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Il miliardario vuole vendetta: Harmony Destiny
Il miliardario vuole vendetta: Harmony Destiny
Il miliardario vuole vendetta: Harmony Destiny
E-book141 pagine1 ora

Il miliardario vuole vendetta: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Il noto miliardario playboy ha finalmente trovato la compagna giusta?
La giornalista di gossip Kayla Jones non può soffrire un tipo come Noah Whittaker: troppo ricco, troppo affascinante e troppo spesso privo di una splendida donna al suo braccio. L'unica nota positiva in lui è che risulta un tipo assolutamente succulento da trattare nella sua rubrica. Peccato che i piccanti articoli arrivino alle orecchie del playboy e lei si ritrovi coinvolta, senza saperlo, nel più grande scoop della stagione. Kayla e Mister Miliardo ora sono in bella mostra su tutte le copertine dei magazine nazionali. Certo, questo potrebbe aiutarla a diventare una reporter di grande fama, se solo riuscisse a scoprire cosa nasconde Noah sotto le apparenze, ma come farà a mantenersi fredda e distaccata con un maestro di seduzione come lui?
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2020
ISBN9788830507166
Il miliardario vuole vendetta: Harmony Destiny
Autore

Anna DePalo

Dopo aver vissuto in Inghilterra e in Italia, si è stabilita a New York dove, quando non scrive, esercita la professione di avvocato.

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    Anteprima del libro

    Il miliardario vuole vendetta - Anna DePalo

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Tycoon Takes Revenge

    Silhouette Desire

    © 2005 Anna DePalo

    Traduzione di Olimpia Medici

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-716-6

    1

    Era il tipo che attirava donne piacenti, agiate e abituate ad avere tutto.

    In parole povere, pensò Kayla mentre lo osservava dirigersi verso di lei, era l’uomo che la sua storia familiare le aveva insegnato a evitare.

    Noah Whittaker. Lo aveva individuato subito, quella sera, non appena era entrata in uno degli hotel più eleganti di Boston, dove si teneva un cocktail party in onore di una vecchia gloria della Formula Uno che aveva appena pubblicato la propria autobiografia.

    Le ritornò in mente il titolo dell’articolo che aveva scritto su di lui, apparso sul Boston Sentinel proprio quella mattina: «Huffy lo becca con Fluffy e lo molla. Sarà Buffy, la mangiatrice di uomini, la prossima conquista di Noah?»

    Quella storiella non doveva essergli piaciuta affatto. Ma il mestiere di Kayla non era inventarsi notizie. Tutto quello che faceva era andarne alla ricerca e renderne conto; e il signor Whittaker, da quel punto di vista, le forniva un sacco di materiale... Non per niente era diventato una presenza ricorrente sulle righe dei suoi articoli.

    Scrivere di lui era facile. Si comportava come se il mondo intero fosse un cocktail preparato apposta per lui, secco e freddo al punto giusto. Proprio come la pensava il padre biologico di Kayla.

    Quando ormai le era a pochi passi, lei cercò di non fare caso al brivido di nervosismo che le corse lungo la schiena. Non c’era niente per cui doversi innervosire.

    Sapeva benissimo che, per alcune donne, l’idea di peccato e l’immagine di Noah Whittaker andavano a braccetto, ma a lei avevano inoculato fin dalla nascita il vaccino contro gli avventurieri di quel genere. Ma doveva essere sincera. Nonostante ciò, era impossibile non provare un minimo di attrazione per un uomo così bello.

    Noah aveva i capelli folti e ispidi, di un color bronzo brunito. Era alto più di un metro e novanta e aveva un fisico da atleta. Aveva avuto una carriera breve, ma costellata di successi come pilota e ora era conosciuto come vicepresidente della Whittaker Enterprises, un insieme di società di proprietà della famiglia con sede a Carlyle, nelle vicinanze di Boston.

    L’uomo si fermò di fronte a lei. «Kayla Jones, giusto?» Fece una breve pausa, poi proseguì in tono sarcastico: «O dovrei dire Signorina Cacciapettegolezzi?».

