Vendetta di cuori: Harmony Collezione
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Info su questo ebook
André Gauthier conosce un solo modo per condurre le trattative: vincerle. Senza guardare in faccia nessuno. E da tempo attende la propria vendetta nei confronti della famiglia Bellamy.
... e l'occasione perfetta.
Ora che ha in mano tutte le azioni della società del rivale, il piano di André può volgere al termine. Portarlo fino in fondo, però, significherebbe colpire anche la bella e sensuale Kira. E questo André non lo vuole di certo.
Janette Kenny
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Vendetta di cuori - Janette Kenny
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Pirate Tycoon, Forbidden Baby
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2009 Janette Kenny
Traduzione di Maria Teresa Delladio
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5899-024-7
1
Kira Montgomery si agitò sul lettino del massaggio nel vano tentativo di sciogliere la tensione che le stava bloccando le spalle e il collo. Impossibile.
La massaggiatrice si era allontanata per un momento, almeno così le aveva detto. Era chiaro che aveva un’opinione del tempo diversa dalla sua. Lasciare una cliente in attesa per quindici minuti era inammissibile.
Chateau Mystique non poteva permettersi ulteriore pubblicità negativa. Le tragiche morti legate al lussuoso albergo situato sulla strada principale di Las Vegas avevano nuociuto agli affari e l’avevano ferita nel profondo. A portare ancora più scompiglio nella sua vita ci aveva pensato il dottore che le aveva confermato il suo timore: era incinta.
Kira trasse un profondo respiro. Trattienilo ed espira lentamente, si disse. Ma la cosa non le giovò.
Da quando aveva dato retta ai consigli del suo avvocato recandosi ai Carabi sull’isola di Petit St. Marc per un colloquio privato con André Gauthier, la sua vita si era trasformata in un caotico incubo. L’affascinante milionario aveva persino negato di sapere di quell’incontro e si era rifiutato di rivelarle come era riuscito a entrare in possesso di un pacchetto azionario del suo albergo. Sebbene contrariata, Kira era rimasta affascinata dall’aura di potere che quell’uomo emanava e dalla sua abilità di dibattere problemi in modo telegrafico.
Quel tizio l’aveva sì stimolata mentalmente, ma fisicamente l’aveva addirittura stuzzicata più di qualsiasi altro uomo avesse mai conosciuto. Ma non si sarebbe lasciata confondere dalla sua allettante offerta di acquistare le azioni in suo possesso. André Gauthier era socio di minoranza e tale sarebbe restato.
Lo Chateau era la sua casa, il suo sogno, la sua eredità. Si era trattenuta sull’isola solo per una questione di... desiderio. Non era stata in grado di negare la passione che era divampata tra loro e gli istinti che quell’uomo le aveva risvegliato. Del resto, perché avrebbe dovuto? Era adulta. Poteva vivere un’avventura e poi sparire.
Tredici settimane più tardi, però, non aveva ancora dimenticato quell’unica notte di passione e neppure lo scandalo che era scoppiato la mattina seguente e in seguito al quale erano stati costretti a separarsi. E, poi, come poteva dimenticare che André Gauthier era il padre del bambino che aveva in grembo e l’uomo che aveva tentato di distruggere la Bellamy Enterprise?
I vari azionisti avrebbero costretto Peter Bellamy a vendere l’impero economico del padre? Oppure avrebbero deciso di sfidare André rendendogli difficile l’acquisizione della società? Più probabilmente avrebbero optato per una fusione. Sì, un pacifico accordo come quello che si era immaginata lei prima di conoscere la perfidia di André.
Che ingenua era stata! Si era preoccupata di trovare un accordo con André per lo Chateau, e ora si affliggeva all’idea di doversi fondere con lui in qualità di genitore. Come poteva dire all’amante di una notte che stava per diventare padre? Un amante col quale si era lasciata in modo tanto burrascoso?
La nausea delle ultime settimane stava per fare la sua ricomparsa. Kira si sforzò di concentrarsi sulle indicazioni del medico invece di continuare a domandarsi se dovesse telefonare ad André e comunicargli la notizia.
