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Seduzione senza fine: Harmony Collezione
Seduzione senza fine: Harmony Collezione
Seduzione senza fine: Harmony Collezione
E-book174 pagine2 ore

Seduzione senza fine: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Forte e appassionato.



Guido Barberi non vede più sua moglie da quando, dieci anni prima, lei l'ha lasciato di punto in bianco. Ora che se la ritrova di fronte, però, Guido capisce che fra loro non è mai finita, e prendersi la sua rivincita sarà ancora più dolce.



Ingenua e innocente.



Sara è turbata dal fatto che Guido è ancora più attraente, quindi pericoloso, dell'uomo che ricordava. E, nonostante il rancore che prova per lui, si rende conto di desiderarlo più di prima. Come potrà resistere alla sua seduzione?
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2019
ISBN9788858992371
Seduzione senza fine: Harmony Collezione
Autore

Jacqueline Baird

Inglese, coltiva da sempre due grandi passioni: la pittura a olio e la navigazione in barca a vela.

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    Anteprima del libro

    Seduzione senza fine - Jacqueline Baird

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Italian Billionaire’s Ruthless Revenge

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2007 Jacqueline Baird

    Traduzione di Marta Draghi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-237-1

    1

    Lo scintillante yacht nero che solcava leggero le verdi acque del Mediterraneo rallentò per avvicinarsi all’isola di Maiorca e ormeggiare con una manovra perfetta nel porticciolo di Alcudia.

    Sorridendo soddisfatto, Guido Barberi consegnò il timone al capitano. «Il resto lo lascio fare a lei.»

    Uscì sul ponte, indossando solo dei pantaloncini bianchi e un paio di scarpe da barca. Lanciò un rapido sguardo al litorale di Alcudia animato da numerosi turisti e poi rivolse l’attenzione all’equipaggio che stava finendo di fissare la nave agli ormeggi. Compiaciuto che fosse tutto sotto controllo, lasciò che i suoi occhi scuri vagassero nei dintorni e si fermassero ad ammirare il vecchio yacht ormeggiato di fianco al suo, tendendosi per accompagnare lo sguardo verso le due donne che prendevano il sole sul ponte.

    Una delle due, bionda, si era seduta per seguire l’arrivo dello yacht, evidentemente interessata. Ma era l’altra, sdraiata su un lettino a pancia in giù, ad aver catturato la sua attenzione, risvegliando all’improvviso in lui ogni istinto predatore.

    Non poteva essere lei, si disse. Ma doveva a tutti i costi togliersi ogni dubbio. Sollevò lentamente il binocolo che portava appeso al collo e mise a fuoco la donna. Con lo sguardo risalì lentamente quel paio di gambe lunghe e affusolate, dalla pianta dei piedi fino al sedere piccolo e sodo, quindi si fermò, trattenendo il fiato per lo stupore.

    Eccole, erano lì... annidate alla base della spina dorsale... quelle due fossette perfettamente circolari. Guardò velocemente il resto del corpo, notando la vita sottile, le spalle lisce e i folti capelli raccolti sulla nuca in modo casuale. Leggeva un libro non sapendo di essere esaminata così attentamente. La bocca gli si schiuse in un sorriso arcigno e lo sguardo ritornò a scorrerle lungo la schiena.

    Solo una volta aveva visto... conosciuto... una donna che avesse delle fossette così particolari esattamente in quella posizione. Fossette che lo avevano totalmente affascinato. Fossette che le sue labbra avevano sfiorato e la sua lingua aveva tormentato innumerevoli volte prima di possedere quel corpo caldo e accogliente. Lasciò cadere il binocolo, sentendo che il suo corpo reagiva con entusiasmo al solo pensiero.

    Doveva essere lei. Era lei. La sua ex moglie.

    Sara Beecham.

    Gli tornarono immediatamente alla memoria ricordi che credeva da tempo dimenticati.

