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Lo vedi il bambino?
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E-book155 pagine2 ore

Lo vedi il bambino?

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Info su questo ebook

Un thriller horror che vi lascerà senza fiato.

Lorenzo Vaudo, vive e lavora a Gaeta. È autore di diversi romanzi.
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita4 nov 2018
ISBN9788893459419
Lo vedi il bambino?

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    Anteprima del libro

    Lo vedi il bambino? - Lorenzo Vaudo

    bambino?

    Lo vedi il bambino?

    I n una stanza nella penombra suona una sveglia, una mano esce da sotto le coperte, inizia una nuova settimana per Jonathan. L’uomo scende in cucina, Felix (il gatto) lo aspetta affamato come al solito. Dopo aver versato una manciata di crocchette in una ciotola Jonathan ritira il giornale dalla porta di servizio, lo poggia sul tavolo e inizia a preparare il caffè. Dieci minuti più tardi Monica lo raggiunge; Jonathan solleva lo sguardo dal giornale – l’ennesima lite tra vicini – questo quartiere sta diventando peggio del Bronx. Ti prego non ricominciare con questa storia risponde la donna con aria seccata, non ti va bene mai niente, mio padre ci ha regalato questa casa e tu ti lamenti sempre. Già, tuo padre, il grande Thomas Allen, l’uomo dalle mille risorse, colui che tratta il genero come uno schiavo; grande uomo. Monica gli lancia un’occhiataccia, se non ti sta bene il lavoro che fai perché non ti licenzi e te ne trovi un altro? Jonathan non le risponde. La donna va verso il lavello, prende la sua tazza e si versa del caffè. L’uomo distoglie nuovamente lo sguardo dal giornale, i bambini stanno ancora dormendo? Sì, esclama la donna; quando sono entrata nella stanza Abigail stava scoperta mentre Ethan aveva anche la testa sotto le coperte. – Tua sorella invece – continua Jonathan – sta ancora dormendo? – Sono già le 07: 20. Ma che problemi hai stamattina chiese la donna, ti dà fastidio la lite tra vicini, ti dà fastidio mio padre, questa casa, mia sorella, a momenti ti darà fastidio anche il gatto. Nessun problema, chiedevo soltanto se Lorna stava ancora dormendo. Ma sì, fate quello che volete, salgo a salutare i bambini e vado a lavoro. Cinque minuti dopo l’uomo scende nuovamente le scale – esco –. Monica che nel frattempo stava leggendo il giornale, non lo degna neanche di risposta e lui esce. Jonathan con una veloce retromarcia esce col suo fuoristrada dalla Maple Ave ignorando tutti i segnali stradali, e si dirige verso l’azienda automobilistica del suocero. Lorna scende le scale, che altro problema aveva stamattina? Ah lascia stare rispose Monica, non gli va bene mai niente! Lo so, ho sentito tutto, è inutile che continua ad inveire nei miei confronti solo perché vivo in questa casa… ma quello che mi fa più rabbia è che non ha il coraggio di dirmelo in faccia. Già esclamò Monica con un po’ di tristezza in volto. Ethan e Abigail scendono le scale, mamma, zia, dove è papà? È andato a lavorare rispose Lorna, e perché non è venuto neanche a darci il bacio del buongiorno? Era tardi rispose Monica, e a nonno non piace che papà arriva tardi al lavoro. Dopo che i bambini finirono di fare colazione le donne rimasero sole: non ha salutato neanche i bambini esclamò Lorna. Cosa ci posso fare? Ribatté la sorella, dovrei divorziare? Non lo faccio solo per i bambini, ne soffrirebbero troppo. Beh ora vado a prepararmi che il lavoro chiama! Non preoccuparti, vai tranquilla ci penso io ad Ethan e Abigail rispose Lorna, e mi raccomando vendi tanti telefoni… abbozzando un lieve sorriso. Nel frattempo Jonathan giunge sul posto di lavoro, timbra il cartellino, e si dirige come al solito al settore vendite a lui assegnato. Qualche minuto dopo Thomas lo raggiunse: ti vedo strano stamattina, non è che hai litigato di nuovo con mia figlia vero? – Niente affatto – rispose Jonathan, sono solo stanco… tutto qui! Possibile mai che do fastidio a tutti quanti? Il vecchio capì che non era aria… e si diresse nuovamente nel suo ufficio. Un paio d’ore più tardi arrivò finalmente un cliente, era Peter amico di vecchia data di Jonathan. L’uomo si alzò e gli andò in contro: che piacere rivederti dopo tutti questi anni, che ci fai qui? – Voglio acquistare un nuovo fuoristrada – rispose Peter, Jonathan gli fece vedere varie vetture in esposizione, ma l’uomo non ne era molto entusiasta e chiese di vedere qualche SUV (Sport Utility Vehicle) usato. Finalmente Peter ne trovò uno che aveva tutte le caratteristiche alle quali aspirava. I due si diressero all’ufficio vendite e Jonathan iniziò ad avviare le pratiche. L’uomo era distratto, sbagliò varie fotocopie irritandosi di tanto in tanto; Peter capì che qualcosa non andava, cos’hai? Chiese l’uomo. – Sono stressato, esaurito, e chi più ne ha più ne metta – rispose Jonathan, mia moglie mi assilla, mio suocero peggio di mia moglie e in più vorrei cambiare casa perché Maple Ave è diventato peggio del Bronx.

