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Fausto, camperista Supereroe: Vol. 2
Fausto, camperista Supereroe: Vol. 2
Fausto, camperista Supereroe: Vol. 2
E-book210 pagine3 ore

Fausto, camperista Supereroe: Vol. 2

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Info su questo ebook

Continuano le avventure dei camperisti Fausto e Gaia. Durante un’escursione in camper in montagna, in Valle d’Aosta, Fausto è vittima di un inspiegabile fenomeno, che gli causerà un drastico e repentino cambiamento. Una trasformazione, che lo condizionerà nelle routine di tutti i giorni ma, soprattutto, le conseguenze di questo mutamento daranno una svolta imprevedibile ai suoi viaggi in camper. A Borgosalice tutti parlano di questo cambiamento improvviso di Fausto ma, una sera, ecco che si profila all’orizzonte un insolito e inaspettato viaggio in Europa, in compagnia di una bizzarra carovana di amici camperisti. Inoltre, un banale numero scelto a caso, il numero 1549, sarà il fulcro di un’altra incredibile avventura che avrà per protagonista sempre lui, il nostro camperista Fausto Lizzi!
Un nuovo, divertente racconto di Franco Parla
LinguaItaliano
Data di uscita24 ott 2018
ISBN9788829534548
Fausto, camperista Supereroe: Vol. 2

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    Fausto, camperista Supereroe - Franco Parla

    Parla Franco

    Fausto, camperista... Supereroe

    Un nuovo, divertente racconto di Franco Parla

    UUID: 32eb79a0-e6b0-11e8-b3b4-17532927e555

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Capitolo 0 - I personaggi di questo racconto

    Capitolo 1 – Ollomont

    Capitolo 2 –Mutazione genetica

    Capitolo 3 –Il ritorno a Borgosalice

    Capitolo 4 –Il gemellaggio

    Capitolo 5 – Victor

    Capitolo 6 - Quella strana carovana

    Capitolo 7 Avventure polacche

    Capitolo 8 – La discesa in zattera del Dunajec

    Capitolo 9 – Il Pellegrinaggio a Czestochowa

    Capitolo 10 - Vienna Imperiale

    Capitolo 11 – Il Ritrovo da Zia Pina

    Capitolo 12 – La capsula del tempo

    Epilogo

    Ringraziamenti

    Capitolo 0 - I personaggi di questo racconto

    Questo è un racconto di fantasia. Ogni riferimento a luoghi, situazioni e persone, è puramente casuale

    I personaggi di questo racconto

    La famiglia Lizzi : Fausto , Gaia ed il cane Agamennone (detto Agy )

    Anna e Walter Maggi: amici camperisti di Fausto e Gaia

    Tiziana e Davide: figli di Fausto e Gaia

    Viola: proprietaria del bar della stazione di Borgosalice

    Zio Egidio e zia Pina: ex agricoltori, sono gli zii di Gaia

    Giangi: postino di Borgosalice

    Antonio Brisolin: Titolare della Concessionaria Un camper per tutti

    Vasco: Capo officina della Concessionaria Un camper per tutti

    Piero Moretti, la moglie Elisa ed il figlio Gigi: vicini di casa

    Giovanni: panettiere di Borgosalice e la moglie Ercolina

    Marco Belli e Ciro Bonacore: amici ed ex colleghi di Fausto

    Don René: parroco di Borgosalice

    Victor: Fratello di Don Renè

    Gilberto: noto commercialista di Piacenza

    Beatrice: compagna di Gilberto

    Berthod: tuttofare per turisti che frequentano Ollomont

    Rosalia e Orazio Vitale, coppia siciliana e gestori di un’area camper

    Dottor Raffaele Basile (Lele per gli amici) il medico di famiglia di Fausto. Giulia: moglie del Dottore Raffaele Basile e Alice, loro figlia

    La famiglia Kowalczyk: Il padre Wladyslaw, la madre Radomila e la figlia Kataryna

    Piotr: messo comunale di Paczotrowice

    Ojciec Seweryn: parroco di Paczotrowice

    Dedicato a tutti gli amici camperisti

    Capitolo 1 – Ollomont

    Capitolo 1 – Ollomont

    Dopo quel 24 di aprile, giorno in cui Tiziana annunciò di aspettare un bambino, Gaia sembrava presa da una frenesia irrefrenabile. La frequenza con cui si sentiva con la figlia era moltiplicata, adesso l’attenzione era tutta rivolta a Tiziana.

