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Il segreto del confessionale
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E-book240 pagine3 ore

Il segreto del confessionale

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Info su questo ebook

La scomparsa di un brillante ricercatore farmaceutico travolgerà la tranquilla esistenza di un parroco francese precipitandolo in un vortice di paure. Due morti eccellenti avvenute in rapida successione spingeranno ancora una volta il maggiore Gamondo, suo cugino Martino e il fidato brigadiere Sergio Vrenna a riprendere le indagini sul commercio di organi portato avanti sfruttando il traffico dei migranti. Gli sviluppi delle investigazioni condurranno Vrenna e Martino prima in Spagna e poi nel nord della Francia dove, tra molti pericoli, si troveranno a fare i conti con una serie di reticenze e di depistaggi. Seppur frenato dai suoi problemi fisici, quando sarà il momento di mettere la parola fine alla turpe storia, Umberto Gamondo ne diventerà il protagonista.
LinguaItaliano
Data di uscita15 mag 2019
ISBN9788896608814
Il segreto del confessionale

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    Anteprima del libro

    Il segreto del confessionale - Ugo Moriano

    casuale.

    Capitolo 1

    Domenica 14 maggio 2017

    In quel tardo pomeriggio di maggio a Toledo faceva piuttosto caldo e il sole, ancora alto sull’orizzonte e non offuscato da alcuna nuvola, irradiava con i suoi raggi i tetti delle case come se avesse voluto offrire agli occupanti un torrido anticipo dell’estate in arrivo.

    Il cardinale Rafael Torres Velasquez da alcuni minuti era uscito sotto il porticato del terrazzo coperto che cingeva due lati della sua abitazione al secondo piano di un edificio trecentesco situato nel cuore della città. Passeggiava pensieroso con le mani congiunte dietro la schiena, cercando una soluzione indolore a una piccola crisi legata ai rapporti personali tra un paio di presbiteri della cattedrale. Pur avendo ormai compiuto ottantatré anni ed essendo da diverso tempo privo di ogni carica operativa all’interno di Santa Madre Chiesa, era rimasto l’indiscusso punto di riferimento spirituale per quella diocesi castigliana che aveva guidato con mano ferma per oltre quattro lustri.

    Si detestano da anni e ormai la loro convivenza è quasi impossibile considerò mentre ritornava verso la portafinestra da cui era uscito. La soluzione più giusta sarebbe quella di allontanarli tutti e due da questa parrocchia, ma Alejandro è inamovibile e non sarebbe giusto punire solo Florinio, che poi è quello che ha meno colpe. Proverò a parlargli un’ultima volta, poi se non capiranno farò in modo che abbiano a pentirsene.

    Il ginocchio sinistro, con un’improvvisa fitta molto dolorosa che lo fece zoppicare, gli ricordò che le sue vecchie cartilagini erano ormai completamente logore e dovette trattenere una smorfia mentre si fermava appoggiando entrambe le mani sulla balaustra in cotto.

    Dovrei chiamare Sebastian e chiedergli una nuova infiltrazione.

    Il pensiero dell’ortopedico gli riportò alla mente la sua insistenza perché si facesse operare e questo lo indispose al punto di decidere ancora una volta di soprassedere per qualche tempo. Il suo sguardo, attraverso le lenti polarizzate degli occhiali, si appuntò sulla parte posteriore della cattedrale e immediatamente il suo animo si rasserenò.

    Molti, soprattutto i turisti, si soffermavano ad ammirare solo la facciata gotica di Santa María de Toledo che domina Plaza del Ayuntamento con i suoi tre portali tra i quali spicca per magnificenza il grande arco a sesto acuto con sei archivolti della Puerta del Perdón. Lui invece amava contemplare la prospettiva opposta, quella che si apriva di fronte al suo terrazzo. I fianchi e il retro dell’edificio, con il loro sistema di contrafforti ad archi rampanti che salivano a puntellare e sorreggere la chiesa fino al cleristorio, da sempre gli sembravano una perfetta rappresentazione degli ordini sacerdotali che con la loro opera sostenevano la fede.

