La divina mimesis
Di Mario Pozzi
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La “Divina mimesis”, anno domini 2014, è un lungo dialogo tra me è il poeta Pier Paolo Pasolini, nato da un sogno, ritrovandoci nella selva oscura “Dantesca.”, dove racconto cosa è successo dopo più di quarant’anni dalla sua morte nel mondo contemporaneo. Dedicata a mio figlio Alessio e a tutti i giovani e in particolare ai più giovani di ciò che è stata la storia prima di entrare nella non storia; e che non hanno letto la poesia della tradizione. La storia umana nel suo lento disvelarsi attraverso i sogni e il loro richiamo e del loro manifestarsi nel lento trascorrere delle stagioni dove tutto era ovattato nel dolce rumore della vita. “Non è importante come si muore, ma come si vive.” Anche se la sacralità della vita è il bene più prezioso che ci è stato donato è il sogno reale del paradiso dell’eden, anche se l’uomo contemporaneo ha fatto di tutto perché divenisse un inferno.
Da qui nasce un grande affresco su tutta l’opera Pasoliniana “sia quella poetica, di romanziere, di scrittore d’opere teatrali e cineasta”. Un’opera che percorre quasi mezzo secolo della nostra storia che va “dall’usignolo della chiesa cattolica al suo ultimo romanzo Petrolio, uscito postumo come il suo film “Salò e le centoventi giornate di Sodoma”, dove in questa lotta fatta al poeta per cercare di fermare la distruzione antropologica prima del popolo Italiano e della sua cultura millenaria “umanistica” e poi quella dell’intero mondo con la globalizzazione e la mercificazione dell’essere umano reso senza identità “almeno storica” e schiavizzato dal potere totalizzante come mercificazione e per il consumo delle merci. E ciò che abbiamo sotto i nostri occhi, miliardi di poveri che vivono sotto lo stato della fame e dello sfruttamento che perdendo la loro originaria cultura, sono costretti a spostarsi dai loro paesi di origine come masse informi per trovare solo il nulla. “I pochi ricchi sempre più ricchi e i milioni di poveri sempre più poveri - Pier Paolo Pasolini.” Tramite la sua opera in Pasolini hanno convissuto nella sua anima due forme di vita, la parte puramente lirica, quella poetica e la parte tragica, quella totalizzante della trasformazione della nostra società che non ha mai accettato tramite il nuovo potere capitalistico e per questo che è stato massacrato, flagellato come Cristo. Ma Cristo ha usato solo la parola per la sua predicazione, gli scritti gli hanno fatti altri gli Evangelisti. Pasolini ha scritto e filmato tutto e con il mio libro potete verificare tutto ciò che con la sua opera ha rappresentato. “Se nella tragedia il mito superava la storia, nel mondo contemporaneo e la non storia che ha superato il mito.”
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La divina mimesis - Mario Pozzi
Mario Pozzi
LA DIVINA MIMESIS
anno domini 2014
Un grande affresco su tutta l’opera Pasoliniana
AbelBooks
Proprietà letteraria riservata
© 2018 Abel Books
Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.
Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:
Abel Books
ISBN 9788867522163
Victor Motko
L’immagine di copertina è un dipinto di Victor Motko dissidente Russo arrestato a Mosca nel 1976 perché protestava per i diritti umani, di religione e d’espressione. Messo in un manicomio psichiatrico, torturato e costretto a lasciare la Russia. Fu uno dei primi che con il suo sacrificio contribuì a far cadere il muro di Berlino e a ridare a milioni di persone la libertà. Ora desaparecido.
Do alle stampe oggi queste pagine come un documento
, anche per fare dispetto ai miei nemici
. Infatti, offrendo loro una ragione di più per disprezzarmi, offro loro una ragione di più per andare all’inferno.
Iconografia ingiallita: queste pagine vogliono avere una logica, meglio di un’illustrazione, di una (per altro assai leggibile poesia visiva.) Pier Paolo Pasolini.
Questo è il sogno della vita che ho fatto dalla conoscenza della mia adolescenza dell’opera Pasoliniana alla mia vecchiaia.
Abbiamo aspettato insieme un pullman che non passava mai.
