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Bestie d'Italia - volume 2
Bestie d'Italia - volume 2
Bestie d'Italia - volume 2
E-book191 pagine2 ore

Bestie d'Italia - volume 2

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Info su questo ebook

Ogni terra ha i suoi segreti, ogni regione le sue leggende. Ogni fiume, monte o borgo ospita le sue creature, nate dalle "paure" della gente, alimentate dalla fantasia, dal bisogno di esorcizzare il male quotidiano, di dargli un volto: animalesco, bestiale. Non poi così diverso da quello degli umani.

Il progetto "Bestie d'Italia" parte dal recupero delle tradizioni folcloristiche italiane, per raccontarle a chi non le conosce, per guardare con occhi diversi il nostro territorio, ricco di storia, misteri e magia. La seconda tappa di questo viaggio nel folclore regionale ci porterà nel nord Italia, per scoprire i segreti delle Alpi e delle Dolomiti e le creature fantastiche che si annidano nelle anse del fiume Po e negli anfratti del Carso: basilischi, orchi, lupi e aquile, ninfe ammaliatrici e draghi.

Alzate lo sguardo, amici lettori, e fronteggiate la furia delle Bestie d'Italia!

Il volume 2 di "Bestie d'Italia" contiene dieci racconti di scrittori italiani, appassionati di fantastico e folclore, ambientati nelle regioni del Nord Italia: La notte del Re di Biss, di Giuseppe Gallato; L'Orcul di Len, di Giuseppe Chiodi; Il mostro del fiume, di Alessandro Ricci; La fiera bestia del milanese, di Alessio Del Debbio; I suoni della montagna, di Maria Pia Michelini; Le nebbie di Parma, di Alessandra Leonardi; Il caso del basilisco, di Debora Parisi; La ninfa e il cacciatore, di Micol Fusca; L'eredità di Dolasilla, di Luciana Volante; Il santo di nessuno, di Francesca Cappelli.

«La montagna offre ai turisti il suo volto più dolce. A loro non succede mai niente. È sempre alla gente del posto che capita, sai. E se ci pensi bene, è logico. Quei turisti saranno preda di qualcos'altro, a casa loro. Ogni luogo ha le sue ombre. E sai perché succede sempre a loro?»
LinguaItaliano
Data di uscita3 ott 2019
ISBN9788831910224
Bestie d'Italia - volume 2

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    Bestie d'Italia - volume 2 - autori vari

    casuale.

    INTRODUZIONE

    Ogni terra ha i suoi segreti, ogni regione le sue leggende. Ogni fiume, monte o borgo d’Italia ospita le sue creature fantastiche, nate dalle paure della gente, alimentate dalla fantasia, dal bisogno di esorcizzare il male quotidiano, di dargli un volto, sia pur animalesco, bestiale. A ben pensarci, non poi così diverso da quello degli umani.

    Forse è proprio da questa paura dell’ignoto, che attanaglia l’animo umano, dalla necessità di trovare una causa e un effetto a ogni fenomeno dell’esistenza, che nascono le leggende popolari, e che piano piano si radicano in un territorio, aggiungendo di volta in volta dettagli, mutando la storia originale, come una notizia che passa di bocca in bocca, evolvendosi.

    Il nostro Paese è ricco di leggende, di tradizioni popolari, che continuano a esistere, anche se l’uomo moderno è troppo preso dalla frenesia della vita di ogni giorno per ricordarle, o anche solo per notarle. Umberto Eco, in numerosi interventi, ha sottolineato il pericolo della perdita della memoria storica, il pericolo che la Storia vada dimenticata. E la Storia è fatta anche di questo: di credenze, di paure, di usi, costumi e folclore.

    Per questo l’associazione Nati per scrivere ha lanciato il progetto Bestie d’Italia, per recuperare e valorizzare le tradizioni folcloristiche italiane, raccontandole a chi non le conosce. Per guardare con occhi diversi il nostro territorio, ricco di storia, misteri e magia. Un progetto che si concretizza in tre volumi dedicati alle creature fantastiche che popolano le nostre regioni, protagoniste di storie narrate da talentuosi scrittori emergenti.

