Le verità di Maria
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Il romanzo descrive anche le molteplici sfaccettature della nostalgia.
Il racconto di alcuni episodi che caratterizzarono la nascita della farmacia tra l’ottocento e il novecento, permette di comprendere le ragioni del “farmacista” che sono quelle di chi s’identifica nel proprio lavoro e che non possono essere archiviate tanto facilmente. Pertanto anche attraverso la rivisitazione dei ricordi, Maria ha la possibilità di comprendere le ragioni che non le consentono di affidare l’attività in mani sconosciute. La farmacia rimarrà fedele agli antichi principi e come nel passato vi sarà chi si occuperà del benessere dei suoi clienti.
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Anteprima del libro
Le verità di Maria - Massimo Galletti
Massimo Galletti
Le verità di Maria
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Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice
INTRODUZIONE
1. In memoria
2. Sarajevo
3. Villon
4. A pelle
5. L'indifferenza
6. Gli immortali di piazzetta Toti
7. Il caporale Silurato
8. Marferita
9. Rimbalzi dell'ultima stele
10. Quartiere oltremare
11. Nostalgia
Ringraziamenti
Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore o, se reali, sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale e involontario.
I nomi non sempre hanno un significato,
ma certamente rimandano a un ricordo
che abbiamo nel cuore.
Sono il senso della vita e la nostra memoria.
Massimo Galletti
INTRODUZIONE
L’afa prendeva le sembianze dell’estate, sull’arenile del primo pomeriggio. Spiagge trasparenti che vibrando facevano tremare la vista e brillando, la luce riflessa trasformava la sabbia in acqua. C’era il silenzio spettacolare e forte dell’estate, di vento rovente e i granelli della riva sprofondavano rimodellando le sponde del fiume che ne aveva uccisi tanti. C’erano solo loro, con le gambe nell’acqua fresca sino alle ginocchia, in quel deserto tranquillo. Sparite anche le zanzare, più in dentro verso il boschetto, dove le foglie sfrigolavano, accarezzate da una timida brezza umida. La corrente tirava e portava qualche carcassa gonfia, i rami e i tronchi dell’ultimo temporale. In quell’atmosfera sospesa, stramazzò all’indietro, proprio lui che non sapeva nuotare, annegava senza rendersene conto. Morire, non voleva morire, soprattutto lontano dalla sua storia, era tremenda l’idea, ma la morte arrivata non era poi così sconvolgente per chi la viveva. Gli occhi aperti vedevano attraverso l’acqua il cielo, le orecchie sentivano, naso e bocca come se respirassero senza affanno e serenamente non pensava al mondo che c’era fuori e si lasciava condurre fiducioso da quel destino incomprensibile. Come il fiume improvvisamente lo aveva portato lontano, allo stesso modo lo lasciava incredibilmente ancora vivo, infatti, lo restituì alla spiaggia, sotto gli sguardi sbigottiti degli uccelli e l’incredulità dei pesci incuriositi. Qualcuno che lo voleva, all’ultimo decise che non doveva morire quel giorno e in quel luogo e così la sua vita conservò per sempre il ricordo di quell’esperienza che ripensandoci qualche tempo dopo aveva dell'incredibile. Quell’energia che lo afferrò per un braccio sfilandolo dall’acqua, rimase come un messaggio per il suo cuore e la sua anima, affinché non dimenticasse. Sentiva che se non era morto, era perchè c’era un motivo lontano e infinitamente incomprensibile e un domani, forse, ne avrebbe scoperto il vero significato.
Non credeva al caso fine a se stesso e neppure alla scienza che si arrogava il diritto di spiegare con la logica umana ogni fenomeno, pertanto attendeva che qualcosa d’imprevedibile si compisse.
Quell’esperienza lo lasciò con dentro il sapore dell’acqua e dei pesci e negli occhi la luce della speranza e ovunque andasse e qualsiasi cosa facesse, attendeva il giorno in cui avrebbe intuito il senso di quell’episodio, ormai lontano. Sapeva che un giorno avrebbe scoperto il segreto di quella misteriosa energia che gli aveva salvato la vita, ma non sapeva dove e quando gli si sarebbe presentata l’occasione di capire. Ogni mattina, risvegliandosi ringraziava di essere ancora vivo, ma non era sufficiente perchè capisse il senso di quella storia.
Solo a seguito di un episodio imprevisto, successo proprio in un periodo che non se lo aspettava, si rese conto del come mai, forse, non era morto, quel lontano pomeriggio.