    – Eminenza.

    – Dimmi, Aitana. – Il cardinale si voltò verso la suora che si era affacciata sul terrazzo. – Il generale Fernández Rodríguez desidererebbe parlarle.

    – È al telefono?

    – No, è venuto di persona. L’ho fatto accomodare nel salone.

    – Hai fatto bene. Per favore, digli che lo raggiungo subito. Gentilmente potresti portarci la bottiglia del Porto e due bicchieri?

    Una volta solo, gettò un ultimo sguardo alla Catedral Primada, si fece il segno della croce e poi, appoggiando con precauzione la gamba sinistra, ritornò in casa.

    – Aurelio, che piacere vederti! Sei stato davvero gentile a passare a farmi visita – disse entrando nel salone con un sorriso e protendendo la mano.

    – Eminenza, mi scuso per non essermi fatto preannunciare – salutò l’alto ufficiale chinandosi a baciare l’anello.

    – Nessun problema, è sempre un piacere rivederti. Però siamo nella mia casa, non in cattedrale, quindi non costringermi, come ogni volta, a chiederti di chiamarmi per nome. Vieni, sediamoci, così possiamo parlare con tranquillità.

    Il generale cedette il passo al prelato e si sedette solo dopo che questi si fu accomodato su una delle sedie intorno al tavolo, una vera opera d’arte scolpita in legno di ulivo. Si trovava esattamente al centro dell’ampio locale dalle pareti ricoperte di pannelli di cedro intarsiati con immagini religiose che sembravano affondare fin nel pavimento di marmo Rojo Alicante.

    Da una delle porte che si affacciavano nel salone comparve suor Aitana con in mano un vassoio d’argento su cui aveva appoggiato due calici di cristallo di Murano e una bottiglia di Porto. Dopo aver disposto il tutto accanto a loro, la religiosa lasciò il locale.

    – Faccio io. Noi anziani preti siamo dei veri esperti nel riempire calici – disse sorridendo il cardinale mentre versava il liquido ambrato nei bicchieri.

    – Mi svelerai mai dove acquisti questo incredibile Porto tawny invecchiato oltre cinquant’anni? – domandò il generale dopo averlo sorseggiato. – Ho svolto tutte le possibili indagini, eppure non sono riuscito a scoprirne la provenienza.

    – Ho forse mai detto che lo acquisto? – Lo sguardo di Rafael Torres assunse un’espressione divertita. – Ci sono molti modi per acquisire benemerenze presso la veneranda istituzione che umilmente servo, e questo Porto potrebbe essere una di esse. Ci fumiamo un sigaro?

    Presero entrambi uno dei vitolas conservati in una scatola di legno appoggiata sul tavolo e si concessero qualche istante per accenderli.

    – Rafael, il Porto è squisito e i tuoi sigari riconciliano un poveruomo con la vita, ma come puoi ben immaginare non sono venuto da Madrid solo per godermi queste delizie.

    Il cardinale non commentò e continuò a fumare come se non avesse sentito le parole del generale della Guardia Civil che era seduto al suo fianco.

    – Il ventuno di aprile scorso, grazie al tuo prezioso interessamento, l’intervento del capitano Miguel Angel Molina e dei suoi uomini del Grupo de Acción Rápida ha permesso di porre in salvo un brigadiere italiano e la ragazza che aveva con sé, ma ciò ha attirato su di noi una serie di reazioni spiacevoli che con difficoltà sto cercando di placare. – Il generale appoggiò il sigaro sul portacenere d’argento e prese in mano il bicchiere con il Porto. – Il carabiniere è andato a stuzzicare un vero vespaio e forse ancora adesso non ha idea della portata del suo gesto. Naturalmente a noi non è mai pervenuta alcuna lamentela ufficiale, ma molti pezzi grossi si sono dati un gran daffare per renderci la vita difficile. Liam Huber, il proprietario della villa dove si dice siano stati fatti sbarcare i ragazzi africani, è solo il personaggio meno importante di tutta quella congrega.