    Fausto la lasciava fare, lui si autogestiva e accudiva Agy. Inoltre aveva già i suoi problemi, dovuti all'avanzare dell'età. Per lui era un periodo non particolarmente brillante. Per leggere aveva dovuto acquistare degli occhiali, era sovrappeso di almeno dieci chili e, nell'ultima recente visita medica, il dottor Raffaele Basile, medico di famiglia, gli aveva riscontrato la pressione alta, oltre alla glicemia. Quest’ultima, con valori superiori a quelli consigliati, stava andando verso la direzione di un diabete del tipo due. Niente di particolarmente grave, secondo il dottor Basile, tutto sommato era ancora controllabile ed era nella norma di una persona che ha passato i sessanta. Ma quello che lo mise davvero KO, era un dente che gli procurava dei dolori terribili. E alla fine, dovette farlo estrarre. Venne sostituito con un impianto dentale, una bella vite in titanio, con una corona nuova di zecca. Gli era costato (oltre al dolore) 1700 euro ma, ora era felice. Finalmente, alla fine di maggio poté dirsi fuori da quell'incubo. Riprese a frequentare quotidianamente la cascina degli zii, si dedicava all'orto e, soprattutto, con il dente nuovo, poteva finalmente mangiare normalmente.

    Il camper, che nell'ultimo periodo era finito nel dimenticatoio, giaceva sotto il portico della cascina e Fausto lo guardava tutti i giorni, sconsolato. Con quelle belle e lunghe giornate, cosa poteva esserci di meglio che salire a bordo, girare la chiave e partire? Ma sapeva che non era il momento, al massimo si concedeva il solito giretto mensile, giusto per farlo muovere un po’.

    Agy sentiva arrivare l’estate e aspettava con impazienza l’ora di andare in cascina per divertirsi. Anche Gaia, negli ultimi giorni, sembrava più serena del solito. D'altronde la gravidanza di Tiziana procedeva bene, il pancione cresceva e la nascita del piccolo era prevista per la fine di novembre.

    Ne avevano parlato più volte, Gaia non voleva fare lunghi viaggi in camper e stare via tanto tempo, perché, mentre erano via, Tiziana avrebbe potuto aver bisogno di lei.

    Una sera, poco prima di cena, ricevettero una telefonata dagli amici Walter e Anna. Era dal raduno di aprile che non si vedevano più e Walter gli propose di passare insieme un week-end in montagna in camper, per ritrovarsi e staccare un po’. Per Fausto, che aspettava solo un pretesto per partire, andava più che bene anche un semplice week-end. Con l’aiuto dei due amici, riuscì a convincere Gaia, che, grazie anche alla vicinanza della località, raggiungibile in un paio d’ore da Borgosalice, si convinse che un po’ d’aria di montagna avrebbe giovato a tutti. Se per caso Tiziana avesse avuto bisogno di qualcosa, sarebbero potuti rientrare in tempi brevi.

    Il primo week-end libero, Gaia lo aveva solo a metà giugno, così si accordarono per trovarsi in piazza a Borgosalice, proprio per quel venerdì pomeriggio e da lì sarebbero partiti insieme per Ollomont. Così si chiamava quella località propostagli dagli amici, un posto che Fausto e Gaia non avevano mai sentito nominare. Si fidarono di loro che lo descrissero come un autentico villaggio valdostano, immerso in una piccola valle incontaminata.

    Il solo fatto di preparare il camper, mise allegria a Fausto, che non vedeva l’ora di partire.