    - Scommetto che tua moglie non vuole –

    - Già – rispose Jonathan,

    a volte mollerei tutto e me ne andrei a fare l’eremita da qualche parte.

    Beh per quanto concerne il rapporto con la tua famiglia, non posso aiutarti, ma per una nuova casa posso farlo. Cosa? Esclamò Jonathan attonito, facendo cadere tutte le pratiche a terra. – Sì – rispose Peter, un amico che ha un’agenzia immobiliare ha appena messo in vendita questa casa, il prezzo è buono, le uniche due pecche sono: i lavori di ristrutturazione da fare, e la distanza… quaranta minuti da casa tua (accennando un sorriso). Jonathan cambiò volto, cavolo Peter sei grande! Non immagini neppure da quanto tempo stavo cercando un’occasione del genere… non m’importa né della distanza né tanto meno della ristrutturazione, l’importante è che esco da quel maledettissimo quartiere. Frena l’entusiasmo disse Peter, devi parlarne con la tua famiglia, e da quello che hai detto prima… con tua moglie sei ai ferri corti. Non c’è problema con Monica, so io come convincerla, e i bambini saranno sicuramente felici. Dimmi dove si trova questa casa? Si può visitare già adesso?

    – Se vuoi possiamo andarci fra qualche ora durante la tua pausa pranzo – disse Peter,

