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Amanti per la vita
Amanti per la vita
Amanti per la vita
E-book58 pagine40 minuti

Amanti per la vita

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Info su questo ebook

Le muse ispiratrici di Pirandello e D'annunzio, Marta Abba e Eleonara Duse, e il loro legame spirituale e poetico con i due grandi della letteratura italiana, raccontato in profondità da Pierfranco Bruni. 

Pierfranco Bruni è nato in Calabria. Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all'Estero, è presidente del Centro Studi “Grisi”.
Ha pubblicato libri di poesia (tra i quali "Via Carmelitani", "Viaggioisola", “Per non amarti più", "Fuoco di lune", "Canto di Requiem"), racconti e romanzi (tra i quali vanno ricordati "L'ultima notte di un magistrato", "Paese del vento", L’ultima primavera", “E dopo vennero i sogni", "Quando fioriscono i rovi"). Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D'Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro. Numerosi sono i suoi testi sulla letteratura italiana ed europea del Novecento.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e si considera profondamente mediterraneo. Ha scritto, tra l'altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo", giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita10 apr 2020
ISBN9788835804512
Amanti per la vita

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    Amanti per la vita - Pierfranco Bruni

    Pierfranco Bruni

    Amanti per la vita

    immagine 1

    The sky is the limit

    UUID: 31d63d62-b419-4f45-a7c4-2394e66a5e2d

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Introduzione

    Ho incontrato Eleonora

    Racconto Marta Abba

    Mia Eleonora

    Lascia che io ti aiuti

    Tu esalti la mi forza

    Il fuoco

    La pioggia

    Mai dirmi altro

    Gli perdono tutto

    Andando oltre

    Il personaggio

    Introduzione

    Raccontare non ha senso.

    Vivere è sempre altrove.

    Eleonora Duse non è soltanto il teatro. Non ha dentro di sé la scena, la recita, la maschera. La divina sembra restare sempre con il suo profilo di una ricercatrice di esistenze. In ogni suo gesto e in ogni suo movimento, in ogni sua parola o in ogni suo silenzio il teatro e la teatralità diventano un tentativo di riconciliazione con quel labirinto nel quale vagava.

    Nomade o forse straniere. Assente e presente nel suo essere estranea alle storie raccontate o ai suoi personaggi rappresentati. Una donna che è nata personaggio. Perché l’essere personaggio è in quel suo sguardo, in quegli occhi profondi e in una drammaticità che ha sempre rasentato la disperazione. Sulla scena la donna. Nella vita Eleonora l’attrice. Ma il limite tra la donna e l’attrice dove termina e dove inizia.

    L’essere personaggio e impersonare un personaggio cosa ha significato per la Duse? Il limite non diventa mai confine p linea di orizzonte. Essa stessa personaggio, dunque, ha raccontato senza mai aggiungere al suo specchio alcuna maschera. Forse un andare oltre Pirandello? La scena è stata sempre sua. Anche quando era soltanto nel retroscena la sua presenza, sulla ribalta, faceva aleggiare una profonda drammaticità che, comunque, scavava e mostrava il vero senso del tragico. Un tragico dentro l’estetica del vivere e mai dell’apparire.

    Eppure per una attrice l’apparire è il tutto. Per Eleonora senza la sua esistenza nulla aveva senso. Anche quando ha recitato quell’unica volta nel cinema con il romanzo di Grazia Deledda non si è smentita. La parte nel recitativo non era una recita.

    Non è soltanto il teatro.

    È la divina inquietudine. È quella dea velata amata, contraddetta, confusa e stimata da Gabriele D’Annunzio. è quella donna Alcyone che Gabriele ha cantato. È il dolore profondo che Gabriele ha tentato di mascherare tra le fiamme del suo raccontare il fuoco di una vita. Non è riuscito a mascherarla. È apparsa così come lei è sempre stata. Aveva ragione Giovanni Papini: avrebbe dovuto dedicarsi alla scrittura. Infatti in una lettera di Giovanni ad Eleonora si legge proprio questa indicazione, ma è lei a rispondere: … perché non potrebbero trovar posto, in arte, le mie donne, che non parlano?.

    Il silenzio sulla scena ha un ruolo importante. Lei riusciva a far parlare il silenzio. Come nel terribile amore con Gabriele. L’estetica del silenzio e del grido. Un’attrice e uno scrittore nati personaggi. Infatti diceva a Cecil Sorel: Quando arrivo in un paese tutti si precipitano sulle opere di D’Annunzio, credono di trovare me in tutte le eroine che egli ha amato. È un miraggio. Ma esse parlano con la mia voce, coi miei gridi, col mio dolore.

    Dunque, ecco il personaggio.

    Il suo amore per Gabriele fu infinito tanto da sfinirla.

    Qualche anno prima di morire, nel 1919, in una lettera

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