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Il trono di Cesare. Silenzi e bugie
Il trono di Cesare. Silenzi e bugie
Il trono di Cesare. Silenzi e bugie
E-book35 pagine26 minuti

Il trono di Cesare. Silenzi e bugie

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Info su questo ebook

«Tiene il lettore costantemente col fiato sospeso.»

The Guardian

Il trono di Cesare 1.5

238 d.C. Il regno di Massimino il Trace è messo a dura prova dalle rivolte interne e dalla proclamazione a imperatori di Gordiano il Vecchio e Gordiano il Giovane. Giulio Burdone, ufficiale dell’impero, ha ricevuto l’incarico di scortare il sicario Castricio verso nord, per accertarsi che porti a termine il suo compito: assassinare Massimino. L’ordine giunge direttamente dai due Augusti e, indipendentemente dal successo della missione, la morte per Burdone e Castricio sarà un esito scontato. Ma mentre il primo, ligio al dovere, è rassegnato al suo destino, il più giovane ha altri piani…

Harry Sidebottom

Ha conseguito un dottorato in Storia antica al Corpus Christi College. Attualmente insegna Storia all’università di Oxford (con una predilezione per l’antica Roma) e vive a Woodstock. È autore della saga Il guerriero di Roma, che ha appassionato milioni di lettori in tutto il mondo. La Newton Compton ha già pubblicato i primi cinque episodi della serie: Fuoco a oriente, Il re dei re, Sole bianco, Il silenzio della spada e La battaglia dei lupi. Il trono di Cesare. Combatti per il potere e Il prezzo del potere sono i primi episodi di una nuova avvincente saga.
LinguaItaliano
Data di uscita23 nov 2016
ISBN9788822702722
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    Anteprima del libro

    Il trono di Cesare. Silenzi e bugie - Harry Sidebottom

    Il trono di Cesare. SIlenzi e bugie

    A nord di Roma, poco dopo Ponte Milvio, la strada si biforcava. Con la città alle loro spalle, la Via Flaminia attraversava un paesaggio scandito dalle tenute di grandi ville. Sulla destra, le pecore pascolavano su prati ricchi d’acqua. Nei punti cui facevano capolino tra un bordo di salici, le acque del Tevere erano verdi e placide. C’erano anatre che volavano sul fiume.

    Giulio Burdone osservava la scena pastorale senza però distogliere del tutto l’attenzione dal suo compagno di viaggio. Aveva superato la cinquantina e un frumentarius non viveva tanto a lungo se si abbandonava con la mente a oziose fantasie. Non quando era in missione.

    Il sicario Castricio sedeva in silenzio, guardando il nulla, immerso in se stesso. Aveva il braccio sinistro fasciato e stringeva in grembo uno zaino di tela.

    Burdone si sistemò la cintura della spada. Gli affondava nella pancia. Si era appesantito con l’età. Era stanco. I suoi sogni non erano stati propizi. La notte prima aveva sognato di essere di nuovo giovane, nella fattoria di suo padre in Pannonia, presso il Danubio. Una nidiata di quaglie aveva attraversato il fango del cortile. Era un brutto segno. Le quaglie significavano cattive notizie da oltremare. Da oltremare perché venivano dall’estero, brutte perché gli uccelli sono bellicosi ma pusillanimi. Nel caso di collaborazioni professionali, matrimoni e transazioni finanziarie, sono simboli di discordia e contesa. E sono infausti nel caso di viaggi all’estero. Poiché indicano trappole, insidie, imboscate.

    Castricio si mosse impercettibilmente, tastandosi la fasciatura. Burdone si irrigidì e fece scivolare la mano verso l’elsa. Castricio posò lo zaino accanto a sé sul sedile, tornò ad appoggiare la testa ai cuscini e chiuse gli occhi. Burdone non si rilassò subito.

    Con questa missione, non c’era da meravigliarsi che facesse brutti sogni. Era stato convocato dal nuovo prefetto pretoriano. Nel suo ufficio sul Palatino, Felicio non era solo. Il prefetto era in compagnia del giovane senatore Menofilo. Il sicario era rimasto in un angolo. Il senatore aveva illustrato gli ordini. Non c’era stata alcuna sorpresa. Menofilo era arrivato per organizzare l’approvazione a Roma degli imperatori proclamati in Africa. Menofilo era noto per essere legato ai nuovi augusti, i Gordiani, padre e figlio. Nei giorni

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