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Spille nei capelli
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Spille nei capelli
E-book72 pagine44 minuti

Spille nei capelli

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Info su questo ebook

Un amore imperfetto, e quando non si guarda nella stessa direzione, si perde l'entusiasmo di affrontare il mondo insieme. Eppure sono ancora lì, uniti da un mistero che tradisce la razionalità. Ancora insieme, nonostante le separazioni, le battaglie, i figli grandi, due case.
LinguaItaliano
Data di uscita21 giu 2016
ISBN9788890009310
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    Anteprima del libro

    Spille nei capelli - Annamaria Galante

    Annamaria Galante

    Spille nei Capelli

    Edizione e progetto grafico a cura di

    Le Cinque Stagioni

    Per conoscere il libro e il suo autore visita la pagina

    www.sognidautore.eu

    © 2016 - Annamaria Galante

    www.sognidautore.eu

    Tutti i diritti riservati

    Prima edizione: giugno 2016

    ISBN 978-88-900093-1-0

    A noi, alla nostra storia

    Se tardi a trovarmi, insisti.

    Se non ci sono in nessun posto,

    cerca in un altro,

    perché io sono seduto da una

    qualche parte, ad aspettare

    te.

    Walt Whitman

    L’obiettivo della vecchia macchina fotografica inquadra l’interno della stanza, mettendo a fuoco immagini e persone.

    Un vecchio calendario con la pubblicità dei prodotti Pirelli è appeso alla parete, gennaio 1961, una mamma giovane, una bimba e una vecchia foto ingiallita in bianco e nero.

    Caterina è una bimba di quattro anni, indossa un vestitino giallo e un paio di sandali di tela.

    I suoi capelli sono color castano, lisci, lucidi, attraversati da una striscia di luce che riflette a ogni minimo movimento.

    I suoi capelli profumano di fiori e di pulito.

    Sono raccolti sulla nuca e fermati con una spilla a forma di farfallina.

    Caterina è una bimba dolce e ubbidiente, ma spesso imbronciata e irrequieta.

    Abbraccia la sua bambolina e fissa una foto in bianco e nero sopra un centrino bianco di pizzo, sul piano della credenza in cucina.

    È sempre stata lì, ma non l’ha mai osservata con attenzione.

    Come un soprammobile fermo, immobile, presente, ben conservata sotto al vetro.

    Quanto tempo è passato da quella fotografia?

    Caterina chiede alla mamma indaffarata a preparare da mangiare:

    «Mamma, chi è quel signore nella foto?»

    Lei non risponde, probabilmente non ascolta.

    Caterina si mette di fronte alla mamma sulla cassapanca alta, con le gambe che dondolano nel vuoto, e ripete di nuovo la domanda come una cantilena, fino a ottenere una risposta:

    «È il tuo babbo che è morto quando eri piccola.»

    Caterina non ha ricordi del suo babbo, aveva due anni.

    La sua mente ha rimosso ogni immagine, ogni momento trascorso con lui, non ricorda il suo viso, la sua voce, le sue mani, le sue carezze, i suoi abbracci…

    «Ma poi ritornerà?» aggiunge.

    Caterina vede la morte come una partenza momentanea.

    Lo sguardo e l’attenzione della mamma sono altrove.

    Spegne il fuoco sotto al tegame, scola la pasta e la versa sul condimento.

    Caterina ha bisogno di capire, di certezze e, non ottenendo nessuna risposta, continua a parlare con la bambolina di nome Betty, la sua preferita.

    Per Caterina Betty è l’unica compagna, amica e confidente.

    Caterina non ha amichette, neanche all’asilo, e spesso gli altri bambini la prendono in giro perché non ha il babbo.

    Caterina non reagisce, non si difende e si isola dal gruppo, rifugiandosi nella sua solitudine.

    Tutte le mattine, quando la mamma l’accompagna all’asilo, fa capricci e piange, non ci vuole andare.

    Caterina deve obbedire ai comandi di una suora un po’ troppo severa, costretta a bere quell’odioso latte bianco per colazione, dall’odore sgradevole, riposare con le braccia incrociate sul banco e la testa sopra. Obbedire a suor Lucia e tenere le mani congiunte, appoggiate sul petto, per pregare e ripetere a memoria parole senza capirne il significato.

    Crescendo, Caterina, alle elementari, è diventata una bambina ribelle e indisciplinata.

    La sua maestra è magra e anzianotta e porta i capelli grigi sopra la testa con grandi forcine.

    Ha sempre freddo e rimane in classe, seduta dietro la scrivania, con il cappotto.

    Nell’aula c’è odore di polvere, di lavagna e gessetti. Caterina ricorda che le ha dato uno zero grande, perché aveva bucato il foglio del quaderno con la gomma.

    I suoi risultati a scuola sono scarsi. In prima elementare è bocciata.

    La maestra giustifica la bocciatura per

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