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Poemi (testo inglese a fronte)
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E-book102 pagine1 ora

Poemi (testo inglese a fronte)

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Info su questo ebook

“L'uomo più colto d'Europa”. Così veniva definito dai suoi contemporanei Thomas Gray. Nato a Londra il 16 dicembre 1716 e morto a Cambridge il 30 luglo 1771. Visse a Cambridge dove trascorse il suo tempo dedicando lunghe ore allo studio alternate da solitarie passeggiate in campagna. Si teneva in disparte dalla società anche se era una persona d'indole affabile, colta e arguta. Questo volume raccoglie tutti i suoi versi con testo inglese a fronte e traduzione in lingua italiana del 1813. La sua poesia più famosa, Elegy Written in a Country Churchyard, ha ispirato al Foscolo i Sepolcri, creando cadenze che si ritrovano nelle Odi di Keats e soprattutto per primo ha richiamato l'attenzione sul muto eroismo degli umili.
LinguaItaliano
Data di uscita18 ago 2010
ISBN9788874170470
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    Anteprima del libro

    Poemi (testo inglese a fronte) - Thomas Gray

    Poemi

    (Testo originale a fronte)

    Thomas Gray

    Digitalizzazione dell’edizione del 1813, Milano, Silvestri

    In copertina: Martinus Rørbye, Viandante nei pressi dell’Acqua Acetosa, 1835, Göteborg, Konstmuseum

    © 2010 REA Edizioni

    Via S.Agostino 15

    67100 L’Aquila

    Tel diretto 348 6510033

    www.reamultimedia.it

    redazione@reamultimedia.it

    La Casa Editrice esperite le pratiche per acquisire tutti i diritti relativi alla presente opera, rimane a disposizione di quanti avessero comunque a vantare ragioni in proposito.

    Indice

    VITA DI THOMAS GRAY

    LA PRIMAVERA

    SULLA MORTE DI UNA GATTUCCIA FAVORITA

    SOPRA UNA DISTANTE VEDUTA DEL COLLEGIO DI ETON

    ALL’AVVERSITA’

    I PROGRESSI DELLA POESIA

    IL BARDO

    LE FATALI SORELLE (1)

    LA DISCESA DI ODINO(1)

    ELEGIA SCRITTA IN UN CIMITERO CAMPESTRE

    NOTE

    VITA DI THOMAS GRAY

    Thomas Gray, il cui nome suona così caro alle Muse ed alle anime gentili, nacque in Londra, il 26 dicembre 1716. L’avo di lui esercitata avea con guadagno la mercatura. Ma suo padre, come quegli che di trascurata indole era, nulla aggiunse all’avito retaggio. Non però negletta per lui venne l’educazione del giovinetto Tommaso; che anzi agli studi egli il pose nel collegio di Eton. Ivi questi si congiunse di strettissima amicizia con Orace Walpole, il qual menò poscia tanto rumore nella letteraria Repubblica, e con Richard West figlio del Lord Cancelliere d’Irlanda, giovane di magnanimi sensi e di aspettazione larghissima.

    Da Eton passò Gray in Cambridge, ove fu accettato qual pensionario nel Collegio di S. Pietro. A quel tempo West anch’egli venne trasferito nel Collegio di Christ?Church ad Oxford. Tale disgiungimento riuscì amarissimo ai due teneri ed ingegnosi amici, i quali per temperarne il rammarico impegnarono in uno scambievole permutamento di lettere non indegne de’ verdi lor anni, e delle liete speranze che destate di sé medesimi avevano.

    Ma ben lungi erano essi allora d’immaginarsi che, fatte di pubblica facoltà colle stampe, dovessero queste lettere un giorno all’aperta luce comparire.

    Appena giunti nelle rispettive loro Università essi voltarono intero l’animo allo studio delle leggi e con tale intendimento si recarono quindi a Londra nel 1738. Ma Gray adescato dalle istanze di Walpole, che lo incitava ad essergli compagno ne’ suoi viaggi, differì per allora di compartire tutti i suoi pensieri all’apprendimento di una scienza la quale di certo non potea molto genialmente accomodarsi né colla sua indole né colle tempre del suo ingegno.

    Copiosi frutti veramente a lui derivarono dal visitare ch’ei fece la Francia e I’Italia. Ma le dolcezze del suo viaggio vennero penosamente amareggiate da’ dissapori che fra lui insorsero ed Orace Walpole. Discordanti erano le attitudini degli animi loro. Il pensivo e malinconico genio del primo male si attagliava colla frizzante giovialità e col galante brio del secondo. E s’erano posti in viaggio in sull’uscire del 1739, e si separarono in Reggio nel 1741. Molt’anni però non trascorsero, che un verace accordamento gli ricongiunse, merce dell’opera e de’ benevoli uffici d’una Dama che legata era ad ambedue co’ vincoli d’una operosa amicizia. Come tornato fu a Londra, Gray rinvenne suo padre già ridotto a mal termine da’ fieri assalti d’una podagra, cui da lunga stagione sottogiaceva. Dopo due mesi d’angosce questi passò a più placida vita, e Gray ne raccolse la scarsa eredità. Allora il proponimento da lui prima fermato di dedicarsi allo studio delle leggi e di batterne la carriera incominciò ad infievolirsi nell’animo suo. Nondimeno come gli amici lo stringevano a non dipartirsene; e ch’egli per la sua delicata natura non voleva attristargli con una troppo subita dichiarazione de’ consigli che nella mente volgeva, così recossi a Cambridge, ed ivi assunse il grado di Baccelliere nel Diritto Civile. Il tempo da lui speso ne’ suoi viaggi, la intensa fatica richiesta dalle speculazioni di Temide, e più di tutto le angustie della sua fortuna gli facevano con mal animo riguardare un disegno ch’ei per avventura non avea giammai con ardenza coltivato. Tale suo rammarico partorito dalle incertitudini in cui viveva circa l’ordine della vita che a discegliere avea, fu in quel torno piu inacerbato ancora dall’infermità di West, che già da qualche tempo andava di una lenta consunzione struggendosi, e che in giugno 1742 nel ventesimosesto anno della sua vita, cadde compassionevol vittima di tal crudele distemperamento.

    Alcun tempo prima di questo lagrimoso accidente, recato era Gray a visitar la propria madre nel ritiro da lei sceltosi a Storke non lunge da Windsor, dove egli scrisse la sua bellissima Ode sovra la Primavera. Né impossibile è forse che un flebile presentimento del disastro che sorvenir gli dovea, instillasse nel suo animo quella tenera ed attraente malinconia che regna per entro a quell’Ode. Di quai lagrime e di qual affanno fosse a lui cagione tal perdita, ben può più agevolmente uom concepirlo che pingerlo.

    I suoi sospiri per essa vennero da lui consegnati in un sonetto inglese molto patetico e tenero, scritto in sul far del Petrarca; ed in una sublime e nobilissima apostrofe latina ch’ei meditava di porre in fronte al suo libro De Principiis cogitandi. Meritevole pur è di rilievo osservare, come tre mesi

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