Dialogo di due poeti al di là dei sogni
Sono in una selva oscura e non so se sono sveglio o se sto sognando è un paesaggio irreale che non avevo mai visto, ma assomiglia alla selva descritta da Dante prima di entrare nell’inferno. Che sia sceso negli inferi e non me ne sono accorto, oppure sono già morto. Ma poco prima ero vivo, mi ero steso sul letto e mi ero perso nei miei pensieri e mi rivenne in mente quando ero giovane e baciavo una pischella. Vivevo presso villa Gordiani era il tempo della storia e sognavo le sue dolci labbra rosse come il fuoco d’un tramonto che bruciavano sulle mie e la sua saliva miele della stagione estiva. Quando a un tratto scorsi un’ombra nel folto della vegetazione che mi spiava, mettendomi paura gli gridai, chi sei tu uomo o demone? E lui rispose, chi sei tu che vieni in questo luogo dove possono entrare solo i morti — io sono un poeta che stava dormendo facendo un bellissimo sogno e ora mi trovo in questo luogo sconosciuto che assomiglia alla selva Dantesca. Anch’io sono un poeta che è stato ammazzato come un cane — allora mi avvicinai e lo riconobbi, ma tu sei Pier Paolo Pasolini. Ma tu mi conosci? Avevo ventiquattro anni quando ti hanno ammazzato, un amico mi venne a svegliare a casa dicendomi hanno ammazzato Pasolini dal dolore mi venne la febbre a quaranta e per una settimana stetti a letto delirante.
Come ti chiami, Mario Pozzi, non ti conosco come poeta eppure ho studiato e scritto poesia fin dall’età di sette anni, mia madre era maestra e me l’insegnava ma è passato tanto tempo, sai qui il tempo non esiste, almeno il tempo umano che era scandito dal susseguirsi delle stagioni, le dolci stagioni dove mi smemoravo in un grido e sentivo la vita e l’amavo.
Io sono un poeta della nuova preistoria anche se sono nato nella storia, non puoi conoscermi perché il tuo tempo da vivo era finito prima che io diventassi un poeta — e sei un grande poeta — si ho faticosamente ereditato da te il sogno della tradizione e sono divenuto un poeta sublime.
Ma come è ora la vita sulla terra — tutto ciò che hai profetizzato si è avverato, Salò e stato anticipatore della catastrofe della nostra Italia, la borghesia ha divorato se stessa e divorando se stessa ha divorato i figli
nel modo più crudele e osceno rendendoli una specie umana che non si era mai vista, una specie di ibrido che con l’umano non hanno niente a che vedere. Vivono in un mondo digitale fuori mille anni luce dal tuo centauro che insegnava a Giasone i misteri della divina natura.
E dimmi chiese il poeta non c’è stata una guerra nucleare con l’Unione Sovietica — caro poeta l’Unione Sovietica non esiste più, il muro di Berlino è crollato, il comunismo è finito ha vinto il neocapitalismo e l’Europa si è unita e ha coniato una moneta unica, chiamata euro. Allora il mondo è migliorato — no è peggiorato, il consumismo è finito, l’edoné è morto e ha lasciato il posto a una crisi economica mai vista prima, il mondo arabo è in rivolta come hai scritto tu nella poesia Alì dagli occhi azzurri migliaia di persone dall’Africa raggiungono la nostra penisola sopra barconi fatiscenti scappando dalla fame e dalla guerra e dalle malattie e molti di loro muoiono in mare compreso i bambini ma non portano le bandiere rosse, solo fame e disperazione.
Ma che anno è ora sulla terra — è il 2014 sono quasi quarant’anni che sei morto. In questi anni sono successe molte cose, c’è stata la strategia della tensione una guerra fratricida che è durata vent’anni, tra le brigate rosse, quelle nere e lo stato c’erano due o tre morti al giorno, continue stragi provocate da esplosivi con moltissimi morti e con l’uccisione di Aldo Moro la guerra si fece sempre più violenta che ha sconvolto una nazione.
E come è finita — è finita con la vittoria dello stato, il crollo della democrazia cristiana e di tutti i partiti che hai conosciuto e il cambiamento del partito comunista in quello democratico. Si sono formati altri partiti che hanno sostituito i vecchi ma la storia non cambia come scrissi tu i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.
Ma qui la luce non cambia mai — no è sempre la stessa, ti ho detto che il tempo non esiste. Ma quelli sono alberi, no sono forme oscure come le ombre, qui la natura non è nata. Allora dove siamo, siamo nel nulla, nel nulla eterno.