    Ricordava ancora il momento esatto in cui l’aveva vista per la prima volta. Lei gli volgeva le spalle, e indossava un paio di jeans a vita talmente bassa da lasciare scoperte quelle due fossette così intriganti. Quando si era voltata, la sua bellezza gli aveva tolto il fiato, e quel maglioncino perfettamente riempito, quella vita sottile e quelle gambe lunghe lo avevano eccitato così bruscamente da lasciarlo quasi paralizzato. Era stato amore a prima vista, o almeno così aveva pensato quella volta. Con il senno di poi, si era reso conto che era stata solo una forte e travolgente passione.

    Ma il suo breve matrimonio gli aveva insegnato l’infedeltà delle donne, e di quella donna in particolare. Appena aveva girato le spalle, lei lo aveva lasciato, portandosi via l’assegno ricevuto dal suocero. Quando era rientrato a casa, la sua sposa era sparita, lasciando solo un biglietto in cui gli diceva addio. Lui, stupido, si era rifiutato di crederci, ma le venticinquemila sterline che lei aveva incassato pochi giorni dopo essere tornata a Londra erano riuscite a convincerlo. Il divorzio era stato gestito in modo rapido ed efficace dai rispettivi avvocati, e da allora non l’aveva più rivista. Fino a quel momento.

    «Ti prego, guarda Il Leonessa! Quello sì che è un vero yacht. Dev’essere il nuovo modello Predator class. Wow! Ma lasciamo perdere la barca... Cosa mi dici dell’uomo? Guarda... Guarda! Mio Dio... Non è semplicemente il più bel pezzo d’uomo che tu abbia mai visto? Guarda che spalle, che petto, e che gambe...»

    Sara si sentì spintonare e, riluttante, distolse l’attenzione dall’agghiacciante thriller che stava leggendo e guardò l’amica con la coda dell’occhio. «Ti prego, Pat, spero che non sia un altro dio greco appena sceso dall’Olimpo. Nell’ultima settimana ne avrai visti almeno un centinaio» osservò sorridendo. «E ti ricordo che sei una donna sposata.»

    «Credimi, questo è eccezionale. A meno che non indossi i calzini bianchi con i pantaloncini corti, questo è il maschio più bello e terribilmente virile che io abbia mai visto. Sfortunatamente, sta guardando te» sospirò Pat con rassegnazione. «Scommetto che a letto è una favola.»

    «Sei scandalosa» mormorò Sara scuotendo la testa, prima di tornare al suo libro.

    «E tu, mia cara, stai sprecando la tua vita. Sei a bordo di uno yacht con sei uomini single e solo due donne. Mi sembra abbastanza ovvio che Peter Wells sia attratto da te, e tu cosa fai? Lo incoraggi? Certo che no! Quando non sei ai fornelli te ne stai sempre immersa nei tuoi libri. Dov’è il tuo spirito d’avventura? Se fossi in te sarei già corsa lì a scoprire chi è quell’uomo meraviglioso. Anzi, quasi quasi lo faccio io al posto tuo. Potrei invitarlo al nostro party d’addio di stasera. A Dave non darà fastidio se gli dico che l’ho invitato per te.»

    «Non ci provare» si oppose Sara voltandosi di scatto e mettendosi seduta. «Non osare farlo!» Ma, ormai, era troppo tardi. Il problema era che Pat osava fare... qualunque cosa. E Dave, suo marito, era altrettanto incosciente...

    All’inizio, in qualità di amica e occasionale contabile, Sara aveva provato a insegnare loro i benefici della moderazione, ma questa parola non faceva parte del loro vocabolario.

    Così Sara aveva risposto alla telefonata delirante di Pat che le chiedeva di lasciar perdere la sua vacanza, raggiungerli a Marsiglia e unirsi alla loro crociera come cuoca di bordo. Quella che avevano ingaggiato non si era presentata alla partenza, ed erano disperati. Sara aveva condiviso l’appartamento con Pat quando, agli inizi della sua carriera, lavorava per un importante studio contabile di Londra, quindi sapeva bene quanto l’amica fosse un disastro in cucina. Mentre lei, senza presunzione, era una ottima cuoca. Inoltre, sapeva anche quanto fosse incerta la situazione finanziaria della coppia.

