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E-book321 pagine4 ore

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Serie Guards of Folsom, Libro 2

Dopo la morte del loro sub, i precedenti proprietari del Guards of Folsom, Robert “Bobby” Alcott e Rig Beckworth, si sono ritrovati a raccogliere i cocci delle loro vite come meglio hanno potuto. Dopo sette anni, i due Dom sono pronti ad andare avanti e trovare l’uomo che li completerà. La sofferenza del passato si abbatte nuovamente su di loro quando incontrano Mason Howard, un sottomesso che ha perso da poche settimane i suoi Dom in un incidente stradale.

Imprigionato da una travolgente tristezza, complicata da un grave disturbo d’ansia sociale, Mason non riesce quasi a lasciare la sua casa. Quando Rig e Bobby lo trovano, ha toccato il fondo, convinto che non valga più la pena vivere. Bobby e Rig sono determinati a dimostrare al giovane che si sbaglia. Il destino ha fatto incontrare i tre uomini, ma dovranno affrontare di petto il dolore della paura e della perdita prima di ricominciare a vivere davvero.

LinguaItaliano
Data di uscita18 ago 2015
ISBN9781634766647
In tandem
Autore

SJD Peterson

SJD Peterson, better known as Jo, is an Amazon bestselling and award winning author of gay romance. Her books have received starred reviews in USA Today. Jo currently lives in Greenville, South Carolina, having had enough of the Michigan winters to last her a lifetime. She has no idea where she’ll end up next but wherever she goes, it will be snow and ice-free. If you want to know more about Jo or when her next book will come out, please visit her website at www.sjdpeterson.com. Facebook: www.facebook.com/SJD.Peterson Twitter: @SJDPeterson Email: sjdpeterson@gmail.com

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    Anteprima del libro

    In tandem - SJD Peterson

    Copyright

    Pubblicato da

    DREAMSPINNER PRESS

    5032 Capital Circle SW, Suite 2, PMB# 279, Tallahassee, FL 32305-7886  USA

    http://www.dreamspinnerpress.com/

    Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in modo fittizio e ogni somiglianza a persone reali, vive o morte, imprese commerciali, eventi o località è puramente casuale.

    In tandem

    Copyright dell’edizione italiana © 2015 Dreamspinner Press.

    Tag Team

    © 2013 SJD Peterson.

    Traduzione di N.A.M.

    Illustrazione di copertina di

    © 2013 Paul Richmond.

    http://www.paulrichmondstudio.com

    Design di copertina di

    © 2013 Mara McKennen.

    Le immagini di copertina sono usate a soli scopi illustrativi e i soggetti ritratti in esse sono modelli.

    Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in alcuna forma o con alcun mezzo, elettronico o meccanico, incluse fotocopie, registrazioni, o da qualsiasi sistema di deposito e recupero di informazioni senza il permesso scritto dell’Editore, eccetto laddove permesso dalla legge. Per richiedere il permesso e per qualunque altra domanda, contattare Dreamspinner Press, 5032 Capital Cir. SW, Ste 2 PMB# 279, Tallahassee, FL 32305-7886, USA or http://www.dreamspinnerpress.com/.

    Edizione eBook italiano: 978-1-63476-664-7

    Prima edizione italiana: Agosto 2015

    Prima Edizione Ottobre 2013

    Stampato negli Stati Uniti d’America.

    Alla mia sorellona.

    Avrei voluto essere con te,

    essere la mano che ti avrebbe aiutato a rialzarti.

    Mi manchi ogni giorno.

    Nota dell’autore

    NON HO mai preso alla leggera le problematiche del dolore, della perdita, della depressione o del suicidio, né lo farò mai. Pur essendo un romanzo, In Tandem affronta delle tematiche molto dure e personali per me.

    Dovete sapere che avendo sofferto di bullismo a causa del suo sovrappeso, mia nipote di quindici anni sviluppò un disordine alimentare. Mia sorella, in cerca di aiuto, fece quello che qualsiasi altro genitore avrebbe fatto e la portò da un analista. La ragazza fu messa sotto Prozac e, tre settimane più tardi, mia sorella la trovò sul pavimento della cucina: si era sparata un colpo di arma da fuoco alla testa. Continuò a vivere per altri tre giorni. Il senso di colpa e il dolore che mia sorella provò dopo la morte della figlia la fecero cadere in una profonda depressione; dopo quattro anni, non riuscendo più a combattere, pose fine alla sua vita.

