Pier Paolo Pasolini. L'ultimo eretico
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Il volume, infine, è corredato di un’ampia filmologia e una cronologia di tutte le sue opere in volume oltre a un’ampia bibliografia di riferimento, nonché un apparato esaustivo di tutti soggetti e sceneggiature che Pasolini scrisse per altri registi italiani.
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Pier Paolo Pasolini. L'ultimo eretico - Pier Paolo Pasolini
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Oltre S.r.l., via Torino 1 – 16039 Sestri Levante (Ge)
www.librioltre.it
ISBN 979-12-80649-36-2
isbn_9791280649362.jpgTitolo originale dell’opera:
Pier Paolo Pasolini. L'ultimo eretico
di Francesco Cenetiempo
Collana * Le bitte *
ISBN formato cartaceo: 979-12-80649-08-9
L’AUTORE
Francesco Cenetiempo
Francesco Cenetiempo è stato consulente di alcune case editrici italiane ed estere. Ha curato diverse antologie letterarie di autori italiani e monografie sulle riviste culturali del primo e secondo Novecento italiano, nonché sul Neorealismo friulano tra arte e letteratura nel primo dopoguerra.
Collabora come giornalista alle pagine culturali di quotidiani e settimanali italiani e stranieri dove ha curato numerosi inserti sui grandi Maestri della settima arte (Pasolini, Rosi, De Sica, Rossellini, Visconti, Monicelli e altri) ed è stato l’ideatore di rassegne sul vecchio e nuovo cinema italiano.
Per il Friuli Venezia Giulia coordina e organizza, da alcuni anni, la rassegna nazionale di Cinema nelle Biblioteche
. Dialoghi con gli autori del cinema e dell’audiovisivo italiano indipendente.
Come autore ha firmato diversi soggetti e sceneggiature per il teatro e il cinema.
È membro del Consiglio direttivo del Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste. Per lo stesso Circolo, nel 2021, ha dato alle stampe Fulgidi quegli anni (1947-1955), uno sguardo sull’attività cinematografica della sezione 'Spettacolo' del CCA* negli anni del dopoguerra.
PASOLINI L’ERETICO PROFETA
Per tenere viva l’opera di un grande poeta, un pungente scrittore, un innovativo regista come Pier Paolo Pasolini, nato nel 1922, non si dovrebbero attendere le ricorrenze del calendario. Non dovrebbero essere i centenari ad illuminare i romanzi, i film, i poemi dei letterati. Ogni giorno, ogni mese, ogni anno dovrebbe essere occasione di lettura, approfondimento, studio. La tendenza di rendere eventi le nascite o le morti delle grandi personalità della cultura ha perlomeno il vantaggio di risvegliare la memoria collettiva che sempre di più tende ad assopirsi. E soprattutto offre la possibilità di recuperare i lettori distratti.
Il godibile trattatello
su Pierpaolo Pasolini di Cenetiempo assolve pienamente a questa funzione: rammentare ai conoscitori o rivelare ex novo alle giovani generazioni, incuriosendo il neofita lettore, la vita e l’opera di uno dei maggiori autori italiani del Novecento.
L’esperienza nel Cineguf di Bologna, uno dei tanti circoli del cinema creati dal fascismo per la diffusione della cultura cinematografica. Il trasferimento in Friuli prima, nel 1943, da sfollato
e successivamente alla guerra, a Roma con i genitori. La contrastata uscita nel 1955del primo romanzo Ragazzi di vita. Le collaborazioni con Bassani, Soldati, Fellini, Bolognini, Moravia, Bertolucci. I film: da Accattone a Mamma Roma, da La ricotta a Teorema, fino a Salò o le 120 giornate di Sodoma.Il ‘68 e l’occupazione della Mostra del cinema di Venezia assieme ai colleghi dell’Anac. Gli attacchi della censura e i tanti processi subiti. La tragica e oscura morte. Tasselli di una vita complicata e sofferta di un intellettuale acuto e lungimirante che la società italiana ha per lo più ignorato e respinto per troppo tempo e che ha trovato maggiore consenso in Paesi come la Francia. Nella cinquantina di pagine dalla scrittura agile e avvincente di Cenetiempo, ritroviamo tutti i principali tasselli biografici, con una maggiore attenzione al cinema di Pasolini, oltre a una dettagliata appendice con la lista dei film, i soggetti, le sceneggiature e le collaborazioni de L’ultimo eretico
.