    La seconda tappa di questo viaggio ci porterà nel nord Italia, per scoprire i segreti delle Alpi e delle Dolomiti e le creature fantastiche che si annidano nelle anse del fiume Po e negli anfratti del Carso: orchi e pericolosi basilischi, lupi e fiere aquile, ninfe ammaliatrici e draghi.

    Alzate lo sguardo, lettori e viandanti, e fronteggiate la furia delle Bestie d’Italia!

    Alessio Del Debbio

    Presidente Nati per scrivere

    LA NOTTE DEL RE DI BISS

    Giuseppe Gallato

    Un sibilo squarciò il silenzio nelle tenebre.

    Forse il capitano Kane, nome in codice Cacciatore, non avrebbe mai udito quel rumore se non fosse rimasto ossessionato dalla leggenda. La sua mente era talmente dominata dal pensiero della bestia, e del rischio che correva incontrandola nel cuore della notte, che smise per un attimo di consultare il suo holowrist per attraversare il prato che circondava la casa.

    Accompagnato solo dal fruscio dei suoi piedi che scivolavano sull’erba alta, si avvicinò a una grande quercia all’angolo sudorientale della tenuta. Accanto si ergeva un macigno torbido e informe, oscuro residuo di tempi vetusti, che sovrastava la piana come un efferato colosso.

    Con una leggera pressione dell’indice, attivò l’impianto bionico innestato sul padiglione auricolare destro e in un attimo i suoi occhi scannerizzarono l’ambiente circostante. Come pensava, alla base del tronco sorgeva un enorme solco. Quindi avviò la trasmissione con il centro operativo.

    Dottoressa Sung, Cacciatore in aggiornamento.

    Capitano, motivi per aver attivato la comunicazione telepatica?

    Sono entrato in modalità furtiva. Ho delle tracce, credo di aver individuato l’obiettivo.

    Posizione?

    L’uomo pigiò sullo schermo dell’holowrist, visualizzò la planimetria dell’area interessata ed evidenziò due punti in particolare.

    Mappa, con relative geolocalizzazioni interessate, appena inviata.

    La dottoressa impiegò qualche minuto per rispondere. Abbiamo analizzato il blocco di pietra, contiene i corpi di tre esseri umani adulti. Diverse zone del terreno sono contaminate, e il punto nei pressi della quercia presenta ingenti quantità di veleno. Sì, non ci sono dubbi, abbiamo trovato la tana del Re di Biss.

    Bene, procedo con...

    Permesso non accordato! Sung assunse un tono perentorio. Attenda la sua squadra per procedere congiuntamente.

    Negativo. Vado da solo, non rischierò ancora una volta i miei uomini.

    E io non rischierò il miglior capitano a disposizione. Non siamo in Irlanda o in Australia. Questa è l’Italia e le creature che la popolano sono davvero pericolose. Stiamo parlando di un classe S, dannazione! Si attenga assolutamente agli ordini!

    Per un istante Cacciatore esitò: non eseguire i comandi dei superiori e interrompere le comunicazioni con la base avrebbe avuto conseguenze importanti per la sua posizione, tuttavia il timore di condurre un’altra squadra alla morte era più forte di qualsiasi preoccupazione. L’immagine dei suoi soldati massacrati dal Ninki Nanka nelle paludi dell’Africa occidentale era ancora impressa nella sua mente.

    Alla fine si decise. Si legò i capelli corvini, un gesto che era solito fare quando stava per entrare in azione. La sua espressione cupa fece spazio a una rinnovata determinazione.

    Dottoressa, nessuna procedura congiunta. Questa cattura spetta solo a me, passo in modalità offline. Si limitò a dire, chiudendo la trasmissione.

    Kane in realtà non avrebbe mai potuto sperare di farcela da solo, se non avesse studiato per intere settimane una tattica per stanare in solitaria il grande Basilisco della Valsesia.

    Di questo doveva ringraziare il file reperito nella biblioteca sotterranea di Nuova Babilonia, che volle consultare per l’ennesima volta prima di procedere. Premette sullo schermo interattivo che aveva innestato sul braccio, soffermandosi su alcuni passi della sezione Bestie d’Italia.

