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Seduzione in paradiso: Harmony Collezione
Seduzione in paradiso: Harmony Collezione
Seduzione in paradiso: Harmony Collezione
E-book169 pagine3 ore

Seduzione in paradiso: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Gli anelli della discordia 2/3

La reputazione di Luis Casillas è stata infangata in seguito a un presunto raggiro ai danni di un amico. Per aver preso parte al piano di vendetta ordito nei suoi confronti, Chloe Guillem pagherà... sposandolo! Lei però non è certo una donna remissiva e Luis sa che gli darà del filo da torcere. Per questo ha deciso di tenerla come ospite forzata sulla propria isola ai Caraibi finché non acconsentirà al matrimonio.

L'attrazione incontrollabile che esplode fra loro può solo rendere più interessante un accordo che porterà a Luis più di un beneficio. E di certo lui non si farà scrupoli a servirsi della seduzione per ottenere esattamente ciò che vuole.
LinguaItaliano
Data di uscita11 nov 2019
ISBN9788830506633
Seduzione in paradiso: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Seduzione in paradiso - Michelle Smart

    successivo.

    1

    Luis Casillas alzò il ricevitore e se lo portò all'orecchio.

    «Sì?»

    «Luis?»

    «Sì.»

    «Sono Chloe.»

    Provò una sorta di scossa. «Chloe... Chloe Guillem...»

    La donna che negli ultimi mesi l'aveva trattato come se fosse un delinquente?

    «Oui. Ho bisogno del tuo aiuto. La mia auto ha avuto un guasto sulla strada per la Sierra de Guadarrama...»

    «Ma cosa ci fai lì?»

    «Guido la macchina. O meglio, stavo guidando.»

    «Hai chiamato l'assistenza?»

    «Possono arrivare solo tra due ore. Il cellulare ha la batteria scarica. Ti prego, puoi venire a darmi una mano? Ti prego, non mi sento al sicuro.»

    Luis diede un'occhiata all'orologio e imprecò tra sé. Lo aspettavano al party che lui e il fratello gemello, Javier, avevano organizzato e che sarebbe iniziato tra circa mezz'ora.

    «Non puoi rivolgerti a qualcun altro?» Chloe lavorava per la sua compagnia di ballo a Madrid e si era fatta un sacco di amici.

    «Sei quello più vicino. Ti prego, Luis, vieni a prendermi.» La voce scese a un sussurro. «Ho paura.»

    Luis trasse un profondo respiro mentre faceva mentalmente alcuni calcoli.

    Quel party era davvero molto importante.

    Dieci anni prima Luis e il gemello avevano acquistato la compagnia di ballo in cui la loro madre, in seguito prima ballerina, aveva fatto i primi passi ai tempi dell'infanzia. La loro intenzione era stata quella di trasformarla in una compagnia di ballo di importanza mondiale. Per prima cosa avevano cambiato il nome in Compañía de Ballet de Casillas in ricordo della loro madre, poi si erano dati da fare per ingaggiare le migliori ballerine e i migliori coreografi. Infine avevano deciso di lasciare la vecchia sede per un teatro di nuova costruzione, moderno e con una propria scuola di ballo. Ed erano quasi riusciti a realizzare il loro sogno.

    Adesso avevano bisogno di sovvenzionatori, mecenati che sponsorizzassero la scuola di ballo rendendola d'interesse mondiale. Buona parte dell'élite europea e addetti stampa a dozzine erano già giunti all'albergo. Lui doveva esserci.

    «Dove sei esattamente?»

    «Verrai?»

    C'era una tale speranza nella sua voce che lui non seppe resistere. Chloe aveva una voce dolcissima, come mai aveva avuto il piacere di sentire. Non era solo femminile e dolce ma anche melodica, musicale.

    Non poteva lasciarla sola in mezzo alle montagne.

    «Sì, ma devo sapere dove sei.»

    «Ti mando le coordinate, ma poi devo spegnere il cellulare per conservare quel poco che mi resta della batteria.»

    «Lascialo acceso» le ordinò. «Hai qualcosa a portata di mano che possa servirti come arma?»

    «Non saprei...»

    «Trova qualcosa di acuminato o pesante. Fai attenzione. Mandami subito le coordinate. Arrivo.»

    «Merci, Luis. Merci beaucoup

    «Arrivo il più presto possibile.»

    Precipitatosi nel garage sotterraneo, scelse la macchina più veloce, inserì nel satellitare le coordinate che gli aveva mandato Chloe e poi imboccò la rampa.

    Il satellitare lo informava che il percorso avrebbe richiesto un'ora se si fosse mantenuto entro i limiti di velocità.

    Poiché il traffico quel sabato sera non era eccessivo, Luis calcolò che avrebbe potuto farcela anche in quaranta minuti.

