli alti monti e per primo cercavo.... Enea, convinto il padre a fuggire, lo carica sulle spalle: Detto così, distendo sulle larghe spalle e sul collo reclino una coperta, la pelle di un fulvo leone, e mi sottopongo al peso; alla destra mi si stringe il piccolo Iulo, e segue il padre con passi ineguali; dietro viene la sposa…. Prima della fuga, Enea chiede al padre Anchise di prendere con sé i sacri arredi e i patrii penati, in quanto lui, sporco di sangue, deve prima di toccarli purificarsi a una fonte. Sottolinea così la trasmissione dei valori familiari e religiosi attraverso il legame tra diverse generazioni e attraverso la stretta connessione tra padri, figli e nipoti. E ancora Anchise consegna quello che sarà il manifesto ideale di valori su cui Roma dovrà fondare la sua grandezza e su cui Ottaviano Augusto incentra il nucleo valoriale del suo impero: Foggeranno altri con maggiore eleganza spirante bronzo, credo di certo, e trarranno dal marmo vivi volti, patrocineranno meglio le cause, e seguiranno con il compasso i percorsi del cielo e prediranno il corso degli astri, tu ricorda, o romano, di dominare le genti; queste saranno le tue arti, stabilire norme alla pace, risparmiare i sottomessi e debellare i superbi (Virgilio, Eneide, Mondadori, 2015). La trasmissione intergenerazionale dei valori e della storia familiare e la visione del futuro vengono sottolineate come elementi fondanti del vivere sociale da Enea in fuga da Troia che brucia e incarnate nella figura del padre Anchise. Ancora la dignità e il valore della vecchiezza vengono celebrati nelle figure dei grandi vecchi nel mondo romano: nell’opera ciceroniana De Senectute si disegna una visione positiva della vecchiezza e si contrappone a una immagine di vecchio uggioso e inviso agli altri e ai più giovani. Cicerone, attraverso la voce di Catone Maggiore, avo dell’Uticense, dice degli anziani: Ma graditi, direi, piuttosto; non uggiosi al mondo! Perché come i vecchi godono della compagnia dei giovani di buon carattere e come il peso dell’età è più lieve per chi si sente rispettato e amato dai giovani, allo stesso modo i giovani sono felici dei consigli con i quali i vecchi li guidano alla pratica della virtù. Io, per esempio, sento di essere gradito a voi non meno di quanto voi lo siete a me. Così vedete che la vecchiezza non solo non è fiacca e inerte, ma addirittura operosa; vedete che essa costantemente o fa o medita di fare qualcosa; qualcosa di non diverso, naturalmente, dalle occupazioni della vita di prima. E poi quelli che continuano a imparare sempre qualcosa, come Solone, per esempio, che nei suoi carmi si vanta d’invecchiare imparando ogni giorno? Come me, che ho imparato il greco da vecchio. E del greco io mi sono impadronito con l’avidità di chi brama, in certo modo, di saziare un’antica sete, proprio perché mi divenissero familiari quegli esempi di cui mi valgo ora, come vedrete (Cicerone, Catone Maggiore, La Vecchiezza). Dunque gli anziani in questa visione positiva sono graditi, possono avere soddisfacenti relazioni sociali, possono vivere una vita operosa e in sintonia con la vita precedente, ma anche possono imparare cose nuove, mantenendo l’agilità mentale. Il trattato è concepito come un processo che si celebra contro un imputato importante come la vecchiaia, ma la grande imputata è assistita da un avvocato d’eccezione: un avvocato impegnato a dimostrare che la vecchiezza (non più vecchiaia) è solo l’ultima delle età della vita. Secondo la difesa si dovrebbero tenere di conto le opere che il vecchio ha compiuto una volta, quando si valeva della vigoria degli anni verdi. Per quanto riguarda il rapporto giovani-anziani si dovrebbe tenere presente secondo la difesa l’esempio di anziani attivi che attendono alle opere della mente, guidando, preparando i giovani con l’esperienza della vita operosa di prima. Gli anziani vengono dunque onorati e rispettati per il patrimonio di saggezza acquisito durante il loro arco di vita come ci ricorda Cicerone quando, parlando di una nave in viaggio, contrappone il contributo del timoniere al contributo dei marinai. Petter (2009) descrive il concetto di intelligenza consolidata come un patrimonio di conoscenze e di esperienze personali via via formatosi nel tempo, che ci consente di trovare elementi e indicazioni utili nel fronteggiare una situazione presente non abituale. Questa saggezza costituisce una importante risorsa a cui gli anziani possono attingere in misura maggiore degli adolescenti e dei giovani adulti. Nella letteratura classica abbiamo vividi esempi di grandi vecchi, della loro vita vissuta in modo ammirevole negli ultimi anni e delle loro virtù e operosità.

