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Gli Anziani: Le dimensioni della mente, #4
Gli Anziani: Le dimensioni della mente, #4
Gli Anziani: Le dimensioni della mente, #4
E-book378 pagine5 ore

Gli Anziani: Le dimensioni della mente, #4

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Info su questo ebook

Andare al Livello 2 mi garantisce un potere inimmaginabile. E ovviamente, ora che tutte le persone a cui tengo sono nei guai, non ci riesco più.

Gli Anziani possono farlo, ma me lo insegnerebbero? E se sì, a quale prezzo?

Alla fine, tutto si riduce a una scelta.

Cosa sono pronto a sacrificare per le persone che amo?

LinguaItaliano
Data di uscita30 gen 2020
ISBN9781631425295
Gli Anziani: Le dimensioni della mente, #4
Autore

Dima Zales

Dima Zales is a full-time science fiction and fantasy author residing in Palm Coast, Florida. Prior to becoming a writer, he worked in the software development industry in New York as both a programmer and an executive. From high-frequency trading software for big banks to mobile apps for popular magazines, Dima has done it all. In 2013, he left the software industry in order to concentrate on his writing career. Dima holds a Master's degree in Computer Science from NYU and a dual undergraduate degree in Computer Science / Psychology from Brooklyn College. He also has a number of hobbies and interests, the most unusual of which might be professional-level mentalism. He simulates mind-reading on stage and close-up, and has done shows for corporations, wealthy individuals, and friends. He is also into healthy eating and fitness, so he should live long enough to finish all the book projects he starts. In fact, he very much hopes to catch the technological advancements that might let him live forever (biologically or otherwise). Aside from that, he also enjoys learning about current and future technologies that might enhance our lives, including artificial intelligence, biofeedback, brain-to-computer interfaces, and brain-enhancing implants. In addition to his own works, Dima has collaborated on a number of romance novels with his wife, Anna Zaires. The Krinar Chronicles, an erotic science fiction series, has been a bestseller in its categories and has been recognized by the likes of Marie Claire and Woman's Day. If you like erotic romance with a unique plot, please feel free to check it out, especially since the first book in the series (Close Liaisons) is available for free everywhere. Anna Zaires is the love of his life and a huge inspiration in every aspect of his writing. Dima's fans are strongly encouraged to learn more about Anna and her work at http://www.annazaires.com.

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    Anteprima del libro

    Gli Anziani - Dima Zales

    Capitolo Uno

    I funerali sono strani. A maggior ragione se sei tu che hai ucciso la persona che viene seppellita. Ancora di più se, avendone la possibilità, la uccideresti di nuovo.

    A dispetto della mia mancanza di rimorso, provo una stretta di qualcosa.

    Centinaia, se non migliaia di poliziotti sono venuti alla veglia che precedeva questo funerale, a portare i loro rispetti a Kyle. Le loro facce serie erano dappertutto. Forse erano il loro rispetto e la lealtà per uno di loro, o una simile dimostrazione di solidarietà, a intristirmi. Erano toccanti, per quanto mal riposti.

    Per loro e per i media, Kyle era morto da eroe: un detective ucciso dalla mafia russa mentre era in prima linea. Un uomo tolto ai ranghi dei coraggiosi fin troppo presto.

    In altre parole, non sapevano niente del vero Kyle Grant.

    Va bene così, però. Capisco che le persone abbiano bisogno di un eroe, di tanto in tanto, e non sarò io a infrangere le loro illusioni. È solo difficile essere tra quei pochi che conoscono la verità.

    Non è stato solo il dolore dei poliziotti a colpirmi. È stata la pura magnitudine dell’evento: la sfilata attraverso la città che ha bloccato il traffico, la solenne bara coperta dalla bandiera, il discorso del sindaco – il tutto culminato in un paio di cazzo di elicotteri, che hanno compiuto un passaggio radente.