Anche se la caratteristica principale di Pasolini non fu solo l’eresia, un’altra grande qualità emerge dalla sua opera: il sapere interpretare segnali della realtà, nascosti e indecifrabili ai più, per proiettarli quasi profeticamente nel futuro. In un breve filmato del 1974 che ha come scenario la spiaggia di Sabaudia, Pasolini anticipa con esattezza quello che sarebbe accaduto nella società:"Quella a-culturazione, quella omologazione che il fascismo non era riuscito assolutamente ad ottenere, il potere di oggi , il potere della civiltà dei consumi, riesce ad ottenere perfettamente, distruggendo le varie realtà particolari, togliendo realtà ai vari modi di essere uomini che l’Italia aveva prodotto in modo storicamente molto differenziato. Questa a-culturazione sta distruggendo l’Italia […]una specie di incubo in cui abbiamo visto l’Italia intorno a noi distruggersi e sparire e adesso risvegliandoci forse da questo incubo e guardandoci intorno ci accorgiamo che non c’è più niente da fare."Perdita dell’identità culturale. Esodo delle giovani generazioni. Desertificazione dei centri urbani e dei borghi prodotta dall’e-commerce. Over the top, piattaforme e chiusura dei cinema, dei teatri… È la realtà che Pasolini aveva immaginato, ma nella quale, a distanza di 50 anni,noi siamo pienamente immersi forse con troppa rassegnazione.
Francesco Ranieri Martinotti
Presidente Associazione Nazionale Autori Cinematografici (ANAC)
LO STRUMENTO DEL REALE
Il passaggio dalla pagina scritta al cinema è stato per Pasolini l’assunzione di una nuova lingua e il cinema diventa per l’apprendista cineasta uno strumento di passione per la vita, per la realtà che gli scorreva intorno, la scoperta di un nuovo amore.
Studiando il cinema come sistema di segni, sono arrivato alla conclusione che è un linguaggio
non convenzionale e non simbolico diverso dalla lingua scritta o parlata, e che esprime la realtà con la realtà. [...] Mi sono reso conto che il cinema è un sistema di segni la cui semiologia corrisponde ad una possibile semiologia del sistema dei segni della realtà stessa¹
Dopo l’esperienza giovanile per un cineguf² bolognese dell’epoca e alcuni soggetti e sceneggiature scritte, durante il primo periodo romano, su richiesta di alcuni registi, tra cui Mario Soldati, Pasolini approda nel 1961, con una grande carica di passione ma carente di conoscenze tecniche, alla stesura di Accattone. Per Pasolini, già scrittore, poeta e polemista affermato, si tratta di un esordio folgorante. Il film viene girato interamente nella periferia romana fra l’aprile e il luglio di quell’anno. Terminato rimarrà due mesi in censura tra polemiche e diatribe politiche sulle pagine dei giornali avversi al regista («Il Tempo» e «Il Secolo d’Italia» in primis).
In Accattone ho voluto rappresentare la degradazione e l’umile condizione umana di un personaggio che vive nel fango e nella polvere delle borgate di Roma. Io sentivo, sapevo, che dentro questa degradazione c’era qualcosa di sacro, qualcosa di religioso in senso vago e generale della parola, e allora questo aggettivo, «sacro», l’ho aggiunto con la musica. Ho detto, cioè, che la degradazione di Accattone è, sì, una degradazione in qualche modo sacra, e Bach mi è servito a far capire ai vasti pubblici queste mie intenzioni...³
Alla prima del Cinema Barberini, a Roma, un gruppo di giovani neofascisti cercò di impedire la proiezione del film lanciando bottiglie d’inchiostro contro lo schermo, bombette di carta e finocchi tra il pubblico. Ci furono tafferugli fuori e dentro la sala che resero necessario l’intervento della polizia e la visione del film fu sospesa per quasi un’ora. Dopo pochi giorni la pellicola fu censurata e ritirata dalle sale. Accattone è stato il primo film del cinema italiano ad essere vietato, con un apposito decreto, ai minori di 18 anni.⁴
Nel 1962 il film verrà premiato per la miglior regia al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary (Cecoslovacchia). Nello stesso anno l’avvocato ed ex deputato democristiano Salvatore Pagliuca fece causa a Pasolini e alla società produttrice Arco film perché nel film un criminale aveva il suo stesso nome, chiedendo il risarcimento dei danni morali e l’eliminazione del suo nome, ottenendo il risarcimento dei soli danni materiali. Pasolini citerà il politico nella poesia Poeta delle Ceneri.⁵
Anche il secondo film Mamma Roma fece subito parlare di sé, in quanto la trama ricalcava un fatto di cronaca avvenuto qualche anno prima ovvero la morte di