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Le avventure in camper di Fausto e Gaia: Vol. 1
Le avventure in camper di Fausto e Gaia: Vol. 1
Le avventure in camper di Fausto e Gaia: Vol. 1
E-book228 pagine3 ore

Le avventure in camper di Fausto e Gaia: Vol. 1

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Info su questo ebook

Anche per Fausto Lizzi era arrivato il momento della meritata pensione. Avrebbe iniziato una nuova vita, certamente non quella del classico pensionato. Aveva un obiettivo ben preciso: viaggiare in camper! Un sogno, che da anni, coltivava con la moglie Gaia e che finalmente ora poteva concretizzarsi. Prima, però, oltre a vincere la resistenza di sua figlia Tiziana, doveva provare se il camper era quello che effettivamente desiderava, o se invece, si trattava solo di infatuazione. Ed infine c'era anche da vedere come si sarebbe comportato il piccolo Agy, il loro inseparabile cagnolino, a questa improvvisa ed invadente novità.
Ben presto il camper, porterà nella famiglia Lizzi un grande cambiamento, condizionando in modo positivo la loro vita.
LinguaItaliano
Data di uscita20 feb 2018
ISBN9788827574232
Le avventure in camper di Fausto e Gaia: Vol. 1

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    Anteprima del libro

    Le avventure in camper di Fausto e Gaia - Franco Parla

    Franco Parla

    Le avventure in camper di Fausto e Gaia

    UUID: d8208d00-3753-11e8-b7ca-17532927e555

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Dedicato a mia moglie Franca

    Introduzione

    I personaggi di questo racconto

    Capitolo 1 - Borgosalice

    Capitolo 2 – La prova

    Capitolo 3 – La decisione

    Capitolo 4 - Nuovo o usato

    Capitolo 5 – La consegna del camper

    Capitolo 6 – Avventure spagnole

    Capitolo 7 – Capodanno a Napoli

    Capitolo 8 – Don René

    Capitolo 9 – La Premiata Associazione del Risotto della Lomellina

    Capitolo 10 – Il Raduno

    Epilogo

    Ringraziamenti

    Dedicato a mia moglie Franca

    che condivide con entusiasmo la mia passione per i viaggi in camper

    Introduzione

    A nche per Fausto Lizzi era arrivato il fatidico momento di andare in pensione. Avrebbe iniziato una nuova vita, certamente non quella del classico pensionato. Fausto non ambiva passare tutto il giorno al bar a giocare a carte, come facevano i suoi amici di Borgosalice, il piccolo paese della Lomellina dove viveva. Con i figli ormai grandi e finalmente libero da vincoli di lavoro, adesso il suo più grande desiderio, è quello di avere un camper. E insieme a sua moglie Gaia, partire, per vedere posti sconosciuti e fare inedite esperienze di vita. Un sogno, quello del camper, che coltivava da anni e che finalmente ora poteva concretizzarsi. Prima però, oltre a vincere la resistenza di sua figlia Tiziana, doveva provare se il camper era quello che effettivamente desiderava, o se invece, si trattava solo di infatuazione. In realtà non avevano nessuna esperienza in questo campo. Ed infine c'era anche da vedere come si sarebbe comportato il piccolo Agy, il loro inseparabile cagnolino, a questa improvvisa ed invadente novità.

    B en presto il camper, porterà nella famiglia Lizzi un grande cambiamento, condizionando in modo positivo la loro vita.

    I personaggi di questo racconto

    Questo è un racconto di fantasia. Ogni riferimento a luoghi, situazioni e persone è puramente casuale

    La famiglia Lizzi: Fausto , Gaia

    ed il cane Agamennone (detto Agy )

    Anna e Walter Maggi: amici camperisti

    di Fausto e Gaia

    Davide e Tiziana:

    figli di Fausto e Gaia

    Viola: proprietaria del

    bar della stazione di Borgosalice

    Zio Egidio e zia Pina:

    ex agricoltori, sono gli zii di Gaia

    Giangi: postino di Borgosalice

    Antonio Brisolin:

    Titolare della Concessionaria Un camper per tutti

    Vasco:

    Capo officina della Concessionaria Un camper per tutti

    Piero Moretti, la moglie Elisa ed il figlio Gigi:

    vicini di casa

    Giovanni: panettiere di Borgosalice

    e la moglie Ercolina

    Marco Belli: amico ed ex collega di Fausto

    Ciro Bonacore: amico ed ex collega di Fausto

    Don René: il parroco di Borgosalice

    Gilberto: noto commercialista di Piacenza

    Capitolo 1 - Borgosalice

    C ala la notte a Borgosalice. La nebbia avvolge come un manto evanescente le case del piccolo paese di sole 422 anime, circondato da risaie e campi di mais.