    Nel testo di Plutarco Vite parallele vengono accostati i più celebri personaggi del mondo greco e romano e presentate le loro storie di vita. Il ritratto di Catone, emblema della vecchiaia virtuosa, viene messo a confronto con il ritratto del greco Aristide: vengono messe in luce le grandi virtù morali di Catone, insieme all’abnegazione al bene pubblico, al suo essere difensore del mos maiorum. Plutarco ci dipinge quadri di vita vissuta: queste immagini vive sono testimonianze significative della concezione di una vecchiaia degna e operosa. Le due attività in cui la vecchiaia di Catone si incentra sono la cura degli affari pubblici e lo scrivere libri lavorando in campagna: … non lasciò che l’età lo allontanasse dagli affari pubblici, poiché considerava la cura dello Stato come un dovere verso i cittadini… egli guardò alla politica come alla più bella occupazione della vecchiaia, e, nel tempo libero, provava piacere a distrarsi scrivendo i suoi libri e lavorando in campagna… Da vecchio, invece, la vita dei campi gli offriva un mezzo di svago e di contemplazione. Tant’è che scrisse un libro sull’agricoltura che contiene anche delle ricette per preparare i dolci e per conservare la frutta, tanto era convinto di essere il più bravo e originale in ogni cosa! In campagna mangiava anche di più: invitava sempre i vicini e gli abitanti del paese a cui era legato e mangiava con loro in allegria. Era un compagno piacevole, richiesto non solo dagli uomini della sua età, ma anche dai giovani, perché la sua esperienza era grande ed era testimone di fatti e di parole degni di essere ascoltati. Pensava che la tavola fosse il luogo più adatto per allacciare amicizie, così vi introdusse frequenti elogi di cittadini illustri e onesti, omettendo del tutto cenni a uomini inutili o malvagi, dei quali Catone non ammetteva, nel suo desco, né lode né biasimo. Dunque il nemico di Cartagine nella sua vita in vecchiaia viene presentato come un uomo operoso sia nella vita pubblica che nella vita privata, rispettato da uomini della sua età ma anche stimato e richiesto dai più giovani, un anziano che pensava di poter fare il meglio anche nelle ricette di dolci o nella conservazione della frutta, un commensale piacevole e ospitale con gli amici, con cui parlava degli uomini più degni, ignorando gli inutili e i malvagi. Certamente questa visione della vecchiaia restituisce un’immagine di competenza, di vita degna, non emarginata dal contesto sociale e ricca di legami intergenerazionali.

    Essere vecchi nella società di oggi

    La visione classica e umanistica di una vecchiezza operosa e positiva è solo in parte rimasta nella società di oggi, in cui i cambiamenti sociali, l’allungamento della vita, e la percezione di sé nei ruoli di nonni hanno influito sulle relazioni intergenerazionali. Se consideriamo un’ottica positiva nell’analisi dei cambiamenti della percezione di sé e dell’immagine sociale, vediamo come i rapporti tra nonni e nipoti siano improntati a minore austerità, e i nonni possano diventare importanti punti di riferimento in momenti critici per la famiglia. Una immagine positiva delle relazioni nonni-nipoti e della condizione degli anziani resiste ancora oggi: anche se la funzionalità fisica in vecchiaia può indebolirsi, se la memoria, i movimenti, i riflessi possono non essere più ottimali, una visione improntata a positività ci dice che la sensibilità, l’esperienza e il sapere accumulati negli anni possono rendere i nonni aperti alle novità, flessibili, e sensibili consiglieri e amici. Secondo Andreoli (2020) il ruolo e la funzione di nonno vengono vissuti dagli anziani con grande coinvolgimento. "Il vecchio, oltre ai figli, ha anche i nipoti. È questo uno strano rapporto, perché i piccoli rappresentano l’unica realtà sulla quale si crede ancora di poter incidere. Di fatto, quello di nonno è il titolo a cui

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