    Osservava sempre i limiti di velocità nelle aree urbane. La tentazione di accelerare era spesso irresistibile, ma controllava sempre l'impulso finché non si trovava fuori città. Quel giorno, con il pensiero di Chloe bloccata tra le montagne, zigzagò nel traffico, ignorando i clacson che suonavano furiosamente.

    Chloe Guillem. Una ragazzina spiritosa che catturava l'attenzione che con il passare degli anni era diventata una bellissima donna.

    Gli ci era voluto del tempo per rendersene conto.

    Pur vecchio amico di famiglia, non la vedeva da qualche anno quando, all'improvviso, lei gli aveva telefonato.

    «Bonjour, Luis» aveva esordito con quel tono melodioso. «Sono Chloe Guillem, la sorella del tuo vecchio amico e ti chiedo, in nome di quell'amicizia, di darmi un lavoro.»

    Luis era sbottato in una risata. Dopo una breve conversazione in cui Chloe aveva spiegato di aver completato il tirocinio come costumista in una compagnia di ballo inglese e trascorso due anni lavorando per una compagnia di ballo parigina, adesso cercava una nuova sfida. Le aveva dato il numero di telefono della responsabile dei costumi. Assumere il personale, le aveva spiegato, non era compito suo.

    «Ma la compagnia è tua» aveva obiettato lei.

    «Mia e di mio fratello, a dire il vero. Ma noi siamo esperti in costruzioni. Non ne sappiamo niente di balletti e dei costumi che indossano le ballerine. Per questo assumiamo del personale esperto» aveva tenuto a precisare.

    «Ho ottime referenze» aveva replicato subito lei.

    «Ottimo, perché noi assumiamo solo i migliori.»

    «Non puoi mettere una buona parola per me?»

    «No, ma se fai presente che tua madre era la costumista personale di Clara Casillas, sono sicuro che sarà una carta in tuo favore. Sempre ammesso che tu sia davvero in gamba come sostieni.»

    «Lo sono!»

    «Allora non ci saranno problemi a convincere Maria ad assumerti» le aveva detto ridendo.

    Luis non aveva più pensato a quella conversazione finché, circa sei mesi dopo, mentre era impegnato in una riunione, una saltellante gazzella era sbucata dal nulla buttandogli le braccia al collo con un sorriso radioso.

    Era Chloe, allegra e sorridente, che gli aveva detto quanto le piacesse Madrid. Luis era stato contento di rivedere un viso del passato, ma in quel momento era troppo impegnato per prestarle attenzione.

    Quando Luis e Javier avevano impegnato la loro esigua eredità per buttarsi nella nuova avventura, avevano stabilito che ognuno di loro avrebbe avuto un compito ben preciso. Luis aveva assunto l'incarico di occuparsi della costruzione del nuovo teatro. E vi si era buttato con tutte le energie, perché si trattava di un progetto speciale. Era per la loro madre, un modo per dimostrare al mondo che il nome Casillas non era legato semplicemente alla tragica fine di Clara per mano del marito.

    Più si avvicinava il momento del completamento dell'edificio, più Luis si impegnava perché tutto fosse perfetto, in modo che la Compañía de Ballet de Casillas vi si potesse trasferire.

    In ogni caso, dal momento di quell'abbraccio, ogni volta che Luis si recava nella vecchia sede della compagnia di ballo faceva in modo di vedere Chloe.

    Lei lasciava sempre intendere di gradire la sua presenza, sia con una lievissima pausa mentre cuciva un costume complicato, sia con due parole, le guance comunque che assumevano una tonalità cremisi, qualcosa che lui trovava intrigante, ma a cui non aveva dato molto peso... finché qualche tempo dopo, passando accanto a un bar, aveva colto l'immagine di una bellezza dai capelli corvini che chiacchierava animatamente con un gruppo di amici. Era primavera e lei indossava un abito che lasciava in mostra le braccia, i capelli neri sciolti che le ricadevano sulle spalle.

    Si sarebbe fermato a osservarla anche se non l'avesse riconosciuta.

    Possibile che non se ne fosse mai accorto?

    Chloe Guillem era radiosa. La luce del sole le sprizzava dai pori della pelle, insieme a un'innata sensualità. Il suo sorriso abbagliava.

    Doveva essersi resa conto del suo sguardo perché aveva alzato gli occhi e l'aveva guardato a sua volta dalla vetrata, il suo sorriso splendido che questa volta era andato a segno. In tutti i suoi trentacinque anni Luis non aveva mai provato una fitta di desiderio così acuta.

    Quella stessa sera l'aveva condotta fuori a cena. Era stata la serata più piacevole e divertente che ricordasse. Chloe era allegra, con un gran senso dell'umorismo, una risata sempre pronta sulle labbra. Ed era sexy.

