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Il conte trova moglie: Harmony Jolly
Il conte trova moglie: Harmony Jolly
Il conte trova moglie: Harmony Jolly
E-book153 pagine6 ore

Il conte trova moglie: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Chi, almeno una volta, non ha desiderato di essere una principessa e di sposare il proprio principe azzurro? Che il sogno abbia inizio!

I termini del testamento sono chiari: per mantenere le proprietà di famiglia, Alasdair McBride, conte di Duncairn, deve sposare la sua governante, Jeanie Lochlan. Così ha decretato sua nonna ed è quello che Alasdair farà. Non che la cosa lo renda felice, ma quale alternativa ha? In fondo si tratta di un matrimonio a tempo, un anno al massimo. Certo, il rapporto tra lui e Jeanie non è stato proprio semplice, nonostante un'immediata attrazione fisica, ma il conte è sicuro di riuscire a superare la prova. Quando però si trovano a vivere come marito e moglie nell'imponente castello dei McBride...
LinguaItaliano
Data di uscita9 ott 2020
ISBN9788830521025
Il conte trova moglie: Harmony Jolly
Autore

Marion Lennox

Marion Lennox is a country girl, born on an Australian dairy farm. She moved on, because the cows just weren't interested in her stories! Married to a `very special doctor', she has also written under the name Trisha David. She’s now stepped back from her `other’ career teaching statistics. Finally, she’s figured what's important and discovered the joys of baths, romance and chocolate. Preferably all at the same time! Marion is an international award winning author.

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    Anteprima del libro

    Il conte trova moglie - Marion Lennox

    978-88-3052-102-5

    1

    Sposarsi...

    Nella magnifica biblioteca dell'antico castello di Duncairn calò un silenzio di tomba. Nelle nicchie scavate nel muro c'erano decine di bottiglie di whisky pregiato che Jeanie aveva comprato. Che spreco, pensò. Quante bottiglie poteva infilare in una valigia? Quante torte avrebbe potuto realizzare? No, non le avrebbe lasciate lì. Per lui. Come poteva definirlo? Il suo ipotetico sposo?

    Che scherzo del destino.

    Aveva sperato di poter continuare ad abitare lì. Sapeva di non piacere al Signore di Duncairn, ma aveva lavorato sodo per far sì che il castello potesse essere considerato un luogo ospitale.

    Non era bastato. Quel folle testamento significava che stava per essere buttata fuori.

    «Deve trattarsi di uno scherzo.» Alasdair McBride, il sedicesimo Conte di Duncairn, suonò allibito. Non c'era da stupirsi. Lei stava per perdere il lavoro. Alasdair stava per perdere il... feudo?

    «Un testamento non è mai uno scherzo.» Edward McCraig, del prestigioso studio legale McCraig, McCraif & McFerry, si era sobbarcato un lungo viaggio da Edimburgo per essere presente al funerale di Eileen McBride, la nonna di Alasdair e la datrice di lavoro di Jeanie, e aveva ascoltato l'elegia nella cappella del castello con aria impaziente. Contava di prendere l'ultimo traghetto per la terraferma. Adesso, era seduto in una delle comode poltrone della biblioteca a leggere le ultime volontà dell'anziana signora, al suo unico nipote vivente... e alla dipendente che abitava lì.

    Sfogliò le carte e si sistemò gli occhiali sul naso, senza guardare nessuno. Era chiaro che il testamento di Eileen lo metteva a disagio.

    Jeanie guardò Alasdair e poi distolse gli occhi. Non intendeva essere coinvolta in quel dramma famigliare, decise, continuando a contare le bottiglie di whisky. Forse, ci sarebbero volute tre valigie? Ne possedeva una sola. Ma c'erano tante casse vuote nelle cantine del castello. Ammesso che fosse abbastanza coraggiosa da affrontare i ragni e il buio...

    Poteva vendere il whisky online?

    Guardò ancora Alasdair e scoprì che la stava fissando. Poi, con un'imprecazione a metà tra la collera e lo stupore, prese tre bicchieri dalla credenza e li riempì di whisky con soda.

    L'avvocato rifiutò, ma Jeanie accettò il suo con gratitudine. Il testamento era stato un brutto colpo. Il whisky era eccellente e lei non poteva portarlo via tutto. Ancora una volta, che spreco.

    Quella bevanda doveva essere trattata con rispetto, nonostante l'assurdità della situazione. Appena il liquore le arrivò nello stomaco, trattenne il respiro e crollò a sedere su uno dei magnifici divani imbottiti, sollevando una nuvola di peli di cane. Doveva fare qualcosa per i cani di Eileen.

