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C’era una volta una famiglia
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E-book94 pagine1 ora

C’era una volta una famiglia

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Info su questo ebook

Un excursus di vita famigliare, quello del padre, veneto, e quello della madre, sarda. Le abitudini, lo stile di vita nel ’900, i ricordi raccontati attraverso gli occhi di una bambina, diventata oramai adulta, che vuole ripercorrere e far rivivere quei momenti magici e indimenticabili.
Con abile scrittura evocativa, ricca di particolari e minuzie, l’autrice ci porta ora in Veneto, con le sue usanze, ora in Sardegna, con la lingua tipica del luogo e altre curiosità anche divertenti. Una carrellata di personaggi pittorescamente descritti e facenti parte della famiglia arricchisce i racconti, rendendoli piacevoli e a tratti persino comici.
Un connubio tra vicende serie e tragiche e altre più spensierate e leggere ritrae la società dell’epoca, le tradizioni di un tempo andato, ma mai dimenticato dall’autrice…

Cristiana Maria Piazza è nata a Villagrande Strisaili (Nuoro, Sardegna) il 18 settembre 1951. 
Il 17 marzo 1978 si laurea in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Sassari e il 9 settembre 1983 ottiene l’abilitazione all’Insegnamento delle Scienze Matematiche, Chimiche, Fisiche e Naturali nella Scuola Media. Dopo proficui e lusinghieri anni di insegnamento, nel 2004 è vincitore del Corso di Concorso per Dirigenti Scolastici e dal 2009 è Dirigente Scolastico del Liceo “Margherita di Castelvì” di Sassari. Attualmente è felicemente pensionata.
LinguaItaliano
Data di uscita3 mar 2024
ISBN9788830696778
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    C’era una volta una famiglia - Maria Cristiana Piazza

    LQPiazza.jpg

    Cristiana Maria Piazza

    C’era una volta

    una famiglia

    Racconti tra fascismo e anarchia

    © 2024 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-9291-6

    I edizione marzo 2024

    Finito di stampare nel mese di marzo 2024

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    C’era una volta una famiglia

    Racconti tra fascismo e anarchia

    Ai miei amori Veronica, Davide,

    Dario e Elena Piazza.

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Le Origini

    Le notizie più antiche che ho riguardano la genealogia di mio padre: in casa ho una foto in cui appare, incantevole bambino di tre anni vestito come un figlio della lupa. È il 1927 accanto c’è il mitico fratello Eros con l’uniforme da avanguardista, un biondo adolescente bellissimo che guarda con uno sguardo serio e azzurro; ha quasi dodici anni e non vivrà che altri nove.

    Eroe dell’Italia imperiale, aquilotto che solcava gli italici cieli … recita la lapide. Muore in Sicilia nel 1936, a 21 anni, in una cerimonia in onore del Duce. L’aereo non decolla e si schianta su una rimessa, lui esce dall’aereo e si accascia per sempre.

    Mussolini invia a mio nonno Pagano una sua foto con dedica: a Pagano Piazza in memoria del figlio sergente pilota Eros, morto nell’adempimento del Dovere … e firma autografa.

    La foto è ancora appesa nello studio di mio padre: quel faccione continua a guardare torvo i rari visitatori della casa dove ho vissuto fino ai 22 anni.

    Leone Piazza

    Io, secondo mia madre, dovrei essere il ritratto di questo bellissimo zio, gli stessi occhi, figlia mia, hai gli stessi occhi!, zio che peraltro mia mamma non ha mai conosciuto.

    Torniamo alla genealogia: quindi, mia madre, cuore monarchico ed esperta di blasoni, ha sempre nutrito una commossa passione per le presunte origini nobili della famiglia Piazza

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