Guai sotto l'albero: Harmony Destiny
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Shirley Rogers
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Anteprima del libro
Guai sotto l'albero - Shirley Rogers
successivo.
1
«Qualche problema, Rossa?»
Deke McCall!
Mary Beth Adams sentì il sangue raggelarsi nelle vene. Aveva appena sferrato un calcio a una tinozza piena d'acqua, bucandola, e la punta dello stivale le si era conficcata giusto nel foro. L'acqua uscita dal vecchio contenitore stava formando una piccola pozza melmosa ai suoi piedi.
Quel diavolo di un cowboy era decisamente l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare in un simile momento. Imprecò fra i denti mentre i fari posteriori della macchina del suo unico lavorante sparivano in lontananza. Come aveva potuto andarsene così, senza alcun preavviso? Anche se gli era stata fatta un'altra offerta di lavoro, avrebbe dovuto dirglielo per tempo.
Si girò verso Deke facendo leva sulla caviglia. Il dolore le s'irradiò lungo il polpaccio fino alla coscia. Mary Beth strinse i denti. «No, tutto bene» mentì, infastidita dal fatto che l'avesse chiamata con il soprannome che si portava dietro fin dall'infanzia e che aveva sempre detestato.
Un brivido le corse lungo la schiena, come se i due anni che erano passati dall'ultima volta che si erano visti non fossero mai trascorsi.
Colta alla sprovvista, Mary Beth dovette fare uno sforzo enorme per non perdere il controllo.
Non sei più la stessa donna di due anni fa, innamorata come una scolaretta e ansiosa di andare a letto con lui.
Ma, a quanto pareva, il suo cuore la pensava diversamente. Infatti le stava battendo nel petto come un martello pneumatico.
Mary Beth si fece coraggio e osservò Deke.
Era evidente che partecipare ai rodeo gli faceva bene. Aveva delle spalle incredibilmente larghe e le sue braccia erano ancora più muscolose di quanto ricordasse.
Ma perché le faceva così male rivederlo?
Alla fine, Mary Beth sollevò gli occhi e incontrò il suo sguardo.
In sella al suo cavallo, Deke le sorrise. Alcune ciocche di capelli biondi gli uscivano dispettose da sotto il capello da cowboy. E in fondo ai suoi splendidi occhi azzurri brillava una luce troppo intensa per passare inosservata.
Santo cielo, quanto era sexy!
«Sì?» Deke sollevò leggermente il cappello sul davanti mentre soffocava una risata.
Più alta della media e con tutte le curve al punto giusto, Mary Beth era uno spettacolo da non perdere. In equilibrio su un solo piede, le braccia larghe, stava dimenando i fianchi in un modo provocante che gli rammentò cosa volesse dire fare l'amore con lei.
Benché avesse raccolto i lunghi capelli rossi sulla nuca, alcuni riccioli ribelli le ricadevano in boccoli ai lati del volto, facendola apparire più simile a una ragazzina monella che a una donna di venticinque anni. L'espressione dei suoi occhi verdi suggeriva che il rossore che le imporporava le guance era segno di collera piuttosto che effetto del sole.
Dov'era finita la ragazzina vergognosa, che arrossiva tutte le volte che lui le rivolgeva la parola? Sebbene fossero cresciuti nella stessa città, Deke, che aveva qualche anno di più, non le aveva mai prestato molta attenzione.
Fino a quella sera di due anni prima.
Quella sera fatale in cui, per la prima volta da quando si conoscevano, si era reso conto che Mary Beth avrebbe potuto rappresentare una seria minaccia alla sua libertà.
Scosse la testa nella speranza di schiarirsi le idee e la osservò mentre dimenava i fianchi. «Serve aiuto?» azzardò, trattenendosi a stento dal ridere.
«No, grazie.» Quello di cui lei aveva bisogno era un miracolo. Ancora un paio di mesi così difficili e poi non si sarebbe più dovuta preoccupare dell'ipoteca sul ranch. Se non fosse accaduto il miracolo, il Paradise sarebbe diventato proprietà della banca.
