La trilogia dei colori di Krzysztof Kieślowski
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La trilogia dei colori, composta dai film ispirati agli ideali dell'Illuminismo e della bandiera francese (Blu, Bianco e Rosso), è di gran lunga l'opera più rinomata e apprezzata di Krzysztof Kieślowski, nonché la sua ultima testimonianza artistica.
Oltre la prima apparenza, essa cela significati reconditi e palesi corrispondenze con quanto già messo in scena nei film precedenti e che sarà di ispirazione e di confronto per il pubblico e per gli addetti ai lavori dell'ambiente cinematografico.
In questo libro si analizzeranno nel dettaglio i legami e i significati, il senso e lo stile di ognuno dei tre film e si trarrà una visione comune d'insieme in relazione all'intera produzione del regista polacco.
Simone Malacrida
Simone Malacrida (1977) Ha lavorato nel settore della ricerca (ottica e nanotecnologie) e, in seguito, in quello industriale-impiantistico, in particolare nel Power, nell'Oil&Gas e nelle infrastrutture. E' interessato a problematiche finanziarie ed energetiche. Ha pubblicato un primo ciclo di 21 libri principali (10 divulgativi e didattici e 11 romanzi) + 91 manuali didattici derivati. Un secondo ciclo, sempre di 21 libri, è in corso di elaborazione e sviluppo.
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Anteprima del libro
La trilogia dei colori di Krzysztof Kieślowski - Simone Malacrida
SIMONE MALACRIDA
La trilogia dei colori di Krzysztof Kieślowski
Simone Malacrida (1977)
Ingegnere e scrittore, si è occupato di ricerca, finanza, politiche energetiche e impianti industriali.
INDICE ANALITICO
INTRODUZIONE
CAPITOLO 1 - SCHEDE TECNICHE DEI FILM
CAPITOLO 2 – L’IDEA E LA STRUTTURA
CAPITOLO 3 – I TEMI E I SIGNIFICATI
CAPITOLO 4 – LE CORRISPONDENZE
CAPITOLO 5 – I RISCONTRI E LE EVOLUZIONI SUCCESSIVE
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
NOTA DELL’AUTORE:
Le opinioni e le riflessioni presenti in questo libro rappresentano la personale idea dell’autore e sono frutto di plurime visioni di tutti i film della Trilogia dei colori (e delle altre opere del regista Krzysztof Kieślowski).
Tutto ciò è stato integrato con quanto presente nella sezione Bibliografia
, traendo validi spunti da interviste e analisi passate.
La trilogia dei colori, composta dai film ispirati agli ideali dell'Illuminismo e della bandiera francese (Blu, Bianco e Rosso), è di gran lunga l'opera più rinomata e apprezzata di Krzysztof Kieślowski, nonché la sua ultima testimonianza artistica.
Oltre la prima apparenza, essa cela significati reconditi e palesi corrispondenze con quanto già messo in scena nei film precedenti e che sarà di ispirazione e di confronto per il pubblico e per gli addetti ai lavori dell'ambiente cinematografico.
In questo libro si analizzeranno nel dettaglio i legami e i significati, il senso e lo stile di ognuno dei tre film e si trarrà una visione comune d'insieme in relazione all'intera produzione del regista polacco.
"Perché non provare a vedere che senso hanno oggi le parole libertà, uguaglianza e fratellanza su un piano molto umano, intimo e personale e non su un piano filosofico, né tantomeno politico o sociale? "
Intervista di Krzysztof Kieślowski rilasciata a Danusia Stok e presente nel libro Kieślowski racconta Kieślowski
INTRODUZIONE
Tra la filmografia del regista polacco Krzysztof Kieślowski, la sua opera più famosa e di spicco è sicuramente quella che è conosciuta come La trilogia dei colori
ossia tre film (trilogia) dedicati ai colori della bandiera francese (blu, bianco e rosso) e, di rimando, ai concetti sottostanti la Rivoluzione Francese e l’Illuminismo (libertà, uguaglianza e fratellanza).
Si tratta dei film più premiati e maggiormente distribuiti a livello internazionale, nonché degli ultimi prodotti dal regista.
Attorno ad essi vi sono stati interessanti studi ed approfondimenti, ma altrettanti tentativi di semplificazione.
Questo libro nasce dall’esigenza di mettere un punto fermo, di non tralasciare nulla di tali opere, andando ben oltre la pura recensione cinematografica che, di per sé, dovrebbe essere concisa come un articolo di giornale.
Non si esporrà, tuttavia, una biografia del regista, seguendone l’evoluzione artistica e il percorso che lo ha condotto a concepire e realizzare la Trilogia.
Vi sarà spazio anche per questo, in quanto uno dei tasselli fondamentali, ma lo scopo del libro è quello di incentrarsi su tutti gli aspetti della Trilogia, dai significati alla trama, dal riscontro di pubblico alle innumerevoli connessioni.
Come tale, il pubblico di riferimento sarà dato sia da chi conosce già, almeno per sommi capi, la produzione di Kieślowski sia da chi, invece, ne è profano e vuole accostarsi, in modo non superficiale, alla visione dei film.
Diciamo fin da subito che ogni opera di Kieślowski può essere visionata, letta ed interpretata a vari livelli e dipende dalla volontà e dalla sensibilità dello spettatore comprendere fino a dove si vogliono sondare significati e simbologie.
Un primo livello è la pura e semplice visione di un film o di più film.
Il vedere e assistere alla finzione della messa in scena di una vicenda.