Una cosa alla volta. Solo così poteva uscire indenne da quella situazione. Qualche giorno prima, però, Kira aveva deciso di lasciargli un messaggio dicendogli di contattarla. Se non lo avesse fatto... Se avesse scelto di ignorarla...
La porta alle sue spalle si spalancò costringendola a mettere da parte i suoi pensieri su André e ad affrontare l’inefficiente massaggiatrice. «Spero abbia un valido motivo per avermi fatto aspettare tutto questo tempo.»
Silenzio.
Kira fissò il pavimento con apprensione, consapevole che qualcuno sulla porta la stava fissando. Qualcuno che, a sensazione, non avrebbe dovuto essere lì.
«Chi c’è?» domandò infine avvertendo un brivido lungo la schiena.
«Bonjour, ma chérie» la salutò una voce profonda che le fece accelerare all’istante i battiti cardiaci.
André Gauthier! Invece di rispondere al suo messaggio, si era precipitato lì. Il primo impulso di Kira fu quello di scendere dal lettino e gettarsi tra le sue braccia per assicurarsi che non fosse un sogno. Voleva toccarlo, baciarlo.
«Sarà bene parlare quando sarò presentabile» gli disse invece, cercando di riguadagnare il controllo delle proprie emozioni in tumulto.
«Non sono qui per parlare» annunciò lui appoggiandole sulla schiena una mano il cui calore sembrò marchiarla a fuoco.
L’ultima volta che lui l’aveva toccata in quel modo, lei era nel pieno del vortice della passione. Ma in quell’occasione aveva avvertito il suo ardore, mentre ora percepiva tutta la sua avversione.
Quello non era certo il momento più indicato per rivelargli il suo stato.
«No? E allora perché sei qui?» ribatté lei con voce tremante.
«Per reclamare ciò che è mio.»
Kira s’irrigidì. André era tornato per contrattare sullo Chateau. Si era aspettata quella contesa. Ma nella sua fantasia, lei era vestita e nel pieno controllo delle sue emozioni e non nuda e tremante dall’apprensione e dalla... necessità. Si detestava per la sua reazione, ma che cosa poteva farci se il suo corpo era così ricettivo?
Lui l’accarezzò su tutta la schiena scostando il lenzuolo che la copriva. Kira serrò i denti cercando di controllare le sensazioni che sentiva nascere in lei: fastidio, desiderio... impazienza.
Era una battaglia persa.
André continuò ad accarezzarla riportandole alla mente il ricordo dei suoi baci e di quella indimenticabile notte di passione.
Era bastato quel semplice contatto, deciso ma gentile, per precipitare nella confusione più totale. Il suo corpo stava reagendo apertamente a quelle carezze, tanto che i capezzoli si erano subito inturgiditi.
Kira trattenne un gemito di piacere. Il desiderio si stava facendo così intenso da farla fremere nelle sue parti più intime. Maledizione! Era bastata una semplice carezza per ridurla a un ammasso di carne tremante in preda a una brama incontenibile.
«Questo non è il posto adatto per discutere di affari» esordì lei sforzandosi di avere un tono della voce che trasmettesse fermezza.
«Non sono d’accordo.»
Il silenzio che seguì venne rotto dal fruscio di un foglio di carta che lui le mise sotto il naso. Kira gemette aspettandosi un’offerta inadeguata per lo Chateau, ma poi sentì la terra aprirsi sotto i piedi.
No! Non poteva essere! Kira rilesse ogni singola parola col cuore in gola mentre il loro significato le penetrava nella mente. Come aveva osato sperare di salvarsi dal potere di quell’uomo?
«Che razza di trucco è questo?» chiese infine.
«Non c’è nessun trucco, ma chérie. Sono il proprietario della maggioranza delle azioni dello Chateau Mystique.»
Impossibile! Doveva entrare in possesso lei delle azioni di Edouard dopo la lettura del testamento che sarebbe avvenuta di lì a quindici giorni. Edouard le aveva assicurato, grazie al lascito delle sue azioni, il controllo dell’hotel.
Eppure, quel documento era la prova che le azioni di Edouard erano passate nelle mani di André. Kira dubitava della validità di quell’atto, ma la firma del suo avvocato, che ben conosceva, era lì a testimoniare la regolarità del passaggio. Non poteva essere vero, eppure era così. Ancora una volta, Kira si sentì tradita, usata e abbandonata. La storia della sua vita.