Ma io ho paura. Cos’è la paura mi chiese il poeta — la paura è un sentimento umano che ti nasce dentro, ti sconvolge e ti fa tremare. Qui non esistono questi sentimenti, qui c’è un vuoto assoluto come un coma.
Si ho avuto una vaga sensazione della paura mi disse il poeta, quando mi hanno ammazzato di botte e gridavo, gridavo e poi più nulla mi sono svegliato quando ti ho visto e ho sempre vagato nelle ombre più scure.
Ma dietro quella selva c’è una porta o un antro — la è dove finiscono le ombre, ma non mi hanno fatto entrare, ogni tanto vado a bussare ma non mi apre nessuno come nel castello di Kafka. Si Kafka fu anticipatore del nulla delle cose dopo la morte.
Ma parlami della terra è sempre bella. Si nonostante tutto è sempre bella. E cosa ami di più della vita mi chiese il poeta? La libertà, non c’è sogno più bello che vivere liberi fuori da ogni schema religioso, sociale, educativo se no quello della sublime poesia.
Parlami della poesia è stata riscoperta, rivalutata tu che sei un poeta sarai apprezzato. No caro Paolo la poesia è morta è stata divorata come tutto l’umanesimo duemila anni di storia, come scrissi tu sono stati cancellati per il consumo ma adesso che il consumo è morto e l’umanesimo è eredità sepolta e non può più rinascere. La figura umana è divenuta fuori dalla storia, il mondo vive nel digitale, i libri non si leggono più e la televisione impera con cui il potere ha un rapporto feticista.
Ma allora è un caos come scrissi nel mio libro e di me ne parlano. No sei stato cancellato, divorato dai porci come nel tuo film porcile, il potere ne ha ancora paura e ti ha rimosso come se non fossi mai esistito. Ma è tragico come in una tragedia Greca, la mia lotta allora è stata vana. No come scrissi tu basta che ne convinco uno e hai convinto me e io ho portato avanti la tua lotta con la letteratura e la poesia. Allora sei ricco, no poverissimo il mondo se ne frega della poesia e in particolare il popolo Italiano che è arrivato ad un grado di analfabetismo culturale mai verificatosi nella storia. Ma questo è tragico, si come scrissi tu gli è stato negato la poesia della tradizione e vive in un inferno e si crede in paradiso.
Sai quando ero giovane e ti avevo scoperto tramite il film il vangelo secondo Matteo
che mi rimase impressa la sua straordinaria forza da parte delle immagini e rimasi affascinato dalla figura del Cristo interpretata da Enrique Irazoqui è stato straordinario, avevo appena sedici anni e ero semianalfabeta, parlavo solo il dialetto romanesco delle borgate dove vivevo accanto alla borgata Gordiani. La sequenza del giardino degli ulivi l’ho adoperata per la mia opera teatrale Sillabe divine
sulla poesia di David Maria Turoldo. Hai scritto anche teatro? Si come te sono un poeta, romanziere, critico letterario, scrittore di opere teatrali, sceneggiatore. Sono stato un tuo buon allievo ma la tua eredità è stata pesante, meno male che sono nato diverso da te con la tua frase la morte non sta nel non comunicare ma nel non essere compresi
io fin da bambino che non mi comprendevano gli altri me ne fregava poco.
Ma se hai ereditato il mio sapere sei affine a quello che ho scritto, non completamente ho vissuto in modo diverso da te, tu sei stato un poeta civile, un poeta descrittivo che io definisco di un realismo magico, io sono stato un poeta della memoria come lo sono stati il Petrarca e il Leopardi, ho lavorato molto sulla costruzione sintattica del verso e del suo ritmo che lo governa, ho amato la poesia pura, la poesia ermetica e ho scritto una Trilogia del tempo che muore
dove tutto svanisce nel susseguirsi delle stagioni e il canto della donna amata e la dolcezza della carne che si dona viene recuperato dalla memoria attraverso le sue immagini. Come scrissi tu come in un montaggio d’un film per superare il passare del tempo che ci porta inesorabilmente verso la morte.
