Realismo Dialettico: il Materialismo Dialettico da Stalin a oggi
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Anteprima del libro
Realismo Dialettico - Luciano Balducci
LUCIANO BALDUCCI
REALISMO DIALETTICO
IL MATERIALISMO DIALETTICO DA STALIN A OGGI
(COMMENTO A MATERIA E COSCIENZA
DI F. I. KHASKHACIKH)
Traduzione dal russo, prefazione e postfazione a cura di Luciano Balducci
EDIZIONI SIMPLE
Via Weiden, 27
62100, Macerata
info@edizionisimple.it / www.edizionisimple.it
ISBN edizione digitale: 978-88-6924-092-8
ISBN edizione cartacea: 978-88-6259-434-9
Realizzato da: WWW.STAMPALIBRI.IT - Book on Demand
Via Weiden, 27 - 62100 Macerata
Tutti i diritti sui testi presentati sono e restano dell’autore.
Ogni riproduzione anche parziale non preventivamente autorizzata costituisce violazione del diritto d’autore.
Copyright © Luciano Balducci
Prima edizione cartacea: ottobre 2011
Prima edizione digitale: dicembre 2014
Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo, riservati per tutti i paesi.
INDICE
Prefazione del curatore
Primarietà della materia e secondarietà della coscienza
Il cervello è l’organo del pensiero
Passaggio dalla materia non senziente alla senziente
La dottrina leninista della riflessione come proprietà generale della materia
L’eccitabilità
Con quali forme di materia è connessa la sensazione?
Nascita e sviluppo del pensiero umano
Ruolo del lavoro nell’origine del pensiero umano
Postfazione del curatore
PREFAZIONE DEL CURATORE
Riproporre oggi un testo divulgativo sovietico del 1951 può sembrare un’iniziativa ingiustificata ed inutile. Abbiamo pensato, invece, che essa possa dare un contributo alla comprensione della società che a quel tempo si era costituita nell’URSS e che ancora oggi, considerata storicamente, presenta aspetti poco noti e problematici. Il libro è di poco precedente all’esplosione del famoso caso Lysenko
[1] che tanto scalpore suscitò in occidente e che rivelò al mondo quanto il dogmatismo ideologico possa stravolgere la cultura assoggettandola alla politica. Tuttavia anche in questo libro (che già ospita le assurdità pseudoscientifiche della biologa Olga B. Lepescinskaya), si possono, per il modo grezzo, conformistico e perentorio di trattare gli argomenti,scorgere i segni della degenerazione dogmatica che portò al tracollo di vasti settori della scienza e della cultura sovietica, in primo luogo nel campo della genetica e della biologia, mentre altri settori meno ideologizzati (come la fisica, la chimica, l’ingegneria) riuscirono a mantenere la loro validità. Riteniamo importante domandarci oggi se e come la filosofia del materialismo dialettico, a cui il testo russo si ispira, possa aver assimilato ed elaborato la lezione della storia recente, evolvendosi e completandosi in senso democratico per l’influsso degli eventi politici e culturali verificatisi dopo il 1951; domandarci, infine, se essa sia valida per interpretare e guidare il mondo attuale.
L’autore, totalmente immerso nella realtà sovietica del suo tempo, non prende in considerazione (se non marginalmente) il materialismo storico propriamente detto nei suoi aspetti economici e politici; egli si propone di esporre, nell’ambito del materialismo dialettico (MD), la concezione marxista della scienza della prima metà del ventesimo secolo.
Il libro tratta sostanzialmente due temi: il primo è la precisazione dei caratteri differenziali tra le concezioni materialistica e idealistica del mondo e della storia; il secondo è la comparsa e l’evoluzione, negli esseri viventi, della capacità di sensazione e successivamente, nell’uomo, della coscienza e del pensiero, attraverso una serie di livelli organizzativi dialettici
, cioè articolati in un assetto di azioni e reazioni generatrici di nuove e più complesse realtà nelle quali vigono leggi specifiche di ordine sempre più elevato.
Per quanto riguarda il primo tema, l’autore ribadisce vigorosamente il carattere fondamentale della concezione materialistica del mondo, la quale, al di là di incomprensioni e mistificazioni di vario genere, consiste nell’affermare l’esistenza del mondo come precedente e indipendente rispetto alla coscienza e al pensiero umano. Egli considera come idealistiche tutte le concezioni che attribuiscono al pensiero (e alla coscienza, alle sensazioni, allo spirito
in genere) un carattere di preesistenza, indipendenza e prevalenza rispetto al mondo. Tale contrapposizione, che l’autore considera drammatica, non è solo ideologica, ma politica, e le dottrine idealistiche sono presentate come strumenti della lotta di classe del capitalismo contro il proletariato. La convergenza fra idealismo e interessi dei capitalisti (che per certi aspetti mi ricorda l’opinione di Max Weber sulla convergenza fra interessi della borghesia ed etica protestante) è però affermata in modo grezzo e non è trattata in modo convincente.
