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Hot chocolate
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E-book58 pagine43 minuti

Hot chocolate

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Hot chocolate è il racconto che Angelica B., già autrice di L’educazione di Angelica, ha pensato di regalare ai suoi lettori.

È un corteggiamento peccaminoso tra fondant al cacao nero e torte prelibate, quello di Roberta, giornalista free lance intrappolata in un matrimonio noioso…

Questo racconto si trova anche nella raccolta Baci d'estate

Angelica B.

Giornalista di design e arte contemporanea ed esperta cuoca, vive tra Milano e la riviera ligure di Levante, alternando l’attività di free lance per periodici di settore a quella di scrittrice. In contemporanea a L'educazione di Angelica, il suo primo romanzo, la Newton Compton pubblica anche il suo libro di ricette afrodisiache I dolci segreti di Angelica.
LinguaItaliano
Data di uscita21 nov 2014
ISBN9788854176379
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    Anteprima del libro

    Hot chocolate - Angelica B.

    Uno

    Ventotto… ventinove… trenta. Ok, la sesta serie di addominali è finita. Anche per oggi sono a posto. Mi guardo nello specchio, mi giro di profilo: la taglia 40 è salva. Questa mattina in piscina sono riuscita a fare solo venticinque vasche, perché avevo un appuntamento presto, e ora compenso sul tappetino ammazzandomi di addominali. Stasera il tubino bordeaux mi deve entrare perfettamente. E cadere bene. Anche sul sedere che tende a stare un po’ in fuori (e, diciamolo, non è che questo agli uomini dispiaccia). Sotto, biancheria hot: culottes di pizzo color crema e push-up coordinato. L’autoreggente è di rigore. E con l’abito così aderente è possibile che quando mi siedo si noti il bordo della calza (discreto, a fascia, niente di volgare, intendiamoci).

    Per che cosa tutto questo dispendio di calorie, poi, non lo so nemmeno io. Sì, è vero: ancora un paio di settimane e siamo a giugno, e allora cominceremo a trascorrere qualche weekend al mare. Ma tanto lo so già che il costume mi sta bene. Non è che questo, alla fine, faccia la differenza: Paolo mi guarda appena. Controlla che io non abbia sforato la taglia e poi si dedica ad altro. Sesso: poco e ripetitivo. Oramai questo è il nostro standard da un paio d’anni. Considerando che siamo sposati da tre, direi che c’è poco da stare allegri.

    Una doccia veloce e poi mi vestirò.

    «Roberta! Dai, bella, asciugati i capelli che ci aspettano. Fai vedere che scarpe hai scelto… Ok, ma non ce le hai con il tacco un po’ più alto?».

    Sollevo la décolleté in seta bordeaux perfettamente abbinata all’abito.

    «Ho quelle col plateau… ma sono nere. E poi sono davvero dei trampoli».

    «E allora? La borsetta è nera, no? E comunque andiamo in macchina».

    Si osserva allo specchio facendosi il nodo alla cravatta. Io slaccio l’accappatoio e lo butto sul letto. Completamente nuda inizio ad asciugarmi i capelli muovendoli con le mani. Lo specchio mi inquadra alle sue spalle. Mi guarda.

    Non è poi così tardi, penso. Potremmo fare un fuoriprogramma tutti belli freschi di doccia e ci godremmo la serata molto più rilassati.

    Mi siedo su letto continuando a muovere i capelli e spalanco le gambe. Depilazione brasiliana perfetta. E gli adduttori sono tesi come se fossero scolpiti nel marmo.

    Paolo mi fissa in mezzo alle gambe. Sorride sornione.

    «Mmm, Robertina… Mi sa che hai messo su mezzo chiletto. Guarda la linea degli addominali».

    Alla festa c’è la crème de la crème della clinica Santa Addolorata. Nella grande sala d’ingresso al piano terra è stata allestita la mostra di una giovane fotografa neosurrealista e le pareti sono invase da visioni di boschi incantati e farfalle giganti. La gente si aggira pigramente con i flûte in mano, chiacchiera.

    Leoluca Montani, primario di oculistica, sta parlando con un giovane dottore con gli occhialini tondi e la barba di due giorni. Montani ha cinquantatré anni, la barba sale e pepe e una figura alta appena appesantita che gli dà un’aria sexy e rassicurante al tempo stesso. Mi domando come sia farsi visitare da lui… Effettivamente da un po’ di tempo quando lavoro al computer mi sento un leggero cerchio alla testa. Potrei farmi vedere. E mentre sta ritto in piedi alle mie spalle per farmi leggere il cartellone luminoso, appoggiarmi così, casualmente, alla patta dei suoi pantaloni. Sfiorarlo un po’, giusto per vedere come reagisce. Oppure lasciarlo sbirciare nella scollatura quando mi esplora con i suoi attrezzi… Ha le mani lunghe, riesco perfettamente ad immaginare che cosa si possa provare se te le infila sotto al vestito.

    Mi siedo su una seggiolina, accavallo le gambe e

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