    V iola, la proprietaria del bar della stazione sta abbassando la saracinesca, a quest’ora ormai non ci sono più clienti. Domani è martedì, giorno di mercato. Ci sarà un bel movimento già al mattino presto, quindi, spegne la macchina del caffè e si affretta a tornare a casa, perché, prima di andare a dormire, deve ancora dar da mangiare alla sua gatta che la sta aspettando, impaziente. Attraversa a passo veloce la piazza deserta, la nebbia è talmente fitta che le case, dall'altra parte della piazza, neppure si vedono. La temperatura è di meno tre gradi, le auto parcheggiate hanno tutte il vetro ghiacciato. D'altronde siamo a gennaio ed il clima è quello consueto della Lomellina, in questa stagione. Infreddolita, apre la porta di casa e si infila all'interno richiudendola subito. La gatta è già ai piedi delle scale e saluta la padrona con un miagolio insistente, la coda è dritta e tremolante, perché sa, che adesso, arriveranno cibo e carezze. Viola sente improvvisamente, in lontananza, una musica ritmata, sincopata. In piazza si sono fermate due macchine di ragazzi che tornano da qualche locale nei dintorni. Scendono per chiacchierare qualche minuto, prima di salutarsi, lasciando le portiere aperte. Dalle casse dello stereo, la musica, con i toni bassi esagerati, si diffonde nella piazza, rompendo la quiete della notte.

    G iovanni, il panettiere del paese, passa in quel momento in bicicletta, tutto imbacuccato, per recarsi come sempre al suo forno, dove inizierà a lavorare. Sforna pane da quando era ragazzino. Allora lavorava insieme a suo padre e adesso, con sua figlia. Lui si occupa del forno, lavorando di notte, sua figlia gestisce il negozio, durante il giorno. E’ da una vita che inizia il suo lavoro alle due di notte. Alle sei e venti arriverà sua figlia che aprirà il negozio, lui le darà una mano a sistemare le ceste del pane e poi rientrerà a casa. Il martedì è il giorno dove la panetteria lavora di più, per via del mercato. Tornerà in negozio nel pomeriggio per concedere una pausa di un paio d’ore alla figlia. Giovanni non può fare a meno di pensare che all'età di quei ragazzi che sono in piazza, lui già lavorava, mentre adesso i giovani vanno a dormire a quest’ora. E' quindi improbabile che al mattino dovranno recarsi in fabbrica o in ufficio. Lui lo dice sempre in negozio, i giovani d’oggi pensano solo ai tatuaggi, alla palestra e all’happy hour! A Giovanni piace lavorare di notte. Arriva al forno in bicicletta in qualsiasi stagione, attraversando il paese deserto in piena notte, sentendosi un po’ il padrone di Borgosalice. Per buona parte del tempo, lavora da solo e ascolta la musica che piace a lui, senza scocciatori. È un lavoro impegnativo ma non ha datori di lavoro, nessuno gli dice cosa deve fare. Giovanni si sente realizzato, a lui non interessa visitare il mondo, non gli interessa sdraiarsi sulle spiagge dei Caraibi, vedere le grandi capitali, andare al mare o in montagna. Lui sta bene qui, a Borgosalice, è questo il suo mondo. Giovanni è un buongustaio ed ha due appuntamenti settimanali fissi, entrambi di natura gastronomica. Il giovedì e la domenica. È uno dei Soci fondatori della Premiata Associazione del Risotto della Lomellina che ha sede proprio a Borgosalice dalla fine degli anni 90'. Da quest'anno a febbraio, dopo che Angelino è passato a miglior vita a causa di un infarto, Giovanni è stato eletto all'unanimità dai Consiglieri, Gran Cerimoniere. Per lui è stata la più grande soddisfazione della sua vita ed ha preso seriamente quell'incarico. Il giovedì sera è il giorno in cui i Soci principali si riuniscono per parlare delle novità, per discutere delle tematiche e delle virtù del carnaroli o del vialone nano, per decidere a quali sagre partecipare, ma soprattutto perché dopo il consueto dibattito, che in verità, spesso e volentieri è molto breve, si procede con la cena a base di un risotto, che tutte le volte deve essere diverso. Infine si dà voto e giudizio al piatto degustato. Naturalmente il risotto è il piatto clou, il motivo principale per cui si riuniscono, ma qualcuno a turno, porta sempre anche dell’ottimo salame e del vino dell’Oltrepò pavese, oltre all'immancabile gorgonzola! E Giovanni da parte sua, non fa mai mancare pane, pizze e focacce. La domenica invece il rito era il pranzo, ma non a casa sua. Giovanni e la moglie Ercolina, si recavano alla cascina dei loro amici Egidio e Pina, ex agricoltori ora in pensione. Pina è un'abile cuoca, la migliore del paese. Nonostante si avvicini agli 80 è ancora in gamba e la domenica, cucina per gli amici, una decina di persone un po' avanti con l'età, ma che, a tavola, si difendono ancora bene. A volte, al pranzo domenicale partecipano anche la nipote Gaia con il marito Fausto, soprattutto se zia Pina cucinava l'anatra arrosto, una prelibatezza che a Fausto piaceva in modo particolare.