Allora hai fatto cinema. No, ho fatto teatro e montaggi poetici che sono come film. Ora la tecnologia ha fatto passi da gigante con il computer puoi montare una sceneggiatura o scrivere un libro e pubblicarlo non servono più le case editrici solo la distribuzione. Il dibattito letterario è finito, i giornali e la televisione parlano solo di pseudo politica chiacchiericcio del nulla
e di atti criminali, perché avvengono omicidi gravissimi, figli che uccidono i genitori, genitori che uccidono i figli, mariti che uccidono le moglie e le amanti ecc … I suicidi sono molto aumentati come scrissi tu nel San Paolo davanti all’indifferenza totale di tutti come fosse divenuta una cosa normale. La morte degli altri è divenuta un atto dovuto.
Ma la coscienza e l’indignazione? Sono cose dei tempi antichi, l’uomo si è assuefatto a tutto fuori dalla coscienza e dalla dignità umana, il suo mito è il denaro come unico bene. Tutti i valori divenuti disvalori sono rilegati alla televisione che li vanifica e il caos morale regna sovrano. Si sono accumulati oltre alla televisione mezzi di diffusione come internet e radio che bombardano milioni d’informazioni al giorno, immagini di slogan tappezzano le città solo i ragazzi con i geroglifici della nuova preistoria imbrattano i monumenti passati per esprimere i loro sentimenti è un vuoto nel vuoto, un tempo morto.
Caro poeta la tua abiura alla trilogia della vita
è un nulla di fronte alla realtà della non storia.
Cosa stavi sognando prima di trovarti in questo luogo? Stavo sognando quando ero adolescente e baciavo le pischelle. La mia costante è stata cacciare le pischelle. Quando scorrazzavo libero per le immense periferie romane dove il sole accecante le bruciava, correvo dietro alle pischelle come la cosa più gioiosa della vita. Anch’io ho frequentato le periferie romane ma invece delle pischelle cacciavo i pischelli.
Non ti ho mai visto ma sentivo parlare di te. Che c’era un regista frocio che girava con la Maserati e pagava i pischelli. Si la mia omosessualità è stata per me sempre un problema anche se non l’ho mai nascosta, era un sottile dolore che si perdeva nella voglia di corpi che non hanno anima, perché l’anima era mia madre e lei era la mia schiavitù. — ma questa è una tua poesia — si è una mia poesia che rispecchia i miei sentimenti più profondi.
Ma mia madre è ancora viva. No è morta, non l’hai incontrata. No ti ho detto che qui sono solo e ci sono solo ombre. Caro poeta gli dissi, vedo spesso ombre che varcano quell’antro chiuso ma dove andranno? Non lo so mi disse il poeta non mi è dato di conoscere ciò che c’è dentro quell’antro.
Allora il futuro aprile della tua poesia non si è avverato? Non lo so credevo che mia madre fosse viva.
Sai ho fatto un viaggio con mia moglie, siamo andati a Casarsa e lì al cimitero a ridosso d’un muro una accostata all’altra immerse nell’erba due semplici lapidi bianche una con il tuo nome, l’altra con il nome di tua madre; era una mattina assolata e regnava solo il silenzio e una leggera frescura proveniva da settentrione, eravamo giovani e la gioventù porta in sé la felicità e l’allegria, la morte per noi era lontana un confine che non ci apparteneva rimanemmo un po’ ad osservare le due tombe e poi andammo via.
Sono seppellito nella mia Casarsa insieme a mia madre la terra dell’usignolo della chiesa cattolica, la terra della mia giovinezza, del tempo felice, dell’Italia arcaica, ancestrale, l’Italia del mito. Fu un tempo felice la vita si scopriva giorno per giorno attraverso il sogno delle stagioni e lì che scoprii la mia omosessualità la dolce felicità del sesso che governava il nostro divenire. Due lacrime spuntarono al poeta che subito le dissimulò. Così mi apparve, o erano solo ombre.
Caro poeta ho letto postumi i due romanzi racchiusi in Amado mio dove la tua dolce omosessualità si disvela in tutta la sua dolcezza. Eri a Casarsa della delizia nel fiore della tua estate professore di poesia come sei sempre stato era il sogno della giovinezza dove i due ragazzi ti facevano palpitare il cuore e scivolavi nella bellezza della natura con la delicatezza della tua anima.