Per quanto riguarda il secondo tema, l’autore compie una trattazione dello sviluppo e dell’evoluzione della materia senziente dalla materia non senziente, e della successiva comparsa della coscienza e del pensiero. Fattore determinante di tale sviluppo è considerata tutta la storia della società e del lavoro umano.
Questa parte dell’opera, che potrebbe sembrare accettabile almeno nelle sue linee generali, contiene però affermazioni semplicistiche ed erronee; valga per tutte il riferimento alle teorie della biologa O. B. Lepescinskaya (1871-1963) sulla possibilità di ottenere cellule vitali a partire da colloidi proteici; teorie che (analogamente a quelle del genetista T. D. Lysenko) furono completamente demolite e risultarono essere il frutto di una illegittima contaminazione fra scienza e ideologia sociopolitica, nonché di un opportunismo culturale che appariva tipico di una situazione e di un’epoca in cui uno Zhdanov [2] dettava legge nella cultura ufficiale sovietica. Debbo ricordare, peraltro, che analoghi fenomeni di contaminazione si sono verificati, anche in anni recenti, in altri contesti politici e in altri paesi; si pensi alla sociobiologia
di alcuni autori statunitensi (E. O. Wilson [3] e altri) la quale, come suggerisce il nome, pretende di applicare alla società umana leggi che sono valide solo a livello biologico.
Domandiamoci ora: quali ragioni possono indurci a riprendere in considerazione questo libro?
Io penso che oggi sia bene tornare a discutere di materialismo dialettico, in contrapposizione con le filosofie idealistiche. Ciò vale soprattutto per noi italiani, che per certi aspetti ci portiamo ancora sulle spalle (mi si conceda il giuoco di parole) la gentile croce del tardo idealismo; e anche perché nel nostro paese molti intellettuali di varia formazione affermano incautamente, e talvolta con altezzosa sicumera, che il marxismo, dopo le note vicende in campo economico e politico, è definitivamente superato e non vale quindi la pena di occuparsi di una simile anticaglia. Senza dimenticare che la parola materialismo
spaventa ancora molti perché viene intesa come negazione di spiritualità, di idealità; il che, nel caso di questa filosofia, storicamente evoluta e correttamente intesa, è il contrario del vero Occorre ripudiare ingiustificate generalizzazioni ed estrapolazioni e intendere il pensiero marxista in modo corretto, e cioè come una visione complessiva dei reciproci rapporti fra tutti i fattori (materiali, socioeconomici, psicologici, intellettuali, emotivi) dell’evoluzione umana storicamente intesa. Una tale visione è indispensabile per arrivare a stabilire valori etici conformi alla dignità e alla libertà dell’uomo e per delineare uno sviluppo positivo della civiltà.
Luciano Balducci
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Note del capitolo
1. LYSENKO Trofim Denisovich (1898-1976). Agronomo e biologo sovietico. Concepì, su basi ideologico-politiche, teorie genetiche risultate poi infondate.(N.d.T.)
2. ZHDANOV Andrej Aleksandrovich (1896-1948). Politico sovietico, difensore di Leningrado (oggi S.Pietroburgo) durante l’assedio nazista. Collaboratore di Stalin. In campo culturale impose criteri ispirati a un rigido dogmatismo ideologico e politico, che causarono gravi danni alla cultura e provocarono la persecuzione di un grande numero di intellettuali, scienziati ed artisti. (N.d.T.)
3. WILSON Edward Osborne (n. 1929) .Celebre entomologo e biologo statunitense È sostenitore convinto di un predominante determinismo genetico. Ritiene che anche nella società umana possano essere valide leggi proprie di livelli biologici meno evoluti (lotta spietata per la supremazia, rigide gerarchie) come, ad esempio, negli insetti cosiddetti sociali
quali le formiche o le api. Da molti è considerato antidemocratico e razzista. (N.d.T.)
PRIMARIETA’ DELLA MATERIA E SECONDARIETA’ DELLA COSCIENZA
(La questione fondamentale della filosofia e la sua soluzione secondo il materialismo e l’idealismo)
Il problema del rapporto del pensiero con l’essere, della coscienza con la materia, rappresenta il problema fondamentale di ogni filosofia, e quindi anche della filosofia del materialismo dialettico. Esso è fondamentale perché dalla sua soluzione dipende, in ultima analisi, la soluzione di tutti i rimanenti problemi della filosofia; perciò nessuna dottrina filosofica può trascurarlo. Per di più, nella storia non vi è stata nessuna scienza che in un modo o nell’altro, coscientemente o inconsciamente, non si sia occupata di esso, non l’abbia risolto, o non abbia fornito del materiale per la sua soluzione.
