Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

In fuga tra le sue braccia (eLit): eLit
In fuga tra le sue braccia (eLit): eLit
In fuga tra le sue braccia (eLit): eLit
E-book167 pagine2 ore

In fuga tra le sue braccia (eLit): eLit

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Il suo fidanzato l'ha scaricata. Il suo volo è stato cancellato. E, per non farsi mancare nulla, è assediata da stampa e paparazzi. Insomma, soltanto un'altra normale giornata per la bella ereditiera Charlotte Dumont.
Per fortuna, l'affascinante Dominic Russo è arrivato in suo soccorso, togliendola d'impiccio e offrendole persino la sua stanza d'albergo per potersi nascondere fino al mattino seguente. Charlotte è abituata ad avere il controllo della situazione e a non lasciarsi mai andare, ma forse per una volta può fare un'eccezione.
LinguaItaliano
Data di uscita4 gen 2021
ISBN9788830524415
In fuga tra le sue braccia (eLit): eLit
Autore

Anne Oliver

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Autori correlati

Correlato a In fuga tra le sue braccia (eLit)

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su In fuga tra le sue braccia (eLit)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    In fuga tra le sue braccia (eLit) - Anne Oliver

    978-88-3052-441-5

    1

    Nic Russo aveva sempre un piano di emergenza. La sterminata nube di ceneri vulcaniche, spinta dal Cile verso l'Australia meridionale, aveva già mandato in tilt il traffico aereo e ben presto tutti i voli in partenza dall'aeroporto di Melbourne sarebbero stati bloccati.

    Il suo istinto ci prendeva sempre e Nic non intendeva rimpinguare le fila dei passeggeri colti impreparati dal caos che era sul punto di scatenarsi.

    In coda per il check-in della Business Class, trovò nella rubrica il numero dell'hotel dell'aeroporto e chiamò. Quando sentì la voce familiare e un po' distratta di Kerry, sorrise. «Ciao, tesoro! Sono Nic.»

    «Ciao, Nic.»

    «Come sta andando, lì?»

    «Stanno dando tutti i numeri!»

    «Lo immagino. Penso che avrò bisogno di quella prenotazione, dopotutto.»

    «Non sei il solo. C'è una lista d'attesa lunga un chilometro.»

    «Be', ma loro non conosco la receptionist.» Sorrise. «Le conoscenze, cara Kerry...»

    «... sono tutto. Hai ragione.» Nic la sentì digitare come un fulmine sulla tastiera. «Per una persona?»

    «Dipende...» La sua voce si ridusse a un sussurro ammaliatore. «A che ora smonti?»

    La risata smorzata era intrisa di amichevole divertimento. «Sei incorreggibile, Nic.»

    «Lo so, non fai che dirmelo.» Immaginò il sorriso e sapeva che quella sera Kerry ne avrebbe riso col suo ragazzo, Steve. «Se quando finisci sono ancora bloccato qui, ti va un aperitivo di ringraziamento?»

    Mentre parlava, la sua attenzione venne catturata da una bella bruna, snella e sinuosa, in coda davanti a lui. L'aveva già notata quella mattina, sul volo da Adelaide. Aveva notato il suo profumo, proprio come ora. Francese. Costoso. Ma fresco e leggero.

    Era stato solo il profumo a catturare il suo interesse? Quelle tutte lisciate e precisine non erano il suo tipo, ma c'era qualcosa in lei. Qualcosa fuori dal tempo.

    Quel pensiero lo solleticò, ma solo per un momento. Nic non era tipo da nostalgiche stupidaggini romantiche. Non era un sentimentale, punto e basta.

    Eppure quella donna lo fece sentire proprio così. Strano! Immaginò di stare alle sue spalle, davanti a un lago, sotto un manto di stelle. Di scostarle i capelli dalla nuca e posare le labbra sul suo collo, poi...

    «Mi piacerebbe» disse Kerry, riportandolo nel terminal rumoroso. «Ma con tutto quello che sta succedendo, non so quando riuscirò a staccare.»

    «Non preoccuparti, so che hai da fare. Credo che ci vedremo lì tra poco, comunque. Ciao.»

    Concluse la chiamata con gli occhi sempre fissi sulla nuca della donna. Scacciando le strane sensazioni che gli aveva evocato, cercò di studiarla da un punto di vista puramente oggettivo. Una collana di perle?

    Quale donna indossava delle perle, oggi, se non doveva partecipare a un ricevimento importante?

    Lo sguardo di Nic si posò sulle spalle, strette in una giacca anonima, che completava la gonna al ginocchio, tesa sul fondoschiena rotondo. Una piccola concessione alla femminilità. Sentì una vampata di calore assai imbarazzante. Avrebbe partecipato anche a un ricevimento, se fosse stato sicuro di potersela portare a letto subito dopo...

    Ricevimenti? Perle? Diavolo! Se trovava eccitanti cose del genere, la sua libidine aveva bisogno di una messa a punto urgente. In fondo era a secco da due mesi.