    Dios, quanto era sexy! Non era stato capace di distogliere lo sguardo, assorbendo avidamente tutto di lei, tutto ciò cui non aveva mai fatto caso.

    Era incredibile pensare che per tanto tempo fosse stato così cieco.

    E il desiderio era reciproco. Luis intuiva quando una donna lo desiderava, e il linguaggio del corpo di Chloe non dava adito a dubbi.

    Ma quando avevano lasciato il ristorante lei aveva rifiutato l'offerta del bicchiere della staffa e aveva chiamato un taxi.

    Non era mai stato respinto e questo, più che scoraggiarlo, l'aveva intrigato.

    «Se non il bicchiere della staffa, cosa ne dici del bacio della buonanotte?» aveva chiesto prima che lei salisse sul taxi, prendendole il viso tra le mani e sfregando delicatamente il naso contro il suo. Il suo profumo gli aveva invaso i sensi, riportandogli alla mente fragole e crema.

    Il suo sguardo adesso era cupo, quel bagliore di flirt che era stato presente tutta la serata sparito come neve al sole, le labbra serrate.

    «La prossima volta, bonita» aveva sussurrato lui inalando ancora il suo profumo.

    La confusione che esprimeva il viso si era dissolta in un sorriso che gli era andato dritto al cuore. «Sì. La prossima volta.»

    «Mi permetterai di baciarti?»

    Gli occhi brillavano di una promessa. «Sì, te lo permetterò.»

    Ma non c'erano stati una prossima volta e un bacio. Due giorni dopo tutto era andato a rotoli con Benjamin, il fratello di Chloe, e lei aveva annullato l'appuntamento e non aveva più risposto alle sue chiamate. Quando andava alla sede della compagnia, lei teneva il capo abbassato fingendo di non vederlo.

    Non si erano scambiati più di due parole in diversi mesi.

    Perché diavolo stesse percorrendo strade di montagna a cento all'ora per aiutare una donna che l'aveva scaricato non riusciva proprio a capirlo e, tra l'altro, proprio quella sera.

    Quando, circa trenta minuti dopo essere partito, raggiunse il punto indicato da Chloe si lasciò sfuggire un'imprecazione. Si trattava di uno slargo sulla strada tutta a curve, con un'area adatta ai picnic che offriva una vista spettacolare. Ma non c'era nessuno. E nessuna macchina in panne.

    Fermò l'auto e afferrò il cellulare. Nella fretta di raggiungerla non aveva sentito il ronzio e solo in quel momento si rese conto di aver perso tre chiamate di suo fratello.

    Chiamò Chloe, ma non ebbe risposta.

    Scese dalla macchina a cercarla e richiamò Javier.

    «Dove diavolo sei?» ringhiò suo fratello, rispondendo al primo squillo.

    «Non me lo chiedere. Tornerò non appena mi sarà possibile.»

    «Io sono bloccato a Firenze.»

    «Cosa?» Javier sarebbe dovuto essere già al party. A Madrid. Non a Firenze.

    «L'aereo ha un problema tecnico. Questa mattina era tutto a posto. Qualcosa non mi torna.»

    Con un forte senso di disagio, Luis interruppe la telefonata. In lontananza il sole scendeva su Madrid, ma il bagliore dorato che emetteva non ebbe alcun effetto sul brivido che gli aveva gelato le ossa.

    Suo fratello era bloccato a Firenze e sospettava un sabotaggio.

    Lui era stato attirato nel mezzo del nulla nella Sierra de Guadarrama, in smoking, per una missione di salvataggio ma la damigella in pericolo era scomparsa.

    Controllò di nuovo le coordinate.

    Era decisamente il posto giusto.

    Allora, dove diavolo era lei? E perché l'inquietudine aumentava di attimo in attimo?

    Chloe Guillem prese posto nella sala d'aspetto di prima classe all'aeroporto di Madrid-Barajas ed estrasse dalla borsa il cellulare.

    C'erano sei chiamate senza risposta e sette messaggi, tutti dallo stesso numero. Cancellò i messaggi senza leggerli e ne mandò uno a suo fratello.

    Missione compiuta. Aspetto d'imbarcarmi.

    Bevve un sorso di champagne dal bicchiere che le era stato portato e in quel momento suonò il cellulare.

    Imprecando, tolse il volume e lo posò sul tavolo.

    Due minuti dopo vibrò.

    C'era un messaggio vocale.

    L'istinto le suggeriva di non ascoltarlo.

    Premette il tasto play.

    La voce scherzosa, profonda di Luis Casillas le riecheggiò nell'orecchio. «Buonasera, Chloe. Spero che tu sia sana e salva ovunque tu sia, e che non sia stata rapita da una banda di

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