    Se conoscete qualcuno che ha vissuto una perdita, un dolore, che vive nella depressione e sta pensando di suicidarsi, per favore, fate in modo che riceva aiuto; siate quella mano di cui ha bisogno perché possa rialzarsi di nuovo o cercate qualcuno che possa farlo in vostra vece. Non interpretate mai una minaccia di suicidio alla leggera.

    Se siete in crisi o conoscete qualcuno che lo è, chiamate: Telefono Amico Italia 199 284 284.

    SJD Peterson

    Prologo

    DIO, ABBI pietà della sua anima.

    Dio? Non c’era nessun Dio, e sicuro come l’oro non ci sarebbe stata nessuna pietà per Charles Robert Jones. Mason si asciugò con rabbia le lacrime alle guance con la manica della camicia e guardò in cagnesco il prete venuto a dire l’ultima preghiera per il caro estinto.

    Né il pastore né le preghiere erano stati un’idea di Mason, e tanto meno Charles le avrebbe volute. Ma di quello che volevano lui o Charles non sembrava importare a nessuno. Per i familiari presenti – due sorelle, una zia, e un paio di cugini – Mason Howard non esisteva. Non aveva il permesso di sedersi tra loro, era stato relegato in fondo, in piedi, lontano dalla bara; non si voleva sconvolgere la famiglia con la sua presenza. Addirittura, la sorella più grande di Charles, Maria, si era spinta al punto di telefonargli dicendogli: Crediamo sia meglio che lei non partecipi.

    Mason non l’aveva nemmeno degnata di una risposta, aveva semplicemente premuto il tasto per terminare la chiamata e lanciato il telefono dall’altra parte della stanza. Aveva reagito a quella richiesta non solo presentandosi alle pompe funebri ogni singolo giorno, ma era stato il primo ad arrivare al cimitero; altra cosa che Charles non avrebbe gradito. Mason non avrebbe dovuto essere lì; nessuno avrebbe dovuto esserlo. Charles era stato perfettamente chiaro: voleva essere cremato e che le sue ceneri venissero disperse sul luogo in cui aveva vissuto e amato insieme a Mason e Gregory. Ma anche a quel proposito non aveva potuto dire la sua e, a quanto sembrava, nemmeno Charles: ne era la riprova la bara nera che stava per essere interrata.

    Alla fine, la famiglia di Charles era riuscita a racchiuderlo in una scatola scintillante, secondo le loro credenze. Ma quella bara, l’atmosfera, le parole, nulla di tutto quello era ciò che Charles Robert Jones era stato. Adesso un uomo – un messaggero di un Dio che per Mason era da tempo morto – stava cercando di redimere un’anima condannata, posseduta dal peccato.

    Aveva cercato di dire sia a Maria che a Carol, l’altra sorella di Charles, quali fossero stati gli ultimi desideri di Charles, ma si erano rifiutate di ascoltarlo. Si era battuto con tutto se stesso per Charles ma aveva fallito. Per la legge non aveva nessun diritto. Nessun diritto di dire la sua su ciò che sarebbe successo all’uomo che conosceva meglio di ognuno di loro. Non importava che lui fosse l’unica persona, inclusi i presenti, con cui aveva condiviso la sua vita ogni singolo giorno negli ultimi dodici anni.

    Ma quello non era vero. C’erano state altre persone.

    Mason inclinò la testa all’indietro, guardando il cielo mutevole con gli occhi pieni di lacrime. Il petto gli si stringeva in una morsa da togliergli respiro. Oh Dio, Gregory, gridò in silenzio. Guarda cosa gli stanno facendo.

    Un tuono rombò in lontananza, spaccando l’orizzonte. Le nuvole si mossero in fretta, grigie masse fluttuanti che prendevano il posto del sereno cielo estivo color blu carta da zucchero. Era come se anche il Paradiso stesse manifestando la rabbia di Mason, testimoniando la sconfitta di Gregory e riflettendo il dolore dell’anima di Charles intrappolata in quella bara di pino.