    Documento B.23 - Anno 2274 (2 d.M.) - 14 giugno

    "Ricordo ancora il giorno in cui le bestie presero il sopravvento, dimostrando di non essere relegate a meri racconti, miti o leggende. Prima del Grande Silenzio, si parlava di un nuovo ceppo virale in grado di mutare il codice genetico degli animali, di razze originate dalle scorie elettromagnetiche e persino di creature provenienti da altri pianeti.

    Ma nessuno ha mai voluto prendere in considerazione la più ovvia delle verità: loro sono sempre esistite, semplicemente dimoravano negli abissi e un giorno decisero di riemergere dai loro antichi anfratti per salvare il mondo dall’incombente minaccia umana. L’apocalisse di cui siamo testimoni è una chiara punizione divina, presto vedremo la nostra totale estinzione".

    Il documento B.23 risalente al 2274, corrispondente al secondo anno della nuova datazione Mondiale, aveva sempre suscitato in Kane un’inquietudine viscerale. Le memorie appartenevano a uno degli Atavici, che nove anni prima avevano assistito al risveglio dei mostri, e contenevano delle importanti informazioni riguardanti il Re di Biss.

    Documento B.23 - Anno 2274 (2 d.M.) - 22 luglio

    Da qualche settimana non si ricevono più notizie: le ultime davano il Nord Europa, l’Australia e buona parte dell’America Centrale completamente distrutte. Una sorte che presto toccherà anche alla nostra Italia, o meglio a ciò che ne rimane: il Trentino è stato già devastato dai Krampus, la Basilicata dal Marranghino e la Sicilia dalla Marabbecca. Quante speranze abbiamo noi, piccoli e insignificanti abitanti della Valsesia, di sfuggire al loro strapotere? Ormai non ricordo da quanto tempo viviamo sotto il dominio del re dei serpenti: il Basilisco non aspetta altro che noi, di cibarsi delle sue prede.

    Documento B.23 - Anno 2274 (2 d.M.) - 11 settembre

    So di diverse squadre impegnate nella cattura dei mostri, chissà se arriveranno mai nella nostra regione. Siamo ormai allo stremo, nel nostro rifugio il cibo e l’acqua scarseggiano. Spero solo che le mie testimonianze e le ricerche effettuate possano in qualche modo arrivare nelle mani giuste.

    A quel punto Cacciatore passò direttamente al segmento in cui l’Atavico descriveva il mostro. C’erano anche delle illustrazioni e una mappa che conduceva in un luogo ben preciso, lo stesso in cui si trovava in quel momento.

    Documento B.23 - Anno 2274 (2 d.M.) - 18 settembre

    Il primo a citare il mostro è Plinio il Vecchio, uno scrittore latino del I secolo a.C. Nell’opera Naturalis Historia" spiega che il suo nome viene da basíliskos, dal greco re dei serpenti, poiché attorno al suo capo si possono distinguere dei disegni molto simili a una corona. Secondo Plinio questa creatura, un serpente di circa trenta centimetri, originario dell’Africa settentrionale, si avvicinava ai suoi nemici in posizione eretta, invece che strisciando, e appiccava fuoco o distruggeva ogni cosa solo alitandovi sopra.

    Nel Medioevo l’animale assume una forma più complessa: l’inglese Chaucer attribuiva al nome il significato di gallo-re, da qui basilicock, e da allora venne rappresentato come un tipo particolare di drago, con elementi del corpo di un gallo, o come gallo quadrupede con una lunga coda da serpente. Se ne immaginarono due diverse versioni, quella alata e quella solamente terrestre. In ogni caso la bestia aveva caratteristiche malefiche peculiari, legate al veleno della sua lingua (con il quale poteva uccidere, avvelenare le fonti cui si abbeverava o far marcire frutti e pascoli), ai poteri terrificanti del suo sguardo (capace di stordire o impietrire le persone, ma anche di frantumare pietre) e a quelli altrettanto temibili del suo sibilo (in grado di assordare o uccidere).