    Ciò che lo ha reso ancora peggiore è stata la presenza delle Guide. Considerando che la comunità delle Guide di New York dovrebbe essere piccola, alcuni di loro devono essere venuti da fuori città solo per partecipare al suo funerale. Almeno, ho ipotizzato che la folla che ho visto consistesse di Guide. Ho riconosciuto alcune delle facce dal locale dove Liz mi aveva portato in modo che potessi incontrare degli altri ‘Manipolatori’, come Bill, ovvero William Pierce, il mio capo presso la compagnia. Non abbiamo avuto l’occasione di parlare, alla veglia; ci siamo solo scambiati delle occhiate. Immagino che lui e gli altri si trovassero lì per portare i loro omaggi a una Guida loro collega. Quasi tutti sembravano sinceramente tristi, il che significava che nemmeno loro conoscevano il loro Kyle.

    La comunità delle Guide probabilmente crede le stesse cose dei media. Mi chiedo se abbiano intenzione di indagare sul suo omicidio. È più che probabile che alcuni poliziotti uccidano Victor, l’uomo che ha sparato a Kyle, e giudicando da ciò che ho visto al telegiornale, lo faranno presto. Se le autorità pensano che tu sia un assassino di poliziotti, la tua sorte è dubbia nella migliore delle ipotesi. Una volta che Victor sarà morto, sarò al sicuro, a meno che Liz o Thomas non facciano la spia su di me. Non sanno con certezza che io sono il responsabile della morte di Kyle, ma sarebbero stupidi a non sospettarlo. E poi, ho praticamente spiattellato la cosa a Thomas, prima che mi chiedesse di smetterla di parlare. In più, so che se andrò in terapia, Liz vorrà discutere ogni cosa. Ma non ho intenzione di andarci, soprattutto perché non voglio sentirle dire: «Te l’avevo detto, che avresti avuto bisogno di andare in terapia, se avessi ucciso tuo zio.»

    Almeno nessuna delle Guide ci ha seguito qui, alla sepoltura. Le cose sono molto più semplici nel Cimitero di Cypress Hills. Solo le persone considerate più vicine a Kyle sono presenti e consistono principalmente in poche dozzine di poliziotti, che hanno lavorato con lui o lo conoscevano bene, io e le mie mamme nel ruolo della ‘famiglia’. Anche Mira è qui, come supporto morale. E ultimo ma non meno importante, c’è Thomas.

    Qual è la vera ragione per cui è qui? La domanda, o meglio, le possibili risposte alla domanda mi fanno sentire a disagio. Non ha di certo un motivo ufficiale per trovarsi qui. Immagino che possa esserci per Lucy, visto che è il suo figlio biologico e potrebbe provare dei sensi di colpa per il ruolo fondamentale che ha interpretato negli avvenimenti.

    Oppure, potrebbe essere qui per salutare il suo padre biologico, Kyle. È questa la possibilità che mi preoccupa. Può essere che sia arrabbiato con me per avergli portato via Kyle, prima che avesse la possibilità di conoscere quel bastardo?

    No, probabilmente ci sto rimuginando su troppo. Dopotutto, considerando ciò che Thomas è venuto a sapere di Kyle e della madre, e di ciò che è successo tra loro, potrebbe essere presente al funerale per i motivi di Mira, per supporto morale per se stesso, o forse per Lucy.

    Non riesco a intuire cosa stia pensando, soprattutto con la sua faccia così illeggibile come sempre. Sta serbando un inconscio rancore? È per quello che resta a lato, senza essere parte della folla del funerale? Spero di no. L’ho appena scoperto come fratello adottivo, in un certo senso, e buon amico. Non voglio che Kyle rovini tutto anche da morto.

    Mi guardo attorno nel verde del Cimitero di Cypress Hills, cercando qualcosa di positivo. Con l’erba e le querce tutte attorno, la zona è tranquilla, se ignoro le lapidi. In effetti, per un cimitero è quasi calmante.