    Così arrivarono in Valle d'Aosta, oltrepassarono Valpelline e, dopo una curva, apparve davanti a loro, quasi improvvisamente, la valle di Ollomont in tutta la sua bellezza. Alte vette, prati verdissimi, mucche al pascolo e piccole frazioni di case in pietra. Si fermarono nell'area camper che era, in realtà, un grande parcheggio sterrato, provvisto di carico acqua e scarico. Quando Gaia scese dal camper, ringraziò gli amici, era proprio un bel posto. Certo, non c’erano negozi dove fare shopping, vetrine dove curiosare e locali per tirar tardi. Era un semplice, autentico paese di montagna, una serie di piccole frazioni e sui davanzali traboccavano rossi gerani. C’erano giusto un paio di ristoranti ed un piccolo bar-negozio che vendeva di tutto, dai giornali alla fontina.

    Valter aveva avvisato Fausto che nell’area di sosta non c’era l’allacciamento elettrico ma, per un week-end di inizio estate, non sarebbe servito. Si sarebbero dedicati a salutari passeggiate per controbilanciare gli inevitabili assaggi della gastronomia locale.

    Così, la mattina successiva, si recarono per prima cosa nell'unico negozio del paese. Acquistarono pane nero, fontina, lardo di Arnad ed un paio di salamini locali, chiamati boudin.

    Uscendo dal negozio conobbero una persona, un tipo singolare, barbuto e un po’ avanti con l’età che si presentò come Berthod. Questi gli consegnò un biglietto da visita e disse loro che potevano contattarlo a qualsiasi ora per qualsiasi cosa potessero aver bisogno a Ollomont. Ovviamente a pagamento. Iniziò ad elencare una serie di servizi che andavano dalla guida alpina, al cambio bombole del gas, ai servizi idraulici, al trasporto taxi, alle escursioni gastronomiche…

    In pratica si proponeva come una specie di tuttofare per i turisti, capace di adattarsi a qualsiasi tipo di mansione e dotato di svariate competenze. Fausto gli chiese qualche consiglio in merito ai sentieri battuti, per fare un’escursione a piedi. Berthod gli consigliò di andare in camper, poco più su, fino all'ultima frazione chiamata Glassier. Dal parcheggio si diramano una serie di percorsi e sentieri. Gli consigliò quindi la salita all'alpeggio di By. Quindi salutò e salì a bordo di una vecchia Panda 4x4 verde, ancora una di quelle della prima serie.

    I quattro tornarono ai camper, si spostarono al parcheggio di Glassier, prepararono i panini e poi partirono, zaino in spalla, per la loro escursione. Come consigliato da Berthod, imboccarono il sentiero che sale verso la conca di By. Man mano che salivano, potevano ammirare il bel panorama di Ollomont. Piccoli abitati sparsi sul fondovalle, dai caratteristici tetti di pietra. Arrivarono ad un pianoro, dove c'era una stalla ed un torrente con un ponticello in legno. Non erano neppure a metà del percorso previsto, ma decisero di fermarsi per la pausa pranzo, consumando i panini preparati in precedenza sul camper.

    Che spettacolo! Che sole e che giornata limpida! Relax, aria pura, panorami bellissimi e quei sapori semplici ma intensi che sprigionavano il lardo e la fontina. Gaia era già stanca, ma era felice, un tuffo nella natura con gli amici era proprio quello che ci voleva.

    Il più contento di tutti era Agy, non aveva mai visto delle montagne così alte e tanti verdissimi prati. Inizialmente aveva un po’ timore di quelle mucche che pascolavano libere. Lo guardavano dall'alto verso il basso e sembravano puntarlo. Quando si muovevano poi, facevano suonare una grossa campana che portavano al collo. Lui non si fidava. Non si sa mai, con quelle corna…