Tutte le dottrine filosofiche passate e presenti si dividono, a seconda della soluzione che danno a tale problema, in due indirizzi fondamentali: il materialismo e l’idealismo. F. Engels, dopo aver definito la questione del rapporto del pensiero con l’essere come il problema supremo della filosofia, scrive: I filosofi si sono divisi in due grandi campi secondo il modo in cui rispondevano a tale quesito. Quelli che affermavano la primarietà dello spirito rispetto alla natura, e quindi ammettevano, in ultima istanza, un qualche genere di creazione del mondo…….. formavano il campo dell’idealismo. Quelli che affermavano la primarietà della natura appartenevano alle diverse scuole del materialismo.
[4]
Una classica risposta a questa domanda la troviamo nel lavoro del compagno Stalin Sul materialismo dialettico e storico
: Contrariamente all’ idealismo, il quale asserisce che solo la nostra coscienza ha un’esistenza reale, mentre il mondo materiale, l’essere, la natura esistono solo nella nostra coscienza, nelle nostre sensazioni, rappresentazioni, idee, il materialismo filosofico marxista parte dal principio che la materia, la natura, l’essere è una realtà oggettiva, esistente al di fuori e indipendentemente dalla coscienza; afferma che la materia è il dato primario, perché è la fonte delle sensazioni, delle rappresentazioni, della coscienza, mentre quest’ultima è il dato secondario, è un dato derivato, perché è il riflesso della materia, il riflesso dell’essere; il pensiero è un prodotto della materia giunta, nel suo sviluppo, a un altissimo grado di perfezione, è il prodotto del cervello, il quale è pertanto l’organo del pensiero; non si può separare il pensiero dalla materia, se non si vuol cadere in un grossolano errore.
[5]
Quindi, mentre il materialismo, in pieno accordo con l’esperienza quotidiana di ogni persona e con i dati delle scienze naturali, considera primaria la materia (l’essere, la natura), e ritiene il pensiero un prodotto dello sviluppo della materia, l’idealismo filosofico in tutte le sue varietà considera primaria la coscienza. Tutti gli oggetti e i fenomeni del mondo esterno vengono giudicati dall’idealismo come procedenti dall’attività della coscienza, la quale si presenta, presso alcuni idealisti, sotto forma di complesso di sensazioni, presso altri sotto forma di idea universale o di divinità, e così via.
Fra le varietà dell’idealismo filosofico -dice Lenin- sono inoltre possibili mille sfumature, ed è sempre possibile crearne un’altra; all’autore di quest’altra (ad es. l’empiriomonismo) la differenza tra questa e le altre può sembrare importante. Dal punto di vista del materialismo tali differenze sono del tutto inconsistenti.
[6]
A seconda di come viene determinata la fonte della base spirituale
del mondo, - sia che questa venga identificata nella coscienza del singolo uomo, sia che venga invece posta al di fuori del singolo, indipendentemente dalla coscienza individuale, - la corrente idealista si divide in due varietà fondamentali: idealismo soggettivo e idealismo oggettivo. Ma tra queste varietà non esistono differenze sostanziali, in quanto i rappresentanti dell’uno e dell’altro idealismo considerano la coscienza, il pensiero, come il fondamento di tutto ciò che esiste.
La divisione della filosofia in materialismo e idealismo in base alla soluzione data al problema del rapporto della coscienza con la materia, costituisce il principio fondamentale della classificazione marxista-leninista delle dottrine filosofiche. Solo in questo senso i marxisti si servono dei termini materialismo
e idealismo
. Ogni altra interpretazione di questi concetti porta inevitabilmente alla confusione. Nella storia della filosofia s’incontrano decine e decine di scuole filosofiche diverse in lotta fra loro, ma tutte, in ultima analisi, si riportano o al materialismo o all’idealismo.
Una persona non abituata alle sottigliezze filosofiche può domandare: ma davvero nella storia vi è stato chi ha seriamente sostenuto che la coscienza esisteva prima della natura, e che tutte le cose e tutti i fenomeni esistono soltanto nelle sensazioni, nelle rappresentazioni e nei concetti degli uomini? Sì, così è stato! E non solo nel passato, ma anche oggi esiste un certo numero di simili persone, specialmente nei paesi del mondo capitalistico.
In qual modo l’idealismo dimostra
le sue tesi? Consideriamo, per esempio, la