    tu la vedi, se ti piace fissiamo l’appuntamento con quel mio amico, e vi mettete d’accordo sulla firma del rogito. Jonathan ha le lacrime agli occhi! Non so cosa dire! Dopo questa notizia, nulla, nemmeno mio suocero può farmi cambiare umore. Perfetto disse Peter, l’importante ora è che mi fai pagare il SUV e mi consegni le chiavi. I due sorridono! Jonathan passa il bancomat sul lettore e consegna le chiavi. Ci vediamo fra due ore fuori i cancelli disse Peter – Non vedo l’ora – esclama Jonathan. L’uomo esce dal concessionario, l’amico lo accompagna al cancello e rientra. Alcuni minuti dopo arriva il suocero – Finalmente sei riuscito a vendere qualcosa eh – con sorrisetto ironico – Beh non sono mica stupido come pensi tu – rispose il genero, anche io conosco i miei polli. Thomas, si volta ed esce dall’ufficio. Ma sì, pensala come vuoi su di me esclamò l’uomo tra sé, la famiglia Baker non è mai stata messa sotto i piedi da nessuno e mai lo sarà. Nelle due ore successive non ci fu tanto movimento, anche se altri due clienti acquistarono delle auto. Jonathan è seduto alla sua scrivania, alza lo sguardo e vede che è ora di andare in pausa, si dirige a timbrare il cartellino vicino l’ufficio di Thomas, alza una mano in segno di saluto ed esce. Fuori dal cancello Peter è già lì, sul suo nuovo SUV appena tirato a nuovo. Jonathan sale, wow non pensavo che fosse così splendido questo fuoristrada, eppure è stato per molto tempo in esposizione, e non lo avevo mai visto così bello; quasi ti recido il contratto e me lo riprendo. Peter sorride, dici la verità ho fatto un buon affare? – Certo – esclamò Jonathan, d’altronde solo le migliori macchine per i nostri clienti. I due ridono! Andiamo. A quell’ora non c’era molto traffico per le strade di Lansing, quindi nel giro di venticinque minuti arrivarono nei pressi di Hingam, presero una strada sterrata e dopo un paio di chilometri giunsero davanti una villa abbandonata. Jonathan guardò l’amico, come mai ci siamo fermati proprio qui davanti? Questo posto è abbastanza angusto. – Lo so – rispose Peter, questa è la casa di cui ti parlavo. Se non erro tu mi avevi parlato di una casa e questa è una villa, poi mi avevi detto che c’era qualche restauro da fare, ma qui converrebbe buttarla giù e issarla di sana pianta. – Io te l’ho solo voluta far vedere – rispose Peter al quanto seccato, poi sta a te decidere se acquistarla o no. Jonathan è perplesso! Non saprei, la credevo diversa, più ospitale… scendiamo a dare un’occhiata, almeno ti rendi conto anche da vicino com’è. I due scendono dal furgone, Peter prende un mazzo di chiavi dal vano portaoggetti e si dirigono verso il cancello. Dopo vari tentativi finalmente Peter riesce ad aprire il cancello – finalmente – esclamò Jonathan, ci stavo perdendo le speranze. Peter fa finta di nulla, i due entrano percorrendo il selciato che li separa dall’ingresso, l’uomo si gira attorno perché si sente osservato. Cos’hai chiese Peter, è strano ad un certo punto ho avuto la sensazione che qualcuno ci stesse osservando. Ma no, è solo la tua fantasia, come hai visto, ho aperto io il cancello… boh, sarà?! Jonathan non si era sbagliato, una presenza sinistra li stava osservando tra i cespugli. I due entrano in casa: ragnatele ovunque, lenzuola adagiate su vecchi mobili, quadri impolverati sul lato destro, verso la scala che portava alle stanze da letto. Jonathan va verso i quadri, questi sono i vecchi proprietari chiese a Peter? Sì, rispose l’amico. Il primo qui in basso (indicando il quadro) era Jacob Larson, sua moglie Eveline Powell, e i loro due bambini, Nolan e Alexis. Vieni proseguì Peter, ti mostro le stanze da letto… ma appena poggiarono un piede, il primo gradino cedette. Jonathan è sconcertato: a momenti ci facevamo male – Già – affermò Peter. Guardinghi i due arrivarono al piano superiore, altri mobili coperti e quadri; dinanzi a loro un lungo corridoio con tre stanze sul lato sinistro, due in fondo su quello destro e una porta centrale. Le porte erano quasi tutte aperte, Jonathan entrò nella prima stanza, aprì le tende oramai logore dal tempo per illuminare l’ambiente; di fronte alla balconata un letto matrimoniale in legno antico, un vecchio mobile a tre ante e una cassapanca. Le altre stanze erano simili; le ultime sul lato destro erano due grandi bagni, anche se l’impianto idraulico e i sanitari erano tutti da rifare. Di fronte a loro un’ultima stanza chiusa a chiave. Jonathan girò la maniglia ma niente, come mai questa porta è chiusa? Non saprei rispose l’uomo, l’ultima volta che sono venuto qua era aperta, e nessuno poteva entrare nell’edificio. I due cercarono la chiave in tutto il corridoio, aprirono i vari mobili ma nulla. Jonathan non diede tanta importanza all’accaduto, quindi ripresero di nuovo il corridoio per scendere ma ad un tratto l’uomo si fermò; Peter si voltò, ora perché ti sei fermato? È strano rispose Jonathan, giurerei di aver sentito il pianto di un bambino provenire da quella stanza. – Te lo ripeto – rispose Peter, per l’ennesima volta, qui dentro non c’è nessuno tranne noi. L’ispezione della casa continuò al piano di sotto, una grande cucina vuota padroneggiava la prima stanza che portava tramite una scala in giardino; i due aprirono la vecchia porta marcita, alle loro spalle di nuovo qualcuno li osserva. Guarda che bel giardino che hai a disposizione disse Peter, immaginatelo rifinito, magari con un prato all’inglese, i tuoi figli potrebbero divertirsi mentre tu farai il barbecue invitando gli amici, e tua moglie, sotto un patio, potrebbe dedicarsi al ricamo. Beh, in effetti, hai ragione rispose Jonathan; facendo qualche lavoretto, questa potrebbe diventare la casa dei miei sogni. I due rientrarono, proseguirono in un'altra stanza… era lo studio di Jacob, il tempo sembrava essersi fermato lì. Di fronte la porta una grande libreria a muro piena di ripiani; un’antica scrivania, due poltrone, un divano e un grande camino. Jonathan si diresse verso i libri, li guardò con attenzione, anche se era difficile leggerne tutti i titoli, ne prese uno tra le mani: La vita oltre la vita, l’uomo aprì la prima pagina ma fu interrotto da un rumore, una mensola vuota si era staccata senza motivo. L’uomo posò il libro sulla scrivania, sei stato tu? Chiese a Peter, No! Ero vicino al camino, stavo cercando di capire se questo vecchio rottame ha ancora qualche possibilità di funzionare (ennesimo brivido). Jonathan vide un tagliacarte sul ripiano della scrivania, notò dei cassetti, lo prese ed iniziò a forzarli sicuro di non trovare la chiave. Quando finalmente ne riuscì ad aprire uno, trovò un articolo di giornale in alto a sinistra una data: 14 febbraio 1958. Il titolo era: Grande incendio distrugge storica villa. Una foto in bianco e nero tra l’occhiello e il catenaccio mostrava un’auto in primo piano e dietro la villa. – Guarda – disse Jonathan, ho trovato un articolo che parla di questo posto! – Fa vedere – esclamò Peter, si ricordo l’accaduto, ma non immaginavo che il vecchio Jacob avesse conservato l’articolo. Ricordo che diedero la colpa a lui che a quei tempi era appena maggiorenne, l’ala est della casa fu quella più colpita dal rogo, la polizia disse che era di origine dolosa, ma mai nessuno seppe la verità e la storia fu chiusa in breve tempo. Jonathan posò l’articolo sulla scrivania e uscirono. Mentre viaggiavano l’uomo era silenzioso, Peter capì che qualcosa non andava!

    Non ti è piaciuta la casa?

    No, anzi, al contrario – rispose Jonathan

    ma stavo pensando all’incendio. – Voglio chiederti un favore – disse l’uomo: potresti prestarmi le chiavi della villa così la faccio vedere anche a Monica – lo sai che non posso

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