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Il Maledetto
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E-book83 pagine1 ora

Il Maledetto

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Info su questo ebook

Joe, il proprietario di un negozio di fumetti locale, è un ragazzo piuttosto sfortunato. Dotato di un disturbo ossessivo-compulsivo e di un'incombente maledizione che pare colpire tutto nella sua vita, sembra non riuscire a darsi pace. È allora che incontra Heather e il suo gruppo di cultisti di Dungeons and Dragons, e tutto cambia. Riuscirà ad uscirne vivo? Alla fine, il suo migliore amico Nick starà bene? E chi è davvero Heather? Scopritelo in questo strano racconto di Oblivion.

LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2023
ISBN9798223824534
Il Maledetto

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    Anteprima del libro

    Il Maledetto - Giuseppe Cristiano

    ATTO PRIMO

    La città si chiama Oblivion. Tecnicamente non è nemmeno una vera e propria città - è solo un sobborgo di Portland, in Oregon, un niente indefinito e scorporato nel Nord-ovest Pacifico degli Stati Uniti. Joe vive qui da quando compì tredici anni, e quando il suo caro papà morì e gli lasciò un’ eredità di mezzo milione di dollari, lui - agognando la fama di artista di fumetti su Internet e oltre - usò un bel pezzo dei soldi per comprare il negozio di fumetti a Oblivion, in Oregon. Sta andando abbastanza bene, ma non è ancora decollato come Joe sperava. Solo ragazzini e nerd vengono a visitarlo da altri sobborghi di Portland con una frequenza che si potrebbe quasi definire regolare, il che non è una bella sensazione. La settimana precedente, una donna che qualcuno potrebbe considerare bella per davvero entrò e si guardò attorno per cinque minuti prima di chiedere a Joe, in tono basso e in qualche modo imbarazzato: Potresti aiutarmi a trovare qualcosa che sia, cito: figo? Mio figlio è autistico e ama questi fumetti, e io, beh, non ho idea di cosa stia facendo qui!

    Joe sentì una specie di fitta di dolore dentro di sé mentre chiedeva a questa povera e bellissima donna che tipo di fumetti potessero piacere a suo figlio. Era un giovanotto, quindi Joe gli trovò qualche bel Spider-Man e Moon Girl and Devil Dinosaur, e pensò che si sentisse piuttosto fiero di se stesso per essersi aggiudicato un acquisto da quindici dollari e per aver forgiato un’esile connessione con un altro essere umano. Poi si ricordò di quanto strana e bizzarra fosse diventata la sua vita di recente, controllò ogni lampadina nel negozio, e tornò prontamente a sentirsi una merda.

    A casa, dopo il lavoro, Joe controlla ogni lucchetto e chiavistello di ogni porta e finestra. È una bella casa; una New Traditional Craftsman con un garage e due spaziose camere da letto. Questo è uno dei lati positivi dell’avere un padre ricco  morto, anche se Joe immagina che preferirebbe avere un padre vivo piuttosto che un negozio di fumetti mediocre e una casa carina e contemporanea con un padre morto.

    Joe è in piedi nel suo grande salotto mentre ascolta i rumori elettronici della sua casa e del vicinato - il ronzio del frigorifero in cucina, il crepitio degli pneumatici fuori sull’asfalto, il forte abbaiare dei cani nella casa accanto, e il leggero frastuono del condizionatore in sottofondo. Aspetta che il suo cuore si calmi, e poi va a prendersi qualcosa da mangiare.

    Il suo dottore dice che ha un disturbo ossessivo-compulsivo. É una diagnosi molto difficile, se Joe ha capito bene. Prende un SSRI una volta al giorno ogni mattina per aiutare la sua depressione paralizzante data dall’avere un cervello come il suo, e lo aiuta un pochino, ma deve comunque fare quello che deve fare ogni giorno. Soffermarsi in cucina e in bagno per controllare che i rubinetti siano completamente chiusi, controllare sempre le porte e le finestre, avvitare le lampadine, a volte così tanto da rischiare di romperle, e aprire e chiudere i barattoli di sottaceti, marmellate e maionese.

    Di notte sogna Jack, suo fratello gemello, coi tubi inseriti nel suo corpo. Di mattina va a trovarlo in ospedale, lo saluta e gli parla di tutte le cose di cui parli con qualcuno in coma in modo che continui ad avere stimoli per reagire internamente o qualcosa del genere, ma di notte, sogna solo suo fratello disteso, fermo, inerte, come se fosse sempre stato destinato a essere privo di sensi. Dopotutto, crescendo Jack era diventato proprio un dormiglione.

    Joe si sveglia dopo la visione di un fantasma-lenzuolo che perfora il velo, si lava i denti e si sistema i capelli. Nello specchio sembra che il suo sosia si muova anticipandolo, sempre due secondi prima di ogni suo movimento. Decide di aver bisogno di chiamare Nick oggi, perché Nick saprebbe cosa farne di tutto questo casino. Spegne la luce in bagno, va a vestirsi, e comincia propriamente la sua giornata.

    Quando Joe va al The Shop (perché sì, sentendosi perspicace e ironico, ha chiamato il suo negozio di fumetti The Shop), comincia la sua solita routine controllando tutte le porte, le finestre, le lampadine e così via. Una nuvola scura lo sorvola, oscurando la sua vista e premendo un mal di testa fino al suo cervello. Dopo apre il negozio, sapendo che Ellen, la classica ragazza, arriverà da un momento all’altro per iniziare. Alla fine trova il telefono vicino alla cassa e digita il numero di Nick, che ormai conosce a memoria.

    Dick’s Whorehouse - you got the dough, we got the ho, dice Nick attraverso il telefono, sapendo che, probabilmente, chiunque stia chiamando abbia a che fare con queste stronzate regolarmente (o che comunque non gli interessi).

    Ehi, Nick, dice Joe, grattandosi la testa sperando che lo aiuti ad alleviare un pochino la sua emicrania in espansione. Bella questa - la stavi pensando da molto?

    No, l’ho tirata fuori direttamente dal mio retto, dice Nick agevolmente. La linea è gracchiante dal suo lato; Roxees pensa che probabilmente starà guidando da qualche parte col suo vecchio van. Che succede faccia d’angelo? C’è qualche casino che implora disperatamente di essere risolto o ti piace solo sentire la mia voce?

    Per un attimo, Joe si sente intensamente e orrendamente in colpa. Poi si ricorda che Nick sa e che lo accontenta volentieri, non per pietà. Continuo a vedere cose. Credo di aver bisogno di uscire e fare qualcosa di interessante, quindi ti ho chiamato per chiederti di passare a prendermi per pranzo oggi.

    Oggi a pranzo, oggi a pranzo... Nick suona pensoso, e non lo è quasi mai per davvero. Nick non pensa, parla e basta, ed è ciò che sta facendo ora. Non so se posso farcela per pranzo. Ho un lavoro dall’altra parte della città e Drew porta delle vere cazzo di costine e tra tutti questi giri non so come fare per venire a prenderti.

    Ti prego, Nick, implora Joe, ascoltandosi e notando che non gli piace molto il suono della disperazione che emette. Ho bisogno di uscire dalla mia testa e tu sei l’unica persona che sa come farmelo fare. Sei il mio migliore amico.

    Il jolly del migliore amico sembra sempre funzionare. E infatti...

    "Va bene, ma non rompermi il cazzo

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