    – Aurelio, non mi stai dicendo nulla di nuovo. La Chiesa sa sempre molto di più di ciò che può permettersi di palesare. – Il tono del cardinale lasciò trasparire una nota di fastidio. – Ma, visto che siamo qui per parlare, vorrei porti una domanda oziosa di cui entrambi conosciamo già la risposta: com’è stato possibile che un immondo traffico di giovani destinati a un orribile destino abbia potuto essere scoperto solo dalle indagini fatte a titolo personale da un maggiore e un brigadiere dei carabinieri italiani? In questi decenni di repubblica, la Guardia Civil si è imbolsita? Un tempo non sarebbe mai accaduto!

    – Tutti abbiamo dei limiti difficili da superare – rispose piccato il generale tornando ad assaporare il sigaro. – Anche voi, che pure servite una grande potenza millenaria, non mi pare che abbiate combattuto con la giusta ferocia quanto sta accadendo ai giorni nostri.

    – Ancora un po’ di Porto? – Rafael cercò di smorzare la tensione che rischiava di montare tra lui e il suo vecchio amico.

    – Perché no? In fondo non mi capita tutti i giorni di bere un simile tawny.

    I due, posati i sigari, sorseggiarono il vino liquoroso.

    – Ti sei avvicinato pericolosamente a un limite che per nessuno di noi è saggio superare. – Aurelio Fernández decise di affrontare di petto il motivo della sua visita. – Entrambi siamo troppo vecchi per cercare di cambiare il mondo. Io tra sei mesi andrò in pensione e non vorrei dover terminare la mia lunga carriera piangendo un amico che mi è caro.

    – Siamo davvero a questi punti? – Per la prima volta in vita sua Rafael era rimasto sorpreso dalle parole del suo amico militare.

    – Naturalmente non lo so, ma quando si va a creare difficoltà a grandi organizzazioni malavitose internazionali, nessuno, forse neppure il Papa, è completamente al sicuro. Quindi, mi raccomando, considera chiusa la tua esperienza con i carabinieri italiani e qualora cercassero di coinvolgerti nuovamente, digli che non puoi fare nulla per loro e tronca ogni rapporto.

    Una coppia di tortore calò all’ombra del terrazzo mentre la luce del giorno iniziava a volgere verso quel colore dorato che nelle giornate serene preannuncia il tramonto. Rafael le osservò aggirarsi al di là della portafinestra, quasi fossero indecise se avventurarsi all’interno della stanza o restare, più al sicuro, fuori. Il suo sigaro era rimasto sul posacenere e si era spento.

    – Aurelio, sei stato davvero gentile a esporti per venire ad avvisarmi.

    – Rafael, noi due siamo amici, giusto?

    Sì, ma fino a che punto? si domandò il cardinale alzandosi e mettendo così fine al loro incontro.

    – Hai ragione, siamo amici – disse quindi porgendogli la mano con l’anello. – Pregherò per te e per la tua famiglia.

    La porta d’accesso al salone si aprì e comparve Aitana.

    – Ah, quasi mi dimenticavo. – Il generale si fermò sulla soglia e si volse verso l’anziano prelato. – Da oggi durante i loro giri di pattuglia un paio d’auto della Guardia Civil passeranno a controllare che qui intorno sia tutto tranquillo. Mi raccomando: se noti qualcosa di anomalo, chiamami immediatamente.

    Rafael annuì e il suo ospite lasciò la stanza. La suora ricomparve dopo pochi attimi e rimase in silenziosa attesa accanto alla porta.

    – Grazie, Aitana. Per ora non ho bisogno di nulla. Finirò di fumare il sigaro e berrò ancora un dito di Porto.

    La donna se ne andò. Il cardinale rimase qualche istante a fissare il vano della porta.