    B orgosalice in fondo è un paese come tanti altri in Italia, dove la vita scorre monotona, senza grandi scossoni. E’ in questo paese, in una villetta a schiera, che vive la famiglia Lizzi. Gaia e Fausto Lizzi avevano acquistato questa casa oltre trent'anni fa, quando il lotto era ancora in costruzione. Da qualche anno, da quando i figli ormai adulti, hanno lasciato la casa, Gaia e Fausto vivono qui da soli con il loro cagnolino.

    A quest’ora, a Borgosalice tutto sembra immobile, tutti dormono, la notte ha preso il sopravvento e riempie i sogni e le speranze delle persone. I pensieri e le preoccupazioni scivolano in un dolce oblio.

    F austo non voleva aprire gli occhi, ma anche senza guardare la sveglia, sapeva. Sapeva che erano le cinque e trenta. Perché da oltre quarant'anni Fausto Lizzi si alzava per cinque giorni alla settimana alle cinque e trenta e ormai il suo bioritmo si era adeguato svegliandosi in modo naturale un attimo prima che la sveglia potesse squillare. Ma oggi la sveglia non sarebbe suonata. Oggi non avrebbe preso il treno per Pavia e poi il bus per arrivare in fabbrica, perché oggi era il primo giorno da pensionato. In realtà il primo giorno era ieri, lunedì, ma si era dovuto recare in fabbrica per sbrigare delle formalità e lo ha fatto andandoci ancora alla solita ora, insieme a Marco. Così, dopo tanti anni di lavoro e di sacrifici, era finalmente arrivato il momento che da tempo aspettava. Negli ultimi mesi, i colleghi avevano notato in lui un certo cambiamento, quasi come se Fausto fosse lì fisicamente a lavorare, ma la testa migrava altrove. In effetti era così! Un turbinio di idee e pensieri invadeva la sua mente. La frase, che gli risuonava in testa in modo incessante era: finalmente libero! Era libero dal lavoro e in un certo senso libero, dagli obblighi verso i figli Davide e Tiziana, ormai grandi e indipendenti. Lavorare per oltre quarant’anni come operaio specializzato in una piccola fabbrica meccanica che produce pezzi per caldaie industriali e generatori di vapore, non era certo un'occupazione gratificante, ma lui lo aveva sempre fatto con dedizione e poi aveva un buon rapporto con i colleghi. In particolare con Marco Belli e Ciro Bonacore, con i quali, nel tempo, era diventato amico. Ci si vedeva anche fuori dall'orario di lavoro e con le mogli ed i figli si organizzava spesso qualcosa insieme.

