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Il portatore di spade
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Il portatore di spade
E-book119 pagine1 ora

Il portatore di spade

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Info su questo ebook

Il giovane Caidan, ragazzo dal passato misterioso entra in possesso di una spada capace di influenzare sia il carattere sia la resistenza fisica di colui che la brandisce.
Dopo un ennesimo scontro con i soldati di Lord Coliman, efferato signore del luogo, si rifugia da padre Giordan il quale mosso a compassione non solo lo ospita per la notte ma lo indirizza verso una residenza in collina di cui la chiesa dispone ma attualmente disabitata. Mentre Caidan si riposa in attesa di riprendere il suo viaggio e la sua lotta, il prete viene catturato e duramente inquisito su ordine del Lord. Il giovane non riuscirà a salvarlo e questo suo fallimento lo spingerà a cercare una vendetta che lo trascina in una sorta di incubo e di terre fantastiche dove sarà costretto ad affrontare non solo temibili nemici ma persino un’Evocatrice, una maga in grado di richiamare i morti e farli combattere ai suoi ordini. Fino a giungere sui Monti Perduti al cospetto di Colei che tutto può: La Tessitrice di destini.
Fantasy piacevolmente spiazzante per alcune anomale caratteristiche che virano verso l’onirico. Un romanzo di esordio accattivante.
LinguaItaliano
Data di uscita1 lug 2019
ISBN9788832924916
Il portatore di spade

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    Anteprima del libro

    Il portatore di spade - Gianluca Comunale

    vita.

    Prologo

    Anche l’ultimo soldato cadde.

    Con un fragore di metallo, la sua spada tintinnò sul selciato. Il ragazzo si guardò attorno, osservando i corpi dei caduti sparsi sulla piazza; una ventina circa. Poi girò lo sguardo verso la donna accasciata sul bordo della via. Tremava e piangeva. Era ora di occuparsi anche di lei.

    Quando mosse il primo passo nella sua direzione, la vide spalancare gli occhi e portarsi le ginocchia al petto in un disperato quanto inutile gesto di difesa.

    Ma presto tutto sarebbe finito…

    1

    Caidan

    Era a metà sermone quando lo vide. In fondo alla navata, sulla sinistra. Lo aveva notato anche grazie alla reazione dei presenti intorno a lui. Si scansavano e lo osservavano con timore, qualcuno anche con disprezzo, ma nessuno osava dire nulla. Un uomo armato in una chiesa non era propriamente ben accetto dai fedeli.

    Padre Giordan proseguì, tentando di mascherare la preoccupazione e l’agitazione che lo avevano colto. Ma non riusciva comunque a tenere fermo il tremito delle mani, quello non si poteva nascondere.

    La presenza di quell’uomo non era di buon auspicio.

    Alzò lo sguardo e lui era lì che lo fissava.

    No, non era per niente di buon auspicio.

    Chiuse con due mandate, poi saggiò la porta di legno con un paio di forti strattoni per verificare che fosse ben serrata. Alzò il bavero del mantello pesante, tentando di ripararsi dalla pioggia battente. Guardò verso il cielo plumbeo, le gocce ghiacciate che lo colpivano in volto.

    È bello sentire la pioggia sulla faccia. Non trovi, prete?

    Giordan sobbalzò per lo spavento, portandosi le mani al petto, prima di capire di chi si trattasse.

    Prete. Solo una persona lo chiamava così. E quando si presentava non portava buone notizie. Mai.

    Caidan. Non usi proprio mai annunciarti in modo più consono?

    Non mi sembra di avere fatto nulla di sconsiderato. O sbaglio?

    Giordan lo squadrò. Era bagnato fino al midollo, nella vecchia divisa della milizia. Quel corpo militare non esisteva più da anni, dove l’avesse presa proprio non riusciva a immaginarselo. Lo sguardo si soffermò un po’ di più sull’elsa della spada che sbucava da dietro la spalla destra.

    "Ti ho visto in ch iesa. Come devo spiegarti di non entrare con quel ferro da macellaio? Mi spaventi i fedeli."

    Caidan lo fissò, lo sguardo ironico.

    Fedeli a chi?

    Giordan non abboccò alla provocazione, non ne aveva voglia.

    Vieni. Non mi va di parlare sotto l’acqua. Lo faremo all’asciutto con qualcosa di caldo tra le mani.

    Poi, in tono sconsolato: So già che sarà un lungo pomeriggio.

    E non si sbagliava.

    Il racconto di Caidan durò a lungo. Si fermò diverse volte, cercando le parole più giuste e il modo migliore per esporle. Nonostante non condividesse la fede di Giordan, non voleva comunque turbarlo con resoconti troppo crudi e dettagliati. Quando finì, rimase a lungo a fissare il liquido scuro nella tazza stretta tra le mani. Il the d’erbe era ormai freddo. Giordan, seduto al tavolo di fronte a lui, la sua tazza vuota da tempo, lo osservò. La stanza era riscaldata dal camino nell’angolo. Il legno che scoppiettava nel fuoco.

    Non c’era proprio un altro modo?

    Caidan alzò gli occhi, tra lo stupito e l’irato.

    La volevano… loro… poi la voce si indurì. No. Non c’era assolutamente altro modo.

    E la ragazza?