    Almeno Gregory era stato cremato come da sua richiesta; le sue ceneri sedevano sul tavolo della cucina della loro casa sul mare, aspettando di essere liberate. Mason quasi si strozzò quando un singulto lo colpì al centro del suo stesso essere. Stava per lasciare un compagno nella terra dura e fredda e per abbandonare l’altro ai venti, quando invece i loro resti terreni avrebbero dovuto essere mescolati tra loro.

    Il cigolio di una manovella allontanò Mason dalle sue meditazioni giusto in tempo perché sentisse il prete dire: Uniscici nuovamente in una grande famiglia, affinché possiamo cantare le tue lodi per sempre. Amen.

    Il suono strozzato dei pianti provenienti dai familiari di Charles infuriò Mason tanto quanto le vuote parole del prete. Quella gente, con le loro cazzate sull’essere di nuovo una grande famiglia, le finte lacrime, riempì di rabbia il petto di Mason, di bile la sua gola e non poté non tremare sopraffatto da quella forza. Avrebbe voluto gridare per l’ingiustizia, urlare: io! Io sono la sua famiglia. Sono io, quello che lo ama incondizionatamente per quello che era. Lui è mio! Appartiene a me e Gregory. Noi siamo la sua famiglia.

    Click. Click. Click.

    Mason si coprì le orecchie, l’urlo agonizzante nella sua testa non era forte abbastanza da cancellare l’infernale rumore delle ruote che giravano. Ogni singolo click portava Charles sempre più lontano. Presto sarebbe stato fuori dalla sua portata, andato per sempre

    Click. Click. Click.

    Fermatele. Tu, cazzo di codardo, fermale. Fallo. Fallo ADESSO!

    Dalle dita intrecciate nei capelli ai lati della sua testa scaturivano scintille di dolore. Strinse gli occhi con forza. Il cuore gli batteva all’impazzata, il suo corpo aveva velocemente rilasciato l’adrenalina, non riusciva a respirare.

    Mentre veniva attraversato dai familiari sintomi di un attacco di panico, contro la sua volontà, Mason si accasciò a terra, le ginocchia avevano ceduto mentre cercava di prendere fiato. Il dolore alla sua testa, il grido interiore, la bara nera e luccicante, il click continuo della manovella, Gregory, Charles, era sopraffatto, mentre petto e gola gli si stringevano: cazzo! Non riusciva più a respirare.

    Concentrati. Respira.

    In una parte del suo cervello annebbiato, sapeva quello che avrebbe dovuto fare. Si doveva rilassare: concentrati e respira. Sarebbe passato e, se non fosse stato così, se non fosse riuscito a rilassarsi abbastanza da far entrare dell’aria nei suoi polmoni, il suo corpo avrebbe preso il controllo sulla sua mente. Svegliarsi da un sonno indotto dal panico era orrendo: il mal di testa folgorante lo avrebbe lasciato in uno stato confusionale per ore. Ne aveva già avuto a centinaia, migliaia di questi attacchi durante tutta la sua vita; aveva solo bisogno di concentrarsi, ascoltare il suono calmante della voce di Gregory, sentire il tocco rilassante delle mani di Charles, perché senza di loro chi lo avrebbe salvato dal precipizio…

    Morti.

    Mason cercò di aprire gli occhi per fermare le immagini che lo perseguitavano, che come flash di una luce stroboscopica lampeggiavano nella sua testa. Rottami contorti, corpi storpiati, sangue.

    NO!

    Sarebbero venuti a prenderlo, a cercarlo. Gregory gli avrebbe parlato, Charles lo avrebbe toccato e fatto calmare e, alla fine, tutti e tre si sarebbero coccolati tra di loro. Mason non avrebbe potuto farlo senza di loro.

    Non lo avrebbero lasciato.

    Mai.

    Lo avevano promesso quando gli avevano messo il collare. Sarebbe appartenuto a loro per sempre, Charles e Gregory avevano giurato che non lo avrebbero lasciato mai.