    Dopo il matrimonio, tre anni prima, avevano entrambi lasciato il lavoro e speso tutti i loro risparmi, e forse anche qualcosa in più, per comprare quello yacht. Intendevano viverci organizzando crociere e offrendo corsi di vela, quando non erano impegnati a veleggiare per conto loro da qualche parte. Sulla carta era sembrata una bella idea, ma ora Pat era incinta e avrebbero dovuto trovare un posto in cui vivere, magari in Inghilterra. Dave era fiducioso di riuscire a tenere lo yacht e affittare una casa fino a quando il bambino sarebbe stato in grado di andare con loro per mare. Ma Sara aveva visto le cifre, e sapeva quanto fosse terribilmente costoso anche solo possedere uno yacht.

    Il problema era che, pur essendo abbastanza grande e con ben quattro cabine per gli ospiti, la barca era vecchia. Un favoloso panfilo a vela, tutto di legno, estremamente romantico da vedere mentre solcava i mari a vele spiegate, ma decisamente costoso da mantenere. Anche con Dave come istruttore e capitano, e Pat come equipaggio, dovevano comunque navigare con almeno altri tre marinai qualificati e un cuoco. E, ovviamente, pagarli. L’assicurazione, poi, voleva un sacco di soldi per coprire lo yacht e i passeggeri. Sara lo sapeva bene perché aveva preparato lei la polizza.

    Gli ospiti di solito erano gruppi di giovani con una certa esperienza di vela che volevano approfondire le loro conoscenze. Ma la vacanza era costosa e quindi, se calava il vento e c’era il rischio di non arrivare al porto successivo, si aspettavano che l’equipaggio accendesse i motori. Ma visto il vertiginoso aumento del costo del carburante negli ultimi due anni, un mare calmo poteva benissimo annullare il guadagno di un’intera crociera. Inoltre, solo tenerlo ormeggiato nel Mediterraneo comportava costi esorbitanti. Ecco perché Sara aveva rinunciato alla sua seconda settimana del corso di cucina che stava frequentando in Francia per andare ad aiutarli.

    Alzò pigramente lo sguardo verso lo yacht più grande appena arrivato. Caspita, c’era addirittura un elicottero sul ponte superiore! Chissà quanti soldi ci volevano per mantenere una nave del genere... Milioni di sterline, probabilmente, pensò con sguardo ammirato.

    Poi vide l’oggetto dell’entusiasmo di Pat, o almeno la sua parte dietro. Era alto, capelli neri, spalle e schiena larghe, vita e anche strette, gambe lunghe e muscolose. Stava per rientrare nella cabina di comando. Gran fisico, pensò, e in quell’istante ebbe un fremito inspiegabile, una sensazione di disagio. Ma non ci fece troppo caso: si rimise sdraiata e tornò a perdersi nell’intreccio del sanguinoso caso d’omicidio.

    Più tardi, quella sera, Guido Barberi – appoggiato al parapetto dello yacht dei vicini – studiava la donna appena comparsa sul ponte. Gli ultimi dieci anni l’avevano resa ancora più bella, pensò spassionatamente. I lunghi capelli castano dorati le cadevano morbidi sulle spalle e la sua pelle di seta brillava di una lieve abbronzatura. Le sopracciglia perfettamente arcuate facevano da cornice a due enormi occhi blu e a delle folte ciglia scure. Il naso era piccolo e dritto, e il labbro superiore di quella bocca così sexy disegnava un meraviglioso e perfetto arco di Cupido. Indossava un abito avvolgente, di un tessuto bianco e sottile che non nascondeva il morbido rigonfiamento dei seni sodi e chiaramente senza reggiseno. Il vestito metteva in risalto la vita sottile e finiva pochi centimetri sopra il ginocchio, rivelando un paio di lunghe gambe. Ai piedi indossava dei sandali ingioiellati.

