Amor Natura Vis

Di Luis Aisi

Un viaggio misterioso nella pancia di un sottomarino, lanciato tra i flutti verso un’isola appena visibile sulle mappe. Una Natura che accoglie, seduce e forse respinge. Alla ricerca di se stessi, dei propri limiti e della resistenza della propria mente, nella prova suprema che mette ciascuno davanti all’Assoluto, narrata attraverso una prosa franta, consapevole e tormentata al tempo stesso. Un romanzo breve, che rincorre e si rincorre, ed una fine pànica.
 

• Lingua: Italiano
• Editore: Writeup Site - Your Digital Contents
• Data di uscita: 20 giu 2018
• ISBN: 9788885629295

Anteprima del libro

Table of Contents

Amor Natura Vis

Alla Cultura e alle Creature

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Luis Aisi

Amor Natura Vis

Alla Cultura e alle Creature

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via Michele di Lando, 106 – Roma

ISBN 978-88-85629-29-5

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1

Nelle profondità degli abissi un enorme proiettile di acciaio procedeva silenziosamente nel buio. Non vi era luogo nel mondo che fosse più pacifico e vivibile. Serpeggiava tra i membri dell’equipaggio una calma che sarebbe parsa dissolutezza ignorando quanto sarebbe stata rimpianta una volta giunti a destinazione. Chi non sarebbe riuscito neanche per un momento a beneficiare di un po’ di quiete era senza dubbio la recluta. Il novizio era un ragazzino pallido in pubertà con un’espressione malnutrita ed un nome impronunciabile da sobborgo danese. Se ne stava seduto ricurvo su se stesso nella zona adiacente alla sala comandi, visibilmente inquieto, sbirciando di tanto in tanto all’interno attraverso alcuni centimetri di vetro i comandanti e i generali manovrare e discutere in labiale. Nessuno di quelli avrebbe mai messo il naso fuori da quel posto prima che la demenza gli avesse impedito di rimanerci. Le sue occhiate insistenti mi facevano pensare che lo immaginasse, ma sapeva che non avrebbe potuto biasimarli se non all’arrivo, visto che ciò che più lo struggeva in quel momento era il macigno dell’ignoto. Ero seduto di fronte a lui, divisi dal diametro del mostro metallico, chiedendomi se avesse rimediato quella muscolatura necessaria per non sembrare rachitico nei pochi mesi di addestramento che poteva vantare o in riformatorio. Il suo colorito teso e perlaceo lo faceva sembrare malaticcio.

Non riuscivo a spiegarmi cosa ci facesse in questo posto e come chi ce lo aveva mandato avesse pensato di saperlo vivo al termine della sua permanenza. In quel momento entrò il capitano Keller diretto in sala comandi, lasciando che la porta meccanica si richiudesse alle sue spalle. Mentre attraversava la stanza volse lo sguardo verso di me e senza arrestare il passo deciso si sfiorò la grossa fronte con la mano stesa in segno di saluto al quale risposi allo stesso modo, poi seguì ignorando il ragazzo e superò la seconda porta. Il giovane mi guardò per un istante cercando una qualche complicità nella mia espressione. Roger Keller, a capo della missione presentata come ricognitiva, era di origini austriache, un uomo con le spalle larghe, della cui imperturbabilità riuscivo a scorgere solo il lato più agghiacciante e nefasto. Non era un caso che fosse a capo di una missione apparentemente