    Apri gli occhi, ragazzo. Concentra qui la tua attenzione. Apri gli occhi e guardami.

    Al suono della voce autoritaria di Gregory, gli occhi di Mason si spalancarono, i confini della sua visione erano oscurati. Mason sbatté le palpebre involontariamente, cercando di fare quello che gli era stato detto, ma era tutto sfocato e i suoi occhi si chiusero da soli. Signore, riuscì a dire in un sussurro, mi aiuti.

    Ogni parte del corpo di Mason tremò e i suoi polmoni, privati di ossigeno, provocarono un bruciore agonizzante che si propagò nel suo corpo, ma non avrebbe deluso il suo padrone. Mason spinse il dolore nella bocca dello stomaco che gli si stava rivoltando, per superare quel patimento… Non c’era nulla che non avrebbe fatto per Gregory.

    Aprì gli occhi sbattendo ripetutamente le palpebre, davanti a lui stava dritta una figura tutta vestita di nero, le dita pallide erano chiuse a pugno. In un lampo gli tornò tutto in mente, ogni singolo atroce dettaglio: il suo dolore, la sua perdita, la sua nuova realtà. Gli occhi scuri di Maria lo fissavano in maniera accusatoria mentre apriva la mano per far cadere la terra sulla tomba.

    L’oscurità lo circondò come braccia enormi, dandogli il benvenuto, e Mason le si abbandonò completamente. Si sentì come galleggiare verso la deriva, anche il dolore andava scomparendo. Il suo ultimo pensiero cosciente: Per favore, questa volta, non lasciate che mi svegli.

    Capitolo 1

    RIG BECKWORTH stava allungato sulla sdraio, delle lenti scure gli proteggevano gli occhi, la pelle brillava di olio di cocco. Era l’immagine del turista felice. Riposo e relax, aveva detto. Poi: Ragazzi seminudi. E aveva aggiunto: Ci divertiremo. Ma Bobby lo stava guardando in cagnesco. Ti pare che mi stia divertendo? bofonchiò sotto i baffi.

    Cos’hai detto? domandò Rig sonnacchioso.

    L’altro uomo continuò a brontolare, imprecando a bassa voce mentre aggiustava l’ombrellone in un patetico tentativo di proteggere il suo corpo dal sole della Florida. Si è spaccata la cosina, si lamentò Bobby per poi sussultare quando del sudore andò a colargli in un occhio. Maledizione! esclamò asciugandosi il viso bagnato con un panno umido.

    Cos’è che si è spaccato? Rig ridacchiò e si rigirò su un fianco per guardarlo.

    La cosina.

    Rig inclinò la testa e sollevò gli occhiali, aveva un’espressione confusa.

    Sai quella cosina di plastica che infilano nel tacchino? Il cipiglio di Rig si acuì e Bobby gli fece un gesto spazientito con la mano e sospirò profondamente. Non fa nulla, mi ero dimenticato che stavo parlando con il re della pizza e del junk food.

    Sono fortunato che ci sia tu allora, eh? osservò Rig con un sorriso compiaciuto riabbassando gli occhiali.

    Se dovrò rimanere seduto in questa calura, non mi avrai ancora per molto. Ho caldo, si lamentò Bobby. C’è un motivo per cui non ci sono orsi in Florida, Rig. Fa troppo caldo e io ho troppo pelo.

    Dai, piccolo, non è poi così male, ribatté Rig beato; si allungò sulla sdraio reclinabile, sollevò il mento verso il sole e un gran sorriso si schiuse sul suo volto. All’improvviso Bobby ebbe come l’urgenza di cancellarglielo con uno schiaffo.

    Gli occhi gli si assottigliarono, digrignò i denti. Durante gli ultimi ventiquattro anni passati insieme, Rig lo aveva chiamato piccolo solo quando a) scopava con lui, o b)… No, solo quando scopava con lui. Rig non era mai stato particolarmente romantico o uno che usava vezzeggiativi.

    Sono anch’io qui con te, quindi tu non sei l’unico orso che sta sudando, aggiunse Rig. E a questo orso il caldo piace.