    Avvertì un’istantanea eccitazione, e decise di avere ciò che voleva. Aveva chiuso con Mai Kim a Hong Kong da due settimane ed era tornato in Italia. Dopo aver trascorso qualche giorno nella casa di famiglia a Napoli per partecipare al matrimonio di suo fratello Aldo, era andato a Montecarlo per prendere possesso del suo nuovo yacht. Era salpato due giorni prima dalla Francia, assieme a un rappresentante dell’azienda produttrice dello yacht e al suo nuovo equipaggio, per un rodaggio iniziale. Soddisfatto che fosse tutto a posto, quella stessa mattina aveva navigato senza fretta verso l’isola di Maiorca. Si era goduto la pace e il relax che il suo nuovo yacht gli regalava e di cui aveva proprio bisogno, ma ora si rendeva conto di aver ancor più bisogno di una donna. Una in particolare. E... Dio, lei senza dubbio era in debito!, pensò torcendo le labbra in un sorriso amaro.

    Sara uscì sul ponte e osservò con una smorfia la folla che gironzolava in quello spazio ristretto. Come al solito Pat era riuscita a moltiplicare gli otto ospiti inglesi che viaggiavano con loro, facendoli diventare quasi una trentina. Perché si stupiva ancora? Pat aveva fatto lo stesso in ogni porto in cui si erano fermati, decisa a trasformare il viaggio in un grande successo, nella speranza che il gruppo volesse ripetere l’esperienza in futuro. Era divertente, pensò Sara, ma a dire il vero era felice che la crociera stesse per finire. Sarebbero salpati per Ibiza la mattina seguente, e la sera stessa se ne sarebbe tornata a casa. Non era fatta per quella vita frenetica... sette giorni di navigazione e feste erano più che sufficienti. Per quanto le piacesse cucinare, dopo aver nutrito quindici persone per una settimana, con un solo aiutante a disposizione, ormai era cotta anche lei.

    Eppure non poteva certo lamentarsi. Fra un porto e l’altro, e un pranzo e l’altro, era riuscita a recuperare del tempo per leggere, e la compagnia degli ospiti era piacevole. Doveva ammettere che il cambiamento le aveva fatto bene: non si sentiva più così rilassata da parecchi anni. Forse Pat aveva ragione: non si poteva vivere solo per lavorare, e forse era ora di trovarsi un uomo.

    «Sara, come sempre sei favolosa. Vuoi ballare?»

    «Peter.» Guardò l’alto uomo biondo che le sorrideva. Era impiegato presso un grosso fondo speculativo della City, come del resto ogni altro ospite, ed era ritenuto da tutti una specie di ragazzo prodigio. Ragazzo era la parola chiave, visto che a soli ventiquattro anni aveva appena ricevuto un premio di produzione di un milione di sterline, ed era intenzionato a farsene dare molti altri. Era uno che lavorava sodo e si divertiva alla grande. «C’è abbastanza spazio?» gli domandò guardando quei pochi metri quadri di ponte sovraffollato. «Certo, perché no?» aggiunse poi, lasciandosi prendere fra le braccia. «È la nostra ultima sera, e qui non puoi fare nessuno dei tuoi scherzi» lo rimproverò sorridendo mentre si muovevano al ritmo della musica.

    Durante quella crociera, Peter le aveva fatto perdere il gommone per tornare allo yacht quando erano ormeggiati al largo della Corsica, le aveva sfilato il reggiseno del bikini mentre sdraiata sulla pancia stava innocentemente leggendo il suo libro su una spiaggia della Sardegna, e aveva cercato di farla ubriacare un’infinità di volte. Soltanto il giorno prima, infine, l’aveva buttata fuori bordo al largo di Minorca, per poi far finta di salvarla, nonostante il fatto che lei, esperta nuotatrice, non avesse alcun

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