    Con un certo sforzo, mi concentro su qualcosa di meno tetro. I genitori di Kyle lo hanno concepito quando erano piuttosto anziani, quindi per fortuna non devo sopportare il peso aggiuntivo di guardare una madre o un padre piangere la perdita del figlio. Non importa quanto stronzo fosse Kyle, quello avrebbe fatto schifo. È già abbastanza brutto che la mia stessa madre, Lucy, stia piangendo per lui. Non piange praticamente mai. Certo, non sa che questo funerale è un’enorme benedizione travestita. Se sapesse tutto ciò che Kyle le ha fatto, probabilmente sputerebbe sulla sua tomba e ci ballerebbe sopra. Sfortunatamente, sono trascorsi solo dieci giorni da quando è morto e Liz non ha avuto l’opportunità di fare sufficienti magie su mia madre, per portarla a un punto in cui può ricordare in sicurezza ciò che è successo.

    Okay, il mio tentativo di pensare a cose positive è fallito. Ma in fondo, preferirei questi pensieri che ascoltare il discorso del prete, soprattutto perché mi stanno distraendo dal becchino che abbassa la bara sul terreno.

    Quando mi rendo conto che la cerimonia è quasi finita, quella strana sensazione torna in piena forza. Forse è perché anche mia madre Sara sta piangendo. Dopo che Kyle ha cercato di usare la cintura contro di me, a Sara ha cominciato a piacere più o meno quanto a me piacevano le lezioni di ballo, il che, se non fosse chiaro, significa per niente.

    E cos’è questo? Il mio petto si sta davvero stringendo per i ricordi? Sto pensando con affetto alla volta in cui Kyle ha cercato di prendermi a cinghiate? Non può essere. Ma mi sento gli occhi lucidi. Dev’esserci andata della polvere, o magari mi sta venendo l’allergia per tutte queste dannate ambrosie che fioriscono in autunno.

    Non ho la possibilità di rimproverarmi per sentire ciò che sto provando, perché all’improvviso il mondo si congela.

    I singhiozzi che provengono dalle mie mamme cessano, così come il fruscio delle foglie nella calda brezza autunnale.

    Il silenzio risultante è familiare, un chiaro segno della Quiete, solo che non è stata opera mia.

    Mi guardo attorno.

    Sono tutti congelati, tranne Mira. Una sua versione è animata e sembra preoccupata, il che è strano. Irritata, certo. Arrabbiata, troppo spesso per i miei gusti. Sarcastica, sempre. Ma preoccupata non è un’espressione comune per lei. Si trova accanto alla versione congelata e molto più calma di se stessa.

    «Esci, torna subito dentro e attira anche me,» mi dice, la voce tesa per l’urgenza. «Potrei non avere Profondità sufficiente.»

    «Ma cosa…»

    «Promettimi che lo farai,» insiste.

    «Bene, lo farò.» Ora sto cominciando a preoccuparmi.

    Senza un’altra parola, lei tocca la se stessa congelata, e torno di nuovo nel mondo reale.

    Effettuo la transizione all’istante e attiro Mira, come mi ha ordinato.

    «Cosa c’è?» le chiedo, non appena compare. «Perché mi hai attirato nella Quiete, prima? Non è che io abbia proprio voglia di assapor…»

    «Taci per un secondo, cazzo,» mi dice lei, «e guarda i poliziotti.»

    Indica gli uomini dall’aspetto severo in uniforme. Sono in piedi accanto a Thomas, sulla nostra sinistra e a circa tre metri e mezzo a lato.

    «Cosa dovrei vedere?» chiedo, camminando verso di loro.

    «Guarda le loro mani.»

    Avvicinandomi, do un’occhiata e in effetti è strano. Ogni agente sta per prendere la propria arma dal fianco e stanno tutti guardando verso il me stesso congelato.

    «Non mi piace quello che sembra,» dico.

    «Ma davvero?»

    «Magari c’è una buona spiegazione? Magari hanno intenzione di fare quella cosa del saluto che succede ai funerali militari? Non pensi che lo facciano anche per i poliziotti?»

    «In quel caso, a cosa servono quegli idioti?» Indica i tizi con il fucile che sono rimasti un po’ in disparte fino a quel momento, poi raggiunge il poliziotto più vicino e gli prende la pistola. «E poi, il saluto si fa con spari a salve.»