    Le informazioni dei due scrittori non sono del tutto sbagliate, a parte i dettagli inerenti alla sua forma e alle sue dimensioni. Il Basilisco è sì un rettile, ma quello che ha attaccato gli abitanti della Valsesia, principalmente nelle ore diurne, ha un’estensione di almeno sette metri. Provoca la morte per pietrificazione, molto probabilmente grazie all’emanazione di un gas velenoso. Tende a rifugiarsi in buche poco profonde, caverne o in altri posti riparati, ed è onnivoro: spesso mangia anche le sue vittime non pietrificate. Il suo corpo è marrone con il ventre molle e giallastro. Una doppia fila di aculei sorge sulla schiena e possiede un corno ricurvo in fronte.

    Sono dati mediati principalmente dalle testimonianze dei pochi sopravvissuti che hanno avuto la fortuna di scampare alla sua maledizione. Numerose tracce del suo passaggio indicano, inoltre, che il Re di Biss dimori nelle zone montuose della Valsesia, nei pressi di Civiasco. È plausibile che l’entrata della tana sia adornata da statue di pietra, in realtà creature che hanno incrociato il suo sguardo mortale".

    Cacciatore stava per consultare altre informazioni, quando udì un rumore sommesso. Attivò subito la visione notturna amplificata e vide una grande ombra insinuarsi tra una macchia di alberi, non molto lontano dalla quercia. Con molta probabilità il Basilisco aveva terminato la ronda notturna e si apprestava a raggiungere la sua tana.

    Kane valutò velocemente come agire, rendendosi conto di non avere molto tempo a disposizione. Prese una decisione di cui più tardi si sorprese, tenuto conto di ciò che avrebbe potuto costargli. Alzò il braccio, digitò una serie di comandi e da sotto il polso fece partire un proiettile a espansione diretto verso l’albero.

    Un istante dopo si udì uno scoppio, vicino al tronco comparve una massa informe opalescente che coprì per intero la cavità. La bestia emise un sibilo terrificante e, abbandonando la grazia che l’aveva fino a quel momento contraddistinta, si lanciò verso l’entrata del suo rifugio.

    La fase iniziale del suo piano era andata a buon fine: costringere la creatura in superficie, bloccandogli l’accesso alla tana. Adesso, per attuare il suo piano, doveva condurla in un luogo a lui conveniente, e ciò che faceva al caso suo era l’edificio in rovina a un centinaio di metri. Prima di lasciare il suo nascondiglio esitò, domandandosi quale strada gli garantisse maggiori probabilità di raggiungere la tenuta senza essere visto.

    Aveva bisogno di un altro diversivo. Dalla cintura estrasse un dispositivo a emissione acustica: impostò il volume al massimo e il timer di attivazione sui cinque secondi. Infine lo scagliò lontano. Quando toccò terra, esplose un suono talmente acuto che il Basilisco cambiò repentinamente direzione, lanciando un verso ancora più agghiacciante del precedente.

    Era il momento. Cacciatore lasciò la sua postazione per raggiungere lo stabile. La porta per fortuna era divelta e, una volta entrato, scannerizzò tutta l’area interna. Nell’attesa che il suo holowrist elaborasse una mappatura della casa, cominciò a piazzare le trappole sulle pareti e a rilasciare i droni interfacciati con il suo occhio bionico.

    Qualche minuto dopo l’analizzatore delle immagini restituì i dati raccolti sullo schermo. Il capitano analizzò la mappa, impostando con cura i marcatori nelle zone interessate, utili per dare il via alla seconda fase del suo piano.

    Una volta concluso il processo, caricò tutto nel sistema per la condivisione con i droni: i dispositivi di realtà aumentata, combinati tra di loro, proiettarono tutt’intorno una struttura olografica che si combinò perfettamente a quella dell’edificio.

    Adesso poteva vedere distintamente delle icone colorate disseminate in più punti: c’erano triangoli verdi, pallini blu e rombi gialli a indicare rispettivamente le trappole di natura sonora, elettrica e visiva.

    Ma fu proprio mentre studiava l’area circostante che Cacciatore colse un movimento repentino alla sua sinistra, un’ombra possente che valicava la porta. Kane era allibito: contro qualsiasi previsione il Basilisco, un essere dall’estensione di oltre sette metri, era in grado di muoversi senza emettere quasi alcun rumore.

    Spinto dall’adrenalina, il capitano agì immediatamente. Avviò uno dei congegni piazzati all’ingresso: una scarica elettrica attraversò il corpo della bestia, ma questa sembrò non accusare

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