E, purtroppo, lei aveva smesso da tempo di credere ai miracoli.
In qualche modo, riuscì a liberare il piede dalla tinozza senza cadere.
Un fiotto d'acqua uscì dal buco.
Mary Beth lo schivò e strinse i denti quando sentì una fitta lancinante trapassarle il piede destro. Lo sollevò leggermente, spostando il peso sull'altro. «Che ci fai qui?» gli chiese.
Tornò con il pensiero a due anni prima.
Suo padre era appena morto, lasciandola sola e affranta. Subito dopo il funerale, Deke si era offerto di starle vicino. Le era venuto naturale appoggiarsi a lui, perdersi nel tepore del suo abbraccio. Sebbene fino a quel momento Deke non l'avesse mai degnata neanche di uno sguardo, lei ne era innamorata fin dagli anni dell'adolescenza.
«Qui in Texas o qui nel tuo ranch?» le domandò Deke, riportandola al presente.
Mary Beth si guardò intorno, cercando di vedere l'edificio attraverso i suoi occhi.
Il corpo centrale, così come le baracche annesse, stava letteralmente crollando a pezzi. Definire quel posto un paradiso era decisamente un'esagerazione. Probabilmente Deke si stava chiedendo perché lei lo avesse trascurato fino a quel punto.
«Sulla mia terra.» Non le importava del perché fosse ritornato in Texas. Sul serio. Lui le aveva spezzato il cuore. Magari non l'aveva fatto apposta, perché, dopotutto, non poteva immaginare che lei lo amasse segretamente da anni. Ma quando l'aveva respinta, per Mary Beth era stata una pugnalata alle spalle. Be', adesso la musica era cambiata. Lei era cambiata. Non era più la ragazzina innamorata di un tempo e non si sarebbe lasciata incantare un'altra volta dal suo fascino ammaliatore.
In cuor suo, sapeva che un McCall non avrebbe mai legato con una Adams. Non a lungo, almeno.
Lei proveniva da una famiglia di poveracci, mentre i McCall erano proprietari del ranch più redditizio di Crockett County. Perciò non si sarebbe dovuta meravigliare più di tanto quando, dopo che avevano fatto l'amore, Deke se n'era andato e non l'aveva più chiamata.
Ma quella consapevolezza non era servita a rendere meno doloroso il suo abbandono.
L'asprezza del suo tono turbò Deke più di quanto lui avrebbe voluto. «Alcuni capi di bestiame con il tuo marchio hanno sfondato una recinzione. Ho pensato che fosse opportuno avvisarti.»
«Vedrò di fare qualcosa.» Come, non lo sapeva. Per quanto inaffidabile e superficiale, Clyde, il suo lavorante, era stato sempre meglio di niente. Ma adesso che se n'era andato a Dallas, dove gli era stato offerto un lavoro più vantaggioso, lei non aveva davvero più nessuno su cui contare.
Magnifico. Senza Clyde e senza soldi, si sarebbe dovuta arrangiare da sola.
Perché si era fissata a voler tenere quel posto? Come aveva potuto anche solo pensare di trasformarlo in un'attività redditizia?
Perché tuo padre pensava che non avessi i requisiti necessari per farlo.
Ma suo padre era morto da due anni, ormai, e da allora le cose al Paradise erano andate sempre peggio anziché migliorare.
Che cosa ci faceva ancora lì, a cercare di dimostrare che si era sbagliato? Se avesse avuto appena un briciolo di buonsenso, avrebbe mollato tutto e sarebbe tornata a vivere a San Antonio.
Ma, andandosene adesso, avrebbe confermato la convinzione di suo padre, il quale sosteneva che non sarebbe mai stata capace di gestire da sola un ranch.
Mary Beth ricacciò indietro le lacrime. Perché non era mai riuscito a volerle bene? Se fosse stata un maschio, il suo amore e la sua fiducia sarebbero stati automatici. Ma con una femmina era diverso.
Con lei era stato diverso.
«Quando torna Clyde?»
