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La Tredicesima Tribù: Eden's Guardian Vol. 2
La Tredicesima Tribù: Eden's Guardian Vol. 2
La Tredicesima Tribù: Eden's Guardian Vol. 2
E-book246 pagine3 ore

La Tredicesima Tribù: Eden's Guardian Vol. 2

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Info su questo ebook

Alla fine dell’ultima era glaciale una spedizione scientifica proveniente dal pianeta Thuban con lo scopo di classificare il pianeta Terra arrivò in un’area del Golfo Persico oggi sommersa dal mare. Come supervisore dell’Alto Commissariato per i Pianeti Eden c’era una giovane Kabyria, Aalia Elkal. Non tutto andò come previsto ed invece di studiare gli ecosistemi si fecero esperimenti genetici su larga scala. La creazione di una razza potente e immortale da parte dei Padri Creatori potrebbe portare all’estinzione il genere umano.
LinguaItaliano
Data di uscita16 ago 2020
ISBN9788835879909
La Tredicesima Tribù: Eden's Guardian Vol. 2

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    Anteprima del libro

    La Tredicesima Tribù - A. e D. Fontana

    autori

    Pianeta Eden

    Nell’anno 57.12.57, l’assemblea generale dei Pianeti Uniti (P.U.) approvò la legge che istituiva i Pianeti Eden (P.E.).

    L’anno seguente il Presidente emanò il decreto che istituiva l’Alto Commissariato dei Pianeti Eden (A.C.P.E) con pieni poteri sull’istituzione e la gestione dei Pianeti Eden.

    Sono chiamati Eden i Pianeti in cui i processi naturali possono svolgersi senza influenze esterne, adibiti alla conservazione della biodiversità, delle risorse naturali e agli studi scientifici.

    E’ fatto obbligo a tutte le spedizioni scientifiche e commerciali di segnalare all’A.C.P.E. i nuovi pianeti da esplorare e inviare il primo rapporto entro venti rivoluzioni del pianeta attorno alla sua stella.

    Nessuna attività sul Pianeta in esplorazione è permessa senza l’autorizzazione dell’A.C.P.E.

    I trasgressori saranno puniti con la massima pena esistente nel loro pianeta di origine con decreto inappellabile dell’Alto Commissario dei Pianeti Eden.

    Per le leggi istitutive vedi la banca dati legislativa dei Pianeti Uniti.

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    Due arcieri ed una gita a Roma

    Venezuela. Atuana Tepuy. 8 Aprile 2013. Ore 10:21.

    Roma. Titus aveva appena finito la colazione. Roma. Non aveva detto una sola parola. Roma. Titus non pensava ad altro. Roma. A Roma era stato flagellato, crocifisso e gli avevano spezzato le gambe. Era morto appeso ad una croce di legno sulla Via Appia. Roma. Quella parola faceva affiorare troppi ricordi sepolti. Roma. Era arrivato bambino a Roma con suo padre. La tenda di un legionario e lui a soli otto anni venduto come schiavo. Roma. Suo padre che si allontanava con un borsello pieno di sesterzi. Roma. Il generale Anco Marzio, Brutus, la Legione, i Pitti, le battaglie, il Vallo di Adriano. Roma. Una tomba, una lapide con tre foglie d’acero incise, Adsullata sepolta. Antonio che legge un libro. Roma Adsullata, la sua amata. L’amava ancora oggi, dopo quasi due millenni. Non aveva conosciuto nessun’altra donna dopo di lei e ne era orgoglioso e fiero, era il suo modo di ricordarla e pagare le sue colpe. La colpa di essere stato avventato, la colpa di aver pensato male del suo comandante, la colpa di avere agito d’istinto. Sua e solo sua era la colpa per la morte della sacerdotessa schiava. Per questo si aggirava inquieto e triste per la caverna senza un compito preciso. Si diresse verso la grotta degli allenamenti con la speranza che la fatica gli facesse dimenticare quella parola. Roma.

    Ivan era scomparso da due giorni, da quando Milo e TJ, gli avevano portato quanto da lui richiesto. Si faceva vedere solo per i pasti e poi svaniva insieme ad Adam. Passava il tempo nell’armeria sui banchi di lavoro o al computer. Comunque era sempre indaffarato.

    Autumn passava la maggior parte del tempo nel suo laboratorio clinico. Nessuno, tranne Jay, sapeva cosa facesse esattamente li dentro, ma era super impegnata con i suoi esperimenti. Da quello che si era riuscito a capire i test clinici riguardavano il sangue di Jay e la mutazione genetica del simpatico Nick.