    Sessantanove anni compiuti il mese scorso e da trentasette è al mio servizio. Rafael si sedette nuovamente, riaccese il vitolas e si versò ancora un po’ di Porto. In tutto questo tempo non mi ha mai chiesto nulla per sé o per i suoi familiari. È davvero una persona notevole. Aspirò un paio di boccate e assaporò l’aroma del sigaro con gli occhi socchiusi. Il buon Aurelio senza il mio aiuto non sarebbe mai arrivato a occupare una posizione così importante nella Guardia Civil.

    Lui e il padre del generale, morto nel 1974, erano stati molto amici e avevano anche collaborato, ognuno nel proprio ruolo, a mantenere l’ordine costituito durante la complicata parte finale della dittatura franchista.

    A volte abbiamo dovuto fare scelte davvero difficili che oggi pochi comprenderebbero. Ancora adesso, a distanza di decenni, alcune assoluzioni gravano come macigni sul mio animo. Allora era molto difficile decidere quale fosse il bene di tutto un popolo nella prosecuzione della sua storia, ma ho sempre cercato di fare del mio meglio.

    Rafael, nei momenti in cui era più pessimista per la salvezza della propria anima, continuava a ripetersi che nel 1953 pure il papa aveva concesso a Franco l’Ordine supremo del Cristo, massima onorificenza vaticana. Dopo aver terminato il Porto, si alzò e mentre Aitana faceva silenziosamente ritorno nella stanza, lui, con le mani incrociate dietro la schiena e il sigaro stretto tra i denti, ritornò sul terrazzo ad ammirare la sagoma della sua cattedrale.

    Aurelio, tuo padre prima di morire mi ha chiesto di pensare a te che eri appena diventato un ufficiale proprio mentre si annunciavano tempi nuovi e incerti. Io così ho fatto per tutti questi anni, ma tu adesso da che parte stai?

    Capitolo 2

    Lunedì 15 maggio 2017

    Il cardinale, camminando con attenzione, raggiunse la panchina in riva al Tago e si sedette con un sospiro di sollievo. Erano le otto di mattina e a quell’ora, come sempre, non c’era nessuno a insidiare la sua tranquillità. Non molto distante, l’antico ponte di San Martino, con le sue campate in pietra protette dalle due torri, attraversava il corso d’acqua facendo da schermo al successivo moderno ponte stradale.

    Per raggiungere quella momentanea oasi di pace, Rafael, dopo aver assistito alla messa delle sette in cattedrale, aveva chiesto a uno dei presuli più giovani di accompagnarlo in auto per poi venirlo a riprendere quando sarebbe stato il momento. Quel giorno era toccato a Thomas, che in passato aveva già svolto molte volte quell’incarico. Il cardinale si voltò verso la strada e fece un cenno a cui il giovane rispose a sua volta sollevando una mano per poi rientrare in auto e prendere la via per il centro della città.

    Come di consueto, dopo essersi accertato che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, Rafael appoggiò i gomiti sulle gambe e il mento sulle mani congiunte, poi socchiuse gli occhi fino a ridurli a una semplice fessura. Il suo sguardo si fissò sul fiume e vi rimase incollato. Osservando lo scorrere dell’acqua, ogni volta iniziava le proprie meditazioni pensando al fatto che le sue molecole erano una perfetta rappresentazione della vita umana. Pure loro uscivano da un grembo, si incanalavano in un flusso che le conduceva ad affrontare molte prove e infine, una volta giunte nel mare, grazie all’evaporazione assurgevano al cielo. Da sole erano nulla e praticamente non lasciavano traccia del proprio passaggio, ma tutte insieme scavavano montagne, creavano valli, plasmavano la terra. Così accadeva per gli uomini perché, nonostante si illudessero sempre di forgiare il proprio destino, presi singolarmente avevano poca forza e, una volta morti, si dissolvevano inesorabilmente nell’oblio, ma tutti insieme formavano invece il grande fiume della storia che, partito dalle buie caverne, era arrivato sino a noi.