    Spara al poliziotto sul piede. Il buco nella scarpa della sua vittima conferma che la pistola è quasi certamente non caricata a salve.

    «Merda,» commento.

    «Puoi dirlo forte.»

    «Quindi perché mi guardano in quel modo? Li hai Letti?»

    «Solo qualche pensiero superficiale, ma sono davvero in procinto di spararti.» Fa una pausa. «Stanno venendo Manipolati.»

    Manipolati. Era l’ultima cosa che mi sarei aspettato di sentire, eppure è l’unica spiegazione per cui dei poliziotti che non ho mai incontrato prima mi vogliano sparare. Solo che l’uomo che aveva orchestrato una cosa simile, quello che in passato ha Manipolato delle persone perché mi uccidessero, sta venendo sepolto proprio in questo momento. A meno che…

    «Ci sei?» mi chiede Mira, interrompendo i miei pensieri.

    «Sì. Sto solo cercando di metabolizzare tutto questo.»

    «Metabolizza più tardi. Devi agire.»

    «Se qualcuno li sta Guidando, posso sovrascrivere l’ordine,» dico.

    «Ammesso che tu sia più potente di chi lo sta facendo.»

    Lo dice senza alcuna rabbia. Il mio riconoscere di possedere l’abilità di Guidare di recente ha smesso di suscitare forti reazioni negative da parte di Mira. In generale, direi che le sue reazioni verso le Guide si sono addolcite. Mi piace pensare di essere stata la catalisi per questo cambio di atteggiamento.

    «Sì, beh, fino a questo momento sono stato più potente di chiunque ho incontrato,» dico senza alcuna falsa modestia. «Ma non dovremmo attirare qui Thomas e spiegargli la situazione?»

    «È un Manipolatore a controllare questi poliziotti,» mi ricorda. «Non vuoi assicurarti che non sia lui l’artefice della Manipolazione, prima di attirarlo qui?»

    D’accordo, magari vedevo solo quello che volevo vedere, quando si trattava dei miglioramenti di Mira sull’opinione delle Guide, un termine di cui ancora non è una grande fan. In questo caso, il problema si unisce alla sua generale sfiducia nei confronti degli estranei. Non ha interagito con Thomas quanto con mia zia Hillary, con cui invece era rimasta bloccata nell’aeroporto di Miami. La sua attitudine riguardo alla mia parente in miniatura è ciò che mi dà speranza. Anche se non arriverei al punto di dire che lei e Hillary sono diventate migliori amiche, in seguito a quell’avventura, Mira tratta davvero mia zia con riservata fiducia e, cosa più importante, con riluttante rispetto.

    «Non puoi pensare sul serio che Thomas faccia una cosa simile,» le dico, guardandola. A dispetto delle mie parole, un brivido gelido mi percorre la schiena all’idea che Thomas cerchi di uccidermi. In un lampo, rivivo il momento in cui hanno sparato a Kyle, di fronte ai suoi occhi, e ricordo le mie stesse emozioni quando ho scoperto che lui aveva ucciso la mia famiglia biologica. Volevo, no, avevo bisogno, di uccidere Kyle, dopo quello. Forse Thomas prova lo stesso nei miei confronti?

    No, non voglio accettare una simile possibilità. È solo la paura a parlare. Kyle non era colpevole solo dell’omicidio di mia madre e mio padre biologici. Se fosse stato colpevole solo di quello, non sono sicuro che lo avrei ucciso.

    O forse sì.

    «Sei al funerale di suo padre.» Le parole di Mira danno eco alle mie paure. «Sai com’è morto suo padre. Devo farti un cazzo di disegnino?»

    Invece di rispondere, raggiungo Thomas, il tutto mentre penso: Non può essere così. Thomas potrebbe fare una cosa simile?

    Thomas è congelato nel processo di muoversi verso il me stesso congelato, il che è strano. Il funerale non è finito e una predica non è esattamente un buon momento per una passeggiata.

