La conoscenza della sera
Di Joe Bousquet
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Nessun poeta, dopo Rimbaud, si è lasciato tanto attirare come Bousquet dalle vertigini delle tenebre, dove il silenzio è materia inerte da ascoltare.
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Anteprima del libro
La conoscenza della sera - Joe Bousquet
Joë Bousquet
LA CONOSCENZA
DELLA SERA
a cura di
Adriano Marchetti
EPISODI
Collana diretta
da Adriano Marchetti
1
Joë Bousquet
LA CONOSCENZA
DELLA SERA
prefazione e traduzione di
Adriano Marchetti
con testo a fronte
EPISODI - Collana diretta da Adriano Marchetti
Comitato scientifico: Giovanni Cacciavillani,
Alberto Destro, Vita Fortunati, Giovanni Marchetti,
Piero Menarini, Patrizio Rigobon, Jacqueline Risset,
Tito Saronne, Roberto Vecchi.
Titolo originale
La Connaissance du Soir
© 1947 Gallimard
Prima edizione: marzo 1998
La fotografia di J. Bousquet, realizzata tra il 1944
e il 1946 da Gabriel Sarraute, è stata gentilmente concessa
dai Cahiers Joë Bousquet et son temps (1997),
© Éditions GARAE/HESIODE
(Maison Joë Bousquet - 53, rue de Verdun, Carcassonne)
Proprietà letteraria riservata
© 1998 Panozzo Editore, via Forzieri 27 - Rimini
ISBN: 9788874722471
TABLE DES POÈMES
LA CONNAISSANCE DU SOIR
L’ÉPI DE LAVANDE
Il n’a ni droite ni gauche...
Aumône du noir
L’une
L’autre
L’une ou l’autre
Suite
Suite et fin
L’aveugle de l’aube
Duo
La nuit mûrit
Clairière
La pupille
PENSEFABLES ET DANSEMUSES
À cette ronde d’enfants... 64
Le galant de neige
Ouverture
Songe
Chanson de route
Dansemuse
Petit-jour
Pensefable
Reflet
Pensefable
Vieille fille
LA CONNAISSANCE DU SOIR
Mon frère l’ombre
Passer
Le déshérité
Passante
Le large
Lendemain
Madrigal
Cloches
Child-wife
Quand l’âme eut froid
Poème du soir
Ils étaient trois
L’ombre soeur
Je n’ai qu’elle
L’institutrice est noire
L’aubaine des jours
Les deux fossoyeurs
Jour et nuit
Vieille histoire
NOUS PASSERONS L’ESPÉRANCE
Saint-Silence
Altera ego 160
Le pays clos
Eucheria
FRILEUSES
Le papillon gelé
Chantelaine
Blanchevole
Envoi
INDICE
Prefazione di Adriano Marchetti
LA CONOSCENZA DELLA SERA
LA SPIGA DI LAVANDA
Non ha né destra né sinistra...
Elemosina del buio
L’una
L’altra
L’una o l’altra
Suite
Suite e fine
Il cieco dell’alba
Duo
Matura la notte
Radura
La pupilla
PENSAFAVOLE E DANZAMUSE
A questo girotondo di bambini...