    Non avevano ancora finito il pranzo, quando squillò il telefono di Walter. Dalla sua espressione si intuiva che c'era qualcosa che non andava. Chiuse la chiamata e annunciò preoccupato che lui e Anna dovevano rientrare. Il suo vicino di casa lo aveva appena avvisato che, a causa di un corto circuito, causato dai lavori sulla linea elettrica nella loro via, tutti i contatori ed i salvavita di quella strada erano saltati. Se aveva il freezer o altre apparecchiature collegate, adesso erano senza tensione. Più che per il congelatore, Walter era preoccupato per il NAS, il suo dispositivo collegato in rete, utilizzato per i back-up e salvataggi dei suoi programmi sui dischi rigidi. In questi giorni il dispositivo gli serviva particolarmente per via di un software che aveva appena installato in un’azienda e che stava tenendo monitorato. Aveva ovviamente un gruppo di continuità, che gli consentiva qualche ora di autonomia ma, una volta scarico anche quello, avrebbe perso il lavoro di quindici giorni.

    Così, seppur malvolentieri, Walter ed Anna si apprestarono a ridiscendere il sentiero, recuperare il loro camper per tornare a casa. Gaia, che si sentiva un po' affaticata, disse che sarebbe scesa con loro ed avrebbe aspettato Fausto nel camper, alla frazione di Glassier.

    E Agy? Fausto lo volle tenere con sé, perché era determinato e voleva raggiungere l'alpeggio di By. Il cagnolino si sarebbe divertito e gli avrebbe tenuto compagnia.

    Quanto i tre arrivarono al parcheggio, incrociarono Berthod che stava passando di lì, stavolta seduto all’interno della minuscola cabina di un’Ape Car. Nel cassonetto del piccolo veicolo, troneggiava una lavatrice ben legata. Si fermò. Era stupito, non potevano essere già tornati dall'alpeggio. Gli raccontarono il motivo per cui erano già di ritorno. Walter e Anna, che erano di fretta, salutarono e partirono subito a bordo del loro Laika.

    Berthod si fermò a chiacchierare con Gaia. Le spiegò che aveva riparato una lavatrice di un cliente che aveva una seconda casa a Ollomont e che ora, la stava riportando per collegarla. Prima di ripartire le lasciò un altro biglietto da visita. Non si sa mai, le disse. Si lisciò la barba, sorrise, salì sulla sua Ape Car e ripartì.

    Che tipo simpatico! Senza dubbio è originale, pensò Gaia. Quanti anni poteva avere? Sicuramente più di settanta, però sembrava ancora in gamba, inoltre dava l’impressione di uno che non sta mai fermo.

    Nel frattempo, Fausto arrancando e con il fiatone, era arrivato alla Conca di By. Non era certamente allenato e raggiungere quell'alpeggio gli diede una grande soddisfazione. Ammirò le alte vette, che da qui sembravano essere più vicine ed osservò il fondovalle di Ollomont, dall'alto dei 2000 mt di By. Respirò profondamente. La giornata serena gli permetteva di avere una visibilità ed una limpidezza eccezionale. Gli sembrava di essere il padrone del mondo!

    Anche Agy era euforico. Prati e ruscelletti ovunque! Quanto gli sarebbe piaciuto infilarsi in una di quelle buche dove si rifugiano quei piccoli, buffi animaletti che fischiano, le marmotte. Peccato che quando ci provava, Fausto se ne accorgeva e lo richiamava subito all'ordine.

    Certo che qui è davvero il Paradiso, pensò Fausto, mentre, con il telefonino in mano cercava campo. Quando lo trovò, chiamò la moglie per informarla, con evidente orgoglio, della sua performance da escursionista. Gaia si stava rilassando in camper, era distesa sul letto e stava leggendo un libro. Sorrise nel sentire la voce un po' euforica del marito. Salutò e riagganciò.

    Guardò l'ora, erano quasi le quindici, si alzò, accese la radio e si apprestò a far bollire l'acqua per farsi una bella tisana alle erbe alpine, giusto per stare in tema. Peccato che il marito non avesse ancora alzato l’antenna satellitare, così avrebbe potuto vedere un po’ di tv. Con il digitale terrestre non si vedeva niente. Pazienza.