    Poi vedo il suo viso. I suoi occhi vitrei stanno fissando intensamente qualcosa di fronte a sé.

    Seguo il suo sguardo. Sta fissando il me immobile.

    «Sì,» dice Mira. «Non stavo dando aria alla bocca. Ti sta davvero guardando male.»

    «Ci dev’essere un’altra spiegazione.» Mi chiedo se riesca a cogliere la speranza nella mia voce.

    «Beh, puoi riconoscere il ‘tono di voce’ del Manipolatore che ha dato istruzioni durante una Lettura. Perché non controlli se puoi riconoscere il tuo amico Thomas qui dentro?» Dà un colpo alla testa del poliziotto a cui ha sparato.

    «È anche mio fratello adottivo,» le dico. «E perché non puoi farlo tu

    «Ci ho provato, ma non sono riuscita a capire se era lui. Ma non devo nemmeno controllare. Considerando ciò che sappiamo, è la scelta più logica.»

    «È quella meno logica, invece,» le dico con testardaggine, desiderando sentirmi così sicuro come ho ostentato. «Te lo dimostrerò.»

    Dopo aver raggiunto un grosso poliziotto, lo tocco sulla mano che si sta protendendo verso la pistola.

    Stiamo guardando il funerale di Kyle Grant. È piuttosto egoista pensare alla partita imminente, ma non appena il prete comincia a dire il suo sermone, ci arrivano dei ricordi di quando eravamo abituati a distrarci alla scuola domenicale e i nostri pensieri cominciano a vagare. Pensiamo alla squadra che abbiamo assemblato. Come quarterback designato del dipartimento, conosciamo le forze e le debolezze di ogni giocatore. Sappiamo che Kyle era uno dei nostri giocatori migliori. Con lui morto, i ragazzi del trentatreesimo ci useranno per ripulire il pavimento…

    Io, Darren, mi dissocio. Devo essere saltato a qualche secondo prima della Guida.

    Lascio che i ricordi si svolgano. Consistono in più piani e preoccupazioni per la squadra di football del distretto di polizia. Alcune persone non maturano mai dalla fase del ‘essere il quarterback della squadra’ delle loro vite, una fase che mi sono perso alle superiori, visto che ero più giovane di chiunque altro. Avrei comunque voluto provarlo, sapendo che la Quiete mi avrebbe aiutato a schivare gli altri giocatori, ma il coach mi aveva deriso, quando gliel’avevo fatto presente.

    Una presenza entra nella mente del poliziotto, e mi dimentico ogni cosa che riguardi il football.

    Conterai mentalmente fino a cento e poi tirerai fuori la pistola. Mirerai e sparerai al giovane uomo che è tra il detective Wang e la sua compagna di vita lesbica. Sparerai per uccidere. È un pericoloso sospettato che fa parte della lista dei ricercati dell’FBI.

    Cerco di capire se riconosco questa ‘voce’. A parte Kyle, posso riconoscere solo altre due persone in questo modo: Hillary e Liz. Ho imparato a riconoscere la voce di Hillary entrando nella mente di Bert. Quella di Liz spiando ciò che ha fatto alla mente di Lucy durante le loro sessioni di terapia. Questa voce non suona come nessuna di loro due, né suona come quella di Kyle, non che fosse possibile. A parte la voce, la frase ‘compagna di vita lesbica’ al posto di moglie è davvero qualcosa che Kyle potrebbe aver detto.

    Anche se non so chi sia questo Manipolatore in base alla ‘voce’, so un semplice fatto: questa persona mi ha appena reso suo nemico, e non solo perché vuole uccidermi. Questa persona misteriosa sta Guidando i poliziotti perché mi sparino mentre sono accanto alle mie madri e a Mira.

    Questo degenerato ha appena messo in pericolo tutte le persone a cui tengo.

    Sono furioso. Non sono sicuro se la mia rabbia sia così forte perché sono spaventato, ma qualunque sia la causa, la collera mi rende difficile pensare. Al tempo stesso, mi rendo conto di riconoscere qualcosa del tono del Manipolatore, anche se non riesco a definire di cosa si tratti. Potrebbe davvero essere Thomas, nonostante tutto?