    In aereo, l'aveva vista seduta nella fila dietro di lui, al di là del corridoio, con le mani rigidamente intrecciate in grembo, la cuffia sulle orecchie e gli occhi chiusi. Aveva notato che non portava anelli alla sinistra, ma ne aveva uno pesante e antiquato sulla destra. Gli era sembrata a disagio. Forse aveva il suo stesso problema? Sapere di essere sigillato in un'affusolata lattina volante aveva su di lui un terrificante effetto claustrofobico, ma era un male necessario, nella sua vita.

    Osservare quella donna era servito a distrarlo. L'isolamento in cui si era rinchiusa gli aveva dato modo di voltarsi spesso a guardarla, domandandosi se le labbra fossero morbide e dolci come sembravano e che faccia avrebbe fatto se, aprendo gli occhi all'improvviso, lo avesse sorpreso a fissarla.

    Sorrise sotto i baffi, mentre la fila avanzava di un passo. Sì! Quello era più nelle sue corde. L'eccitazione della caccia, della conquista. Temporanea, ovviamente. Niente stupide promesse romantiche per tutta la vita.

    Quindi anche lei stava andando alle Fiji con un volo Tabua Class. Non aveva l'aspetto della donna d'affari, con quel completo che diceva non guardatemi, ma non sembrava nemmeno una turista. Forse l'avrebbe ritrovata nel sedile accanto al suo. Così avrebbe avuto qualche ora per scoprire di che colore aveva gli occhi e se c'era una donna appassionata dietro quell'aspetto così inamidato.

    Ammesso che l'aereo riuscisse a decollare.

    La donna si avvicinò al banco e posò sul nastro trasportatore una valigia griffata. Un momento dopo, Nic la vide allontanarsi, nascosta dietro un paio di occhialoni da sole. Forse era una celebrità, pensò quando fu il suo turno. Chiunque fosse, non l'aveva riconosciuta.

    Procedette verso la dogana senza riuscire a distogliere gli occhi dal magnifico fondoschiena, pochi metri davanti a lui. Scordatela, Nic. Non è il tuo tipo. Ma il suo corpo non la pensava così, quindi si fermò a leggere il tabellone delle partenze. Durante il volo, doveva pensare a delle soluzioni tecniche per il gioco interattivo che stava ideando, non fantasticare su una sconosciuta. Che non era nemmeno il suo tipo.

    Si era appena mosso, quando la vide tra la folla. Tutti i pensieri di natura carnale svanirono di colpo. Il famoso reporter di un giornalaccio di gossip le si era parato davanti. Lei scrollava la testa e cercava di svicolare, ma l'uomo, due volte più grosso di lei, la teneva sotto scacco con fare intimidatorio.

    Nic sentì una fitta allo stomaco. Era come se stesse rivivendo scene della sua infanzia. Ora, come allora, nessuno accorreva ad aiutarla. A nessuno importava, nessuno voleva essere coinvolto.

    Non poteva permetterlo! Si mise in spalla il suo borsone da viaggio molto vissuto e si mosse, con i pugni stretti. Non poteva restare a guardare mentre quel bullo la faceva franca.

    «Mi lasci in pace!» la sentì dire. Teneva una mano aperta davanti al viso e cercava inutilmente di passare. «Le ho detto che mi ha scambiata per un'al...»

    «Eccoti, finalmente!» Nic disse la prima cosa che gli saltò in mente. «Ti ho cercata dappertutto.» Le mise la mano sulla spalla e la voltò verso di sé.

    Sembrava pallida e terribilmente fragile. Da vicino, il suo profumo era ancora più sensuale. Dannazione, di che colore erano gli occhi, dietro quelle lenti nere?

    Continuò a fissarla sperando che gli leggesse in viso che non rappresentava un pericolo. «Levati dai piedi, tu!» disse al reporter. «Te lo ha già detto, l'hai scambiata per un'altra!»

    Charlotte sbatté le palpebre. Un secondo prima stava negando la sua identità e ora si trovava in balia di un muscoloso sconosciuto vestito di nero, che doveva averla scambiata davvero per un'altra!

    Due mani forti le si strinsero in vita e una voce profonda mormorò contro la sua guancia. «Fidati di me e stai al gioco.»

    Il cuore le batteva all'impazzata. Non avrebbe potuto liberarsi in nessun modo. In una mano stringeva la borsa da viaggio, nell'altra i documenti e le braccia dell'uomo erano come sbarre ai suoi lati. Ma sbarre protettive più che restrittive, pensò.

    Era come se quell'uomo sapesse che era appena uscita da uno scontro con la stampa e non voleva affrontarne un altro. Quindi, afferrò il salvagente che le stava lanciando. «Mi ero persa... orsacchiotto» piagnucolò, sforzandosi di sorridere.

    A quelle parole, Nic sollevò le sopracciglia, poi annuì e ricambiò il sorriso complice, facendole scivolare le mani sulla schiena.

    E prima che Charlotte potesse respirare, la bocca dell'uomo era già sulla sua. Tenera ma implacabile. Fidati di me e stai al gioco. Risentì la sua voce calda e virile accarezzarle la pelle.