    O no. Quel testamento diceva che non erano più un suo problema. Lei doveva lasciare l'isola. E il castello che amava. E i cani.

    «Allora, come facciamo?»

    Alasdair McBride aveva trentasette anni ed era quello che la mamma di Jeanie avrebbe descritto come un maschio da prendere in considerazione. Anche se lui non lo usava, il titolo nobiliare gli calzava alla perfezione, soprattutto quel giorno. In onore del funerale di sua nonna, indossava l'alta uniforme che gli conferiva un'aria maestosa.

    Jeanie aveva sempre avuto un debole per gli uomini in kilt, e quello con i colori dei Duncairn era bellissimo. Okay, il Conte di Duncairn era bellissimo, concesse. Alto, con i calzettoni al ginocchio, i capelli corvini e la struttura della razza guerriera da cui discendeva, Alasdair McBride era uno che attirava su di sé tutti gli sguardi, e il fatto che gestisse l'enorme impero finanziario dei Duncairn non faceva che sottolineare ed enfatizzare la sua aura di potere. Era un uomo che aveva sempre tutto sotto controllo.

    Ma non ora. Il testamento della nonna gli aveva appena tolto il tappeto da sotto i piedi.

    Anche Jeanie era confusa. Sposarsi?

    «Il testamento è inappellabile» stava dicendo l'avvocato.

    «Pensa...?» azzardò lei con voce malferma, parlando per la prima volta da quando era esplosa la bomba. «Pensa che Eileen potrebbe essere stata...?»

    «Lady McBride era in pieno possesso delle sue facoltà mentali.» L'avvocato le lanciò un'occhiata cauta. «La mia cliente sapeva che il suo testamento sarebbe stato considerato un po'... inusuale... così si è assicurata che non potesse essere impugnato. Si è fatta stilare un certificato medico datato lo stesso giorno in cui ha dettato il testamento.»

    Alasdair ingollò il resto del whisky e se ne versò un altro, poi si girò verso la finestra che dava sul mare.

    Da lì si godeva una vista magnifica. Un gregge di pecore pascolava al sole di fine estate, al di là del fosso di cinta. Oltre, sulla spiaggia, si scorgevano i resti di un'antica fortezza medievale. Due aquile stavano volteggiando a mezz'aria. Se avesse usato il binocolo, avrebbe individuato delle lontre nei ruscelli che si tuffavano in mare, pensò Jeanie. O dei daini. O...

    La sua mente stava divagando. Guardò la possente schiena di Alasdair e provò una fitta di sincera simpatia. Eileen era stata buona con lei e in morte non le doveva niente. Alasdair, invece, per quanto le fosse antipatico, non meritava un simile trattamento.

    «Quanto tempo mi resta prima che mi buttino fuori?» domandò Jeanie, rivolgendosi all'avvocato.

    «Non c'è fretta» rispose l'uomo.

    «Vuole che continui a lavorare? Ho degli ospiti prenotati fino alla fine del mese.»

    «Possiamo metterci d'accordo perché rimanga anche più a lungo. Sarebbe ideale vendere il castello come un'azienda avviata.»

    «No!» L'urlo fu così forte che quasi scosse la stanza. Alasdair si girò dalla finestra e sbatté il bicchiere sul tavolino, frantumandolo.

    «No» ripeté, la voce più bassa, ma sempre fredda e sicura. «La storia della mia famiglia venduta per finanziare... un canile?»

    «È una causa meritevole» obiettò il notaio, ma Alasdair non lo stava ascoltando.

    «Duncairn è uno dei più grandi imperi finanziari in Europa. Sa quanto devolviamo ogni anno in beneficienza? Una cifra esagerata. Questo testamento è una follia. Ordinerò di destinare ogni centesimo di profitto al mantenimento dei cani abbandonati per i prossimi dieci anni, ma vendere...»

    «Capisco che significherebbe la fine della sua carriera...» ipotizzò il notaio.

    «Non è questo il punto» lo interruppe Alasdair. «Sa quante società sarebbero disposte ad assumermi? Ho le qualifiche e le doti per ricominciare, ma separarmi dall'eredità della mia famiglia per un capriccio?»

    «Non credo si tratti di un capriccio» obiettò il notaio, quasi in tono di scuse. «Sua nonna era convinta che il nipote avesse trattato male la moglie, perciò desiderava fare ammenda...»

    «Ancora con questa storia. Si torna sempre a mio cugino fannullone.» Alasdair si girò di scatto e fissò Jeanie con un'espressione che mostrava tutto il suo disprezzo. «Tu lo hai sposato.»

    «Alan non c'entra.»