    Se è così, lui e io avremo di che parlare.

    Esco dalla testa del poliziotto.

    «Non so chi sia,» dico, e poi guardo verso Thomas. «Qualcosa non quadra, però. Non penso che sia lui.»

    «Cosa ti rende tanto sicuro?» chiede Mira.

    «Per cominciare, sono in piedi accanto a Lucy, la sua madre biologica.» Mentre lo dico, mi rendo conto che è una buona argomentazione, così aggiungo: «Vuoi che ti faccia io un disegnino?»

    Mira sembra farsi pensosa. «Non ci avevo pensato. Puoi fargli quella cosa che ci siamo accordati che non farai mai a me?»

    «Intendi andare al Livello 2 e Leggerlo?»

    Quando le ragazze dicono ‘ci siamo accordati’, e soprattutto quando lo dice Mira, è un codice per ‘te l’ho ordinato’. Non avrei mai concordato nel non Leggerla, se avessi potuto. Durante gli ultimi dieci giorni, ho cercato di replicare l’impresa di andare al Livello 2 senza alcuna fortuna, quindi discutere se la Leggessi o meno è inutile.

    Giusto per essere sicuri, cerco di entrare nel Livello 2 per la milionesima volta. Faccio ciò che di solito faccio nel mondo reale per effettuare la transizione nella Quiete. Cerco di dimenticare di esserci già e mi sforzo di riuscirci con tutto il mio essere, ma di nuovo non succede nulla, nemmeno quella sensazione di ‘sbattere contro un blocco mentale’ che qualche volta riesco a raggiungere.

    «Non riesco,» le dico. «Non ho ancora capito come farlo funzionare. Hai ragione, però; sarebbe stato il modo migliore per affrontare questa faccenda.»

    «Bene. Allora la nostra unica possibilità è fare una chiacchierata…»

    «Questa è una splendida idea,» le dico, e mi avvicino a Thomas. Sarà lui a spiegarci cosa sta succedendo.

    Sento Mira dire: «Aspetta,» ma gli sto già toccando il collo.

    Subito, nella Quiete compare una seconda versione di lui.

    Si guarda attorno senza la solita confusione delle persone quando vengono attirate all’improvviso nella Quiete, e nel momento in cui il suo sguardo ricade su Mira, non reagisce affatto. Questo è strano.

    Poi guarda me.

    I suoi occhi sembra che si siano puntati su un bersaglio in stile Terminator.

    Senza nemmeno sbattere le palpebre, cammina silenziosamente nella mia direzione.

    «Thomas, non crederai a cosa sta succedendo…»

    Le mie parole sono interrotte rudemente dal pugno di Thomas che mi colpisce alla bocca. Provo il sapore metallico del sangue, e tutto ciò a cui posso pensare è quello che dirà Mira nel suo tono più vendicativo: «Te l’avevo detto, cazzo.»

    Capitolo Due

    «Thomas!» Blocco il suo tentativo di colpirmi al pomo d’Adamo. «Che diavolo fai?»

    Per tutta risposta, mi colpisce allo stinco con un calcio. Con tutta la mia parlantina e la confusione, non ho visto arrivare il colpo e diavolo, fa male. Il misto di tradimento, incredulità e rabbia in procinto di affiorare mi intensifica il dolore.

    Quando Thomas si muove per attaccarmi di nuovo, schivo il pugno, ma qualcos’altro mi distrae, qualcosa di rilevante per il combattimento presente. Una parte di me, quella che si è risvegliata durante gli scontri fin da quando ho effettuato l’unione con Caleb, dentro la testa del maestro di arti marziali israeliano, registra che lo stile ‘interessante’ di lotta di Thomas è ispirato all’Hapkido.