    No. Tu non sei un orso, lo corresse Bobby.

    Rig non era affatto glabro. Aveva una testa piena di ricci folti e scuri che gli arrivavano all’inizio del colletto e il pizzetto sale e pepe. Quando Bobby lo aveva conosciuto – tutti quegli anni addietro – i muscoli erano affusolati e ben definiti e il petto, lo stomaco, le braccia e le gambe erano coperte da una leggera peluria scura. Non era cambiato molto, anche se il corpo snello era adesso un po’ molliccio e aveva scritti in volto i quarantotto anni che aveva vissuto.

    Rig si rigirò di nuovo e voltò la testa verso Bobby. Potresti raderti…

    Non dirlo nemmeno, lo interruppe Bobby.

    Non dico di depilarti completamente, ma forse, invece di cercare di assomigliare a uno dei cantanti degli ZZ Top potresti… dargli una spuntatina. Fece schioccare le dita. So che potresti essere come il loro batterista. Rig aggrottò la fronte e scrutò Bobby per un momento. Sai, credo che non sia il suo vero nome.

    Bobby si fece scorrere una mano sul mento e si tirò la barba che doveva essere lunga quasi cinque centimetri. La mia è di gran lunga più corta, disse in tono irritato. E cosa significa che non è il suo vero nome? Il nome di chi?

    Il loro batterista, disse Rig leggermente esasperato. Come se Bobby avesse dovuto sapere di chi stava parlando. Voglio dire, sul serio, i due cantanti hanno delle barbe che gli arrivano oltre il petto e l’unico che non ha la barba si chiama Beard, barba, di cognome? Non me la bevo. Ricordami di controllare questa cazzata su Google quando torniamo a casa.

    Una goccia di sudore scivolò sulla fronte di Bobby, ma questa volta l’asciugò prima che potesse entrargli nell’occhio. Ne ho abbastanza. Lanciò l’asciugamano di lato, facendo cadere l’ombrellone sulla sabbia. Perché non controlliamo su Google adesso? Perché, dico sul serio, questo clima fa veramente schifo.

    Dai, Bobby, siamo appena arrivati e quelli che vivono qui finiranno di lavorare tra poco. Non ti vorrai mica perdere lo spettacolo dei ragazzi carini, vero?

    Wakitta era una cittadina del sud della Florida situata sul golfo. C’erano un paio di ristoranti fantastici, negozi di collezionismo e un panificio, ma senza quelle trappole commerciali per turisti come in molte città lungo la costa. Il fatto che Wakitta non fosse caduta in mano ai grandi imprenditori edili faceva parte del fascino che esercitava su lui e Rig e, quantomeno a Bobby, sarebbe piaciuta durante l’autunno e l’inverno; ma le estati nel sud della Florida erano orrende.

    Non era solo lo charme del paese che li aveva attirati, pensò Bobby con un sorrisetto ironico, ma anche che quella spiaggia poco conosciuta fosse una delle favorite tra i gay del luogo; si raccolse i ricci scompigliati in una coda di cavallo fermandoli con un elastico; meglio non pensarci troppo per il momento.

    Tu rimani qui ad arrostire, disse Bobby; prese l’asciugamano, se lo avvolse intorno al collo e con un saltello scese dalla sdraio ed ebbe un sussulto quando la sabbia gli scottò la pianta dei piedi. Cristo, odio questa merda, ringhiò infilandosi le infradito. Ricordami perché mi sono lasciato convincere a fare questa vacanza ridicola?

    Perché mi ami e sapevo che saresti voluto venire. Rig fece un gran sorriso, prese la bottiglietta di olio solare e se ne versò una generosa quantità sul petto e sullo stomaco.

    Bobby lo guardò male, ma Rig ignorò quello sguardo irritato mentre si ungeva il torso canticchiando allegramente. Una volta ancora sentì come il bisogno di dare uno schiaffo a quell’uomo sorridente, ma chiuse la mano in un pugno e se ne andò sbattendo i piedi senza dire parola.

    Ti perderai lo spettacolo, gli ricordò nuovamente Rig.

    Stai diventando un vecchio pervertito, Rig, osservò l’altro.

