La ragazza in giallo - Omicidio al porto

Di Manuel Mura

Anna Santi, giovane imprenditrice, viene uccisa nel suo yacht sotto gli occhi dei suoi due amici e colleghi Andrea Baldi e Marisa Belli. Proprio nello yacht dell'uomo viene ritrovata l'arma del delitto: ma sarà veramente lui il mandante dell'omicidio? E chi ha ucciso materialmente la donna? Un'altra indagine per Marta Martini, involontaria testimone della vicenda: riuscirà a risolverla prima che il colpevole la faccia franca?

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 16 apr 2020
• ISBN: 9788831665865

Anteprima del libro

633/1941.

Il colpevole perfetto

In quel­la bel­la se­ra­ta pri­ma­ve­ri­le c'era aria di fe­sta al por­to Lot­ti: era il com­plean­no di An­na San­ti, pro­prie­ta­ria di uno de­gli ya­cht par­cheg­gia­ti al mo­lo, non­ché pre­si­den­te di un'im­por­tan­te agen­zia na­va­le. Ed ol­tre che ric­ca era an­che una ra­gaz­za gio­va­ne e at­traen­te. Al­ta e di me­dia cor­po­ra­tu­ra ave­va ca­pel­li scu­ri ta­glia­ti cor­ti, oc­chi gri­gi pe­ne­tran­ti, un se­no pro­spe­ro­so, fon­do­schie­na ben fat­to e bel­le gam­be. Ed es­sen­do pie­na di sol­di non le man­ca­va­no abi­ti lus­suo­si, per quan­to pre­fe­ri­va ve­sti­re pra­ti­co co­me quel­la se­ra, li­mi­tan­do­si a un gi­let gial­lo con so­pra una giac­ca ro­sa e una gon­na an­ch'es­sa gial­la.

Con lei c'era­no i suoi due ami­ci, non­ché mem­bri del­la me­de­si­ma so­cie­tà da lei pre­sie­du­ta. Nel­lo spe­ci­fi­co il vi­ce pre­si­den­te An­drea Bal­di, un uo­mo di mez­za età né bel­lo né brut­to, al­to il giu­sto e pro­por­zio­na­to nel cor­po, con ca­pel­li briz­zo­la­ti cor­ti, oc­chi scu­ri co­per­ti da due spes­si oc­chia­li e ve­sti­to im­pec­ca­bi­le. Sta­va giu­sto ver­san­do del­lo cham­pa­gne su un bic­chie­re po­sto sul pic­co­lo ta­vo­lo al­le­sti­to per l'oc­ca­sio­ne, pro­prio ac­can­to al­la bel­la tor­ta di com­plean­no con scrit­to so­pra ven­ti­quat­tro.

Ma­ri­sa Bel­li in­ve­ce le sta­va por­gen­do il re­ga­lo, co­sti­tui­to da un pic­co­lo pac­chet­to bian­co che do­ve­va di si­cu­ro con­te­ne­re qual­co­sa di pre­zio­so, pen­sò la don­na. Del re­sto la sua as­si­sten­te al­le ven­di­te non­ché ca­po del per­so­na­le era sì scru­po­lo­sa ma an­che una che quan­do c'era da fa­re le co­se in gran­de non ba­da­va a spe­se.

Al­ta il giu­sto e di me­dia cor­po­ra­tu­ra ave­va ca­pel­li ca­sta­no scu­ro che cre­sce­va­no so­lo in al­tez­za, oc­chi az­zur­ri vi­va­ci e at­ten­ti su un vi­so leg­ger­men­te de­tur­pa­to dal­la boc­ca lar­ga e il na­so un po' stor­to ma com­pen­sa­to da un ot­ti­mo ab­bi­na­men­to di truc­chi e di ros­set­to scu­ro, inol­tre quel­la se­ra por­ta­va al di­to un anel­lo con in­ca­sto­na­to uno splen­di­do zaf­fi­ro.

Ve­sti­va an­che lei ele­gan­te­men­te ma non quan­to An­drea, più che al­tro per co­pri­re le for­me non trop­po pro­spe­ro­se né ben fat­te, per