Atti impuri già con il titolo hai detto tutto, il senso del peccato, la riservatezza celata della tua omosessualità per paura di dispiacere a tua madre e che ti giudicassero per quello che non eri come ti hanno sempre giudicato. La pura sessualità nata dalla natura come inno alla vita e dove ti sei racchiuso e immolato sotto la bella luce Italiana.
Caro poeta la felicità della pura sessualità è finita, quando sei morto negli anni ottanta è apparso un virus chiamato HIV che si trasmetteva durante il rapporto sessuale, iniziò con i rapporti omosessuali tra i divi di Hollywood con la diffusione dell’eroina si trasmise ai rapporti eterosessuali, in pochi anni si diffuse in tutto il mondo devastando l’Africa. Il virus attaccava lo stato immunitario bruciandogli tutte le difese fino a farti morire anche per una polmonite.
Ma è mostruoso. Si è mostruoso ma la gente non ne parla, né la televisione, né i mezzi d’informazione come se non esistesse ma per questo virus sono morti migliaia e migliaia di persone e in particolare ragazzi sia maschi che femmine. Se non fossi morto ti avrebbero isolato come contaminatore per il solo fatto che eri omosessuale. Ti avrebbero messo in una gabbia come Ezra Pound e mostrato al pubblico come pericoloso per la società, vanificando tutta la tua opera. Allora è meglio che mi hanno ammazzato. In un certo senso si il mito consumato nella tragedia supera la storia
come mi hai insegnato preso dalle tragedie Greche.
Ma vedo passare delle ombre che vanno verso l’antro e poi scompaiono, ma che siano le anime dei morti che una volta morti sulla terra entrino in quest’antro dove si cela il mistero. Non so che dirti caro poeta che vieni dalla vita, in tutto il tempo che non è tempo non ho oltrepassato quell’antro così non ne conosco il mistero.
Sai andavo spesso nel Viterbese la terra che tanto amavi e dove ti sei comprato la torre di Chia per rifugiarti a nuova vita. Scrissi una poesia querce, colli, acque, botri.
La medievale Tuscania con le sue cattedrali tutte affrescate immersa nella solitaria campagna e nel silenzio che la circonda irrorata dal sole e la splendida Viterbo dove ho ambientato il mio romanzo un amore attraverso le stagioni — peccato che tu sia mia figlia
e tutti i paesi fatti di tufo che la compongono. A Bassano Romano il mio professore di lettere da cui ho imparato tanto e sono diventato accademico di merito. (Anzi lo hai visto passare è morto anche lui, come te era un purista della lingua Italiana). No non l’ho visto. Ti ho detto che qui passano solo ombre. Ma parlami di Chia è sempre lì immersa nel verde, solitaria è splendida e si eleva verso il cielo attorniata dai canti degli uccelli che vi nidificano e le acque gli sussurrano melodie. Si è sopravvissuta alla non storia.
Ci hai girato Uccellacci e uccellini
prima ci avevi girato Il vangelo secondo Matteo
i tuoi film in bianco e nero, splendide icone del tempo che è tramontato e non tornerà mai più. Anche li sei stato profeta gli uomini si sono mangiati le ideologie che non esistono più e alloro posto lo ha sostituito un moralismo bieco che si coniuga solo con il dio denaro.
E la dolce figura femminile il mio amore è per la donna infante e madre.
La dolce figura femminile come l’immaginavi tu nella tua adolescenza non esiste più. Sono divenute bambole gonfiabili piene di silicone, prive di ogni femminilità, si tatuano il corpo sporcandolo, praticano l’aborto come fosse nulla, la mercificazione è dilagata ci sono ragazze giovanissime che si prostituiscono o rincorrono ai miti della televisione o del cinema, anche qui hai avuto ragione i ragazzi ne sono intimoriti e l’omosessualità è dilagata fino ad arrivare ai matrimoni gay, sono nati i transessuali. Il movimento gay e dilagato in tutta Europa per far rispettare i loro diritti civili. E pensare che ti hanno perseguitato per tutta la vita per la tua omosessualità, il partito comunista dove eri aderito facendoti la tessera ti ha cacciato via perché provocavi scandalo e non degno di loro. E anche qui con il progetto del film Porno -Teo -Kolossal
hai avuto ragione, sei stato un profeta come l’oracolo di Delfi hai predetto il futuro.
Per televisione ho visto