    Cosa vorresti dire? Sono sempre stato un vecchio pervertito.

    Bobby imprecò e scosse la testa sentendo la fragorosa risata di Rig mentre camminava a fatica sulla sabbia soffice. Vado in esplorazione. All’ombra. Ci si vede tra un po’, disse voltando la testa e dirigendosi verso l’area alberata.

    Si trattava più che altro di una zona di cespugli e arbusti; non l’avrebbe certo definita una foresta, ma c’erano dei pini, palme e delle specie di salici piangenti con delle lunghe fronde di muschio. Un sentiero era stato chiaramente delineato dal continuo passaggio a piedi e la sabbia era compatta il che gli rendeva facile camminare. La temperatura era ancora bollente in modo disumano, ma l’ombra offriva un leggero sollievo.

    Più Bobby si spingeva lungo il sentiero, più la sua irritazione cresceva: involucri di preservativi scartati, lattine di birra vuote, e spazzatura di vario genere era abbandonata a terra, prova questa che si trattava di un’area piuttosto popolare. Non aveva nessun problema con gli incontri veloci, le scopate casuali nei boschi, ma perché dovevano essere dei tali maiali? Con un tonfo, si mise a sedere su un albero caduto, emettendo un sospiro di frustrazione, poi si asciugò il volto madido. Diede un calcio violento a una delle bottiglie di birra vuote, osservandola con lo sguardo torvo come se fosse la causa del suo terribile umore – andò a spaccarsi contro una roccia – ultimamente tutto sembrava irritarlo.

    Nato come Robert Alcott, Bobby era stato un leader sin da bambino, persino all’asilo nido. Durante tutta la vita era sempre stato controllato. Gli faceva bene avere il controllo, era bravo a dare ordini e sapeva quello di cui gli altri avevano bisogno. Essere un Dom era così insito nel suo DNA che senza avere uno scopo, qualcuno da controllare, di cui occuparsi, qualcuno da amare, sarebbe impazzito ben presto. Adesso il Folsom non c’era più; il club che aveva aperto decine di anni addietro era passato alle giovani menti innovative e mani capaci di Blake e Ty. L’intera vita di Bobby aveva orbitato intorno a quel luogo. Era lì che aveva conosciuto Rig e, pur non essendoci alcun dubbio sull’amore che provava per lui, dato che anche Rig era un Dom aggressivo come lui, non aveva bisogno di Bobby nel modo in cui ne aveva bisogno un sub. Maledizione! Doveva trovarsi uno scopo. Quella vita da pensionato, di vacanze, di giorni noiosi… Che cazzo! Aveva solo cinquant’anni, non ottanta.

    Bobby chiuse gli occhi e fece dei respiri profondi per calmarsi. Cominciò ad ascoltare il rumore rilassante delle onde del golfo, in lontananza e il grido dei gabbiani ma, lo stomaco gli dava ancora fastidio e il battito cardiaco non si era regolarizzato. Non poteva continuare a frequentare il Folsom, almeno non con lo stesso ruolo che aveva avuto in passato. Quello di cui aveva bisogno, quello di cui avevano bisogno lui e Rig, era un sub. Non solo un ragazzo con cui giocare la notte, uno che li tenesse occupati, di quelli ce n’erano a bizzeffe. No, ciò su cui aveva bisogno di concentrarsi era trovare il terzo uomo che avrebbe completato lui e Rig.

    Mentre assorbiva quella verità, Bobby aprì gli occhi e fissò il fogliame sopra alla sua testa che oscillava gentilmente, il verde lussureggiante era accentuato dal cielo azzurro. In lontananza scorgeva il blu scuro del mare. Una sensazione di serenità lo attraversò mentre osservava quel panorama incredibile. Sapeva quello che doveva fare. Appena fossero tornati a New York, lui e Rig si sarebbero messi seriamente a cercare l’uomo perfetto che li completasse.

    Dopo avere raccolto con attenzione i pezzi di vetro e averli avvolti nell’asciugamano, Bobby continuò a seguire il sentiero. Mentre costeggiava un alto muro di arbusti, la visuale si aprì e alla sua destra

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