Ora André aveva il controllo del suo albergo, la sua casa. E avrebbe controllato anche lei se glielo avesse permesso.
La carezza che lui le diede aveva il sapore di una beffa. Lei tremò con la mente in subbuglio, furiosa come mai lo era stata in vita sua.
André rise esultando sia per il successo ottenuto, sia per la reazione che aveva avvertito in lei al suo tocco. «Alzati» le ordinò infine.
Kira si alzò in piedi così bruscamente da avvertire una vertigine. Afferrò il lenzuolo per coprirsi il petto e agitò la testa per liberarsi il viso dai capelli, troppo fuori di sé dalla collera per provare un senso di soddisfazione nel notare che lui la stava fissando con apprezzamento.
Se non altro erano soli. Kira osservò il corpo alto e slanciato di André nascosto da un completo color antracite che brillava alla luce artificiale. Naturalmente quell’abito era francese, e il taglio gli enfatizzava le lunghe gambe, i fianchi stretti e le ampie spalle.
La camicia bianca sottolineava il colorito abbronzato della sua pelle mentre la cravatta color argento era di complemento all’orologio in platino che costava sicuramente più di quanto lei guadagnasse in un intero anno. I folti capelli neri erano pettinati alti sulla fronte.
Kira sentì il proprio cuore perdere un battito nel ricordare come avesse goduto nel sentire quel corpo aitante avvinghiato al suo mentre quelle mani dalle dita affusolate avevano contribuito con le loro carezze a portarla più e più volte all’apice del piacere.
Era stato così sin dal primo momento. Meno di due ore dopo essersi incontrati erano finiti a letto facendo del sesso esplosivo. Non era una questione di sentimenti, tra di loro c’era soltanto una potente attrazione e un intenso desiderio che doveva essere soddisfatto.
Kira non era mai stata tanto leggera. Non aveva assolutamente pensato alle conseguenze di aver condiviso il letto di André.
Digli qual è il risultato dell’avventura, le ordinava il cervello. Esci allo scoperto e diglielo subito.
Stringendosi nel lenzuolo, Kira sollevò lo sguardo incontrando quello di lui. Aveva due occhi di un marrone così intenso da sembrare neri, ma dalla loro espressione capì che non era il momento adatto per rivelargli il suo segreto.
«Vestiti» le ordinò lui.
Dandogli le spalle, Kira s’infilò un abitino blu odiandosi per il fatto di sentirsi tanto vulnerabile anche con l’abito indosso.
«Immagino tu voglia comprare le mie azioni senza perdere altro tempo» esordì lei.
«Oui.»
«Be’, non sono in vendita.»
«Non hai ancora ascoltato la mia offerta.»
«Non m’interessa» ribadì lei sollevando il mento. «Non intendo vendere.»
«Tutto e tutti hanno un prezzo.»
«Non io.»
«Vedremo» commentò lui dirigendosi alla porta. «Prego, dopo di te.»
«Non ci resta che salutarci e darci appuntamento alla riunione del consiglio d’amministrazione che ci sarà fra due settimane.»
Lui, di rimando, sorrise glaciale. «Tu vieni con me, ma chérie.»
«Scordatelo» ribatté lei con voce tremante.
«Ti prenderò di peso, se devo, ma tu vieni con me a Petit St. Marc.»
Di nuovo sull’isola? Il cuore di Kira riprese a martellarle nel petto. «Perché?»
«Per battere il tuo amante, ma chérie.»
Era forse impazzito? «Allora stai sprecando il tuo tempo perché io non ho nessun amante.»
«So che prendi ordini da Peter Bellamy, ma ancora per poco.»
«Peter?» ripeté lei scoppiando in una risata isterica. «Ti assicuro che non sono la sua amante.»
«Risparmiami le tue bugie. Conosco la verità.»
André non poteva sbagliarsi di più, ma se non le credeva in questo, non avrebbe neanche creduto che il bambino che lei portava in grembo era suo.
«Non vengo da nessuna parte con