    Fausto invece decise che, dopo quella salita, era ora di regalarsi un po' di meritato riposo. Scelse un angolo defilato, si stese sul prato e in breve, complice la stanchezza, si addormentò.

    Agy lo guardò e decise che tutto sommato non era una cattiva idea, anche lui con le sue zampette si era fatto una bella scarpinata. E in breve, i due iniziarono a russare.

    Circa quaranta minuti dopo, Fausto venne svegliato di soprassalto da un forte rombo di tuono, che ruppe improvvisamente il silenzio e la tranquillità di quel posto.

    Agy si spaventò ed emise un guaito. Cercò Fausto con lo sguardo per capire se doveva preoccuparsi. Questi lo rassicurò, guardò l’orologio e si sorprese nel vedere che erano già le sedici. Il cielo era cupo, si stava avvicinando velocemente un temporale che sembrava provenire dalla vicina Svizzera. Ripresero quindi il cammino per imboccare il sentiero che scendeva a valle.

    Anche Gaia, che aveva quasi terminato di leggere il suo libro, si scosse al boato del tuono.

    Guardò fuori dalla finestra del camper e vide avanzare minacciose nuvole nere. Chiamò subito Fausto, che la tranquillizzò, lui e Agy si erano già incamminati sulla via del ritorno.

    In effetti stavano scendendo con celerità lungo il sentiero, perché la temperatura si stava abbassando rapidamente e il temporale si stava avvicinando.

    Pochi minuti dopo iniziò a piovere. Agy avanzava velocemente, aveva il terrore dei lampi ma, soprattutto, dei tuoni che stavano aumentando d’intensità.

    Arrivarono in vista della stalla, dove avevano fatto la sosta per il pranzo. Fausto la poteva vedeva bene dall'alto, ancora pochi minuti di discesa e l’avrebbero raggiunta, un luogo sicuro dove fare una pausa e ripararsi. Agy arrivò per primo e si rannicchiò bagnato e tremante, in un pertugio, una rientranza sotto la tettoia. Fausto invece era indietro, gli mancavano ancora una cinquantina di metri. Cercò di affrettarsi, quando improvvisamente, un fulmine lo colpì in pieno! Il rumore del tuono che seguì era potente come quello di una cannonata.

    Fausto crollò a terra, a faccia in giù, esanime!

    Gaia guardò nervosamente l’ora. Erano quasi le diciotto, si stava facendo buio rapidamente e non aveva più notizie di Fausto e Agy. Aveva provato a telefonare più volte, ma il telefonino di Fausto sembrava spento o, più probabilmente, dove si trovava il marito, non c’era campo. Alle diciotto e trenta, il nervosismo di Gaia si trasformò in panico. A quest’ora avrebbero dovuto essere già arrivati a Glassier. Non sapeva cosa fare e a chi rivolgersi. I loro amici Walter e Anna erano già arrivati a casa, le avevano inviato un messaggio un’ora fa. Lo sguardo si posò sul cruscotto dove c’era il biglietto da visita che lei aveva distrattamente gettato lì. Senza indugiare oltre, telefonò a Berthod.

    Nascosto nel suo rifugio, Agy era contento che il temporale finalmente stesse finendo. Adesso non pioveva più, allora provò timidamente ad uscire all'aperto. Ma dove si era cacciato Fausto? In effetti, era da un po’ che non lo vedeva. Il cagnolino, prima era troppo impaurito per uscire a cercarlo e adesso sperava che Fausto non se ne fosse già andato, lasciandolo lì da solo.

    Il sentiero passava proprio davanti alla tettoia della stalla, quindi se fosse passato di lì, lo avrebbe sicuramente visto dal suo nascondiglio. Tornò indietro sul sentiero, passò accanto al ponticello di legno e lo vide. Fausto era steso a terra e non si muoveva più!

    «Fausto, Fausto svegliati, alzati» sembrava dire Agy, prima abbaiando in continuazione per attirare l’attenzione e poi leccandogli la faccia, nel

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