    Quando esprimeva in pubblico questi concetti, qualcuno degli ascoltatori provava a controbattere dicendo che ci ricordiamo ancora di Giulio Cesare, Alessandro Magno, Leonardo da Vinci o Maometto Secondo che conquistò Costantinopoli, ma lui obiettava che mille o duemila anni non sono che un breve istante rispetto alla storia del nostro mondo. Tra diecimila o centomila anche i loro nomi sarebbero svaniti nel nulla, come se non fossero mai esistiti.

    Mentre ripensava a quelle discussioni, iniziò a percepire la presenza e la voce di Dio.

    Rafael era un vero credente. Fin da ragazzino aveva avuto il dono della fede e, seppur fosse stata messa alla prova varie volte dalle tristi vicende umane, non l’aveva mai persa e neppure sentita vacillare. Una volta consacrato sacerdote, si era sempre impegnato a svolgere al meglio il proprio magistero, senza mai dimenticare che tutti siamo esseri umani e dobbiamo convivere con le nostre debolezze. Dalla sua parte c’era una forza suprema di cui non dubitava mai e questa presenza a volte si faceva sentire aiutandolo nelle scelte o indicandogli la via. Incredibilmente non l’aveva mai avvertita all’interno delle chiese, ma solo negli spazi aperti e così da oltre vent’anni la veniva a cercare, come aveva fatto quel giorno, in riva al Tago.

    Seduto sulla panchina, iniziò a recitare sottovoce l’atto di fede:

    Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo tutto quello che tu hai rivelato...

    Tutto ciò che lo circondava iniziò a farsi più sfocato, i suoni erano diventati attutiti, distanti, il fiume sembrava aver rallentato la sua corsa fino quasi a fermarsi e poi, come tante altre volte, Dio gli concesse la grazia di sentirlo. Naturalmente Egli non gli parlava con voce umana e non era neppure un’immagine che si palesava in tutto il proprio splendore. Rafael era fermamente convinto che quando a qualcuno accadeva di vedere la Madonna o uno dei tanti santi, spesso era solo vittima dei subdoli giochi che faceva Satana per attrarre a sé gli uomini. Il demonio quasi mai si mostra per quello che è, ma spesso si spaccia per un emissario divino, cercando così di far leva sullo smisurato amor proprio delle sue vittime che, orgogliose e gratificate per essere state prescelte, diventano i suoi strumenti di dannazione. Il Signore invece, salvo rarissimi casi eccezionali, non proferisce verbo, ma offre sensazioni o premonizioni che al momento giusto aiutano il prescelto a fare le giuste valutazioni.

    Quella mattina però Rafael, seduto in riva al Tago, ebbe un presagio di morte: la sua morte. Nel momento in cui ebbe raggiunto quella consapevolezza, Dio lo lasciò e lui riprese cognizione del mondo che lo circondava. Il sole inondava la sua panchina, ma lui stava tremando. Anche il rumore del fiume gli provocò fastidio, come pure trovò stridulo il canto di un merlo che si era posato su un basso cespuglio accanto alla sponda. Senza perdere altro tempo, prese il telefono e chiamò Thomas, poi lasciò la panchina e iniziò a ripercorrere il sentiero che lo avrebbe portato sulla strada. Era molto scosso e questo lo sconcertava. In fondo, una volta raggiunta e superata la soglia degli ottant’anni, anche se godeva di buona salute, aveva iniziato a considerare seriamente la possibilità di morire e non l’aveva mai temuta perché sapeva di essere nel grembo della Fede, ma quell’illuminazione inaspettata lo stava turbando molto più del previsto.

    Mi sento bene. Le ultime analisi non hanno segnalato nulla di anomalo, quindi come accadrà? pensava mentre attendeva l’arrivo della vettura. Un ictus? Un infarto? Un incidente?

    Tra tutti quei dubbi aveva una sola certezza: Dio gli aveva preannunciato che a breve sarebbe morto e così sarebbe stato. In passato gli era già capitato di provare le stesse sensazioni riguardo ad altre persone e non si era mai sbagliato.

    Devo nuovamente confessarmi.

    Si confessava tutti i giorni e praticamente non aveva mai nulla di

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