    Milo, Jay ed Antonio erano impegnati a preparare il viaggio a Roma. Non sapevano cosa sarebbe successo in seguito alla telefonata che Jay doveva fare. Volevano essere pronti ad ogni evenienza e di conseguenza cercavano di studiare un piano che comprendesse sia la cattura di Nilus Blackhill sia delle vie di fuga sicure per loro. Erano coscienti che Roma sarebbe potuta essere un incubo per tutti. Per quanto si impegnassero non trovavano aree adatte allo scopo, un eventuale scontro al 90% si sarebbe svolto nell’area di Piazza San Pietro, forse la zona turistica e religiosa più frequentata al mondo, ci sarebbero stati passanti anche nel cuore della notte e sarebbe stato molto pericoloso coinvolgerne qualcuno involontariamente. Erano in stallo anche con la via di fuga fino a che Milo intervenne.

    <>

    <> chiese Antonio.

    <>

    <> era Jay e senza perdere tempo <>

    <> rispose immediatamente Computer.

    Una mappa completa di Roma, con altissimi dettagli, fu proiettata sul tavolo. Restarono a guardarla in silenzio per un paio di minuti fino a che Milo ebbe un’altra illuminazione. Si avvicinò al tavolo, fece dei gesti in aria come se toccasse la mappa e mise in rilievo alcune strade che da Piazza San Pietro portano al Colosseo.

    <>

    <> rispose Antonio.

    <> aggiunse Jay prima di uscire dallo Skywalk.

    Jay si diresse in silenzio verso la sala comune, era preoccupato, troppo preoccupato, non sapeva cosa aspettarsi a Roma. Quel Nilus Blackhill era un mistero così come lo era la Prima Tribù. Avrebbe voluto lasciare tutti al sicuro nella caverna ed andare da solo. Quale condottiero porta in battaglia la famiglia? Ecco! L’aveva ripensato, con lui nella caverna c’era la sua famiglia, non un esercito di soldati sconosciuti. Che sarebbe successo se qualcosa fosse andato storto? Non poteva permettere che qualcuno si facesse male. Per questo avrebbe preso tutte le precauzioni possibili e immaginabili così da tenere tutti lontano dal pericolo. Avrebbe usato Ivan come coordinatore alle comunicazioni. Quel ragazzo, tenuto al sicuro, in una sala controllo avrebbe fatto la differenza. La presenza di Autumn lo confortava, avere un chirurgo di guerra pienamente attrezzato con sè e la sua squadra era confortante.

    Eve quel giorno aveva deciso per un barbecue di manzo e maiale, stava servendo costine e fiorentine annegate in una salsa piccante, il tutto accompagnato da patatine fritte alla francese. Erano tutti deliziati. Mancava solo Antonio che arrivò con ritardo, al suo ingresso annunciò che aveva tutto pronto per Roma e che per lui si poteva partire in qualunque momento. Jay si rivolse a Ivan chiedendo se sarebbe stato pronto per domani dopo cena, verso le 20. Partendo a quell’ora sarebbero arrivati a Roma attorno alle 6 di mattina ora italiana. Inoltre avrebbero trovato la residenza romana di Jay pronta per ospitarli.

    <>

    <> chiese Milo.

    Erano due giorni che cercava di capirci qualcosa ma Ivan aveva eluso tutte le sue domande con la scusa della mancanza di tempo. E anche questa volta se ne era uscito semplicemente con Sarà una sorpresa.

    <> disse Jay prima di addentare la quarta bistecca.

    Venezuela. Atuana Tepuy. 9 Aprile 2013. Ore 21:43.

    La navetta era strapiena di materiale sanitario ed attrezzature mediche, Autumn aveva imbarcato la sua sala operatoria da campo. Ivan a sua volta si era presentato con una cassa enorme e con Adam al seguito, ormai i due erano inseparabili. Titus fu costretto a sedersi a gambe divaricate e con uno scatolone davanti a lui. Antonio come sempre era tranquillo, anche se sembrava evitare gli sguardi di Autumn. L’imbarazzo era evidente a tutti. TJ si divertiva ad osservarne il comportamento, quei due sembravano fatti l’uno per l’altra, ma quando se ne sarebbero accorti? Antonio non avrebbe mai corteggiato Autumn apertamente, era molto riservato e rispettoso per un corteggiamento.

    Milo era ai comandi nella cabina di pilotaggio insieme a Jay quando attivò l’interfono.

    <>

    Dall’interno le pareti del Coso Volante sembrarono dissolversi, non esistere più, tutt’intorno a loro si vedeva la caverna. Poi la parete che dava sull’esterno cominciò a scorrere e la navetta si sollevò di un paio di metri scivolando lentamente fuori. Lo shuttle restò sospeso a mezz’aria fino a che la parete alle sue spalle si richiuse. Si trovavano addossati ad una parete rocciosa a mezza altezza, la vista era da brivido. Poi all’improvviso il Coso Volante iniziò a scalare la falesia fino a che ne raggiunse il ciglio, sotto di loro videro la piatta cima della montagna illuminata dalle stelle, la fantastica vista durò poco, la navetta fece una mezza rotazione, dopo di che prese velocità e loro ebbero la sensazione di volare liberi nel cielo.

