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Raffaello tragico e metafisico
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E-book65 pagine44 minuti

Raffaello tragico e metafisico

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Raffaello Sanzio (Urbino, 28 marzo o 6 aprile 1483 – Roma, 6 aprile 1520) è stato un pittore e architetto italiano, tra i più celebri del Rinascimento. Considerato uno dei più grandi artisti d'ogni tempo, la sua opera segnò un tracciato imprescindibile per tutti i pittori successivi e fu di vitale importanza per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire, dando vita tra l'altro a una scuola che fece arte "alla maniera" sua e che va sotto il nome di manierismo.

Pierfranco Bruni è nato in Calabria. Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all'Estero, è presidente del Centro Studi “Grisi”.
Ha pubblicato libri di poesia (tra i quali "Via Carmelitani", "Viaggioisola", “Per non amarti più", "Fuoco di lune", "Canto di Requiem"), racconti e romanzi (tra i quali vanno ricordati "L'ultima notte di un magistrato", "Paese del vento", L’ultima primavera", “E dopo vennero i sogni", "Quando fioriscono i rovi"). Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D'Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro. Numerosi sono i suoi testi sulla letteratura italiana ed europea del Novecento.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e si considera profondamente mediterraneo. Ha scritto, tra l'altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo", giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

Il testo ha visto la curatela di Stefania Romito.
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita21 apr 2020
ISBN9788835812753
Raffaello tragico e metafisico

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    Anteprima del libro

    Raffaello tragico e metafisico - Pierfranco Bruni

    ombre

    Da Leonardo a Raffaello

    Charles Baudelaire ebbe a scrivere:

    " Leonardo da Vinci, specchio profondo e cupo,

    in cui degli angeli incantevoli, dal dolce sorriso

    carico di mistero, appaiono all'ombra

    di pini e ghiacciai che cingono il loro paese!"

    La seduzione è il cerchio magico nel cuore che si sposta tra gli sguardi e diventa attrazione. Quando si prende consapevolezza che L’età, che vola, discorre nascostamente, e inganna altrui; e niuna cosa è più veloce che gli anni, e chi semina virtù, fama raccoglie (Leonardo da Vinci), tutto diventa infinitamente possibile.

    Quando la cultura scientifica si lega a quella umanistica, il percorso della ricerca diventa onto-metafisico. In un tale contesto è il Rinascimento che ha maggiormente esplorato gli intagli del cielo, della terra, del fuoco, dell’acqua e del vento. Questo significa che è necessario saper ascoltare e percepire. Da Leonardo a Raffaello il viaggio diventa estasi.

    Saper ascoltare significa possedere, oltre al proprio, il cervello degli altri, oppure: La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca, ovvero Leonardo da Vinci.

    Leonardo di ser Piero da Vinci era nato ad Anchiano il 15 aprile del 1452. Muore ad Amboise il 2 maggio del 1519.

    Il pensiero di Leonardo offre una visione dell'uomo nella sua centralità rinascimentale in cui la scienza e la metafisica sono processi dialoganti. La dimensione dello sguardo è una proposta che riesce a essere non solo profetica ma culturalmente rivoluzionaria.

    Dalle scienze alle arti e dalla filosofia alla letteratura, Leonardo resta sempre un innovatore e un inventore alla cui base il riferimento rimane l’idea. Leonardo: La sapienza è figliola della sperienza. Non appena nasce la virtù, nasce contro di lei l’invidia, e farà prima il corpo a perdere la sua ombra che la virtù la sua invidia.

    Il pensiero di Leonardo è rivoluzionario a cominciare dalle tensioni sul concetto di tempo e di spazio. Tempo e spazio sono e saranno il viaggio labirintico di Raffaello.

    Nel Rinascimento unificatore delle attività umane, arte significò scienza, arte significò verità di vita: vi prese figura e grandezza Leonardo, assuntore dell’epico sforzo dell’arte italiana per la conquista dell’universale: lui che contrappose entro di sé l’ondeggiante sensibilità dell’artista alla profonda ragione dello scienziato, lui poeta e maestro, così in A. venturi, L’arte di Leonardo, in Enciclopedia italiana, XX, 1934.

    È proprio la lettura dello spazio che innerva una ricerca tra l’esistente e la progressione di futuro. Sul limite della eresia ha sempre saputo usare l’elemento scientifico applicato alla interpretazione.

    Le sue opere costituiscono la centralità della ricerca della bellezza. Non solo la Gioconda.

    Nelle rappresentazioni delle madonne insiste una visione chiaramente femmina in cui la ricerca della bellezza è l'incontro tra il religioso e la sensualità. Un processo artistico in cui il sopravvento non è più medioevale ma prettamente rinascimentale. Il Rinascimento come proiezione dello sviluppo tra l’umano ancestrale e il divino greco-romano. Si pensi alle Vergini. Quella della roccia sulla quale Gabriele D’Annunzio fonda la percezione del suo romanzo Le Vergini delle Rocce e ogni atmosfera ha la bellezza e l’eleganza rinascimentale di Leonardo. Tutto il romanzo del 1895 di D’Annunzio è imperniato su Leonardo. Io farò una finzione, che significherà cose grandi. Ogni sezione del romanzo ha l’apertura leopardiana. Ma D’Annunzio scriverà anche sulla Leda e una tragedia per Eleonora Duse dal titolo La Gioconda, risalente al 1910.

    Leonardo anticipa tanto D’Annunzio. Sembra dire a D’Annunzio: Chi ha provato il volo camminerà guardando il cielo, perché là è stato e là vuole tornare, Una volta aver provato l’ebrezza del volo, quando sarai di nuovo coi piedi per terra, continuerai a guardare il cielo.

    Eleonora Duse diceva dei suoi personaggi portati in teatro: "Le donne delle mie commedie mi sono talmente entrate nel cuore e nella testa che mentre m’ingegno di

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