    Kayla rispose con un sorriso ironico. Se credeva di metterla in imbarazzo, probabilmente non sapeva con chi aveva a che fare. Era abituata a trattare con gente piena di soldi e sicura di sé come Noah Whittaker e sapeva perfettamente per che verso prenderla. «È carino da parte sua ricordare il mio nome.»

    Lui fece un mezzo sorriso. «Devo ammettere che è piuttosto difficile dimenticarlo, dal momento che i suoi articoli pendono sopra la mia vita sociale come una spada di Damocle. Ma immagino che faccia parte del suo lavoro di divulgatrice di pettegolezzi al Boston Sentinel

    «Preferisco definirmi una commentatrice di costume. E comunque, se non avessi sentito questa battuta almeno un migliaio di volte, penserei che sta cercando di insultarmi.»

    Noah scosse lentamente la testa e sembrò considerare attentamente quello che aveva appena sentito. «Dipende da quello che ha intenzione di scrivere su di me. Se si tratta delle solite bugie...»

    «La informo che tutti i miei articoli sono frutto di una ricerca seria e attenta e che le mie fonti sono tutte più che attendibili.»

    «Non ne sarei così sicuro, almeno a giudicare da quello che ho letto di recente.»

    «Si riferisce per caso all’articolo che è uscito oggi?»

    «E a quello della settimana scorsa. Per non parlare di quello della settimana precedente e di quella prima ancora. Vediamo se è una lettrice attenta. Lo sa che cosa hanno in comune tutti quegli articoli?»

    Kayla si irrigidì. «Non c’è bisogno di fare del sarcasmo. So perfettamente quante volta l’ho nominata.»

    «Davvero?» le chiese lui con voce vellutata. «E sa anche che, per causa sua, Eve Bernard, o meglio Huffy, come l’ha chiamata lei, mi ha lasciato?»

    Da quello che aveva sentito, Eve non solo lo aveva lasciato, ma aveva avuto la bella idea di dargli la notizia, accompagnata da un sonoro schiaffone, davanti a diverse decine di persone, invitate a una cena di gala il sabato precedente. Ciliegina sulla torta: un fotografo del Sentinel era riuscito a riprendere tutta la scena.

    «Per causa mia?» ribatti lei in tono scettico. «E io che pensavo che fosse tutta colpa di Fluffy o meglio, Cecily... Se non mi sbaglio sono apparse sui giornali delle foto di voi due che vi baciavate di fronte al Kirkland Club

    «E sappiamo bene che una foto vale più di mille parole. Vero?» ribatté lui seccamente. «Anzi, in questo caso, più di mille bugie. Infatti, se avesse fatto qualche ricerca in più, invece di fidarsi solo di quegli scatti, avrebbe scoperto che Cecily, con quel bacio, mi ha preso di sorpresa.»

    «Che uomo fortunato!» squittì Kayla.

    Noah fece finta di ignorarla. «Vede, Cecily ha la stupida idea che, finendo sulle prime pagine dei tabloid scandalistici, la sua carriera di attrice ne possa trarre qualche beneficio. Così, nel momento in cui ha visto il fotografo del Sentinel mi si è buttata al collo.»

    «Allora, forse, dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di lasciare perdere le attrici in cerca di notorietà. E magari anche le modelle con aspirazioni intellettuali. E...» Si fermò un attimo, facendo finta di fare uno sforzo di memoria. «E, a questo punto anche le concorrenti dei reality show.»

    Noah le lanciò un’occhiata di disprezzo. «Ha qualcosa da ridire sui miei gusti personali?»

    Kayla scosse la testa. «Assolutamente, anche se mi sembra che i suoi gusti personali si limitino a: bionda, bionda platinata e bionda rossiccia.»

    «Mi sta dando del superficiale?»

    Lei annuì con un sorriso di compatimento. «Qualcosa del genere.»

    Lui scosse la testa. «Così giovane e già così acida.»