    Come per confermare la mia intuizione, Thomas mi afferra il braccio mentre mi muovo per colpirlo allo stomaco e tende eccessivamente le giunture del mio gomito. A quello segue subito un’esplosione di dolore. Poi mi proietta al di sopra della sua spalla. Due classici dell’Hapkido, penso, mentre veleggio in aria.

    Mentre sto per colpire il suolo, il mondo rallenta un po’, così ho qualche speranza e provo di nuovo a effettuare la transizione nel Livello 2 della Quiete. Il mio combattimento con Thomas ha ricreato in modo perfetto le condizioni della mia ultima transizione: se atterro sulla testa, mi spezzerò l’osso del collo e morirò.

    Colpisco il terreno. L’aria mi sfugge dai polmoni di scatto, mentre atterro sulla schiena, anziché sulla testa. Chiaramente, non è successo nulla riguardo all’effettuare la transizione nel Livello 2. L’unico risultato della mia caduta è un dolore straziante al coccige.

    «Fermo, Manipolatore.» La voce di Mira è fredda e carica d’autorità. «Ora.»

    Se si stesse rivolgendo a me, prenderei seriamente in considerazione di fermarmi.

    Cerco di dire: «Ascoltala,» mentre comincio a rotolare sullo stomaco, ma ciò che mi esce è un sibilo, quando Thomas mi colpisce al fianco esposto.

    C’è uno sparo.

    Il corpo di Thomas ricade sopra di me.

    È morto? Sono diviso tra la speranza che gli abbia sparato davvero, il che fermerebbe lo scontro, e non volere che Thomas si faccia del male, perché, beh, è Thomas. Non ho ancora accettato che stia cercando di uccidermi sul serio; potrei pensare a un’altra spiegazione, se solo la gente smettesse di picchiarmi.

    Quando mi prende la testa in una morsa, mi rendo conto di essermi sbagliato – sbagliato sulla questione che lui fosse morto e sul suo stile di lotta. Questa è una manovra più dell’Aikido. L’altra cosa che so di questa presa di sottomissione è che, una volta che la stai subendo, di norma sei spacciato.

    «Darren, resta fermo,» mi dice Mira.

    Tutto ciò che riesco a fare è un grugnito di assenso. Fatto quello, fingo di avere scelto di non muovermi per obbedire alla sua richiesta.

    Spara di nuovo.

    Liquido caldo mi spruzza addosso e la presa di Thomas si allenta.

    Cerco di muovermi, ma non sono ancora pronto per quello.

    Quando Mira rimette la sicura alla pistola e poi traffica con il corpo di Thomas, fino a farlo rotolare via da me, mi sento subito più leggero.

    «Stai bene?» Mi tocca il viso con gentilezza.

    «Che aspetto ho?» le chiedo, sputando sangue. Faccio oscillare un dente con la lingua. Non è buon segno. I denti di solito sono elementi fissi, inamovibili.

    «Hai un aspetto… inquietante. Tiriamoti fuori di qui.»

    Tendendomi, per metà striscio e per metà mi giro, in modo da essere accanto a Thomas, e poi gli controllo il battito.

    C’è ancora, anche se debole. Il suo respiro è affaticato e non sono sicuro di quanto gli resti.

    «Non avresti dovuto farlo.» Lo perquisisco per cercare pistole o un indizio sul perché mi abbia attaccato, ma senza alcuna fortuna. «A meno che non esca dalla Quiete, Thomas sarà Inerte.»

    «Mi stai prendendo per il culo,» dice lei. «Preferiresti che rendesse te Inerte?»

    «No, ma…» Striscio lontano da lui, verso il mio corpo congelato.

    «Ha cercato di ucciderti, probabilmente per impedirti di sovrascrivere gli ordini di quelli che sarebbero diventati i tuoi assassini.» Fa un cenno verso i poliziotti. «Qualcosa che dovresti davvero fare, a proposito, e il prima possibile.»

    Ha ragione. Se Thomas mi avesse reso Inerte, quei poliziotti mi avrebbero sparato nel mondo reale, il che mi ricorda che ha ragione anche su un altro punto.