La voce di Deke la strappò ai suoi cupi pensieri. Mary Beth sbatté le palpebre e ritornò al presente. «Ho detto che me ne occuperò io» replicò con forza. Avrebbe trovato un modo per far uscire il bestiame dalla proprietà dei McCall. Maledizione, odiava dover chiedere aiuto. L'ipoteca sul ranch stava per scadere e se avesse perso anche un solo capo prima di riuscire a venderli non sarebbe stata in grado di far fronte al suo debito. Ma avrebbe rischiato anche quello, piuttosto che umiliarsi a chiedere aiuto proprio a Deke.
Lui corrugò la fronte. «Pensavo che avresti avuto bisogno di una mano.» Si rendeva conto di meritare il suo disprezzo. Due anni prima aveva approfittato di lei, l'aveva convinta a fare l'amore, poi se n'era andato senza un saluto e da allora non l'aveva chiamata neanche una volta. Adesso le si era presentato inaspettatamente davanti. Che cosa pretendeva? Che gli corresse incontro e gli gettasse le braccia al collo in segno di benvenuto?
Se aveva fatto l'amore con lei, era stato per puro caso. Nel senso che non l'aveva programmato.
Mary Beth era stata via un paio d'anni. Aveva sentito dire che si era trasferita a San Antonio. Poi era dovuta tornare a casa perché suo padre aveva avuto un incidente. Hank Adams era morto due settimane dopo il suo ritorno al Paradise.
Deke era stato al funerale per una questione di educazione. Non era stato amico di Hank, ma, d'altra parte, pochi gli avevano voluto bene.
Lui aveva individuato Mary Beth in mezzo alla folla dei partecipanti al rito funebre e ne era rimasto molto colpito. Gli era parsa una donna completamente diversa, sicura di sé. Estroversa, perfino. Aveva un sorriso e una parola buona per tutti.
Meno che per lui, in verità.
Dopo il funerale, si era attardato a casa sua fino a quando se n'erano andati tutti. Non gli era piaciuto doversi rendere conto che, per tutto il giorno, lei aveva fatto il possibile per evitarlo.
«Grazie, comunque.» Mary Beth scosse la testa. La calda brezza settembrina le scompigliò i riccioli e lei si passò una mano fra i capelli. «E adesso, se non ti dispiace...»
Il messaggio era piuttosto esplicito: non lo voleva fra i piedi.
Deke si sentì offeso e sul momento pensò di andarsene. Ma, onestamente, dubitava che Mary Beth sarebbe riuscita a radunare il bestiame senza l'aiuto di Clyde. Che quella donna testarda volesse ammetterlo o no, aveva bisogno del suo aiuto. Sebbene gli avesse fatto capire molto chiaramente che non vedeva l'ora di liberarsi di lui, non l'avrebbe abbandonata in quel frangente.
Caspita! Qualunque vicino si sarebbe offerto di darle una mano.
«Ascolta» cominciò con calma. «Ti aiuterò a radunare il bestiame. Sarà questione di qualche minuto, dopo di che ti lascerò in pace.»
Mary Beth sollevò il mento. «Non ho bisogno del tuo aiuto.» Ebbe un capogiro e si portò una mano alla fronte madida di sudore. O era colpa del sole oppure la sua distorsione era più grave di quanto pensava. Se non avesse fatto subito qualcosa per lenire il dolore e ridurre il gonfiore della caviglia, sarebbe svenuta davanti a lui!
Deke guardò il cielo e s'incupì quando scorse l'ammasso di nuvole nere all'orizzonte. «Sta per scoppiare un temporale. Lavorando in due, è probabile che ce la facciamo prima che inizi a piovere.» Spostò di nuovo lo sguardo su Mary Beth e provò un desiderio cocente che credeva di aver ormai superato da tempo.
Dopo aver fatto l'amore con lei, era rimasto sbigottito e svuotato di ogni energia. Desideroso di qualcosa di più. Ma era una sensazione che andava ben al di là del puro bisogno fisico. Se non fosse stato attento, una relazione con una donna così l'avrebbe portato a qualcosa di molto più impegnativo di quanto lui fosse disposto a concedere.
E