    Lei alzò le spalle, per fargli capire che il commento non le faceva né caldo né freddo. «Noi giornalisti facciamo un lavoro che ci costringe a pensare; è una cosa che consiglierei di fare anche a lei prima di scegliersi una fidanzata.»

    «Se quando scelgo una ragazza uso o no la testa, sono solo affari miei» sibilò lui.

    «Non posso che essere d’accordo.» Alzò le mani e annuì. «Comunque, giusto perché lei lo sappia, per scrivere il mio ultimo articolo non mi sono basata solo sulla foto. Ho telefonato anche a Huff... ehm, a Eve. E lei mi ha confermato che aveva deciso di lasciarla proprio in seguito all’incidente fotografico.»

    «Quando Eve le ha detto quelle cose voleva solo difendere la propria immagine pubblica. Quando io le ho spiegato che il suo articolo era pieno di falsità e chiacchiere infondate, mi ha creduto. Lei conosce benissimo la sete di notorietà di Cecily. Ma in pubblico ha preferito far credere a tutti che voleva punirmi per quello che avevo fatto.»

    Kayla fece una faccia innocente. «Lo vede, allora, che non era colpa mia?»

    «E invece lo era, eccome!» si spazientì lui. «Con la spazzatura che pubblica sul suo giornale sta rendendo la mia vita un inferno!»

    Lei alzò le spalle e fece un sorriso furbo. «Non dica così. Dopotutto il mondo è pieno di attricette disposte a sostituire Eve o Cecily. Se vuole gliene presento qualcuna.»

    «Grazie, ma faccio volentieri a meno del suo aiuto.»

    «Guardi che fa male.» Aprì le braccia con un gesto teatrale. «Potrei aiutarla a espandere i suoi orizzonti.»

    Noah alzò una mano e le afferrò un polso. Quella mossa inaspettata la fece indietreggiare di un passo. Lui si avvicinò e le puntò addosso gli occhi verdi e penetranti. «Non è che, per caso, è invidiosa delle donne che frequento? Forse vorrebbe essere una di loro» le sussurrò all’orecchio.

    «Non dica sciocchezze» ribatté lei con un sibilo.

    Per un attimo lui lasciò vagare lo sguardo sui suoi seni, poi ritornò a fissarla. «Mi sembra un po’ tesa. Come mai? Scommetto che vorrebbe una vita con un pizzico di pepe in più.»

    «No, grazie. La mia vita è condita al punto giusto. E poi mia madre mi ha insegnato a diffidare degli uomini come lei.»

    «Bene, bene» commentò Noah con una risatina grave. «Lo vede che cominciamo a scoprire gli altarini? La grande reporter è una repressa.»

    «Si può sapere perché siamo finiti a parlare di me?» Che diritto aveva di pararle in quel modo? Quell’uomo non sapeva niente di lei. Niente.

    «Lo vede?» La incalzò lui con un sorriso compiaciuto. «Lei non si fa nessun problema a ficcare il naso nella vita degli altri, ma la sua è off limits.»

    «Forse perché nella mia vita non c’è niente di così interessante come un tragico incidente d’auto durante una gara.»

    Kayla si pentì di quello che aveva detto nello stesso istante in cui finì la frase. Anche se quello che aveva davanti fosse stato l’uomo più antipatico e vanitoso del mondo, non c’era nessun bisogno di ferirlo tirando fuori la tragedia che lo aveva colpito.

    Lui si irrigidì e le lanciò un’occhiata gelida. «Sono felice che non le sia capitato niente del genere.»

    «Mi scusi» sussurrò lei dandogli le spalle e avviandosi velocemente verso l’uscita più vicina.

    Noah osservò immobile la ritirata frettolosa di Kayla. Maledizione!

    «Problemi?»

    Quando si girò si ritrovò davanti Sybil LaBreck, giornalista del Boston World.

    «Niente, niente. Un semplice battibecco tra innamorati» rispose lui in tono sarcastico.

    A giudicare dalla faccia che fece

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