    L’ho accompagnata a casa sua. Non voleva essere portata da nessun’altra parte.

    Caidan, non puoi ogni volta fare una carneficina. Quelli sono soldati di Lord Coliman. Stai attirando la sua attenzione su di te. E su di me, ogni volta che vieni qui a confessarti.

    Caidan abboccò alla provocazione.

    Non sono qui per confessarmi. Non devo chiedere il perdono di nessuno, tantomeno al tuo dio.

    Non bestemmiare. È che mi sembra strano che tu venga sempre da me dopo aver compiuto certe azioni.

    Caidan abbassò lo sguardo sul legno logoro del tavolo. Finì il the ormai freddo.

    È che non ho nessuno a cui raccontare queste cose. Con cui mi possa sfogare. Sei l’unico che mi ascolta, disse a bassa voce.

    Giordan si pentì per quanto gli aveva detto, ma non poteva accettare il suo comportamento, anche se era per una buona causa. Non si sposava con il suo credo.

    È tardi. Dormiamoci su. Domani ne riparliamo.

    Accetto l’invito per la notte, ma non penso che domani vedrò le cose in modo diverso.

    L’indomani mattina, di buon’ora, Caidan scese nell’angusta cucina. Vi trovò Giordan, la colazione già pronta.

    Ma a che ora ti alzi, prete?

    I giorni sono fatti per produrre, figliolo, non per poltrire.

    Dopo colazione parto. Non voglio recarti altro disturbo.

    Senza aggiungere altro, si sedette al piccolo tavolo di legno e mangiò. Giordan lo guardava mentre trangugiava tutto ciò che gli stava di fronte. Da quanto non mangiava un pasto degno di quel nome?

    Dove andrai?

    Caidan smise di masticare, lo sguardo basso. Un posto lo troverò. E riprese a saziarsi.

    Vuoi rimanere? Potresti aiutarmi con la chiesa. Ci sono molti lavori da fare, e io sono ormai troppo vecchio per stare dietro a tutto.

    Un sorriso amaro. Mi piacerebbe, ma penso che causerei troppi problemi. L’hai detto tu: attiro l’attenzione.

    Se smetti di combinare guai si dimenticheranno in fretta di te. E poi non penso che oserebbero profanare…

    Profanano tutto quello che vogliono, lo interruppe Caidan, e non dimenticano. Non dopo ieri.

    E scappare ti aiuterebbe? Se non dimenticano, ti daranno la caccia fino a trovarti. Se ti fermi potrei nasconderti. Altrove ti cercheranno, qui sarai al sicuro. Potrei mandarti in collina. C’è una casetta là, niente di elegante, anzi, è proprio l’essenziale, ma saresti al sicuro.

    E nascondermi per il resto della vita sarebbe la tua soluzione? No, grazie. Preferisco la libertà. Se mi troveranno agirò di conseguenza. Correrò il rischio, ma lo farò da uomo libero, non da cane al guinzaglio.

    " Agirò di conseguenza che significa? Ucciderai chiunque si presenti?"

    Se sarà necessario.

    I loro sguardi si incontrarono. Si fissarono a lungo.

    Facciamo così, propose Caidan, oggi resto e ti aiuto nei lavori più pesanti o urgenti, per ringraziarti di tutto. Stasera, prima del tramonto, partirò.

    La giornata passò veloce. Lavori da fare ce n’erano molti e tutti erano pesanti o logoranti. Giunta sera, Caidan era distrutto.

    Non penso che andrai lontano così stanco. Perché non ti fermi per stanotte e riparti domani mattina?

    Il prete non era più nel fiore degli anni, forse sulla sessantina, ma pareva fresco e riposato. Aveva negli occhi la soddisfazione di avere compiuto qualcosa di utile e appagante alla fine di una giornata di duro lavoro. Caidan lo invidiò. Avrebbe dato qualsiasi cosa per potersi fermare lì per sempre, vivere in armonia con se stesso…

    Non penso sia una buona idea, si sentì rispondere.

    Non lo è nemmeno partire quando non si tengono gli occhi aperti. Potresti trovarti in fondo a un burrone senza nemmeno accorgertene. Tranquillo, non voglio convincerti a restare. Lo dico solo per il tuo bene.

    Questa affermazione incupì un po’ Caidan. Nel profondo si era aspettato che Giordan tentasse di fargli cambiare idea. L’aveva sperato.

    Perché non vai nella casa in collina? Domattina partirai quando vorrai e nessuno ti noterà.

    A Caidan parve una buona idea, anche se rattristito dal fatto che Giordan lo allontanava anziché tenerlo lì.

    Quando vi giunse era buio. L’unica fonte di luce era la luna che, ogni tanto, faceva capolino tra le nubi. Si guardò intorno, tentando di osservare i campi circostanti, ma distinse ben poco. L’indomani mattina sarebbe partito presto e non avrebbe potuto godere di quella vista. Dalla collina si poteva osservare tutta la vallata. Si rammaricò ancora al pensiero di come gli sarebbe piaciuto rimanere lì con il prete, a vivere di duro lavoro, sì, ma che portava vere soddisfazioni.

    Si avvicinò alla vecchia porta di legno, infilò la chiave nella toppa arrugginita e aprì. L’interno odorava di muffa, legna bruciata e altro che non riconobbe. La casa veniva utilizzata

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