Durante la stagione invernale si recò con un collega presso la piscina coperta di un importante centro natatorio e riabilitativo, perché entrambi lavoravano nel settore degli impianti di depurazione ed erano stati chiamati per risolvere alcuni problemi. Alla fine si cambiarono gli abiti e per verificare le condizioni della vasca decisero di fare un giro in piscina. C’erano molte persone, forse troppe e accadeva che molti ragazzi, sconfinassero dal loro settore ed entrassero in quello dove la profondità dell'acqua raggiungeva anche i tre metri. C’era anche il problema dell’insonorizzazione, infatti, le urla e le voci rimbalzavano contro le pareti e creavano un effetto sonoro di fondo che non permetteva di distinguere il rumore dalle parole. Fu in quell'atmosfera agitata che trovandosi sul bordo vasca, lo sguardo gli si posò proprio sull'immagine di una donna non più giovane che a pochi centimetri di distanza , scompariva e poi riemergeva dall'acqua. Andava sotto con la testa e poi disperatamente riusciva a risalire un poco, ma subito dopo ritornava giù e alzava la mano in cerca di qualcuno che la salvasse. Circondata dall'indifferenza di una folla che non si accorgeva di nulla, si spegneva una donna che aveva alle spalle una storia molto importante e dei ricordi che sembrava impossibile dovessero finire nel nulla di una stupida disgrazia. Sembrava il tappo
della canna da pesca che saliva e scendeva quando il pesce assaggiava l'esca e poi alla fine si vedeva il galleggiante
scomparire velocemente trascinato nelle profondità scure dell’acqua. Esitò qualche istante perché sul momento non si rese conto di assistere al come si poteva annegare in una piscina. Sembrava stesse giocando, malgrado non fosse più una ragazzina, invece stava morendo proprio sotto i suoi occhi increduli. Finalmente, all'ultimo momento, si abbassò e le prese saldamente la mano proprio mentre nuovamente scompariva e con un colpo di reni riuscì a trascinarla fuori dall'acqua. Era ancora viva e mentre il bagnino le faceva vomitare quello che aveva bevuto, ricordò quella volta che anche lui fu inspiegabilmente salvato dal fiume che lo stava inghiottendo. Aveva conservato nel cuore e nell'anima quell'episodio lontano e quel giorno comprese che forse non era morto perché da qualche parte c'era scritto che avrebbe a sua volta salvato quella donna sconosciuta.
Si era chiuso il cerchio? Aveva assolto il suo misterioso compito e pertanto la sua vita non sarebbe più servita a nulla?
Riprendendo coscienza la signora capì subito chi l’aveva salvata e guardandolo con stupore gli strinse la mano ringraziandolo. Era incuriosita soprattutto dal fatto che parlasse bene l'italiano e dal colore della sua pelle.
Il mio nome é Maria e il suo?
.
Chiese ancora incredula per quanto era appena successo.
Rasheed, mi chiamo Rasheed
.
Rispose timidamente.
Lei arriva da? Scusi se glielo chiedo, ma sono curiosa di saperlo
.
Disse istintivamente.
Sono di qui, ma come vede la mia storia arriva da lontano, infatti, sono africano
.
Rispose senza specificarle altro.
Il mio nome è Maria e se posso sdebitarmi in qualche maniera, venga a trovarmi nella mia farmacia
.
Quella notizia lo sorprese perché aveva studiato da farmacista, ma per vivere era costretto a svolgere tutt'altro mestiere. Pensò che forse la vita avesse deciso di ripagarlo dei tanti sacrifici che aveva affrontato sino a quel giorno. Era sempre stato un buon musulmano, rispettoso e credente, non aveva mai fatto altro che del bene e così alla fine pensò che Allah avesse deciso di ricompensarlo, offrendogli la possibilità di realizzare i suoi desideri. Non sapeva chi aveva salvato e neppure poteva immaginare che ben presto avrebbe conosciuto la storia di una farmacia.
1
In memoria
Il padre di Maria sapeva che col passare degli anni la gente invecchiava, non era necessario essere studiati
per saperlo e così anche l’unica figlia avrebbe dovuto prendere una decisione, almeno un po’ prima di morire. Quella da cui sarebbe dipeso anche l’ultimo destino della sua lunghissima storia. Di tempo per riflettere ne aveva avuto, ma negli ultimi tempi si era reso effettivamente conto che non solo lui, ma tutto il mondo rischiava di perdere qualcosa che non era possibile dimenticare. Quel lungo viaggio! Un lungo viaggio durato oltre il tempo di una vita, forse quel giorno sarebbe terminato proprio in quello stesso posto da dove era iniziato.
Forse.
Preziosa anche per la lucentezza del marmo nero e dei bassorilievi utilizzati nel realizzarla, era la stele commemorativa dei soldati morti durante la prima grande guerra europea. L'aveva creata uno scultore famoso e l'avevano infissa nell'aristocratica piazzetta Enrico Toti, nel cuore ristrutturato