    Ivan non fu felice di questa scelta, si teneva stretto al sedile con gli occhi chiusi, le vertigini lo stavano divorando, Autumn se ne accorse e pregò Milo di rendere opache le pareti, cosa che fu subito fatta.

    <> era Milo mortificato.

    <>

    Autumn prese un barattolino dallo zaino, lo aprì e tirò fuori una piccolissima pillola.

    <>

    Italia. Ovest di Roma. 10 Aprile 2013. Ore 6:27.

    Atterrarono in una residenza lungo la via Pontina a circa 3 Km dal Grande Raccordo Anulare che circonda Roma. Lo shuttle entrò direttamente dentro un grande capannone e smise di ronzare. La botola nella sua pancia si aprì. Erano arrivati.

    Appena fuori da quell’hangar improvvisato videro una porta dell’edificio allo loro destra aprirsi ed una figura stagliarsi sull’uscio, si mosse velocissima, ad Ivan sembrò muoversi a scatti, in un attimo li raggiunse e si gettò tra le braccia di Jay. Lo riconobbero tutti, era Nick il bibliotecario. Finiti i soliti convenevoli con Jay abbracciò tutti gli altri affettuosamente.

    Ivan, aveva smesso di farsi troppe domande, ormai accettava tutto come naturale. Nick lo lasciava perplesso, era così vecchio da dover essere morto, ma lo aveva davanti vitale come un bambino... si un bambino ci azzeccò.

    <>

    <>

    <>

    La Villa come tutto quello che riguardava Jay era enorme. Il salone d’ingresso era già stato pulito, il pavimento tirato a lucido, le pareti erano ripiene di antichi quadri rinascimentali e statue antiche che avrebbero fatto gola ai migliori musei del mondo, un grandissimo tavolo occupava il centro dell’enorme sala, forse originariamente usata come salone delle feste da qualche nobile patrizio romano. Sulla parete opposta all’ingresso due enormi rampe di scale con balaustre in travertino di Tivoli. Sotto le rampe una grande apertura a tre ante, portava negli alloggi che in passato venivano occupati dalla servitù. Lì Nick aveva allestito i loro alloggi, i piani nobili superiori erano inutilizzabili.

    Jay chiamò tutti a raccolta.

    <>

    Ivan sussultò, sperava si trattasse di Anne, ma non fu così. Jay ormai amava quel ragazzo e poi se non lo avesse trattato bene chi lo avrebbe raccontato ad Anne?

    <>

    <>

    Ecco ora il povero ragazzo era nel pallone. La faccia di Jay era contrariata.

    <>

    <>

    Ivan impallidì, se n’era accorto prima del tempo, voleva fargli una sorpresa.

    <>

    <>

    <>

    Jay sorrise.

    <>

    Ivan si imbaldanzì dai complimenti di Jay, non toccava terra per la felicità.

    Nick si dimostrò un cuoco alla pari di Eve, anzi meglio. Conosceva i libri di cucina a memoria, non sbagliava una cottura in nessun modo. La tecnica era perfetta, l’aveva amalgamata alla sua fantasia dando origine a piatti originali degni delle cinque stelle. Preparò un fantastico tiramisù accompagnato da cornetti caldi alla marmellata di mele cotogne ed uno splendido cappuccino. All’inizio servì un magnifico caffè espresso.

    <>

    Jay aspettò qualche secondo e continuò.

    <>

    Ivan si alzò frettolosamente, arrossendo, le sue posate volarono al centro del tavolo ed uno schizzo di marmellata calda con una perfetta parabola colpì Titus.

    <>

    Per risposta Titus assaggiò lo schizzo di marmellata.

    <>

    Risero tutti. Ivan, sollevato, presentò i suoi regali.

    <>

    Il robot volante posò un scatolone enorme alle sue spalle. Ivan si girò e come un mago prese dei piccolissimi oggetti.

    <>

    Poi tirò fuori dei cellulari Apple.

    <>

    Alla fine presentò quelle che sembravano delle spille piccolissime.

    <>

    Ivan si rivolse a TJ prendendo una tuta dallo scatolone.

    <>

    Ivan le passò un paio di occhiali fatti con una lamina sottilissima di metallo blu trasparente. Poi ne prese un’altro paio.

    <>

    <> dissero in coro Milo e TJ.

    <> disse rivolgendosi ai Legionari <> mostrando due archi dall’aspetto fantastico.

    <>

    Non era finita, Adam mostrò due faretre di frecce con punta in acciaio di altissima qualità.

    <>

    Adam prese il cubo e lo andò a posizionare in fondo alla sala. Titus si alzò ed andò ad abbracciare Ivan, aveva di nuovo la sua arma preferita. Antonio notò che Autumn guardava con occhi bramosi quegli archi, prese il suo, ringraziò di cuore Ivan, e si avvicinò a lei.

    <>

    Autumn si alzò commossa, prese l’arco e nel farlo sfiorò la mano di Antonio

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