    M arco Belli abita nello stesso paese di Fausto, e per andare al lavoro, viaggiano, anzi viaggiavano, insieme. E’ il caposquadra di Fausto, è più giovane ed è una persona corretta, affabile. Entrò in fabbrica una decina d’anni dopo Fausto. Fu proprio lui, Fausto, che da pochi mesi era passato dal tornio alla pressa idraulica per gli stampi, ad addestrare Marco e i due divennero subito amici. Successivamente Marco, grazie al diploma di perito meccanico ed alla sua abilità, venne promosso caposquadra. Tutti i giorni prendevano insieme il treno che partiva da Borgosalice alle sei e ventitré per Pavia e poi il bus che ferma nei pressi della fabbrica. Al ritorno, alle diciotto e ventitré, scendevano dal treno a Borgosalice, a volte bevevano una birra al bar di Viola e poi percorrevano a piedi un pezzo di strada comune ad entrambi. Quindi Fausto e Marco si salutavano e rientravano alle proprie case. E poi c’è Ciro Bonacore, operaio specializzato come Fausto. Ciro è un omone, alto un metro e novanta. Originario di un paese vicino a Napoli, trasferitosi a Vigevano da ragazzo con la famiglia, perché il padre, all'epoca, aveva trovato lavoro in una fabbrica di scarpe. Allora il mercato di scarpe a Vigevano era in piena espansione e si trovava lavoro facilmente. Nonostante fosse arrivato a Vigevano da ragazzino, Ciro non aveva perso il suo tipico accento napoletano, che unito ad un'allegria innata e alla battuta pronta, lo rendevano simpatico a tutti. A volte gli operai facevano apposta a stuzzicarlo per sentire qualche battuta delle sue. Quando rientrava dalle ferie dal paese d’origine, portava sempre in fabbrica alcune specialità napoletane da fare assaggiare, orgogliosamente, ad amici e colleghi, che ovviamente apprezzavano. Ma per Fausto, Ciro non è solo generoso e simpatico, è un vero amico. Insieme hanno passato periodi difficili in fabbrica e si sono sostenuti a vicenda. Se tutti i colleghi avevano notato in Fausto un cambiamento, questi due, Ciro e Marco, sapevano benissimo cosa gli frullava in testa, lo sapevano perché erano anni che Fausto ne parlava con entusiasmo ed ormai era diventato un chiodo fisso. Dopo anni di lavoro, mutuo per la casa e figli da crescere, finalmente lui e Gaia potevano realizzare quello che, da un po’ di anni a questa parte, era diventato il sogno della loro vita: acquistare un camper per girare l’Italia e l’Europa, liberi da tutti e da tutto! Girare l’Europa, del resto, era un sogno che avevano sempre avuto sin da quando erano fidanzati, un sogno comune a molti ragazzi della loro epoca, ma sembrava uno di quei sogni irrealizzabili. Anche se più tardi, insieme ai figli, avevano fatto per alcuni anni delle divertenti vacanze in campeggio, in tenda. In seguito, grazie alla frequentazione continua con Walter e Anna Maggi, amici camperisti, avevano maturato l'idea che anche per loro, il camper, poteva essere il mezzo perfetto per mettere in pratica quel desiderio. Ora finalmente quel sogno stava per diventare realtà. Grazie anche al suo TFR. In realtà Fausto e Gaia non avevano mai provato a fare una vera vacanza da camperisti. Solo una volta avevano fatto un week-end in camper insieme a Walter e Anna, una coppia di amici che abita a Voghera. Anna e Gaia erano amiche fin dall’infanzia. E quando anni fa, Anna stava per sposarsi con Walter, Gaia e Fausto li invitarono a cena a casa loro, per conoscere il futuro sposo. Walter e Fausto si trovarono subito in sintonia e di conseguenza, essendo Anna e Gaia già amiche, si creò nel gruppetto un buon rapporto di grande amicizia che dura ormai da molti anni. Walter è brillante, lavora in proprio, è uno sviluppatore di software per ipermercati e guadagna discretamente bene. Anna lavora per lui, una specie di segretaria. Non hanno figli e potendo organizzarsi il lavoro autonomamente, riescono a ritagliarsi molto tempo a disposizione. Tempo utilizzato per viaggiare in camper. Già, perché loro sì, sono veri camperisti! Hanno iniziato con un vecchio mansardato Mobilvetta usato, poi un motorhome Rapido ed ora sono approdati ad un semintegrale Laika con letti gemelli. In camper hanno veramente girato tanto, da Capo Nord al Marocco, dalla Sicilia all’Olanda, dalla Spagna alla Finlandia, non tralasciando ovviamente l’amato stivale! Era quindi logico che questa passione per il camper e per i viaggi riunisse queste due coppie a passare serate a Borgosalice, ma più frequentemente a Voghera, dove dopo cena, immancabilmente finivano per vedere foto e filmati ed ascoltare i racconti e le esperienze di viaggio di Walter e Anna. Tornando a casa in auto, Fausto e Gaia fantasticavano sui viaggi in camper che avrebbero fatto loro quando sarebbe arrivato il momento. Non erano per niente invidiosi, anzi cercavano di memorizzare i suggerimenti e gli itinerari. Ammiravano gli amici, erano il loro punto di riferimento.

