Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Le magiche pietre e altre storie
Le magiche pietre e altre storie
Le magiche pietre e altre storie
E-book86 pagine59 minuti

Le magiche pietre e altre storie

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Rimasi tutta la mattina ad ascoltare l’uomo delle pietre. Raccontava con calma. Per due volte interruppe la storia per dirmi: «Le pietre sono vive, non dimenticarlo mai. Dentro ogni pietra c’è vita, c’è energia». Diceva che, se le osserviamo con attenzione, le pietre possono raccontarci la storia delle nostre vite più lontane, quando i nonni dei nonni dei nostri nonni non erano ancora nati... o forse erano uccelli, o api, o farfalle, o forse in quei tempi lontani eravamo alberi e tutti insieme formavamo una grande foresta... o magari solo un soffio di maestrale che accarezzava le pietre che di sicuro erano già lì!
“Le magiche pietre” è anche uno spettacolo teatrale scritto e interpretato da Pierpaolo Piludu, con la regia di Mauro Mou e la straordinaria partecipazione dei magici semi di pietra di Pinuccio Sciola.
LinguaItaliano
EditoreCondaghes
Data di uscita13 feb 2016
ISBN9788873568636
Le magiche pietre e altre storie

Correlato a Le magiche pietre e altre storie

Titoli di questa serie (53)

Visualizza altri

Ebook correlati

Leggende, miti e favole per bambini per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Le magiche pietre e altre storie

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Le magiche pietre e altre storie - Pierpaolo Piludu

    Pierpaolo Piludu

    Le magiche pietre

    e altri racconti

    illustrazioni di Gianluigi Piludu

    ISBN 978-88-7356-863-6

    Condaghes

    Indice

    Presentazione

    Storie dell'altro millennio

    La storia della lucertola (Su contu de sa tziligherta)

    Le magiche pietre (Sas pedras màgicas)

    Premessa all'ultimo racconto

    Su zigante

    Dal maestro delle pietre

    L'Autore e l'Illustratore

    La collana Il Trenino verde

    Colophon

    Presentazione

    Ho avuto la fortuna di vedere e ascoltare Le magiche pietre di Pierpaolo Piludu. Il meraviglioso racconto ha suscitato in me sentimenti e fantasie legati alle pietre.

    Nur è forse la parola più antica della lingua sarda e significa sia cavità sia un mucchio di pietra. Percorrendo le zone dell’isola ci si imbatte in statue: l’erosione del vento e dell’acqua ha creato un pantheon di forme: piramidi di calcare, elefanti di granito, guglie smerigliate, castelli di rocce e massi cavi.

    Certamente la civiltà della pietra è la prima nella storia dell’umanità. Si può dire che quella sarda sia una civiltà della pietra. I sardi, prima di convertirsi al cristianesimo adoravano le pietre. Le domus de gianas sono tombe scavate nella pietra. I nuraghi sono grandiose costruzioni di enormi massi collocati con arte. Tombe di giganti, menhir parlano del culto degli antenati. Betili femminili dispensatori di nutrimento e di fecondità; betili maschili carichi di forza vitale e protettori dalla morte.

    Esistono i fiumi di pietre, sono chiamati codule: una cascata bianca di ciottoli discende dalle rupi di un altopiano fino al fondo della valle, sembra un fiume d’acqua cristallizzata.

    I tuoni in lingua sarda sono chiamati anche pedras de chelu, perché sembrano rotolare con rimbombi paurosi.

    Nel paesaggio sardo la pietra tende a prendere forma umana. Esiste nella cultura sarda il mito della pietrificazione: chi ha commesso una colpa grave rischia di essere tramutato in pietra. In un altopiano ci sono due grandi pietre che hanno forma umana, sembrano un frate e una monaca. Raccontano che un uomo e una donna, consacrati da una promessa a Dio, abbandonassero il convento e fuggissero verso un sogno d’amore proibito. Ma giunti alle rupi dell’altopiano all’improvviso sono tramutati in pietra.

    I più grandi artisti sardi hanno creato opere d’arte lavorando la pietra. Pinuccio Sciola, l’artista amico delle pietre, fa delle incisioni e subito le pietre diventano parlanti, vibrano di una musica indecifrabile: così sono nate sas pedras sonadoras.

    Bachisio Bandinu

    Storie dell’altro millennio

    Tanti, tantissimi anni fa, quando i nonni e le nonne dei vostri genitori avevano più o meno la vostra età, la vita era completamente diversa da oggi. Non per modo di dire, ma tutto ciò che voi oggi fate nel corso della giornata, i bambini e i ragazzi di allora lo facevano in modo differente: partiamo dall’inizio.

    Voi ogni mattina vi svegliate, vi cambiate, andate in bagno aprite il rubinetto… acqua fredda… acqua calda… No, ahia! Così è troppo calda!… ecco, sì, così… temperatura giusta! Poi vi lavate, fate pipì, azionate lo sciacquone… loro no.

    Sì, anche loro si lavavano, facevano tutto il resto… ma in un altro modo. Ad esempio, nelle case il lavandino e l’acqua corrente non c’erano, e non c’era neanche il water.

    Ogni giorno genitori e figli, in gruppo, andavano nella campagna vicina al paese, i più fortunati con in mano uno o due fogli di un vecchio giornale; era divertente quando due famiglie, una che andava verso la campagna, e una che tornava in paese, si incontravano. Si salutavano continuando a camminare, in fila indiana: – E assora, benende seis? Siete di ritorno?

    – E voi?... Andate, andate che c’è posto per tutti!

    Dopo che si andava a letto, invece, in caso di necessità, la pipì si faceva nel vaso da notte, s’orinale, che poi l’indomani veniva svuotato fuori.

    Non dalla finestra Giovanni!!! Te l’ho detto mille volte che così fai la doccia a chi sta passando sotto! Lascia stare. Ci pensa dopo mamma a svuotare il vaso!

    E quando ci si lavava, si versava l’acqua da una brocca dentro un catino e si stava ben attenti a non sprecarla, perché ogni giorno bisognava andare a prenderla alla fonte. Di solito erano le ragazze che facevano la spola, avanti e indietro, dalla propria casa alla fontana: si sistemavano sul capo il cércine, un piccolo panno a forma di cerchio, e sopra vi appoggiavano la brocca.

    Spesso per le strade del paese si vedevano tante ragazzine, tutte in fila, che camminavano con queste brocche di terracotta sulla testa, senza neanche aiutarsi con le mani! Sembravano altissime. Erano davvero brave; non facevano cadere a terra neanche una goccia d’acqua! Riuscivano a camminare dritte, drittissime. Sembravano delle sculture. E mantenevano quel bel portamento anche quando non dovevano trasportare l’acqua... Per questo, molte nostre nonne e bisnonne non erano soltanto belle, ma persino più eleganti di tante indossatrici dei nostri giorni!

    Dove eravamo arrivati? Ah sì, dopo che ci si lavava si faceva la colazione. Beh! La colazione era la stessa, direte voi: anche allora era sufficiente mettere a scaldare il latte nelle cucine a gas o nel forno a microonde… Fermi

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1