    Devo impedire a quei poliziotti di spararmi. Ho solo pochi istanti per effettuare la transizione fuori e di nuovo dentro. Pochi istanti che mi offrirebbero la possibilità di annullare le mie ferite, come quelle di Thomas. Le mani dei poliziotti sono abbastanza lontane dalle pistole per permettermi un simile lusso.

    Decidendo che strisciare non è abbastanza efficiente, mi alzo, anche se il movimento mi fa sentire come se fossi invecchiato all’improvviso di tre secoli.

    Mira si gira verso Thomas, si accovaccia e gli controlla il battito. Sembra scontenta con ciò che trova, e il mio cuore si stringe. Non ce l’ho fatta. È già morto, il che significa che ora è Inerte.

    Una parte di me dice: Oh, beh. Magari è la cosa migliore.

    Poi Mira si alza e gli punta contro la pistola.

    Mi sbagliavo. Deve avere scoperto che aveva ancora il battito e ha deciso che vuole farlo sparire. Lo vuole Inerte.

    Non mi è chiaro come mai io faccia quello che faccio l’attimo successivo.

    Con il corpo che mi urla per l’agonia, mi getto sul me stesso congelato.

    Ricado a un passo di distanza da lui/me. Sono certo di essermi rotto qualcos’altro, visto che il dolore è incredibile. Come lato positivo, mi sento sul punto di effettuare la transizione, ma colpisco di nuovo quel muro mentale. Se potessi scavalcarlo, raggiungerei il Livello 2. Ma in effetti, ho già colpito questo muro, prima d’ora, con zero risultati.

    Mira mi sente muovere e i suoi grandi occhi si sgranano in uno sguardo da ‘sei pazzo?’, prima di restringersi dalla comprensione.

    «Idiota,» dice, rimuovendo la sicura dalla pistola.

    Nessun Livello 2, questa volta, penso, e allungo una mano tremante, infilandola sotto i pantaloni del me stesso congelato per toccarlo alla caviglia. Sento la gamba pelosa sotto le mie dita e poi tutto il mio dolore si dissolve.

    I suoni del mondo ritornano e, nel momento successivo, dopo che effettuo per la seconda volta la transizione, tutto è di nuovo fermo.

    Sono di nuovo nella Quiete e tutte le ferite che Thomas mi ha inflitto sono scomparse, come il suo corpo malconcio e Mira.

    Mi concedo di riflettere sul fatto di non aver udito lo sparo, quindi significa che Thomas non è inerte. Evviva?

    Dibatto se attirarla dentro la Quiete con me, ma poi preferisco evitare. Probabilmente è incazzata perché le ho rovinato il piano e non voglio affrontarla ora, non finché non avrò reso la zona sicura.

    Cammino fino a dove si trovano le mie madri. Anche se sto per neutralizzare la minaccia rappresentata dai poliziotti, le Guido in modo che si buttino a terra, nel caso la mia Guida non vada secondo i piani e in caso Thomas abbia una pistola nascosta dove non sono riuscito a trovarla. Sono sicuro che non ce l’ha, visto che altrimenti l’avrebbe usata per spararmi quando mi ha attaccato, ma quando si tratta della mia famiglia tendo a essere esageratamente cauto. Per sicurezza, mi assicuro che non notino se comincia una sparatoria. Devono ignorare ogni violenza che succederà nei prossimi minuti. Non mi importa se le mie madri subiranno una lieve amnesia, la sicurezza viene al primo posto. Con un po’ di fortuna, penseranno di avere avuto la testa da un’altra parte a causa della voce monotona del prete.

    Sapendo che saranno al sicuro sul terreno, mi avvicino agli agenti in uniforme.

    Trovo due poliziotte e le Guido in modo che camminino verso di noi, si gettino a terra e coprano le mie madri con i loro corpi. Potrebbe essere davvero esagerato, ma meglio eccedere con la prudenza che rimpiangere di non averlo fatto.

    Poi mi avvicino a ogni agente e do a tutti le stesse istruzioni come Guida: Non prenderai la tua arma. Non ti muoverai da questo posto

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