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La voglia
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E-book50 pagine44 minuti

La voglia

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Il personaggio principale di questo breve racconto di Nathaniel Hawthorne, Aylmer, è descritto in principio come un grande scienziato e amante della natura, ma che ha anche una bella moglie che ama teneramente. Per Alymer sua moglie è la perfezione personificata, ma lei ha una voglia sulla guancia dalla forma di una piccola mano rossa. Questa voglia è per lui un’ossessione e, essendo un uomo di scienza, desidera rimuoverla.
LinguaItaliano
Data di uscita12 dic 2023
ISBN9788892968257
La voglia
Autore

Nathaniel Hawthorne

Nathaniel Hawthorne (1804-1864) was an American writer whose work was aligned with the Romantic movement. Much of his output, primarily set in New England, was based on his anti-puritan views. He is a highly regarded writer of short stories, yet his best-known works are his novels, including The Scarlet Letter (1850), The House of Seven Gables (1851), and The Marble Faun (1860). Much of his work features complex and strong female characters and offers deep psychological insights into human morality and social constraints.

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    Anteprima del libro

    La voglia - Nathaniel Hawthorne

    I LEONCINI

    frontespizio

    Nathaniel Hawthorne

    La voglia

    ISBN 978-88-9296-825-7

    © 2014 Leone Editore, Milano

    Traduttore: Luigi Marfè

    www.leoneeditore.it

    ENG

    Alla fine del secolo scorso viveva un uomo di scienza, insigne esperto in ogni ramo della filosofia naturale, che, non molto prima dell’inizio della nostra storia, aveva fatto esperienza di una affinità spirituale più attraente di qualunque reazione chimica. Aveva affidato il laboratorio alle cure di un assistente, ripulito il bel viso dai fumi della fornace e le dita dalle macchie di acido, e convinto una avvenente dama a diventare sua moglie. In quei giorni, quando la relativamente recente scoperta dell’elettricità e di altri simili misteri della Natura parevano aprire la strada verso la terra dei miracoli, non era inconsueto che l’amore per la scienza rivaleggiasse, in termini di profondità e di energia, con l’amore per una donna. Il più alto intelletto, l’immaginazione, lo spirito e anche il cuore potevano tutti trovare il proprio congeniale nutrimento nella ricerca che, come credevano alcuni suoi zelanti seguaci, sarebbe ascesa un gradino dopo l’altro verso la conoscenza universale, finché il filosofo non avesse appreso il segreto della forza creatrice, e magari generato nuovi mondi per se stesso. Non sappiamo se Aylmer possedesse tale fede nel controllo ultimo dell’uomo sulla Natura. In ogni caso, si era votato senza riserve agli studi scientifici, tanto da essere distolto da qualunque altra passione. Il suo amore per la giovane moglie poteva dimostrarsi più forte, ma solo intrecciandosi al suo amore per la scienza, e unendo la forza di quest’ultimo

    alla propria.

    Una tale unione ebbe dunque luogo, fu portata avanti con conseguenze davvero straordinarie e una profonda morale. Un giorno, poco dopo il loro matrimonio, Aylmer era seduto accanto a sua moglie e la osservava con crescente disappunto, finché non ruppe il silenzio.

    «Georgiana» disse «non hai mai pensato che la voglia che hai sulla guancia si potrebbe togliere?»

    «No davvero» rispose lei sorridendo, ma rendendosi conto della serietà di lui arrossì profondamente. «A dirti la verità, l’hanno reputata così spesso un segno di bellezza che sono stata tanto ingenua da crederci.»

    «Su un altro viso, forse» replicò il marito «ma non sul tuo. No, cara Georgiana, sei uscita così perfetta dalla mano della Natura che questo infinitesimo difetto, tanto che non si sa se definirlo difetto o pregio, mi sconvolge, come se fosse il segno visibile dell’imperfezione terrena.»

    «Ti sconvolge, marito mio!» esclamò Georgiana, profondamente ferita, dapprima avvampando di rabbia, poi scoppiando a piangere. «Allora perché mi hai sposata? Non puoi amare ciò che ti sconvolge!»

    Per spiegare questa conversazione, occorre dire che al centro della guancia sinistra di Georgiana c’era un segno singolare, intimamente connesso ai lineamenti e alla sostanza del suo viso. Sul colorito della sua carnagione – lo stesso di un fiore delicato –, la voglia accendeva una più marcata sfumatura cremisi, che delineava imperfettamente la propria forma nel rosa circostante. Quando lei arrossiva si confondeva gradualmente, per poi svanire nell’avvampare del sangue che irrorava l’intera guancia con il proprio lucente fulgore. Ma se qualche mutamento dell’animo la faceva tornare pallida, la voglia c’era ancora, una macchia cremisi nella neve, e Aylmer riteneva di intravedervi talvolta una forma che quasi lo terrorizzava. Aveva una certa somiglianza con una mano umana, anche se minuscola. Gli spasimanti di Georgiana erano soliti dire che una qualche fata, al momento della sua nascita, avesse posato la propria piccola mano sulla guancia della bimba, imprimendo quella voglia in cambio delle doti magiche che le avrebbero permesso di governare tutti i cuori. Più di un innamorato avrebbe rischiato la vita per il privilegio di

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