Un secondo livello è la comprensione della singola opera, andando a scalfire la superficie e l’immagine apparente.
Tale livello richiede una riflessione maggiore e un primo salto nell’intricato groviglio del regista polacco, il quale, ben lungi dal voler essere considerato commerciale e di massa, dissemina ogni sua creazione di infiniti rimandi.
Il terzo livello riguarda l’incasellamento di ogni film della Trilogia nel contesto del ciclo.
Difatti, pur essendo ogni film conchiuso e completo in sé, se visionati nell’ottica del ciclo si ha un ulteriore salto in avanti e ci si addentra ancora di più nell’abisso che si spalanca di fronte a noi.
Va detto che, in tale caso, sarebbe meglio esaminare i film nell’ordine di presentazione e di realizzazione, ossia dapprima Tre colori: Blu
, poi Tre colori: Bianco
ed infine Tre colori: Rosso
, altrimenti si perdono quei legami e connessioni che rendono quest’opera unica nel suo genere.
Un ultimo livello, certamente più arduo da raggiungere, si collega all’intero percorso di Kieślowski, ossia andare a piazzare la Trilogia come punto finale di un percorso partito molti anni prima.
In tale senso, la lettura minima comprende il Decalogo
, dieci mediometraggi prodotti per la televisione polacca nel 1988, e La doppia vita di Veronica
, film uscito nel 1991.
Volendo andare ancora più a ritroso, si può includere Senza fine
del 1985 e Destino cieco
del 1981, primi lungometraggi che vedono il distaccamento progressivo di Kieślowski dalle sue opere precedenti di documentarista.
Ogni livello citato richiede una riflessione maggiore e un approfondimento delle tematiche della Trilogia.
Da queste poche parole, si comprende come tali film conclusivi (e non per volontà del regista, ma per la sua sopravvenuta scomparsa) siano frutto di un lungo percorso e di una profonda riflessione introspettiva che ha portato all’esplosione di produzione nell’ultimo periodo di Kieślowski.
Se posso aggiungere una nota personale circa la Trilogia, questo libro completa un ulteriore trittico, questa volta completamente mio e non di Kieślowski.
Il libro, difatti, è il terzo di una trilogia che parte dall’analisi del Decalogo
e prosegue con La doppia vita di Veronica
.
Anche in questo caso, la comprensione del libro può svolgersi a più livelli.
Arrivando alla fine di questo manoscritto, si avranno tutte le informazioni principali per la comprensione (quasi) definitiva della Trilogia, beninteso che il tutto è stato filtrato dalla sensibilità dell’autore e che ognuno possiede propri meccanismi e differenti angolature, ma, seguendo le orme di Kieślowski, se si vuole afferrare il tutto ad un piano superiore, non si può isolare la Trilogia dal resto della produzione.
In effetti, un’opera d’arte non esiste di per sé.
Esiste in relazione ad un pubblico e, anzi, trae dal pubblico una propria vita, andando a slegarsi completamente dai voleri dello stesso autore.
Ed è stato il pubblico a determinare il ruolo centrale della Trilogia, lo stesso pubblico che, dopo trent’anni, se messo di fronte alle vicende narrate, non fa fatica ad identificarsi benché il modo di sceneggiare sia completamente cambiato ora, con molto più ritmo e azione, a scapito della riflessione e dell’introspezione.
Vi è in ciò il vero segreto di Kieślowski.
L’indagine è sull’uomo e lo fa in modo profondo, come solo un ex-documentarista ha appreso.
Non tralascia nulla, non edulcora nulla, non pone lieti fini posticci né soluzioni definitive tanto catartiche quanto illusorie.
Non fa sconti nell’esistenza umana, mostrando tutti i difetti, le manchevolezze e gli sbagli, ma senza mai giudicare.
Non si erge a detentore della Verità e della Morale, anzi tenta di minare le certezze di ogni spettatore.
È un modo di procedere lento, ma costante.
Una lunga marcia che scandisce le distanze e che scorre inesorabile, come fa la vita stessa.
In un simile contesto, si muovono gli attori mediante interpretazioni intense, con un ruolo dedicato alle donne di primaria importanza, unitamente a due enormi pilastri del cinema di Kieślowski.
Da un lato la musica, tramite le colonne sonore del fidato e geniale Zbigniew Preisner, dall’altro lato i colori, richiamati fin dai titoli.
Da questa esperienza inscindibile di suoni ed immagini, dialoghi e silenzi, azioni e pensieri, si dipana la trama su piani spaziali e temporali che ritornano su se stessi, come un infinito Cosmo sferico, ma con la fondamentale evoluzione dei personaggi, chiamati a transire da una tesi iniziale ad una sintesi finale, dopo un viaggio esterno, specchio di quello interiore.
In ciò sono racchiusi tutti i concetti cari a Kieślowski e già presenti nelle precedenti opere, unitamente all’intreccio tra Caso e Necessità, Scelta e Volontà.
Il messaggio finale è complesso ed intricato, come lo è la Vita e come lo è l’uomo, il punto conclusivo dell’approdo dell’indagine, lo stesso dal quale si era partiti all’inizio.
CAPITOLO 1 - SCHEDE TECNICHE DEI FILM
TRE COLORI – FILM BLU
––––––––
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Trama
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Il film si apre con l’inquadratura di una ruota di un’automobile, seguita da immagini della strada, delle luci e degli altri mezzi di trasporto distorti e riflessi dal lunotto posteriore e che attirano le attenzioni di una bambina posta sul sedile retrostante del veicolo.
La macchina si