    Mentre le labbra si facevano più esigenti, le voci intorno sembrarono sfumare in un borbottio lontano e indistinto. Certo che quel tizio sapeva baciare. Da un remoto angolo del cervello le giunse voce che non lo conosceva nemmeno, ma anziché scappare a gambe levate, ricambiò il suo bacio.

    Lui la strinse più forte, prendendo completamente il controllo. Charlotte aveva la sensazione di cadere e di volare nello stesso istante. Non aveva mai sperimentato niente di simile in tutta la vita. Il gracchiante annuncio degli altoparlanti arrivò del tutto incomprensibile, attraverso la nebbia che le albergava nella mente.

    Lui abbassò le mani sui suoi fianchi e la tirò contro di sé. Quando le loro cosce si toccarono, Charlotte venne invasa da una vampata di calore.

    Un gemito le salì alle labbra. Era duro come roccia. Dappertutto. La faceva sentire morbida, femminile, senza ossa e si abbandonò contro il suo corpo.

    Quando l'uomo sollevò la testa, Charlotte si lasciò sfuggire un lamento frustrato. «Mi sei mancata anche tu, tesoro» le disse con un sorriso complice.

    «Mmh.» Le sembrava di essersi appena svegliata da una trance. Si rese conto di aver trattenuto il respiro e inalò a fondo la fragranza sconosciuta e speziata del suo profumo. Alzò il viso per guardarlo.

    I suoi occhi... Notò solo in quel momento quanto fossero scuri. Affascinanti, irresistibili. Il tipo di occhi nei quali ci si poteva perdere, dimenticando per sempre la strada del ritorno. Intensificò la presa sulla sua borsa da viaggio. «Io...»

    L'uomo le posò un dito abbronzato sulle labbra. Guardò oltre le sue spalle e le segnalò con lo sguardo che il reporter era ancora lì, in agguato. «Faremo meglio a muoverci» disse. «Qui sta per scoppiare un pandemonio.» Le mise una mano sul braccio e la trascinò verso l'uscita.

    «Aspetta un attimo!» protestò, puntando i piedi. Quella faccenda le stava sfuggendo di mano troppo in fretta. «Dove mi stai portando? Cosa succede?»

    «Ssh» le sussurrò. «Non hai sentito l'annuncio? Tutti i voli sono bloccati fino a domani mattina.» Strinse la presa, ma non tanto da sembrare minaccioso. «Andiamo all'hotel dell'aeroporto.»

    No, pensò Charlotte, non l'aveva sentito l'annuncio. Era stata troppo impegnata a baciarlo. A sentire le mani sui fianchi, le labbra esperte che si muovevano sulle sue, come se fossero amanti da tempo...

    E dire che non sapeva nemmeno il suo nome.

    Lei arrossì fino alla radice dei capelli. «Aspetta... Ehi, aspetta! Io non...»

    «Preferisci restare qui a fare da bersaglio?» La guardò, con aria interrogativa.

    No. Proprio no. Per quanto folle fosse, forse era meglio rischiare con il signor Labbra di Fuoco.

    Nic le afferrò la mano e la trascinò via, interrompendo le sue riflessioni. «Il tuo stalker ci sta seguendo. Non voltarti.»

    Un brivido gelido le corse lungo la schiena. Cercò di stare dritta e darsi un contegno, ma era difficile con le ginocchia molli come budini. «Che ne sai?»

    «So come ragionano, quelli.» Arrivarono all'uscita, circondati da una folla vociante. «Aspetta di vedere se il nostro slancio amoroso si è esaurito.»

    «Ma la mia valigia...»

    «È già stata imbarcata. Dovrai arrangiarti con quello che hai nel bagaglio a mano.»

    Si inoltrarono nell'uggioso tardo pomeriggio invernale. Molti, che non avevano ancora saputo della chiusura dell'aeroporto, stavano entrando nel terminal. Per contro, una lunga fila di passeggeri in ritirata aspettava un taxi lungo il marciapiede del parcheggio.

    Nic la guidò verso la passerella panoramica, che portava ai parcheggi coperti e all'hotel dell'aeroporto. «Sono sicura che l'abbiamo convinto» protestò. Ma come ho fatto a lasciarmi trascinare in questa farsa? Io, Charlotte Dumont?

    «Convinto, dici?» Si fermò e abbassò gli occhi per guardarla, con il solito sorriso complice sulle labbra. I suoi occhi scintillavano. Forse il sole era uscito per un secondo dalle nuvole. «Credo che dovremmo dargli un'altra prova. Per essere sicuri» le disse. Prima che lei potesse ribellarsi, afferrò gli occhiali da sole e glieli tolse. «Oh!» mormorò.

    Charlotte sollevò il mento per guardarlo. «Ti aspettavi che fossero azzurro cielo o verde prato? Viola, alla Taylor? Ti ringrazio per l'aiuto» si affrettò a dire, prima che si lasciasse andare a qualche complimento di cui non aveva nessuna voglia. Aprì la borsa e ci

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1