Il galante di neve
Ouverture
Sogno
Canzone di strada
Danzamusa
Alba
Pensafavola
Riflesso
Pensafavola
Zitella
LA CONOSCENZA DELLA SERA
Mio fratello l’ombra
Passare
Il diseredato
Passante
Il largo
L’indomani
Madrigale
Campane
Child-wife
Quando l’anima ebbe freddo
Poesia della sera
Erano tre
L’ombra sorella
Non ho che lei
L’istitutrice è nera
La fortuna dei giorni
I due becchini
Giorno e notte
Filastrocca
PASSEREMO LA SPERANZA
San Silenzio
Altera ego
Il paese chiuso
Eucheria
FREDDOLOSE
La farfalla gelata
Cantalana
Biancavola
Congedo
Cronologia
Opere di Joë Bousquet
PREFAZIONE
La Conoscenza della Sera, unico volume di poesie pubblicato da Joë Bousquet, è il frutto di un’alta prova di fiducia nella lingua e d’amore per la vita. La raccolta forma un vasto poema che, sprofondando di abisso in abisso per corrispondere all’appello silenzioso della materia, indica l’orizzonte estremo, e insieme prossimo, del linguaggio. Dell’essere, raccoglie e custodisce il suo sottrarsi, la sua assenza, la sua notte. Con quale spessore d’ombra emergono le figure che il dire fa scaturire dal suo interno, da quella luce nera che è il grembo di queste poesie? Non era forse questo che s’attendeva Jean Paulhan il quale, abbacinato da quella scrittura, aveva spinto il poeta di Carcassonne a condurre l’impresa fino in fondo? Nessun poeta, dopo Rimbaud, si è lasciato attirare tanto dalle vertigini delle tenebre dove la notte è decomposizione e il suo silenzio offre una materia inerte da ascoltare. Nell’intento di darsi un corpo di parole, Joë Bousquet, recluso nella sua camera d’infermo, sostanzializza la scrittura che gli rivela l’uomo sotterraneo, l’ombra di un essere umano in attesa, come nella ricerca del Graal, di venire riassorbito in una creatura di luce. «Sono l’opera della notte nello specchio del giorno» annota in L’homme dont je mourrai, uno degli in-finiti «quaderni» che tiene contemporaneamente aperti intorno a sé. La lenta accumulazione di scrittura e la conflagrazione dei generi che l’accompagna si svolgono sotto i segni imperiosi che sono anche il grafico di un destino, i tratti di un martirio.
Nel 1949 Martin Heidegger, riprendendo la questione che Hölderlin aveva posto nel suo elogio Pane e Vino: «...e perché dei poeti in tempi di miseria?», comincia la meditazione suscitata da questi versi: «Non solamente gli dèi sono fuggiti, ma lo splendore della divinità si è spento nella storia del mondo. Il tempo della notte del mondo è il tempo della miseria...». Essere poeta in tempo di miseria impone una sospensione, cantando, sulla traccia della privazione. Bousquet ha già assunto su di sé questo tempo di miseria quando in Traduit du silence riconosce che «c’è una notte nella notte»: l’una si riconosce dal suo riflesso nell’altra. Il bagliore del nero è l’inverso del bagliore della luce. Due luci contraddittorie: ciascuna, sovrapposta all’altra, appare simile alla sua oscurità. La luce dei sensi è ombra per l’anima e la chiarezza dell’anima è opacità per gli occhi. Una notte invisibile che vive il suo invisibile giorno. Nessun fulgore, nessun trionfo della luce come presenza, come pienezza dell’apparire. Nessun indugio nella simbolica o nella metafisica della luce, perché la luce di questa conoscenza è lunare, velame di ciò che è. Figura dell’interiorità e del sogno, la luce riflessa col suo teatro d’ombre chiama al linguaggio il poeta e gli assegna il destino di meneur de lune.
Da quel golfo d’ombra che è la vita di Bousquet, dettata da un destino che si fa dolore fisico, solitudine, nervi, un corpo straziato è lo strumento che permette l’accesso alla zona d’ombra e di luce ritmata nella scrittura. Non mancano gli spasimi indispensabili alla discesa. Non manca la costrizione, il soccorso obbligato della droga, il «meraviglioso liquore». Dalle vampate di quel fuoco s’illuminano parole di lacrime e d’amore, è favorita la provvisoria condizione psicofisica per l’epifania visionaria. Ogni rischio è accettato. Bousquet sa che l’oppio «può offrire un po’ di spirito solo a forza di annientare il cuore, il miserabile paradiso di coloro che sono senz’anima».
L’opera si apre dall’interno sulla notte minerale della materia e reca il presagio di una bellezza, forse, sepolta in un’infanzia memorabile, ma inafferrabile dalla conoscenza logica. Nella sua profondità la notte custodisce, come il nero della scrittura, una gioia pura e un dolore muto, essenziale, testimonianza notturna dell’anima - questa «non si sveglia