    «No? Eileen ha passato la vita a insabbiare gli errori di quel nullafacente. Non vedeva, o non voleva vedere, che era un ladro e un bugiardo. Cos'aveva in mente quando ha dettato testamento? Trovarti un marito? Qui, sei la governante, niente di più. Sposa qualcuno che ti piace, ma lascia in pace me» tuonò.

    La sua comprensione svanì di colpo. «Qualcuno che mi piace?» ribatté lei. «Grazie del consiglio. Per fortuna, non intendo sposare nessuno, soprattutto non te.»

    Matrimonio...? Con Alasdair? Cosa ti è venuto in mente, Eileen?, domandò, rivolgendosi alla defunta Lady McBride.

    La sua amica aveva già agito in quel senso una volta, quando aveva costretto Alan a sposarla. Almeno, adesso giocava a carte scoperte, le concesse. Il testamento lo ordinava con chiarezza. Alasdair, sposa Jeanie e avrai la tua eredità. Unica clausola... un anno di matrimonio. Se rifiuti, non erediterai niente.

    Oh, Eileen!, sospirò Jeanie.

    Il notaio stava radunando i fogli, pronto ad andarsene, e la sua voce secca suonò come un monito. «Dovete riflettere prima di prendere una decisione affrettata. Capisco che siate... scioccati, ma pensateci. Nessuno dei due è sposato. Se accetta di sposare la signorina McBride, conserverà il patrimonio, Milord. Signorina McBride, se sposerà il Conte, tra dodici mesi entrerà in possesso del castello. C'è un'ingente somma in ballo e sarebbe un peccato sprecarla solo perché non riuscite a trovare un accordo.»

    «Il castello appartiene alla mia famiglia» proruppe Alasdair. «Questa donna non c'entra.»

    «Sua nonna trattava Jeanie come una di famiglia.»

    «Ma non lo è. È solo perfida come...»

    «Milord, la imploro di non continuare» lo interruppe il notaio. «Suggerisco che vi prendiate un paio di giorni per pensare.»

    Un paio di giorni? Stava scherzando, pensò Jeanie. C'era solo una decisione possibile di fronte a una simile follia, e lei l'aveva già presa. Guardò la schiena muscolosa di Alasdair, che stava praticamente bloccando tutta la finestra con la sua corporatura. Osservò la tensione delle sue spalle, riuscendo a captare la sua frustrazione.

    Togliti il pensiero in fretta, si disse, e smettila di sentirti solidale con quell'uomo. Vattene di lì il prima possibile.

    «Alasdair non vuole sposarmi. Perché dovrebbe?» affermò rivolgendosi al notaio. «E io non voglio sposare lui. Eileen era una donna dal cuore tenero, ma era anche una matriarca a cui piaceva combinare matrimoni. A volte... non si rendeva conto che il prezzo da pagare era troppo alto. Ho già sposato uno dei suoi nipoti. Non diventerò la moglie di un altro, e con questo ho chiuso. Grazie per essere venuto, signore. Devo chiamarle un taxi?»

    «Sì, grazie. Lei è stata un'ottima governante per Duncairn, signora McBride. Eileen le ha voluto molto bene.»

    «Anch'io» dichiarò Jeanie. Guardò ancora verso Alasdair. «Be', questa famiglia è sempre stata famosa per la sua arroganza. I McBride regnano sull'isola da generazioni, ma Eileen ha esagerato e io non ho intenzione di assecondare i suoi voleri. Arrivederci, signore.»

    Così dicendo, uscì chiudendosi la porta alle spalle.

    Alasdair rimase solo col notaio, in silenzio.

    L'anziano professionista gli stava dando spazio, pensò Alasdair, e avrebbe dovuto essergliene grato.

    Non lo era.

    Ripensò a suo nonno, che aveva gestito l'impero finanziario dei Duncairn con pugno di ferro. Profondamente deluso dai due figli maschi, i padri di Alasdair e di Alan, il vecchio aveva lasciato il controllo dell'intero patrimonio nelle mani di sua moglie, Eileen.

    «Per quando morirai spero che i nostri figli abbiano imparato il senso del denaro» le aveva detto. «A quel punto, spetterà a te decidere chi è il migliore per subentrare.»

    Ma nessuno dei due aveva mostrato il minimo interesse nel portare avanti la società, tranne che per spendere soldi in giro. Erano morti prima della madre, uno in un incidente di sci, l'altro per un infarto, probabilmente causato dallo stile di vita che conduceva.

    Ma quello era il passato. Eileen aveva trovato in Alasdair un membro della famiglia che condivideva il suo acume per gli affari e che aveva trasformato la compagnia in un impero economico. L'anziana donna, però, aveva mantenuto il totale possesso della proprietà.

    E adesso...

    «Sicuramente

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