    ...Infine Fausto aprì gli occhi e vide che effettivamente erano da poco passate le cinque e trenta. Ci avrebbe scommesso. Un vago senso di autocompiacimento lo invase. Si girò dall'altra parte, si raggomitolò e si riaddormentò profondamente.

    G aia sentì Fausto girarsi nel letto e per un attimo, pensò che lui si sarebbe alzato come sempre, più per abitudine che per una dimenticanza del nuovo status. Ma Fausto non si alzò, anzi si girò e si riaddormentò. Ora sarebbero cambiate le cose, Fausto era a casa tutto il giorno e tutti i giorni. Lei era molto contenta perché suo marito aveva davvero fatto tanti sacrifici e si meritava quello che sognava da tempo. Ma come tutte le donne, Gaia era realista e proprio adesso che era arrivato il momento, si insinuavano nella sua testa pensieri negativi. Non erano più i ragazzi di una volta, quelli che sognavano di girare liberi per il mondo. Insomma lo spirito certo c'è sempre, però Fausto ha passato i sessanta e lei ne ha un paio in meno. Qualche problema di salute ce l'hanno anche loro, fortunatamente non grave e nel corso degli anni hanno passato alcuni momenti non molto belli. Un po' era anche preoccupata dal fatto che, dopo tanti anni di lavoro e trovandosi di colpo senza niente da fare, Fausto potesse avere dei cambiamenti caratteriali, magari in negativo. Ma l’obiettivo camper lo avrebbe sicuramente aiutato a passare il tempo. Certo che è una spesa non da poco, sono dei bei soldi e poi le era venuto anche un dubbio: Fausto sarà in grado di guidare un camper? Non è un auto e le dimensioni sono ben diverse, ma sapeva anche che lui era uno che, quando voleva qualcosa, andava fino in fondo. E poi il suo entusiasmo la contagiava e la faceva sognare, a volte la faceva sentire come se fosse ancora una ragazza. Ma sì, al diavolo i cattivi pensieri! Ha ragione Fausto, ora tocca a noi, fin che possiamo, pensiamo a divertirci! Come tutti i sogni però, quando arriva il momento di realizzarli, puntualmente ci si trova davanti a qualche compromesso. Infatti la legge Monti-Fornero aveva improvvisamente aumentato di tre anni e mezzo il traguardo della pensione di Gaia. Quando avevano appreso alla televisione la notizia, si erano arrabbiati ed avevano imprecato contro i fautori di questa legge. Dopo la comprensibile delusione iniziale, avevano pianificato il futuro inserendo anche questa variante. Gaia lavora part-time come commessa in un negozio di scarpe all'interno di un centro commerciale. Segue un orario di semi turno: otto e trenta - quattordici e trenta, oppure, quattordici e trenta - venti e trenta. Durante le festività e soprattutto, nei mesi di luglio ed agosto, il tipo di lavoro non le consentiva di chiedere ferie. Ma al di fuori di questi periodi, non c'erano mai stati problemi a mettere insieme i giorni che le servivano. Lo sguardo si posò di nuovo sulle lancette. Tutto questo rimuginare di pensieri, ipotesi e teorie l'aveva tenuta sveglia. Erano le sei e decise di alzarsi.

    A gamennone alzò un orecchio, l'unico che poteva alzare, in quanto l'altro era perennemente piegato. Non era un cane con pedigree, ma un incrocio di chissà quali razze. Da cucciolo, quando Gaia lo portò a casa adottandolo da

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